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Autore: Wrong_And_Right    24/08/2015    2 recensioni
Sebastian è combattuto tra due parti di sè.
Da una parte, il ragazzo che ha sempre mostrato di essere, sicuro di sè e poco interessato agli altri. Dall'altra, il ragazzo che è davvero e che è venuto a galla dopo aver incontrato l'ex Warbler, Blaine Anderson.
Ambientato dopo l'operazione chirurgica di Blaine, con alcuni eventi della serie originale drasticamente modificati.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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And if you have a minute

Why don't we go

Talk about it somewhere only we know?

 

Il mio nome è Sebastian Smythe e sono uno stronzo colossale.

Si potrebbe dire che l'ho capito nel momento in cui una banda mi ha sorpreso all'uscita dal mio allenamento di Lacrosse e mi ha fatto pagare con i pugni tutto ciò che è successo da quando sono arrivato in Ohio, ma, per la prima volta da molto tempo, posso dire di aver preso la direzione più nobile. Mi sono pentito del mio errore più grande nemmeno un secondo dopo averlo commesso e da quel giorno mi rimprovero continuamente il fatto di aver ferito l'unica persona che avrebbe potuto vedere del buono in me. Vorrei che ci fossero testimoni di questo mio improvviso rinsavimento, ma nessuno mi crederebbe, né ammetterei davanti a qualcuno di aver sbagliato i miei calcoli in maniera così clamorosa. Ho pur sempre una reputazione da mantenere, anche se in questo momento mi trovo seduto sotto un albero, con la schiena appoggiata al tronco e un forte dolore al torace. Le costole fanno male, ma non dovrebbero essere rotte; il labbro inferiore, invece, è chiaramente spaccato e sanguina continuamente. Un eroe, dopo essersi comportato come mi sono comportato io, direbbe di non aver nemmeno provato a difendersi, consapevole degli sbagli compiuti, e di meritare una punizione, ma io non sono un eroe e le nocche sbucciate indicano come io abbia provato a ingaggiare una lotta con i miei assalitori. Naturalmente, contro dieci giocatori di football delle dimensioni di un armadio ho avuto ben poche possibilità, ma non tutto è andato a mio sfavore: la puzza da scuola pubblica ha tradito i vendicatori mascherati e non ho fatto fatica a riconoscere alcuni idioti della squadra di football del McKinley. Sarebbe così dolce denunciarli, ma non ho prove, mentre loro, tristemente, ne hanno contro di me; poco male, sfrutterò l'occasione in un altro momento.

Tornando al mio sorprendente pentimento, c'è una cosa che bisogna capire su di me: non mi piacciono i mezzi termini, non mi piace perdere e, a dir la verità, mi è capitato ben poche volte nella vita. Quando sono arrivato alla Dalton e mi sono unito ai Warblers, ho pensato che la cosa che volevo di più in quel momento fosse la coppa delle Nazionali: appena poche ore dopo, mi sono reso conto di essermi sbagliato. La voce che sembrava uscita da un sogno, i capelli ribelli domati con strati di gel e il sorriso che diceva tutto del suo proprietario mi hanno catapultato in un mondo che non avevo mai conosciuto prima; gli occhi splendenti mi hanno detto immediatamente due cose che non ero abituato a sentire. La prima era che Blaine Anderson non si sarebbe fatto conquistare da me così facilmente, né avrebbe acconsentito a essere solamente la mia ennesima avventura di una notte. La seconda era che per me non sarebbe stato semplice dimenticare quell'incontro. Ho cercato di passare tempo con lui e ho scoperto che parlare era sufficiente; per una volta non volevo solo sesso, al contrario, avevo bisogno di conoscere quel ragazzo. Allontanarmi da lui quel primo giorno è stato inspiegabilmente, inaspettatamente e dolorosamente simile a strapparmi a morsi un braccio. Da quel momento ho fatto di tutto per allontanarlo dalla sua scuola e dal suo ragazzo e, per quanto mi costi ammetterlo, ho sbagliato ogni singola mossa. Per concludere in bellezza la somma di stupidaggini, l'ex Usignolo ha passato giorni in ospedale per sistemare un'abrasione della cornea e i suoi amici non si sono certo risparmiati per farmi capire che la colpa è unicamente mia. A onor del vero, pur avendo messo il sale grosso nella granita, non avrei voluto colpire lui, né tanto meno colpirlo in faccia. Lo scherzo era riservato al suo ragazzo con la faccia da checca, ma Blaine ha compiuto un gesto incredibilmente eroico, o incredibilmente stupido, frapponendosi tra me e Kurt Hummel.

