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Autore: MrRaider    24/08/2015    1 recensioni
[Post Sangue dell'Olimpo.]
ATTENZIONE: La Fanfiction si colloca dopo il Sangue dell'Olimpo, pertanto contiene spoiler. Se non avete ancora finito l'ultimo capitolo della saga "Eroi dell'Olimpo" non leggete.
E' passato un anno dalla guerra contro Gea, e il Campo Mezzosangue e il Campo Giove hanno trovato la pace. Percy e Annabeth si sono diplomati, Jason sta ancora facendo avanti e indietro fra i due Campi per la costruzione dei templi e Leo è con Calipso, ma nessuno dei suoi amici sa che è ancora vivo.
Tutti stanno vivendo le loro vite tranquillamente, fino a quando non arrivano al Campo Mezzosangue due semidei che non sono stati riconosciuti. David Miller e Ellie Walker non sapevano di essere semidei ma il loro arrivo al Campo darà inizio a una Profezia talmente pericolosa che gli dei stessi temevano già da molto tempo.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Jason/Piper, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il nemico


ELLIE



Gli incubi continuavano a tormentarla da quando era tornata in cabina per riposare. Le avevano già spiegato che i sogni, per quanto fossero strani, erano normali per i semidei, ma quello era veramente troppo...
Non credeva che quel fatto sarebbe tornato a tormentarla un'altra volta. Se ne era completamente dimenticata, l'aveva cancellato dalla sua mente da quando era entrata al Campo, come se non fosse successo nulla... ma purtroppo, non era così.
Il sogno mostrava un parte molto fitta di un bosco nella notte, ma che si affacciava ai piedi di una collina. Era molto vicino alla Collina Mezzosangue, ed era lì che vide la figura scura che stava sognando.

-Ma brava. Non sapevo che ti fossi dimenticata di tutto. Ora è meglio che venga qui, prima che ti ci porti io con la forza.- disse la figura in tono gelido rivolta a lei.

A quelle parole, Ellie si svegliò in preda al panico, spaventata che il suo incubo peggiore fosse tornato. Si era messa a sedere ai piedi del letto e aveva il fiatone, ma cercò con tutta se stessa di riprendere la calma, ma non ci riusciva.
Si guardó intorno, notando che tutti i suoi fratelli erano addormentati, non ce ne era nessuno sveglio. La cosa avrebbe dovuto tranquillizzarla, ma non fu così. Con calma, si tolse il pigiama e indossò la maglietta del Campo e dei pantaloncini mimetici, per poi uscire di nascosto dalla cabina di Ares. Era notte fonda, e la mezzanotte doveva essere già passata. A quell'orario, le arpie pattugliavano il Campo e potevano papparsi tranquillamente chiunque fosse stato sorpreso da una di loro.
Guardò a destra e a sinistra, controllando che le arpie non fossero nei paraggi, e dopodiché corse più veloce che poteva. Non le importava se faceva rumore, la cosa fondamentale era cercare di uscire immediatamente dai confini del Campo.
E dopo qualche minuto di corsa, ci riuscì. Appena superò la barriera del Campo si fermò un attimo per riprendere fiato, poi si voltò per osservare il perimetro del Campo. Il senso di colpa non faceva altro che danneggiarla, però proseguì verso il bosco vicino, quello che aveva visto in sogno. Non ci volle molto a incontrarlo...
Dall'ombra di un albero uscì un ragazzo sui venticinque anni, ma dal suo viso ne dimostrava di meno; aveva la pelle molto chiara, e i capelli erano completamente rasati a zero. Portava una maglietta grigia e dei pantaloncini scuri, ma ciò che catturò l'attenzione di Ellie erano i suoi occhi: neri, che la intimorivano ogni volta che li guardava. Il ragazzo aveva anche uno sguardo pazzo in viso, un sorriso diabolico e inquietante da paragonarlo al Joker (e lei se ne intendeva). Lei conosceva bene quel tizio: si chiamava Trevor.

-Complimenti. Alla fine sei riuscita ad arrivare al Campo con il tuo ragazzo. Sei stata brava.- si congratulò lui, senza smettere di osservare Ellie.

