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Autore: _Akimi    24/08/2015    1 recensioni
[Momotarou x Gou]
"Si ripeteva che doveva smettere di osservarla in modo così ossessivo, che se avrebbe continuato, molto probabilmente, l'avrebbe fatta fuggire in poco tempo.
Eppure,diamine, non ci riusciva.
Il suo viso era ciò che più gli piaceva di lei : il modo in cui le sue sopracciglia si inarcavano in segno di perplessità, le labbra che si piegavano appena verso l'alto, lasciando intendere quanto fosse nervosa al momento.
Anche le sue guance, che avevano preso poco a poco il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli, parevano morbide al tatto e Momotarou desiderava sempre di più poterle schioccare un bacio lì, sulla pelle morbida che si imporporava per via delle emozioni che la pervadevano."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gou Matsuoka, Momotarou Mikoshiba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Please,become my Ladybug!

Un dolce tepore aveva cominciato ad avvolgerlo, una di quelle sensazioni che avrebbero fatto rilassare persino un ragazzo iperattivo come lui.
Un abbraccio, o forse un bacio, era difficile da comprendere, tuttavia era certo di quanto gli facesse piacere.
Aveva gli occhi appena socchiusi, le labbra increspate in un sorriso piuttosto infantile e le braccia che, istintivamente, si allungavano verso l'alto, sperando di poter afferrare un prezioso tesoro su cui aveva posato gli occhi da tempo.
Non trovava parole per descrivere la luce calda che lo avvolgeva, il buon profumo di erba appena tagliata e il gusto che gli aveva pervaso la bocca in poco tempo.


Uova fritte.
Sì, adorava le uova fritte, ma non riusciva a comprendere come potesse sentire il sapore di un piatto del genere ora quando, ovviamente, non si trovava in nessun luogo che potesse ricordare vagamente una cucina o una sala da pranzo.
Per quanto cercasse di collegare tutti gli elementi che lo circondavano, non riusciva a distogliere la sua attenzione da qualcosa di molto più importante del buon profumo che impregnava l'aria o delle prelibatezze che lo facevano beare come un uomo che, dopo settimane di digiuno, trova finalmente un posto dove rifocillarsi.
Quello che cercava era qualcosa di più delizioso di un piatto di spaghetti alle vongole, più incantevole e misterioso di una qualche melodia esotica. Neppure un possente scarabeo Ercole poteva superare la raggiante forza e bellezza che emanava quella creatura.
Qualsiasi cosa fosse, il ragazzo ne era rimasto fin da subito ipnotizzato e dato il suo essere determinato e testardo, non avrebbe mai smesso di allungarsi per cercare di afferrarla, per cercare di scoprire di che cosa si trattasse.
Era curioso, fin troppo, ma era la sua indole indiscreta a renderlo un adolescente particolare e originale. Forse si faceva odiare spesso e molto facilmente, ma sapeva anche essere gentile e affettuoso se incontrava le persone giuste.
Sì, forse quella creatura sfuggente era la chiave per scoprire una nuova parte di sé, un nuovo lato che mostrasse quanto potesse essere fedele ai propri amici e compagni.

Inconsciamente, il ragazzo abbassò le braccia, lasciandole cadere con poca delicatezza sui fianchi. La coperta calda lo avvolgeva come un bozzolo attorno ad un bruco e le sue palpebre tremavano appena, segno che mancavano pochi attimi prima che quello strano e piacevole sogno giungesse ad una fine.
Non che lo desiderasse davvero, ma l'allontanarsi dal mondo onirico provocava sempre in lui un senso di dispiacere e non aveva neppure più la forza di lamentarsi, una volta sveglio, su quanto sarebbe stato bello poter vagare ancora un po' in quella dolce visione.

Così, quando aprì finalmente gli occhi, ritrovandosi ad osservare rattristito il soffitto chiaro della stanza, non poté far altro che esalare un sospiro infastidito.
Era più di una notte che si lasciava cullare da quel sublime sogno, ma per quanto si impegnasse ad afferrare la figura davanti a sé, quest'ultima riusciva sempre ad avere la meglio. Sembrava persino divertirsi, quella sagoma misteriosa, nel vedere come il ragazzo tentava vanamente di avvicinarsi a lei.
Questo lo rendeva ancora più frustrato.


-Momo-kun, Rin-senpai si arrabbierà con noi se facciamo tardi all'allenamento!-
Una voce familiare riecheggiò nella sua mente, riportandolo alla triste realtà di un adolescente della Samezuka.Non aveva ancora idea del perchè si fosse lasciato convincere dall'idea di unirsi al club di nuoto, sopratutto dopo essersi accorto che quel dannato di suo fratello non avrebbe mai smesso di trattarlo come uno stupido davanti ai suoi compagni. Voleva sul serio dirgli di trovarsi un lavoro, magari di sposarsi con una donna più paziente della madre e di passare la propria luna di miele in un dannato karaoke o in un campo da tennis.
Gli voleva bene, ma alle volte sapeva davvero essere insistente. Non quanto lui, ma lo stesso ragazzino non si rendeva conto di quanto, in realtà, i due fossero simili.

-Ma è domenica! Chi diamine va ad allenarsi di domenica?-
Momotarou si voltò dalla parte opposta alla scala, raggomitolandosi nel suo angolo preferito, vicino al muro fresco della camera.Non aveva intenzione di alzarsi per andare a correre, non solo perchè era una giorno festivo, ma anche perchè sapeva di non essere l'unico a non aver voglia di svegliarsi così presto. Da quello che aveva capito parlando con Yamazaki-senpai durante l'ora di pranzo a scuola, si era reso ben conto di essere giustificato dal saltare la corsa domenicale organizzata da Rin. Sousuke era libero di non parteciparvi e quindi anche lui aveva la possibilità di scegliere, o almeno così pensava.