Rettifico, forse non ho sbagliato proprio ogni mossa.

 

<< Non ne sei pentito nemmeno un po'? >>, Blaine scuoteva la testa, come se non riuscisse a capacitarsi del carattere dell'altro. Dal letto d'ospedale, con un occhio bendato, riusciva comunque a trasmettere un'aurea particolare che lo rendeva unico.

<< Mi dispiace, invece, altrimenti non sarei qui >>, ribatté Sebastian.

<< Eppure sei ancora disposto a usare i tuoi sporchi trucchetti pur di vincere, non è così? >>

Sebastian scoppiò in una risata apertamente sarcastica. << Non l'hai ancora capito, Blaine Warbler. Non ho bisogno di imbrogliare per vincere, noi siamo i migliori. Tutto questo non ha niente a che fare con le regionali, solo con te >>.

 

 

Le ferite cominciano seriamente a fare male, devo alzarmi e trovare un modo per tornare a casa, possibilmente senza farmi vedere da nessuno in queste condizioni. I lividi sul torace e sull'addome si possono nascondere senza difficoltà e per il labbro posso sempre inventare la storia di una notte di passione con qualcuno, ma ho veramente bisogno di dormire e di alcol, non necessariamente in quest'ordine.

Mi alzo con fatica e comincio a camminare per tornare verso la strada; sono abbastanza saldo sulle gambe, non credo che ci siano ossa rotte, ma i punti dove ho ricevuto le botte più forti pulsano e si fanno sentire a ogni passo. Provo a controllare le respirazioni, per non perdere la calma e rimanere il più lucido e freddo possibile: facendo così, me la sono cavata già in molte situazioni difficili. Ripetere a se stessi di continuare a lottare è un modo deprimente in cui gli attori in pessimi film provano a negare di essere stati sconfitti e di aver poche possibilità di rivincita, al contrario, io comincio a canticchiare nella mia mente il ritornello di una canzone.

Che il testo in questione sia quello di Uptown Girl è una pura coincidenza.

Il paio di fari che mi abbaglia, invece, non può veramente essere un caso.

La macchina che non ho mai visto prima accosta accanto al marciapiede, a pochi metri da me e sul momento non so cosa aspettarmi, potrebbe anche non significare niente. Quel poco fiato che sono riuscito a raccogliere, però, mi abbandona non appena vedo la figura familiare che scende dall'auto e si dirige decisa verso di me.

<< Credevo che uno che ha appena subito un'operazione all'occhio non potesse guidare >>, dico, maledicendomi per non essere riuscito a trovare qualcosa di più intelligente.

<< Avevo bisogno di allontanarmi da tutte le attenzioni >>, spiega rapidamente Blaine, mentre osserva il mio labbro spaccato e prende nota della voce stentorea. << Si può sapere cosa diavolo ti è successo? >>, domanda subito, infatti.

Scuoto la testa e fisso un punto indefinito oltre il ragazzo, ben deciso a non lasciarmi andare a debolezze come era quasi accaduto in ospedale. << Niente di importante, stavo tornando a casa >>

<< Altro che casa, ti accompagno in pronto soccorso >>, esclama l'Usignolo, afferrandomi per il polso destro e causandomi una fitta di dolore che non riesco a nascondere. << Chi ti ha fatto questo, Sebastian? >>

<< Ho detto che non è niente, non ho intenzione di andare in ospedale >>, ripeto, ritraendomi in fretta e cercando di assumere una postura più sicura. << E comunque credo che tu non voglia davvero parlare con me, quindi puoi anche andartene >>, sputo fuori, incapace di trattenermi.

<< Certo, dovrei lasciarti tornare a casa da solo in queste condizioni. Sali in macchina, ti do un passaggio. Prometto che non farò incidenti, anche se dovesse succedere, comunque, non credo che potresti conciarti molto peggio di così >>.

Quella voce dura che non ho sentito neanche durante i nostri recenti scontri, in qualche modo, mi convince a non replicare, così mi dirigo verso l'automobile e mi siedo sul sedile del passeggero. Blaine si siede accanto a me e parte, senza più rivolgermi la parola. Da parte mia, non ho voglia di parlare, quindi mi appoggio nella maniera più comoda possibile e chiudo gli occhi per qualche secondo. Quando li riapro, vedo l'Usignolo che parcheggia in un cortile sconosciuto: devo essermi addormentato.

<< Questa non è casa mia >>, protesto.

<< Lo so benissimo, è casa mia infatti >>, dice lui, aprendo la portiera e uscendo. Sbuffando, faccio lo stesso e lo osservo armeggiare con le chiavi, prima di dirigersi verso l'ingresso.