Lei, nonostante la paura, prese coraggio e si avvicinò con passo svelto verso di lui, per prendergli il colletto della giacca e sbatterlo sul tronco dell'albero dal quale era apparso.

-Tu, brutto figlio di puttana! Mi hai mandata a morire!-

Lui però cominciò a ridere, non era affatto stupito o spaventato dal coraggio di Ellie, ma ci rideva sopra. Ma con una forza sovrumana, Trevor prese Ellie e le stritolò il collo con una mano, soffocandola.

-Cosa vieni a lamentarti con me?! Tu mi hai detto che volevi sapere la verità su tuo padre! Tu volevi vendicarti verso di lui! Io ti ho soltanto aiutato!-

Quello continuava a stritolarla con una espressione pazza. Aveva un sorriso da maniaco, quei sorrisi che ti fanno capire che chi hai di fronte non è affatto sano di mente.
Ellie cercò di divincolarsi dalla presa del tizio, ma alla fine costui la lasciò andare. Ellie si accasciò a terra, e cominciò a tossire e a riprendere il fiato.

-Questo era il tuo piano? "Devi prendere un aereo qualsiasi con il tuo ragazzo"? Tu sapevi tutto: sapevi che David era figlio di Poseidone, sapevi che l'aereo sarebbe precipitato. L'hai fatto apposta, maledetto stronzo! Ho rischiato di morire!

-Ahahahaha! Certo che l'ho fatta apposta mia cara Ellie! Era ovvio che l'aereo sarebbe precipitato: l'odore di Miller è forte, ed è diverso per i figli di Poseidone. Tutti sanno che Zeus odia che qualche figlio di suo fratello faccia uso di mezzi volanti. Quando voi piccioncini siete entrati in aereo, Zeus ha sentito la presenza di Miller, credendo che fosse quell'idiota di Jackson, e non ci ha pensato due volte ad abbatterlo. Ma vedi, cara Ellie, è questo che ha rappresentato tutto.-

Lei non capiva affatto cosa stesse blaterando quel pazzo, ne tantomeno cosa ci facesse lui qui.

-Rappresentato tutto? Di che stai parlando?- chiese una volta alzatasi

Lui scrollò le spalle.
-Appena Zeus vi ha "trovati" era come se qualcosa avesse acceso il vostro odore, qualcosa che vi rendesse rintracciabili. Come mai in vita vostra nessuno di voi due è mai stato attaccato da dei mostri? Come mai avete passato una vita tranquilla, a differenza di tanti altri semidei, costretti a fuggire? Perché gli dei vi hanno nascosti da sempre , cara mia. Temevano del vostro destino, ed è proprio per questo che anche i vostri genitori vi hanno ignorato, e hanno cercato di mascherare la vostra esistenza. Ma l'aereo ha cambiato tutto: per questo le arpie vi hanno attaccati.-

Ora Ellie riuscì finalmente a mettere a posto tutti i pezzi del puzzle: ora sapeva la verità, del perché il suo incubo le avesse consigliata di scegliere proprio l'aereo. Tutto combaciava.
La verità era che quando Ellie era stata adottata, fu affidata ad un centauro travestito da umano, che l'aveva riconosciuta. Quel centauro non era affatto come Chirone, era spregevole e malvagio e tramava contro gli dei.
Non voleva uccidere Ellie, perché conosceva la sua natura, e sapeva che doveva essere importante per una antica Profezia, che poteva portare la sua fazione al successo. Ci pensava Trevor ad insegnarla.
Le aveva spiegato che lei era una semidea, che aveva un padre sconosciuto che sapeva della sua esistenza ma che la aveva da sempre ignorata. Ellie dovette resistere alle loro pressioni per anni, e soltanto quando si innamorò di David si sentì libera.
Cercava sempre di stargli vicino, il più lontano possibile dal centauro e da Trevor. Ma purtroppo, ciò non fece che peggiorare le cose. A quanto pareva il centauro e il ragazzo riconobbero David e capirono che era un semidio, ma non dissero niente riguardo tutto ciò ad Ellie, ma soltanto che David poteva portarla da suo padre.
Nonostante le pressioni per tutti quegli anni, Ellie si sentiva in dovere di vendicarsi per suo padre, voleva soltanto che lui la notasse e che non l'avesse scartata e dimenticata. Alla fine Ellie decise di appoggiare il centauro e il pazzo, dicendo che voleva aiutarli.
Così aveva convinto David ad organizzare come loro "sogno nel cassetto" il viaggio a New York, ma non si aspettava che David comprasse i biglietti così presto. Ma non gli importava, dato che finalmente avrebbe saputo chi era suo padre.
Ma da quando era entrata nel Campo, dimenticò del piano attuato. Erano stati gentili con lei, l'avevano accolta come una di loro, un membro della loro famiglia. Si era pentita amaramente di aver aiutato quegli altri, anche se non sapeva bene cosa tramandassero. Ma era sicura che sarebbe successo qualcosa di grosso, e che lei ne sarebbe stata la causa.