-Momo-kun, non obbligarmi a buttarti giù dal letto. Non vorrai mica...-
-Ho capito che vuoi fare una bella figura davanti a Matsuoka-senpai, ma non cambia il fatto che sia da pazzi correre alla domenica!-
Gli rispose senza neppure ascoltare le sue parole. Non voleva arrabbiarsi con lui, ma lo conosceva abbastanza per essersi conto di cosa ci fosse tra i due compagni di squadra. Almeno Aiichirou, per quanto timido e disordinato, riusciva sempre ad attirare l'attenzione del rosso, dettaglio che a Momotarou non era di certo sfuggito.
Voleva anche lui un'occasione del genere, pensava spesso infantilmente, ma la persona di cui si era fin da subito infatuato non sembrava per nulla interessata a lui. Questo non lo giustificava certamente dall'arrabbiarsi con il senpai, ma odiava alzarsi presto alla mattina e odiava ancora di più sapere che qualcuno avesse intenzione di allontanarlo dal suo amato letto.

-N-non mi interessa di Rin-senpai,voglio solamente uscire dalla camera.-
Il ragazzo dai capelli argentati arrossì appena, non riuscendo a celare il reale interesse che aveva per lo studente più grande. Per quanto cercasse di nasconderlo, Momotarou non sembrava così stupido come alle volte si mostrava. Era un acuto osservatore e sapeva anche che, per quanto ci provasse, Aiichirou non era uno senpai severo e alle fine riusciva a trovare un modo per convincerlo sempre a lasciarlo in pace.
-Perfetto, andiamo a fare colazione al café di fronte alla scuola Iwatobi!-
Prese la palla al balzo visto che, ingenuamente, Nitori disse di voler solamente uscire dalla stanza. L'idea di mangiare fuori gli bastò per convincerlo ad alzarsi, buttandosi la coperta ai piedi in un gesto teatrale.
Un sorriso rivolto al ragazzo più grande gli illuminò il volto, mentre agile poggiò le mani sulla scala del letto, scendendo lentamente.Aveva grandi piani per quel giorno, escludendo ovviamente il raggiungere gli altri per correre, ed era del tutto intenzionato a rispettarli. Il portarsi dietro Aiichirou, in realtà, non era ciò che aveva inizialmente calcolato, ma la compagnia del senpai non lo infastidiva.
-Momo-kun...- -Possiamo comprare qualcosa anche per Rin-senpai e Sousuke-senpai, non credi sia un'idea geniale?-
Appoggiò entrambe le mani sulle piccole spalle di Ai che, senza riuscire a dire nulla, sentì con quanta forza il ragazzo cominciò a scuoterlo da una parte all'altra. Era incredibile come riuscisse a prendere l'iniziativa quando si trattava di cibo o di relax, a differenza dei momenti in cui gli si richiedeva di essere attivo per la squadra di nuoto.
In ogni modo, come aveva ben previsto il più piccolo, Aiichirou decise di non insistere più sulla faccenda, anche se la decisione lasciò non poco stupito lo stesso Momotarou.
Non immaginava certamente che l'avrebbe lasciato uscire da solo, preferendo indossare le scarpe da jogging e la felpa con cui era solito andare a correre.

-Come?Non vuoi venire con me?- Mikoshiba, con un'espressione delusa sul volto, non riuscì a distogliere lo sguardo dall'altro che, ignorando le sue iniziali parole, si limitò ad aprire la porta della camera per raggiungere gli altri ragazzi già pronti alla fine del corridoio.
-Per prima cosa, a Rin-senpai non piacciono i dolci,-Esclamò voltandosi verso la sua parte mentre, debolmente, un sorriso si dipingeva sul volto pallido. -e poi credo che non si arrabbierà, almeno non per un giorno. Quindi sei libero di andare ad abbuffarti anche per me.-
Questa volta, le labbra si incresparono di più e gli occhi dorati di Momotarou fissarono intensamente la figura del ragazzo che, poco dopo, venne sostituita dalle tonalità scure della porta chiusa.




L'idea di girovagare da solo per la città non lo turbava particolarmente. Certo, sperava di poter sedersi ad un tavolo e parlare con qualcuno, ma era certo che un po' di tempo da solo non gli avrebbe fatto male.
Aveva voglia di ripensare ancora al sogno che aveva fatto quella stessa notte, cercare di comprendere che cosa raffigurasse e ovviamente, di capire anche il perché la stessa visione gli avesse colmato la mente per più di una sera consecutiva. Sapeva bene che era inutile giudicare con razionalità un sogno, ma a dire il vero, lo stesso ragazzo pareva l'adolescente più illogico e sentimentale di sempre, quindi non avrebbe avuto problemi a trovare un'interpretazione soggettiva per quella visione.
Quando decise finalmente di lasciare la stanza, incurante se il suo letto fosse disfatto e in bagno fossero sparsi asciugamani ovunque, si diresse a passo tranquillo verso la stazione della città.
Era persino troppo pigro per superare un paio di quartieri a piedi e in più, trovava del tutto insensato avere un abbonamento ai mezzi pubblici inutilizzato nel portafoglio.
Suo fratello gli ripeteva spesso che avrebbe potuto prendere il treno per ritornare a casa durante i weekend, ma a dire il vero, sopratutto nell'ultimo periodo, erano rare le domeniche in cui si recava a casa dalla sua famiglia.
Preferiva passarci i pomeriggi ordinari quando, in realtà, avrebbe dovuto partecipare alle attività del club. Ovviamente non saltava abitualmente gli allenamenti di nuoto, ma era contento di vedere la sua famiglia anche durante la settimana.Il tempo era decisamente migliore nei giorni scolastici, poteva girovagare nel giardino di casa sua alla ricerca di qualche strano insetto per la sua altrettanto stramba collezione. Ne conservava di tutti i tipi : farfalle, lumache, lucertole, ma i suoi preferiti erano decisamente i coleotteri. Andava pazzo per quegli animaletti scuri e possenti. Molti di loro parevano dei piccoli guerrieri pronti alla battaglia e non erano rare le occasioni in cui, da piccolo, Momotarou si fosse messo a giocare con un paio di loro, fingendo che fossero dei samurai di antiche epoche lontane.