<< Cosa ci facciamo qui? >>, lo raggiungo a fatica.

<< Pensi che io abbia abboccato anche solo per un secondo all'idea che Sebastian Smythe sia d'accordo all'idea di farsi vedere in casa sua conciato così? Avvisa tuo padre che stasera rimani qui, ai miei non darà fastidio >>, il tono non ammette repliche, ma è accompagnato da un sorriso che mi rende incapace di reagire. Mi limito a entrare in casa e a seguirlo al primo piano, fino a quella che sembra una stanza degli ospiti; non dovrei essere così remissivo, ma, trovandomi solo con lui, sento di poter abbassare la guardia. Lui se lo merita e, in ogni caso, nessun altro lo verrà mai a sapere.

<< Non mi vuoi proprio dire chi ha fatto questo, vero? Anche se lo sai? >>, chiede ancora una volta, appoggiandosi a una delle parei dipinte di verde.

Scuoto la testa, come prima: << Non ha alcuna importanza >>

Per qualche motivo, non voglio screditare nessuno dei suoi amici ai suoi occhi. Se non si trattasse di Blaine, la mia unica debolezza, coglierei l'occasione al volo, ma la sola idea di ferirlo ancora mi spaventa.

<< Sei un mistero >>, commenta lui e, inaspettatamente, lo vedo sorridere sinceramente. << Aspetta qui, va bene? Torno subito >>

Esce dalla stanza e io mi abbandono finalmente a sedere sul letto, tradendo la stanchezza e la confusione. Dov'è il Sebastian che avrebbe fatto di tutto per ottenere quello che voleva? Dov'è il Sebastian che non si preoccupa di far male agli altri e che vuole essere il migliore? Probabilmente è scappato non appena ha visto quegli occhi.

Mi passo una mano sugli occhi, non volendo nemmeno immaginare in che stato potrebbero trovarsi i miei perfetti capelli. Che cosa stupida a cui pensare, in questo momento.

Blaine torna dopo pochi minuti e rovescia un'infinità di cose sul letto, prima di sedersi proprio di fronte a me.

<< Ho portato dei biscotti, immagino che tu abbia fame >>, indica, mentre prende in mano quello che ha l'aspetto di un pezzo di garza bagnato. << Questo brucerà un po' >>, dice poi, allungandosi verso di me per pulirmi la ferita sul labbro. All'inizio lo lascio fare, sorpreso un po' per il gesto e un po' per il dolore fisico e mentale che questo mi ha provocato, ma alla fine mi allontano di scatto.

<< Perché lo stai facendo? >>, domando, guardandolo con quello che vorrebbe essere uno sguardo fiero e distante, ma che immagino assomigli a quello di un cagnolino spaurito.

Maledizione.

<< Perché credo di sapere chi è l'autore di tutto questo >>, risponde con semplicità.

Scuoto ancora la testa, cercando di non pensare a quanto tutto sembri sbagliato. << Non devi sentirti in colpa per questo >>, quasi ringhio, anche se non vorrei farlo. << Ho fatto di peggio, tutto ciò non sarebbe successo se non avessi lanciato quella granita >>, ammetto finalmente ad alta voce.

<< E' passato, sto bene e mi hai già chiesto scusa per quello >>, risponde lui, brevemente. Per qualche motivo, non faccio fatica a credergli.

<< E ti è bastato? >>, non riesco a capacitarmi di quanto Blaine Anderson possa essere stupidamente buono e gentile nonostante tutto.

L'ex Usignolo mi rivolge uno sguardo indecifrabile e ripone le garze. << Non mi basta, ma ti credo quanto dici che ti dispiace >>

<< Perché? >>, chiedo allora, domandando a me stesso come faccia ad avere fiducia in me. Dopo tutto, potrei anche non aver rovinato tutto.

<< Perché uno come te non chiederebbe mai scusa, se non avesse un serio motivo per farlo >>, sul volto gli si disegna uno strano ghigno, come se sapesse di avermi completamente stupito. A onor del vero, credo di aver spalancato leggermente la bocca, a giudicare da un bruciore improvviso al labbro. << Se sei sicuro che non ci sia niente di rotto, posso darti una crema da mettere sui lividi, dovrebbe ridurre il dolore >>, aggiunge, cambiando discorso.

Ammetto che mi ha colto impreparato e che non sono in grado di reagire, quindi mi limito a lasciarlo fare quando prova ad aprirmi la camicia, ormai completamente sporca. Ho immaginato quel momento in mille occasioni, ma in quelle fantasie tutto era diverso: tanto per cominciare, ci stavamo baciando e lui era già senza vestiti. Noto con una fitta di piacere che i muscoli ben disegnati, nonostante i lividi, lo hanno colpito.