-Ora, mia cara Ellie, il piano sta procedendo come stabilito. Posso solo dirti che...-

-No, tu non mi dirai un bel niente! Non mi importa più di voi. Ho chiuso. Questa è casa mia, e non posso permettervi di attaccarla!-

Ormai non le fregava più niente del piano per vendicarsi di suo padre, non gli importava più di nulla, voleva soltanto restare al Campo con David, che aveva sempre amato. Ma tuttavia, il pazzo non era della stessa idea, dato che la colpì in testa con un pugno e lei svenne sul colpo.


Provava un forte dolore sul capo quando si era svegliata, ma anche qualcosa di strano. Si trovava in piedi appena aveva aperto gli occhi, ma la prima cosa che aveva notato erano le sue mani legate. Delle funi circondavano ogni palmo delle mani, disposte sopra di lei in modo obliquo e collegate ai rami dell'albero dietro di lei. Era completamente indifesa.
Poi sentì dei passi avvicinarsi a lei. Era Trevor, il pazzo che l'aveva chiamata in sogno, il pazzo che l'aveva costretta a partecipare al suo piano. Si avvicinava sempre di più a lei, ancora con quel sorriso da psicopatico. Ellie aveva paura da sempre di lui, ma se c'era una cosa che aveva imparato in quei giorni era che lei era una figlia di Ares. Lei era una combattente, non doveva cedere e non doveva assolutamente farsi intimidire.

-Mia cara Ellie, sei veramente testarda. Sappi che non ce ne andremo di qui fino a quando non cederai a me.-

Ellie lo guardava carica di odio e disprezzo per lui. Odio per essere stata costretta da Trevor a partecipare. Ma era davvero stata costretta? Certo, lui ci aveva messo la forza, ma allo stesso tempo Ellie voleva farla pagare a suo padre per averla abbandonata. Ma non così.
E subito, Trevor caricó il braccio e la colpì con un forte pugno sull'addome. Ellie sussultó dal colpo, e fece un verso di dolore. Ma proprio quando il pugno era andato a contatto con la sua pelle aveva notato qualcosa di strano. Non era un pugno normale.
C'era qualcosa di diverso.
Trevor continuò a torturarla, picchiandola senza fermarsi e lei, inerme, subiva. All'ennesimo colpo, Trevor guardò la ragazza, ancora con quel maledetto sorriso stampato in faccia. Disgustava talmente tanto ad Ellie che gli sputò in faccia.
Lui rimase in silenzio per qualche secondo, e osservava la ragazza intensamente. Si asciugò la faccia e prese quella di Ellie per una mano.

-Se ti rifiuti, ti lascerò in vita, col gusto di vederti soffrire mentre ti torturerò e ucciderò uno ad uno i tuoi cari, a cominciare dal tuo ragazzo.-

Poi le alzò la maglietta e le appoggiò una mano sulla pancia ormai scoperta.
Di nuovo, quel tatto strano, diverso da qualsiasi altro. Ma ben presto scoprì il perché si differenziava dagli altri. Sentì la pelle bruciarsi al contatto, ed Ellie urlò in preda al dolore.
I pugni che aveva provato prima non erano nulla a quello che stava provando in quel preciso istante, a quella mano calda che le scottava la pancia.
Trevor scostò la mano, mentre il corpo di Ellie emanava fumo. Ansimando e con la testa bassa, osservò l'orrore che si trovava davanti: il punto dove Trevor l'aveva toccata era di un colore rossiccio, e fumava in continuazione. Quando Ellie guardò il tizio, tutto gli fu chiaro quando lui le mostrò il palmo della mano, che emanava piccole scintille di fuoco. Sapeva che Trevor era un semidio ma non che sapesse fare una cosa del genere.