Il suo preferito, lo scarabeo rinoceronte, era conosciuto per essere uno degli animali più forti al mondo. Non per altro, Momotarou provò subito interesse all'idea di allevarne uno, decisione che si dimostrò piuttosto ostica all'inizio, ma con gli adeguati studi,era infine riuscito a badare a tre di loro.
Non avevano vita lunga, ma in quei pochi mesi da adulti, Momotarou si occupava sempre di loro e gli dava persino dei nomi, dettagli che facevano rabbrividire non poco il fratello Seijuro.Non che il maggiore avesse mai compreso appieno la sua passione, ma per fortuna, la sorellina più piccola mostrava lo stesso interesse del mezzano se si parlava di natura e insetti.
Pareva un passatempo sciocco ed inutile, ma Momotarou aveva imparato ad essere un ottimo osservatore proprio grazie a quegli strambi animaletti e il trascorrere del tempo in mezzo alla natura per scoprire il loro ciclo di vita non l'aveva mai annoiato.Anche una volta iniziato il Liceo, infatti, aveva deciso di portare in camera una delle creaturine a cui era più affezionato : il suo nome era Benkei e non aveva ancora raggiunto lo stadio di adulto. Conservava la piccola larva in un baratto che si occupava di mantenere ad adeguate temperature e in meno di un anno, molto probabilmente, Momotarou avrebbe avuto la possibilità di vedere l'insetto divenire un scarabeo rinoceronte perfetto.
Si era preoccupato nei minimi dettagli della vita della creatura, anche se aveva completamente sottovalutato l'importanza di trovargli una compagna.Anche gli scarabeo rinoceronte femmine erano affascinanti, non allo stesso modo della loro controparte maschile, ma la loro corazza era di un incantevole rosso brillante, colore che a lui piaceva particolarmente.
Aveva intenzione di trovare al più presto un'amica al suo Benkei, per quanto non fosse facile allevare due coleotteri nello stesso momento, ma aveva già qualche idea per il nome.
Ovviamente sarebbe rimasto un segreto fino alla cattura dell'insetto, ma era sicuro che il nome sarebbe piaciuto allo stesso scarabeo dato che la persona che lo portava sembrava assomigliarle.

Avevano entrambe qualcosa di rosso, questo bastava per convincere Momotarou della sua scelta.




 
* * *
L'insegna del Café balzò immediatamente agli occhi del ragazzo che, con un sorriso, entrò nel locale in cerca di un posto libero.
Erano da poco passate le nove e per quanto fosse un giorno festivo, molte persone aveva deciso di andare con la propria famiglia o con i propri amici lì per fare colazione tutti assieme. In parte, l'idea di esserci andato da solo, ora che vedeva tutti quei gruppi di persone divertirsi tra di loro, lo fece rattristire un po'.
Non gli piaceva l'idea di andare a correre, ma il trovarsi in un tavolo tutto solo non sembrava renderlo neppure contento. Era strano pensare che un ragazzo come lui non perdesse tempo nel parlare con qualcuno di argomenti strambi e inusuali, ma si accontento felicemente del menù ricco di dolci e bevande calde che una cameriera gli portò al tavolo.Per via del poco tempo disponibile, non faceva molto spesso una colazione abbondante, ma quel giorno era del tutto diverso e visto che si era svegliato infastidito di nuovo da quel sogno, aveva tutta l'intenzione di ordinare numerose portate, concedendosi una colazione da re.


-Tanto i soldi sono di nii-chan.-
Pensò sorridendo divertito all'idea di vedere il fratello maggiore disperarsi per avergli dato così tanti soldi in contanti. Avrebbe finalmente capito che Momotarou non aveva nessuna voglia di diventare responsabile in fatto di denaro e non avrebbe smesso di spendere la paghetta nei modi più assurdi e stupidi che gli passassero per la mente.
La maggior parte degli yen ricevuti, in realtà, li spendeva per nuovi costumi da bagno e aveva la fortuna di dover badare ad animali completamente indipendenti in fatto di cibo. I coleotteri si cibavano delle energie serbate durante gli anni di crescita e Momotarou era contento di non dover comprare strani alimenti per aiutarli a diventare adulti.In ogni modo, a differenza dei suoi insetti, il ragazzo non si tratteneva mai quando si trattava di cibo. Non aveva gusti difficili ed era capace di mischiare sapori completamente diversi tra di loro, dettaglio che aveva lasciato piuttosto stupito anche il suo coinquilino.
Nel pensarci, Momotarou si rese conto di quanto lui e Aiichirou fossero differenti in molte cose, ma nonostante le loro personalità, i due non litigavano mai per faccende gravi. Era contento di avere un senpai paziente come Nitori e il solo pensiero di passare un altro anno con lui lo rallegrava non poco.

Deciso il cibo che avrebbe ordinato quella mattina, Momotarou si sdraiò comodamente sulla sedia non appena un cameriere gli portò i primi piatti ordinati : aveva deciso di non esagerare troppo e così cominciò a bere il maxi-frullato alla ciliegia che aveva ordinato, accompagnato da due fette di torta dal gusto delicato, ma decisamente rinfrescante.
Non gli importava un granché della propria linea e in più, guardando gli altri tavoli occupati, non si sentì davvero così goloso come poteva effettivamente sembrare.
Amava mangiare e non se ne sarebbe mai vergognato davanti a nessuno. Questo non significava che avrebbe passato intere giornate chiuso in un café, ma l'idea di fare colazione fuori assieme ai suoi senpai era qualcosa che sognava da tempo e sperava, un giorno, di convincere anche Rin e Sousuke a venire lì assieme ai due più piccoli.Ora come ora, tuttavia, si ritrovò a pensare che sarebbe stato imbarazzante vedere i due compagni correre davanti alla vetrina del locale mentre, accidentalmente, Momotarou era impegnato a tracannare con poca grazia la bibita ordinata.
Ognuno si manteneva come preferiva e il camminare fino alla stazione poteva davvero essere stancante, proprio per questo, si ripeté il ragazzo, aveva tutto il diritto di godersi quel frappé e quelle fette di torte dopo tante fatiche affrontate.

