Quella che segue è la mia primissima fanfiction su Nana, e sono felice di presentarvela; è un'ode all'amicizia fra Ren e Yasu, i due personaggi che preferisco ( assieme a Shin ) in questo splendido manga/anime. Spero che vi piaccia. ^^
Me lo lasciate un commentino? *.*
Dedico la storia ad uchiha_girl e Ayumi Yoshida, "compagne di contest"; complimenti, ragazze! <3
E alla giudice, hotaru; gentile, rapidissima, perfetta. Grazie.
Smells Like His Spirit
Yasu
amava osservare il mare; lo faceva
spesso, in
solitudine, e lasciava la mente vagare, cullato dalla piacevole
brezza estiva che gli accarezzava la pelle. Così facendo, si
estraniava per un po' dalla quotidianità dalla quale,
talvolta, si sentiva oppresso; il lavoro, la band, e tutto il resto.
Inoltre, c'era qualcosa che da un po' di tempo lo preoccupava, ogni
giorno di più.
Si
frugò in tasca e tirò fuori il cellulare,
sospirando
rumorosamente; compose un sms, cosa strana per lui, di solito
preferiva telefonare, sentire la voce dell'altra persona. Ma quella
sera, decise di usare quel metodo, per chiamarlo.
“ Yasu...
che succede? ” domandò una voce familiare che, a
giudicare
dal tono, era alquanto preoccupata. Ren osservò l'amico
seduto
sulla spiaggia, vestito come suo solito in maniera sobria ed
elegante, fra le dita una sigaretta accesa.
“ Nulla...
volevo solo parlarti. ” rispose lui, che neanche a quell'ora
di
notte si era tolto i soliti, anonimi occhiali da sole.
“ A
quest'ora? ” chiese il chitarrista spalancando gli occhi,
constatando che in effetti pareva non esser successo nulla di grave,
a differenza di quel che aveva inizialmente pensato leggendo il
messaggio, “ E da quanto tu scrivi sms?
”
Il
batterista non rispose, si limitò a gettare a terra la
sigaretta ormai consumata, calpestandola affinché essa si
spegnesse; invito l'amico a sedersi accanto a lui, senza guardarlo in
faccia.
“ Non
ti capisco. ” commentò il moro, poggiando il mento
sulle
ginocchia, lanciando un'occhiata all'altro, che stava fissando
l'acqua di fronte a lui con strano interesse.
Dio,
pensò, Ren è loquace come al solito.
Forse
lo era perfino troppo, qualche volta. A volte, si sa, il silenzio
vale più di mille parole. Dopo un po', comunque, Yasu si
decise ad aprir bocca:
“ Da
quanti anni ci conosciamo, io e te? ” disse, e l'altro lo
guardò
incredulo; dov'è che voleva arrivare?
“ Il
perché di questa domanda? ”
“ Tu
rispondimi. Lasciamoli a dopo, i perché. ”
asserì
determinato, come sempre.
“ Ehm...
tanti anni. ”
“ Già...
e mi domando per quale motivo, nonostante ciò, tu ti ostini
a
non volermi parlare dei tuoi problemi. ”
Quelle
parole furono l'equivalente di una pugnalata al cuore, per Ren; era
vero, anche se erano amici di vecchia data, raramente gli parlava di
sé, dei suoi problemi, o semplicemente della sua vita. Solo,
pensava che Yasu non avrebbe mai provato ad indagare, a sondarlo a
quel modo; ebbe quasi paura, in quel momento. Paura di non essere
più
accettato, timore di esser visto come un codardo.
“ Io
lo so che ti droghi, Ren; e ricorda che questa situazione non
farà
felice nessuno, soprattutto Nana... e me. ”
Un'altra
pugnalata, ancor più dolorosa. Il moro nascose il volto fra
le
mani, senza sapere cosa dire; fumava marijuana, era vero, e avrebbe
dovuto smettere, se voleva rendere felici le persone che amava.