-Figlio di Efesto col potere del fuoco.- disse lui soddisfatto di vedere la ragazza sofferente.

Stava ormai per avvicinare la mano calda sul viso di Ellie quando...

-Basta!-

Trevor si fermò non appena Ellie gli urlò contro. Scostò la mano e avvicinò la sua faccia a quella di Ellie

-Allora?- chiese impaziente

-Farò quello che vuoi, ma ti prego... smettila, e lascia stare David.-

Trevor fece qualche passo all'indietro, poi lanciò dalla mano delle scintille sulle funi liberando Ellie. Lei si inginocchiò a terra, dolorante, e si toccò il punto dove lui l'aveva toccata.

-Hai fatto la scelta giusta. Dopotutto, era questo che volevi.-

Trevor diede le spalle ad Ellie e con una risata malefica si allontanò.

-Ti darò istruzioni fra un mese, tu dovrai aspettare e non destare sospetti. Ricordati: se scopro che tu mi stai fregando, ucciderò David, e poi te.

Passarono degli interminabili minuti,minuti che Ellie li aveva trascorsi in quella posizione, agonizzante dal dolore e a tormentarsi per quello che aveva appena fatto.
Aveva accettato di collaborare, che avrebbe aiutato Trevor e il suo esercito per il loro piano, e che avrebbe tradito i suoi amici. Perché lo aveva fatto? Perché aveva ceduto a quel pazzo? Si sentiva una stupida!
Una vera stupida, ad aver accettato. Era così che agivano i figli di Ares? Cedere alla tortura e passare al nemico? Ormai non poteva più fare niente, se lo avesse detto a qualcuno probabilmente si sarebbe saputo, e Trevor l'avrebbe cercata.
Con fatica, cercò di alzarsi, ma il dolore sulla pancia era qualcosa di insopportabile. Zoppicante e dolorante, riprese il percorso che aveva usato prima e tornò al Campo.
Camminò per minuti nel bosco buio, illuminato soltanto dalla lieve luce della mezzaluna che brillava in cielo, fino a quando non riattraversò i confini del Campo. Sperò che non ci fosse alcuna arpia a pattugliare la zona e si diresse verso la casa 5 per riposare. Ma proprio mentre stava per toccare la maniglia, sentì qualcosa alle sue spalle, qualcosa di sinistro e cupo, che lei non aveva mai sentito in vita sua. Si girò, e vide qualcosa che non aveva notato una volta tornata.
Vide una sagoma scura accasciata a terra, vicino al falò ormai spento. Ellie si avvicinò il tanto che bastava per capire che si trattava di un ragazzo svenuto. Dimostrava più o meno quindici anni, aveva la pelle olivastra, i capelli neri scuri, indossava una giacca in pelle nera e dei jeans dello stesso colore. Ma la cosa che preoccupò Ellie era il suo aspetto: era molto pallido, più del normale, aveva un grosso livido sulla fronte e diversi tagli. Ce ne era uno molto grave sul suo braccio, quello dove teneva una spada: il taglio che gli passava sull'avambraccio era profondo, e anche la giacca era macchiata di sangue. Sangue fresco.
Ellie provò a svegliarlo ma invano, non rispondeva. Allora premette piano con l'indice e il medio sul suo collo. Per fortuna, il ragazzo era ancora vivo, ma il battito era molto debole. Doveva salvarlo subito. Le arpie erano di pattuglia e se fossero arrivare sarebbe successo un casino.
Corse subito, (nonostante il dolore) verso la casa di Apollo e bussò dando dei forti pugni alla porta e urlando aiuto. Ad aprire fu il capogruppo della casa, Will Solace. Era in pigiama, aveva la faccia impastata dal sonno e appena vide Ellie fece un grosso sbadiglio.