Ormai concentrato sul cibo davanti a sé e con la mente presa dal sogno che l'aveva assalito negli ultimi giorni, il ragazzo venne interrotto dalle proprie attività solamente quando la porta del café si aprì, facendo risuonare il campanello attaccato sulla cima di essa.
La maggior parte delle persone presenti nel café, tuttavia, non si interessarono ai nuovi arrivati.
Si trattava di un gruppetto di giovani, probabilmente studenti, che chiacchierava con naturalezza con il compagno vicino, senza attirare particolare attenzione da parte di altri.Solo uno di loro, con un paio di occhi rosati e i capelli scombinati a coprirgli le fronte, alzava la voce ogni qualvolta volesse dire la sua, accompagnando un paio di gesti casuali alle sue parole.


-Nagisa-kun,abbassa il tono di voce.-
Un ragazzo con una montatura rosso sgargiante passò accanto al tavolo di Momotarou, sedendosi in quello a fianco anche se, date le persone presenti, risultava troppo piccolo per loro.
Non sembravano turbati all'idea di dividere il gruppo, anzi, uno dei ragazzi, all'apparenza taciturno e distaccato, fece cenno ad uno di loro che avrebbe preso posto nel tavolo da poco liberato da una coppia. Non sembrava intenzionato ad ordinare qualcosa, ma non appena il più rumoroso del gruppo gli passò il menù sotto gli occhi, elencandogli tutto ciò che avrebbe preso, decise di optare per una tazza di té, rifiutando di ordinare una fetta di torta come la maggior parte dei suoi compagni.

-Nagisa mi deve aiutare per un compito di arte, quindi dobbiamo per forza stare vicini.-
Un ragazzo alto e sorridente appoggiò un quaderno sulla superficie liscia del tavolo, anche se a quelle parole, il compagno citato sembrò non molto contento di parlare di scuola durante un giorno di riposo.
Si trattava pur sempre di arte, una materia di certo non pesante, ma mentre Momotarou osservava silenzioso la scena, si ritrovò a supportare il comportamento di quel Nagisa che, poco convinto, finì con scarabocchiare qualcosa sul quaderno del più grande.

-Perché io? Haru-chan è bravo a disegnare, quindi...- -Immaginate l'espressione del professore quando si troverà uno sgombro disegnato davanti agli occhi!-
Le parole del biondino furono interrotte da una voce femminile, limpida e allegra che, a differenza di tutte le altre, parve decisamente conosciuta alle orecchie di Momotarou.Era sicuro di non sbagliarsi, l'aveva immaginata così tante volte e la trovava rilassante, per quanto non avesse fatto altro che gridargli contro la prima volta che si erano incontrati.
In effetti, quando si erano conosciuti Momotarou non aveva fatto una bella figura davanti alla ragazza, ma lei, diamine, lei sembrava perfetta agli occhi dello studente.
Il suo sorriso era luminoso, i capelli rossi legati in una coda fluida e gli occhi grandi che riflettevano il suo nervosismo nel vedere il modo in cui Momotarou le aveva afferrato entrambe le mani, presentandosi a lei come la lontra più veloce e più famosa dell'intero Giappone.

Così, non appena la figura della tanto adorata ragazza entrò nel suo campo visivo, Momotarou si alzò istintivamente, attirando non solo l'attenzione della fanciulla, ma anche dei suoi compagni che, con occhio curioso, si misero a fissarlo intensamente.

-Gou-chan!-
La chiamò ad alta voce, mostrando un sorriso spontaneo mentre, senza desiderarlo, le sue guance si imporporarono appena. Diventava ancora più stupido in sua presenza, ma non riusciva, per quanto si impegnasse, a mostrarsi sicuro di sé davanti alla ragazza dei suoi sogni.
Le era piaciuta fin dal primo istante e per quanto Rin non fosse entusiasta nel sapere i suoi sentimenti per la sorella, alla fine si era arreso all'idea di fargli cambiare idea.
-Al cuore non si comanda.- Aveva detto scocciato il senpai, senza trattenersi dal aggiungere un - che diamine però, potevi mettere gli occhi su qualcun altro!- piuttosto innervosito. Tuttavia, Momotarou in cuor suo sapeva che la ragazza, prima o poi, avrebbe ceduto ai suoi corteggiamenti e avrebbe finalmente dichiarato il proprio amore per il ragazzo.


-Hey!Ti ha appena salutato!-
Il ragazzo sorridente, assieme a quello che doveva chiamarsi "Nagisa", parlarono all'unisono e concentrarono i propri sguardi sulla compagna che, con indifferenza, si era seduta al loro tavolo e aveva girato di poco la sedia, in modo da dare la schiena allo studente della Samezuka.
Non sembrava importarle del povero ragazzo che in tutto quel tempo, non fece altro che arrossire ancora di più, rendendosi conto che due dei suoi compagni non avevano smesso di fissarlo con sguardo interrogativo.

Solo dopo un paio di minuti in silenzio, passati per la maggior parte del tempo a dannarsi per aver scelto quel café, Gou decise di voltarsi e di salutare con un cenno sbrigativo l'altro che, con un sorriso ingenuo, stava per ricominciare a parlare con lei.
-Mio fratello è andato a correre, perchè sei qui?-
Gli domandò piuttosto bruscamente mentre i suoi compagni, ormai disinteressati all'idea di ordinare qualcosa, fissavano ora Gou ora Momotarou in attesa di una sua risposta.Non avevano mai visto quel ragazzo prima d'ora, ma da quanto avevano capito, doveva certamente trattarsi di un compagno di Rin, un membro del club di nuoto.
Era interessante alle orecchie degli studenti della scuola Iwatobi, sapere che Gou avesse un altro ammiratore,oltretutto dannatamente simile all'ex capitano della Samezuka.Avevano visto Mikoshiba solo un paio di volte l'anno precedente, eppure tutti e tre - escluso Haruka che non pareva interessato alla faccenda - erano certi che i due ragazzi si assomigliassero palesemente.