Pensò
a Nana, al suo sorriso, e si sentì un bastardo;
dopodiché
guardò Yasu, sforzandosi di non piangere come un bambino. Lo
sapeva, eppure continuava a farsi del male, imperterrito.
E
si domandò com'era possibile che l'amico sapesse sempre
tutto
di lui, anche se tendeva a chiudersi, e a non confidare mai a nessuno
le proprie debolezze, e le paure.
“ Ti
stai chiedendo come faccio a saperlo? ”
Ruppe
così quel momento di silenzio, lo skin head; e l'altro
sussultò, distraendosi dai propri pensieri.
“ ...sì.
”
Seppe
dire solo questo, prima di volgere lo sguardo verso il mare, che era
particolarmente calmo, quella sera.
“ Ed
io mi chiedo come posso volerti ancora bene, nonostante io sappia
tutto di te. ”
Ren
sorrise debolmente, a quelle parole. Quel ti voglio bene
era
reale, e lo tirò su di morale. Yasu non raccontava mai
bugie,
e lui lo sapeva bene; ormai si conoscevano da moltissimo tempo, e mai
gli era capitato di udire una menzogna uscire da quelle labbra.
“ Mi
dispiace... ” mormorò poi, e il batterista si
frugò
in tasca, estraendo l'ennesima sigaretta dal pacchetto ormai quasi
vuoto.
“ Se
è così, allora vedi di rimediare ai tuoi errori
il più
in fretta possibile. ” disse, severo come suo solito; ma lo
faceva
per il suo bene, forse Ren non lo avrebbe ascoltato ma... si sentiva
in dovere di metterlo in guardia.
Il
moro stavolta non rispose, ingoiò quel boccone amaro con la
consapevolezza d'aver sbagliato, tante di quelle volte, nel corso
della sua vita.
Stettero
per un po' in silenzio, fin quando il chitarrista non lo ruppe,
allungando un braccio verso l'amico.
“ Me
ne dai una? ” chiese, indicando la sigaretta che stava
fumando.
Yasu
esitò un attimo, poi gliene porse una; cosa che succedeva
spesso anni prima, quand'erano ancora degli adolescenti. Il moro
aveva il vizio di scroccargliele, quando poteva.
Ren
la accese, osservando la fiamma dell'accendino crepitare davanti ai
suoi occhi; poi se la sistemò fra le labbra, chiudendo gli
occhi.
“ Queste
sigarette hanno un odore particolare; mi ricordano l'adolescenza.
”
disse il ragazzo, voltandosi verso l'amico, “ Tu che ne dici?
”
“ Sì...
in un certo senso, ti somigliano. ” ridacchiò Yasu.
“
Somigliano
a me?
”
“ Il
loro odore è forte e un po' dolciastro; ma, se lo si
analizza
a fondo, è come una velocissima raffica di vento. L'odore,
per
quanto incisivo, presto si disperde, e diventa debole. Un po' come
te, Ren. ” spiegò.
Il
diretto interessato abbassò lo sguardo a quell'analisi.
Aveva
ragione.
Somigliavano
a lui, alla sua adolescenza travagliata, e al suo presente
altrettanto complicato; il loro odore era così, complesso,
dalle molteplici sfumature, e affascinante.
“ Sai,
Yasu, mi domando anch'io come riesci ancora a sopportarmi, dopo
così
tanto tempo. ” rise.
L'amico è una persona che sa tutto di te ed ancora ti vuole bene.
“ Già...
è proprio un mistero. ”
Una
risata si levò, e rallegrò la spiaggia deserta,
in
attesa di una nuova alba.
Un'alba più luminosa di tutte quelle trascorse, sperarono entrambi.
The
End
Nota: il titolo della storia è volutamente ispirato alla canzone dei Nirvana “Smells Like Teen Spirit”. In questo caso, lo “spirito” a cui si fa riferimento, è il carattere ( e la vita ) di Ren.