-Sei Ellie, vero? Perché hai bussato? È notte fonda.-

Fu in quel momento che Ellie cercò di improvvisare. Non poteva certo dire che aveva incontrato il ragazzo dopo essere uscita dai confini del Campo così cercò di dire le prime cose che le vennero in mente

-Ecco, ero ancora sveglia nella mia cabina quando ho sentito un rumore. Mi sono affacciata e ho visto qualcosa vicino al falò. È apparso un ragazzo, privo di sensi, ed è ridotto male.-

La faccia di Solace cambiò di colpo, come se fosse sveglio da qualche ora e non da qualche secondo.

-È apparso un ragazzo?! Per caso ha i capelli neri, la pelle olivastra, giacca in pelle nera?-

-Sì, proprio lui.-

Will si portò la mano alla bocca, cominciò a mordersi il labbro e passò la mano per i suoi capelli biondi. Dalla sua espressione Ellie intuì che Will conosceva bene il ragazzo svenuto, e che era preoccupato per lui.
Will si voltò veloce verso la casa e con un urlo ordinò ai suoi fratelli di svegliarsi e di portare una barella, poi chiese ad Ellie di portarlo da lui.
Ellie lo accompagnò fino al falò e fu lì che Will si accasciò vicino al ragazzo svenuto. Portò l'orecchio sul suo petto per alcuni secondi, dopodiché provò ad aprire un occhio del ragazzo.

-Cavolo Nico... è svenuto da poco. Il battito è debole ma possiamo stabilizzarlo. Ragazzi, la barella!-

Due ragazzi di Apollo, provvisti di barella e di un kit di pronto soccorso, arrivarono il più velocemente possibile, caricando il ragazzo di nome Nico sulla barella. Fu allora che Ellie notò il trambusto che si stava creando: da tutte le cabine diversi ragazzi uscirono a vedere cosa stava succedendo. Tra la folla vide Annabeth, Piper, Jason, Percy e David. Questi si avvicinarono di più verso di loro, e tutti quanti a eccezione di David si spaventarono alla vista del semidio.

-Oh miei dei, Nico!- esclamò Annabeth.

-Nico! Cos'è successo?!- chiese bruscamente Jason.

Nessuno però gli rispose, dato che i ragazzi di Apollo lo caricarono sulla barella, portandolo verso la Casa Grande.

-Solo amici stretti ragazzi, non voglio troppa gente.- disse Will mentre scortava Nico con gli altri. Ellie fece per andarsene, ma Will la chiamò subito
-Vieni anche tu, Ellie!-

Gli altri si girarono verso di lei, curiosi del perché Will la volesse con lei. Ellie chiese di rimandare le spiegazioni a dopo, e seguì Will. Con grande sforzo, cercò di camminare con calma e composta, ma il dolore era insopportabile. Ogni passo era un agonia, ma lei cercò con tutta la sua forza d'animo di nascondere ciò che stava provando agli altri.
Il gruppo entrò nella Casa Grande senza neanche bussare, seguirono i ragazzi di Apollo fino all'infermeria e si sedettero nella sala d'attesa, impazienti di sapere come stesse Nico. Fu allora che i ragazzi le chiesero spiegazioni. Ellie fece un sospiro e iniziò a raccontare, ma come per Will, nascose la verità: disse che si trovava nella casa di Ares, ancora sveglia, quando aveva sentito un rumore proveniente dall'esterno, per poi essere uscita e controllare il ragazzo appena apparso, notando era ridotto molto male, e fu allora che chiamò i ragazzi di Apollo, essendo medici.

-Ma non capisco una cosa...- domandò Ellie una volta finito di raccontare
-Come ha fatto ad apparire così all'improvviso?-

Fu Piper a darle la risposta
-Nico di Angelo è figlio di Ade, il re dei morti. Essendo suo figlio, ha il potere di viaggiare nell'ombra, di apparire da un luogo ad un altro.-

-Solo che è pericoloso.- disse Percy
-Ci vuole molta energia per farlo, e la cosa stanca molto a Nico.-

-Deve aver usato il viaggio nell'ombra dopo esser stato attaccato. Ellie ha detto che era ridotto male.- commentò Annabeth.