-Perchè non sono andato a correre!- Esclamò sorridendo, come se quelle parole fossero una sorta di barzelletta e si aspettava che la ragazza si mettesse a ridere. Non che Gou avesse intenzione di parlargli ancora per molto, non per altro,a quelle parole si limitò a sospirare appena, spostandosi elegantemente una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-Bene e io che pensavo che i ragazzi pigri andassero solo all'Iwatobi.-
Rispose lei, voltandosi verso il tavolo solamente per nascondere il naso dietro il menù per decidere finalmente cosa prendere.
In quel lasso di tempo, i ragazzi presi in causa la guardarono piuttosto straniti ed ognuno di loro pensò che Gou si riferisse - certamente - a qualche altro studenti della scuola.Sì, era pur sempre vero che Makoto passasse molto tempo con i suoi fratellini, Nagisa preferiva sonnecchiare nell'unico giorno festivo della settimana e Rei non si allontanava mai dai libri, anche se non c'erano esami o verifiche imminenti.
Molto probabilmente, solo Haruka aveva la mente concentrata del tutto sul nuoto, ma non gli piaceva un granché correre, motivo per cui aveva scartato l'idea della coach di andare a fare jogging alla domenica.

-Ma chi diamine va a correre di domenica...- Bisbigliò il biondo, sorridendo divertito nel vedere che anche Makoto, accanto a lui, la pensava allo stesso modo.
La domenica era perfetta per passare del tempo assieme alla propria famiglia, per dormire beati nel proprio letto o in alternativa, sì, studiare o leggere qualche libro di cui non si era riusciti a scoprire il finale in settimana.
Correre, per quanto rilassante potesse essere, non sembrava un'attività adatta ad un giorno come quello e nessuno dei ragazzi sembrò obiettare all'affermazione di Nagisa.

-Non trovo antitesi alle parole di Nagisa-kun,- il ragazzo occhialuto si schiarì la voce, attirando l'attenzione del gruppetto di studenti che, conoscendolo, sapevano che avrebbe cominciato un lungo discorso sull'importanza del mantenere una forma fisica adeguata.-Tuttavia, credo che Rin-san voglia solamente tenere in forma la squadra, cosa che, in effetti, noi non facciamo praticamente...-
-Mai?- Concluse Momotarou, anche se non era certo di aver voce in questione. Non voleva offendere la squadra avversaria, dicendo apertamente che i loro metodi fossero sbagliati. A dire il vero, aveva sentito parlare di quei ragazzi ed era stato programmato un allenamento assieme a loro la settimana successiva.
Ora, vederli in un café assieme a Gou era una buona occasione per conoscerli, ma la stessa ragazza non sembrava particolarmente convinta all'idea di presentare Momotarou al resto del gruppo. Lo conosceva anche lei da poco quando, incontrandosi con il fratello davanti all'ingresso della Samezuka, l'aveva visto arrivare con il gruppo appartenente al club di nuoto.Si era presentati, ma non avevano mai approfondito la loro conoscenza, pur sapendo che avevano avuto un paio di occasioni per farlo.

-Io devo badare a Ran e Ren, ho i miei buon motivi per non uscire alla domenica!-
Makoto si difese prontamente, collaborando al rendere quella discussione sul "come passare la domenica" ancora più assurda di quanto già non sembrasse. Ognuno diceva la sua, opinioni opposte o no, i ragazzi si ritrovarono a discutere sull'argomento ancora per molto.
Almeno fino a quando Gou non interruppe il tutto, rivolgendosi di nuovo a Momotarou.Accennò un sorriso forzato al ragazzo e dopo essersi avvicinata abbastanza a lui, sospirando a pochi centimetri dal suo volto, si limitò a bisbigliargli in un tono che non sembrava per nulla adatto ad una studentessa graziosa come lei.

-Non provare a giudicare il mio operato da coach.-
Si allontanò di scatto da lui e ritornò delicatamente ad appoggiarsi sulla sedia, ordinando un cappuccino tranquilla.Tutti i ragazzi - compreso Haruka - non smisero di fissarla fino a quando il cameriere non li sollecitò ad ordinare e a turno gli studenti elencarono ciò che avrebbero bevuto assieme alla compagna.

-Non volevo criticare il tuo lavoro Matsu...Gou-chan!-
Sorrise spontaneamente mentre la ragazza lo degnò di uno sguardo non molto dolce.
Nonostante le maniere brusche, Momotarou non sembrava turbato dall'indifferenza della sua amata e non smetteva di osservarla incuriosito e al contempo incantato dai modi gentili che riservò solamente quando una cameriera si avvicinò al loro tavolo per servirli.

Sapeva ben poco di lei, ma era certo dei suoi sentimenti. Gou aveva un carattere forte, era solare, ma sapeva mostrare un lato maturo di sé quando le era richiesto. Per quanto non amasse attirare l'attenzione, era stata capace di ipnotizzare i due fratelli Mikoshiba fin da subito, facendoli litigare tra loro come dei bambini alle prese con lo stesso gioco.
Era sbagliato e banale paragonare Gou ad un giocattolo, persino Momotarou, che non era certo bravo con le parole, sapeva quanto la ragazza odiasse essere trattata con sufficienza.
Voleva poterle dimostrare ciò che provava per lei, farle comprendere che, nonostante l'apparenza, lui fosse capace di essere un ragazzo garbato e romantico. Forse non sarebbe mai stato alto ed affascinante quanto Seijuro, ma poteva essere ben oltre un ragazzo di bel aspetto.
Forse - pensò inizialmente - le avrebbe fatto piacere ricevere un regalo, un dono originale che mostrasse quanto Momotarou tenesse a lei. Aveva pensato più di una volta di regalarle un bel coleottero, uno che gli ricordasse la sua bellezza e il suo essere graziosa, ma non appena aveva chiesto consiglio a Sousuke, quest'ultimo l'aveva schernito dicendogli che riusciva ad avere solamente pessime idee per le ragazze.
Non sapeva cosa ci fosse di sbagliato nel regalare un insetto alla sua amata, ma era giunto alla conclusione che Gou non avrebbe mai apprezzato un gesto del genere, anche se non riusciva a spiegarsi il perchè.

In ogni modo, perso nei suoi pensieri, si ritrovò a riflettere di nuovo sul suo sogno. Era illogico rimuginare su quella visione in un momento del genere, ma non appena si voltò verso Gou, vedendola lamentarsi per qualcosa relativo al suo essere indiscreto e insistente, Momotarou scoprì finalmente chi fosse la figura che aveva sognato per così tanto tempo.
Non poteva sbagliarsi e più l'osservava, più quest'ultima combaciava perfettamente con la creatura del sogno. Era graziosa ed era decisamente difficile da conquistare, ma Momotarou non si sarebbe arreso, di questo ne sicuro.

-Gou-chan.-
La chiamò tranquillo, interrompendo lo sfogo a cui non aveva prestato la minima attenzione. Forse era arrabbiata con lei, ma poco importava perchè aveva deciso che non avrebbe atteso un'altra occasione per spiegarle ciò che provava per lei. Voleva poter rimanere solo con la ragazza, seppur per pochi minuti, ormai determinato a liberarsi del peso che l'aveva assalito da molto tempo, materializzando come sogno ogni notte.
-Vorrei parlarti, ti aspetto fuori.-
Gou rimase spaventata dalla serietà con cui, questa volta, Momotarou le parlò. Non l'aveva mai visto comportarsi in modo così composto, alzandosi dal tavolo e avvicinandosi alla cassa per attimi che passarono lenti al tavolo dei ragazzi dell'Iwatobi.In quel momento, per quanto non volesse darlo a vedere, Gou era del tutto indecisa sul da farsi. Non era certa di voler raggiungere il ragazzo al di fuori del locale, di parlargli da sola e ascoltarlo mentre confessava i propri sentimenti per lei.
Perché sì, per quanto si fosse dimostrata indifferente, Gou si sentiva lusingata dall'interesse da parte del ragazzo ed era nuova l'emozione che la pervadeva ogni qualvolta sentiva i suoi occhi posati su di sé. Si sentiva imbarazzata e contenta nel sapere che qualcuno la desiderasse in quel modo.
Tuttavia, non voleva sottovalutare la situazione, sminuendo ciò che Momotarou provava per lei.Sapeva,purtroppo, cosa significava provare un amore non ricambiato e sapeva anche quanto fosse doloroso essere schernita per le proprie emozioni.
Forse avrebbe potuto dare un'occasione al ragazzo, infondo non aveva ancora avuto modo di conoscerlo e per quanto parlasse troppo, non sembrava avere cattive intenzioni e non era una persona meschina e superba.
Le piaceva la sua sincerità, il modo in cui le aveva detto quanto fosse carina davanti al fratello. Ovviamente, quella volta, non aveva idea di quanto avesse rischiato parlandole in quel modo, ma era la sua schiettezza che, infondo, aveva attirato in particolar modo la ragazza dai capelli rossi.


-Credo dovresti andare da lui,ora.-
Parlò con entusiasmo Nagisa, supportandolo per quanto non sapesse neppure quale fosse il suo nome. Sembrava al primo impatto un ragazzo simpatico ed era ciò che più contava, secondo il giustizio del biondo. Era dell'idea che per conquistare il gentil sesso fosse fondamentale un buon senso di umorismo ed un sorriso sincero

.-E' piuttosto ovvio quale sia la situazione. Analizzandola con attenzione, direi che le possibilità di rovinare l'intera mattinata siano alte. Forse un 80%, anche se non ho abbastanza dati per poter valutare oggettivamente la situazione.-
Le parole di Rei passarono inosservate alle orecchie di tutti i presenti. Per quanto fosse un buon amico e compagno di studi, il ragazzo non era per nulla adatto a dare consiglio in quel campo. Pareva troppo meccanico quando si trattava di sentimenti ed era anche lui cosciente della propria situazione, ma infondo, gli andava bene così. L'amore era troppo illogico per lui e il suo essere razionale non gli dispiaceva per nulla.

-Kou, sono certo che dirai la cosa giusta.-
Makoto le sorrise come era solito fare, rassicurandola un po'. Poteva comprenderla in quel momento, anche lui si sarebbe sentito insicuro e in imbarazzo nel parlare con una persona spinta da quel genere di sentimenti, ma come pensò Nagisa poco prima, l'importante era essere sinceri e Gou sapeva trattare i problemi di cuore in modo del tutto professionale.Momotarou sembrava disposto a tutto per attirare la sua attenzione ed era ovvio quanto si sentisse in imbarazzo in sua presenza, ma questo non l'aveva fermato dall'invitare la sua amata a lasciare per pochi attimi il negozio.
Era strano da dire, ma Makoto invidiava il coraggio di quello studente della Samezuka.



-Vorrei ordinare dello sgombro, se è possibile.-
Fu Haruka l'ultimo ad intervenire, anche se rovinò completamente l'atmosfera, chiamando con tono neutro uno dei camerieri del locale.
Aveva voglia di mangiare qualcosa di buono e il sentire parlare così tanto i suoi compagni l'aveva reso ancora più affamato. Sapeva che avrebbe dovuto rimanere a casa, ma Makoto aveva insistito sull'unirsi a loro e ora rimpiangeva i fornelli della sua cucina e lo sgombro che sua madre aveva comprato per lui.Nonostante il commento fuori luogo del moro, la situazione sembrò migliorare e dopo aver assimilato con attenzione i suggerimenti dei ragazzi, Gou sospirò, alzandosi dal tavolo non del tutto convinta.
Quando si voltò verso la cassa, vide che Momotarou era già scomparso e la stava aspettando come concordato davanti all'entrata del negozio. Era certa di non essere l'unica a sentirsi nervosa ed era piuttosto divertente vederlo camminare avanti e indietro, attirando l'attenzione delle persone che passavano accanto a lui sul marciapiedi.Era davvero un idiota, ma forse meritava una possibilità.


-Gou-chan, i suoi muscoli!-
Gridò Nagisa nel vedere la ragazza aprire la porta. Quelle parole la fecero arrossire non poco e il biondo, osservato malamente dal resto del gruppo, si ritrovò a grattarsi il capo divertito dalla loro reazione. Era sicuro che i suoi compagni sapessero poco o nulla in fatto di ragazze, quindi non si sentì offeso dalle loro critiche riguardo i suoi modi di fare.

-Rin ucciderà quel ragazzo appena lo verrà a sapere.-
Ancora una volta, fu Haruka ad attirare l'attenzione degli altri tre, parlando finalmente della scena a cui aveva assistito fino ad ora. In realtà, non gli importava così tanto e il interesse scemò completamente non appena la cameriera gli serve dell'ottimo sgombro sotto i suoi occhi.
Tra i compagni stupiti, fu Rei ad esclamare all'arrivo del piatto a base di pesce, trovando quell'ingrediente piuttosto insolito in un locale del genere.