Il gruppo degli amici di Nico cominciò a discutere tra di loro ponendosi innumerevoli domande su cosa potesse aver attaccato Nico. Ellie si sentiva leggermente fuori posto, fino a quando David (che era stato invitato dal fratello di venire) non si allontanò da Percy e si sedette vicino a lei.

-Sei stata grande. Se non ci fossi stata tu, forse quel ragazzo non ce l'avrebbe fatta.- la incitò lui circondandole le spalle con un braccio.

Wow, pensò Ellie. Era quello che ci voleva. Dopo l'inferno che aveva passato prima, dopo esser stata torturata da Trevor, ritrovarsi tra le braccia di David era il meglio che potesse sperare. Ma ciò la fece rattristare: a meno che lui non la seguisse, Ellie prima o poi doveva tradire lui e i suoi amici, e ciò la fece star male. Ma non poteva permettere che Trevor uccidesse David.

-Stai bene? Ti vedo turbata...- chiese lui preoccupato.

Ellie cercò di restare calma, e osservò il suo ragazzo negli occhi -Sono solo stanca, non sono riuscita a dormire... e mi ha sorpreso l'apparizione di Nico. Dovrei...-

Ma non finì la frase, perché Will uscì dalla stanza, e divenne il centro dell'attenzione degli altri

-Come sta?- chiese Jason.

-Se la caverà. Siamo riusciti a stabilizzarlo, e a curargli le ferite. È debole, e avrà bisogno di riposo.-

Tutti quanti, compresi Ellie e David, tirarono un filo di sollievo alla notizia.

-Possiamo vederlo?- chiese Piper.

La domanda fece sorridere Will
-Certo ragazzi, ma solo per un pò. Voglio che riposi.-

I ragazzi ringraziarono il figlio di Apollo e tutti quanti entrarono. Ellie fu l'ultima del gruppo, ma proprio mentre stava per entrare fu fermata da Will

-Aspetta... volevo, ecco... dirti grazie per avermi avvisato, altrimenti, chissà cosa gli sarebbe successo. Il fatto è che Nico è un mio... grande amico, ehm, beh... ci tengo a lui...-

Ellie capì subito e con un sorriso alzò la mano verso di lui
-Capisco perfettamente, non preoccuparti. L'importante è che ora stia bene.-

Will annuì, ringraziò di nuovo la ragazza e la fece entrare.
Nico si trovava coricato su un letto, i suoi vestiti di prima erano stesi su una sedia li vicino, e in quel momento indossava la maglietta arancione del Campo. Aveva delle fasciature sul braccio e sulla fronte, e il suo viso sembrava leggermente più pallido, ma solo leggermente. Era bianchissimo, quasi come se fosse uno spettro, e aveva un espressione strana in viso.

-Hey ragazzi.- disse Nico, guardando uno ad uno i suoi amici.

Tutti quanti furono sollevati che Di Angelo fosse vivo, cominciarono a chiedergli cosa fosse successo, e Nico provò a spiegare, affermando di essere stato attaccato da diversi mostri per giorni e che stavano per dargli il colpo di grazia se non avesse usato il viaggio nell'ombra. Poi arrivò Will che disse a Nico che a salvarlo era stata una ragazza.

-Nico, ti presento Ellie Walker, figlia di Ares. È nuova, è arrivata al Campo da un paio di giorni, ma è stata lei a vederti steso vicino al falò e ad avvisarci.-

Nico si girò e guardò intensamente la ragazza. Per un attimo era come se lui la stesse studiando, come se sospettasse di un qualcosa che aveva fatto. Quello sguardo era strano... molto strano.
Ma fu per un attimo dato che Nico sorrise e le porse la mano buona

-Ellie eh? Grazie per avermi salvato.-

-Di nulla. Non potevo certo lasciarti lì in balia delle arpie.-

Nico sorrise ancora, poi guardò David che si trovava vicino a Ellie

-E tu sei?- chiese gentilmente

-Oh Nico!- esclamò allora Percy, e circondò le spalle di David con il braccio
-Ti presento David Miller. Mio fratello.-

Dalla sua espressione Nico quasi non credeva ai suoi occhi. Era una sorpresa per lui, e non se l'aspettava. Questo era quello che vedeva Ellie in lui.