-Com'è possibile mangiare sgombro in un café?!-




 
* * *
Gou si lasciò la porta chiusa alle spalle. Il cuore le pulsava forse più del dovuto e finì con l'abbassare lo sguardo non appena vide il ragazzo correrle incontro.
Non aveva ancora idea di che cosa gli avrebbe detto, né di cosa avesse intenzione di fare Momotarou. Sicuramente, per quanto istintivo, era a conoscenza del carattere brusco del fratello di Gou e non appena avrebbe scoperto ciò che era accaduto quella maledetta domenica mattina, le cose non avrebbero fatto altro che peggiorare.Alla fine, pensò il ragazzo, era riuscito a scampare ad un allenamento extra, aveva bevuto del buon frappé e la giornata, anche se si fosse conclusa negativamente, non sarebbe mai stata la peggiore della sua vita.


-Gou-chan.-
La chiamò con un sorriso dolce stampato sul volto che, in pochi attimi, fece arrossire timidamente la diretta interessata.
Odiava quegli occhi dorati, odiava quando la fissavano intensamente, ma al tempo stesso, adorava lo sguardo che si dipingeva sul volto del ragazzo quando lei le rivolgeva un semplice saluto, o in alternativa, un insulto non molto gentile.Momotarou doveva essere sul serio stupido, pensava spesso la ragazza, visto che non gli importava di farsi del male da solo. Starle vicino significava dover sopportare il suo carattere perennemente nervoso, il suo essere una ragazza stramba e iperattiva, ma nonostante questi fossero i suoi più grandi difetti, Momotarou non smetteva mai di guardarla e di desiderare di parlarle.

-Momotarou, scusa per il disastro di prima, i ragazzi non la smettono mai di discutere quando si tratta di stupidate.-
Si passò una mano tra i capelli, sistemandosi un ciuffo vermiglio che le copriva gli occhi luminosi.
Quel semplice gesto bastò per far irrigidire il ragazzo che, con un sorriso imbarazzato, osservò il braccio di Gou ricaderle delicatamente contro il fianco.In realtà, non gli importava un granché dei suoi compagni in quel momento. Stava pensando solo a lei, a quanto fosse carina quando si sentiva imbarazzata e quanto fossero dolci le sue parole, anche se non formavano frasi dedicate a lui.
Si ripeteva che doveva smettere di osservarla in modo così ossessivo, che se avrebbe continuato, molto probabilmente, l'avrebbe fatta fuggire in poco tempo.Eppure,diamine, non ci riusciva.
Il suo viso era ciò che più gli piaceva di lei : il modo in cui le sue sopracciglia si inarcavano in segno di perplessità, le labbra che si piegavano appena verso l'alto, lasciando intendere quanto fosse nervosa al momento.Anche le sue guance, che avevano preso poco a poco il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli, parevano morbide al tatto e Momotarou desiderava sempre di più poterle schioccare un bacio lì, sulla pelle morbida che si imporporava per via delle emozioni che la pervadevano.
Sapeva che non poteva essere così istintivo, non poteva avvicinarsi a lei e abbracciarla, passarle le dita tra i capelli per poter sentire quanto fossero lisci e morbidi.
Lo desiderava, ma sapeva quanto Gou lo odiasse in quel momento e non voleva fare mosse sbagliate, rischiando di allontanarla per sempre.

-Non mi importa, sono simpatici. Li invidio per avere una manager come te.-
Pareva forse troppo smielato?
Tuttavia era la verità. Avrebbe fatto volentieri scambio, lasciando che il maggiore dei Matsuoka andasse all'Iwatobi, divertendosi con i suoi amici di sempre e lui avrebbe potuto vedere la ragazza tutti i giorni. Certamente sarebbe andato più volentieri in piscina, le avrebbe mostrato quanto fosse bravo a nuotare a dorso e l'avrebbe invitata ad unirsi a lui, magari parlando di come fossero andate le lezioni in mattinata.
Era tutto ciò che desiderava, assurdo e irreale, ma per sua fortuna, sognare non costava nulla e non avrebbe ferito nessuno immaginando quanto fosse bello avere accanto la ragazza tutta per sé.

-Sai essere un bravo adulatore,eh?-
Gli domandò retoricamente, incrociando le braccia al petto. Si lasciò scappare una piccola risata quando, in reazione alle sue parole, il ragazzo abbassò lo sguardo, fissandosi imbarazzato la punta delle sneakers.
Erano due idioti.Ecco,cosa. Di questo Gou ne era certa ed era la dimostrazione che si somigliavano più di quanto lei avesse immaginato.
Probabilmente, finita la giornata al café, Rin avrebbe ucciso il povero ragazzo sia per aver saltato gli allenamenti sia per aver passato la mattinata a provarci con la sorella, dettaglio che avrebbe fatto infuriare non poco il fratello maggiore.
Beh, Momotarou aveva avuto il coraggio di rischiare per entrambe le cose ed era stata fortuna - o forse destino? - ad incontrare la rossa nello stesso locale, nello stesso momento.
Quella domenica mattina non poteva andare meglio di così, si ritrovò a pensare più di una volta il ragazzo.

-No, è la verità. Credo che Matsuoka-senpai sia troppo severo e poi non facciamo altro che allenarci ogni giorno.-
Momotarou parlò, scordandosi che la ragazza di fronte a sé fosse anch'ella una coach e - dettaglio non poco importante - portasse lo stesso cognome del suo senpai.
Non era una critica malvagia a Rin, semplicemente trovava il nuoto un passatempo divertente, ma si stupiva ogni volta nel vedere quanto i suoi compagni lo prendessero seriamente. Lui nuotava perchè si rilassava nel farlo, si sentiva sé stesso, ma nulla di più. Non gli importava sapere di essere il migliore o di superare i suoi tempi, voleva solamente nuotare con i suoi amici e suo fratello.

-Anche noi all'Iwatobi ci alleniamo sempre, i ragazzi si impegnano ogni giorno, anche se spesso li critico per essere pigri e disattenti.-Un sorriso sincero si dipinse sul volto di Gou e lo sguardo di Momotarou si accese di rimando, trovando il viso della ragazza grazioso come solito. -ma è importante ascoltare mio fratello, anche se è un testone e nasconde spesso ciò che prova. Vi vuole molto bene.-
Le sue parole riecheggiarono nella mente di Momotarou che, grattandosi la testa in modo goffo, pensò a quanto Gou fosse legata a Rin.
Poteva capirla, essere i più piccoli era divertente, alle volte un po' sgradevole, ma il rapporto che entrambi avevano con i rispettivi fratelli era qualcosa di speciale ed era altrettanto importante ricordarsi della propria famiglia. Essere i maggiori significava anche insegnare ciò che era giusto e sbagliato della vita, in un senso generale, e forse l'essere severo di Rin non era del tutto illogico come pensava spesso Momotarou.

-E' affezionato anche a te, per questo mi farà un occhio nero appena saprà dove sono stato e con chi ho parlato.-
Il suo era un sorriso divertito, ma sapeva che in quelle parole la verità fosse volutamente mal celata. Era un segnale, probabilmente, per far capire a Gou che la frase successiva da lui pronunciata sarebbe stata qualcosa di più profondo di una semplice chiacchiera su famiglia e scuola.
Si aspettava un "Sì" certo da lei, ma le gambe cominciarono a tremargli e la sua voce lo tradì, mostrando per l'ennesima volta quanto fosse imbarazzato all'idea di proporle qualcosa.

-Ma mi piacerebbe passare più tempo con te. Come amici? Forse no, ma non voglio affrettare le cose.- Il suo sguardo incontrò quello scarlatto della ragazza e per un paio di minuti, silenziosi minuti, i due non fecero altro che osservarsi.
Pensavano entrambi a quale fosse la cosa più giusta da fare : erano adolescenti alle prese con gli studi, con lo sport, ma avevano anche il diritto di concedersi qualcosa di più. Entrambi erano convinti di meritare un'occasione, che sarebbe sfociata in futuro come una pessima idea poco importava.

Momotarou voleva provare, almeno per una volta.


-Lo so cosa stai per dire...e mi farebbe piacere, anche se la prossima settimana sono occupata con lo studio, poi ci sarà l'allenamento in comune con voi e...-
Non parevano bugie, le sue, proprio per questo Momotarou si limitò a sorriderle, pensando che avrebbero trovato un giorno perfetto per vedersi e stare tranquilli. - possibilmente soli.
Lui, per quanto ne sapeva, non avrebbe mai impiegato troppo tempo sui libri e per quanto riguardava gli allenamenti, beh, si sarebbe impegnato d'ora in poi ad interessarsi di più alle attività organizzate dal capitano. Prima o poi si sarebbe dovuto abituare al vederlo girovagare per Iwatobi assieme a sua sorella.

-Domenica prossima? Forse andrò a correre, poi avremo tutto il pomeriggio libero.-
Parlò con un'espressione seria dipinta sul volto. Per una volta, almeno per provare, si sarebbe alzato assieme ad Aiichirou e avrebbe raggiunto i senpai assieme a lui, magari passando davanti al café di oggi, curioso di poter rivedere quei ragazzi scalmanati della scuola rivale.

-Dici che non è troppo impegnativo per te uscire in un giorno festivo?- Lo schernì lei, vedendo come poco dopo arrossì da capo a piedi, dimostrandosi un ragazzo buffo, ma anche inaspettatamente dolce.

-Beh, la domenica è per i momenti importanti,quindi suppongo di potermi sforzare, per una volta.-
Concluse così, lasciando che una risata cristallina da parte di Gou si unisse alla sua, più grave, ma che esprimeva l'allegria che entrambi stavano provando nello stesso momento.





 

ANGOLO DELL'AUTRICE
Note:
Uova fritte - sono il piatto preferito di Momo
Spaghetti alle vongole - sono il tipo di spaghetti preferito di Momo
karaoke/tennis - sono le attività preferite del fratello maggiore
Scarabeo/Coleottero - Momo colleziona insetti del genere, da quello che ho cercato su internet, hanno un ciclo di vita da adulti di un paio di mesi. Da larve invece, 3-4 anni.
Benkei -  Nome scelto da me, mi sono ispirata al monaco buddista giapponese delle storie di Genji contro il clan Taira.


Alloooora, non chiedetemi cosa ho appena fatto con questi due. Ho scritto tutto ieri di getto e ho concluso oggi, quindi non sono esclusi errori, anche se ho riletto un paio di volte. (perdonatemi per i verbi, più che altro.)
Inizialmente l'avevo concepita come one-shot, ma alla fine mi sono persa nei meandri della stupidità dei ragazzi dell'Iwatobi e ho inserito anche il genere comico nella storia.
E' un po' da diabete, non mi appartengono le storie completamente positive, ma per loro due dedicherò il secondo capitolo tutto sul loro disastro appuntamento! Il titolo lo spiego/lo capirete nel secondo capitolo, ma forse qualcosa si comprende già nel primo.. (e se non è così, meglio!)

Gou non mi è mai piaciuta molto, se devo essere sincera. E' un peccato aver sprecato l'unico personaggio femminile rilevante in questo modo, ma non mi è dispiaciuto scrivere su di lei ovviamente.
Momo, invece, credo sia decisamente idiota, ma è forse impulsivo e sincero, proprio per questo mi piace dipingerlo come un ragazzo stupido. Lo adoro e credo meriti di essere considerato di più nel fandom.
Perdonatemi per la piccola - piccolissima, RinAi, ma è la mia OTP e mi si apre un mondo quando parlo di Aiichirou.

Detto questo, la fanfic la dedico a Zoey Charlotte Baston che spero leggerà al più presto dato che, se non fosse per lei, probabilmente non avrei scritto su questa pairing prima di altre.
NON CI CREDO UNA HET IN FREE. Sì, it's possibru.





P.s = Voi cosa fate alla domenica?

P.s.2 = Adoro Rei così, scusatemi LOL
  
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