-Aspetta, tu... sei fratello di Percy?-

A quel punto iniziò una discussione tra Nico e i figli di Poseidone. Percy con grande soddisfazione elogiava David per la sua bravura, nel corpo a corpo, nel come aveva difeso la base a Caccia alla Bandiera e così via... a volte anche alcuni dei ragazzi intervenivano, dicendo la loro. Erano tutti occupati, ed Ellie approfittò di quell'attimo.
Mentre loro erano distratti, lei intravide un barattolo di ambrosia in un comodino vicino ad un letto dall'altra parte della stanza, completamente isolato dagli altri. Odiava quello che stava facendo, ma doveva mantenere il segreto. Se avessero visto come era conciata, di sicuro le avrebbero fatto diverse domande, e lei doveva evitare tutto ciò. Se si scopriva, forse Trevor lo avrebbe scoperto, e a quel punto era certa che lui avrebbe ucciso David. Non poteva permetterlo, non poteva permettere che quello psicopatico gli facesse del male. Doveva impedirlo.
Senza farsi vedere dagli altri, si avvicinò al letto e prese il barattolo dal comodino del letto, e lo mise subito in tasca, ben nascosto alla vista degli altri.
Rimasero li per pochi minuti dato che Will li fece uscire, ordinando al gruppo che Nico doveva assolutamente riposarsi. Così tutti gli altri si diressero nelle rispettive cabine. Ellie era già di fronte alla sua porta quando...

-Aspetta!-

Era David. Lei si girò verso di lui e lo guardò negli occhi

-Dimmi...- borbottò lei

-Non mi saluti neanche?- si lamentò, anche se aveva un tono scherzoso.

Lei si avvicinò e lo baciò. Era talmente persa nel bacio che non si accorse che David stava toccando i suoi fianchi, fino a quando non sfiorò il punto dove era stata torturata, e il problema era che quel punto era leggermente ruvido e bruciava, ed Ellie senza volerlo fece un piccolo gemito di dolore.

-Ellie, stai bene?- chiese lui preoccupato, finito il bacio.

Lei annuì, ma preoccupata di cosa poteva succedere, salutò bruscamente David ed entrò velocemente in cabina.

-Stupida!- si disse, maledicendosi per quello che aveva fatto.

Per fortuna, gli altri fratelli stavano dormendo tranquillamente, e ciò non fu un problema per lei.
Con calma, tornó nel suo letto e si distese. Fu allora che capì quanto fosse stanca, e quanto le serviva dormire.
Prese dalla tasca il barattolo di ambrosia, e ingoiò due piccoli quadratini. Nonostante il gustoso sapore dell'ambrosia, Ellie non riusciva a stare tranquilla. Ormai, non sapeva più cosa fare.
Non voleva più fare parte di quell'attacco, di quel piano per vendicarsi degli dei. Non voleva distruggere quel mondo, non dopo quello che era successo in quegli ultimi giorni. Era tentata di dirlo a qualcuno, ma a chi? Se lo avrebbe fatto, innanzitutto i ragazzi del Campo la avrebbero odiata per aver appoggiato il nemico, la cosa sarebbe girata e Trevor avrebbe ucciso David. Si trovava a un bivio. Doveva scegliere, e qualunque scelta avesse preso, le sarebbe stata fatale.



Angolo dell'autore
Colpo di scena: Ellie sta dalla parte del nemico (più o meno)!
Sorpresi? Spero di si, dato che questa "idea" non è una cosa che ho improvvisato adesso.
Tutto ciò lo avevo già pensato sin dall'inizio della storia, insieme allo svolgimento di diversi fatti che accadranno nella storia sempre più in là. L'incidente dell'aereo, Ellie figlia di Ares (mostrerà la sua forza più in là, state freschi), lei che sta dalla parte del nemico anche se costretta... sono tutte cose che avevo già pensato dall'inizio.
Ovviamente non posso ancora dirvi cosa succede più avanti, dovrete aspettare i prossimi capitoli :)
Nonostante ciò, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e recensite mi raccomando! Sono curioso di sapere cosa pensate di questo colpo di scena (e anche del capitolo in se).
Quindi, ci vediamo alla prossima!
-MrRaider
   
 
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