<< Scommetto che con Kurt questo non lo vedi spesso >>, commento con una punta di malignità, ritrovando almeno in parte la mia sfacciataggine.

<< Sebastian, per favore... >>, vederlo in difficoltà mi incuriosisce, quasi così da farmi chiedere fino a che punto potrei spingermi. Potrei provare a baciarlo, potrei fargli vedere cosa il suo ragazzo non potrà mai dargli; potrei spingerlo fino a ottenere ciò che vogliamo entrambi. Potrei poi andarmene, così come ho fatto mille altre volte con mille uomini diversi. Sebastian Smythe farebbe tutte queste cose e non se ne pentirebbe. Alzo gli occhi, quasi sicuro di avere preso la mia decisione, e incontro quelli di Blaine, che mi fanno vacillare di nuovo. Lui non è come gli altri e preferirei essere costretto a essere solo un amico, piuttosto che sapere di averlo perso per sempre un'altra volta.

<< Dammi la crema >>, dico invece, sospirando. << Posso fare da solo >>

<< Rischi di farti male, meglio se faccio io >>, continua lui, facendomi togliere completamente la camicia. La sensazione delle sue mani sul mio corpo e sulle mie braccia è la più eccitante che abbia mai provato e trattenermi è veramente uno sforzo che non avrei mai pensato di dover compiere. Mi mordo l'interno delle guance così forte da sentire ben presto il sapore del sangue in bocca, ma spero che lui non se ne accorga, sebbene una parte di me voglia fortemente il contrario. La mia pelle è solitamente così fredda che, a contatto con la sua, calda e morbida, si riempie di piccoli brividi che rischiano di tradirmi.

<< E' strano, non credo di averti mai visto così poco a tuo agio >>, scherza lui, sebbene la sua voce riveli una tensione che non mi aspettavo.

<< A dir la verità sono molto rilassato, se continui così potrei addormentarmi >>

<< Sembri un gatto >>, commenta, scuotendo la testa. << Non mi stai rendendo le cose facili >>, aggiunge poi, allontanandosi da me.

<< Non sto facendo niente >>, incredibile, ma vero.

<< Appunto >>, esplode Blaine. << Se stessi facendo qualcosa almeno potrei dare la colpa a te, invece... >>

Lo guardo in faccia, cercando di capire cosa stia succedendo dietro quegli occhi magnetici, ora apparentemente animati da una battaglia interiore. Sembrava così tranquillo, così a suo agio nel modo in cui si occupava semplicemente delle mie ferite, invece scopro che c'è qualcosa di più.

<< Blaine >>, il suo nome mi esce con un tono più morbido di quanto vorrei.

Il moretto apre la bocca per un secondo, poi, prima che io me ne possa accorgere, si avvicina a me e appoggia le labbra sulle mie. Brucia, ma non importa, perché finalmente posso sperimentare quel calore e quella morbidezza che ho sempre sospettato e desiderato con tutto me stesso. La mia natura si risveglia immediatamente, mentre le mie mani corrono sulla sua schiena e lo stringono, così che io possa sdraiarmi e portarlo con me. Sento il suo peso su di me e l'odore del gel mi entra prepotente nelle narici, mentre lo bacio con meno delicatezza di quanto lui probabilmente è abituato ad aspettarsi. Sono completamente assorto da quel momento, fino a quando non mi torna in mente una cosa.

<< Non ti aiuterò a tradire Hummel. Vorrei farlo, è da quando ci siamo incontrati che sto cercando di portarti a letto, ma ti ho anche detto... maledizione, solo pochi giorni fa ti ho detto che non ti avrei più creato problemi >>, protesto, girandomi, in modo che lui finisca di fianco a me.

<< Non sto tradendo Kurt >>, dice, con semplicità. Alzo un sopracciglio, ritrovandomi in una situazione che non mi piace per niente, ovvero quella di non sapere cosa succederà dopo. << Non sto tradendo Kurt, perché io e lui ci siamo lasciati >>

<< Quando? >>, sono diffidente, come potrei non esserlo? Mi è appena stato detto che mi sono preoccupato per niente.

<< Era una cosa a cui pensavo da tempo, ma ne abbiamo parlato pochi giorni fa. Lui è un ragazzo eccezionale, ma non vogliamo le stesse cose, ce ne siamo accorti entrambi. E' stata una decisione presa in comune, ma non tutti ci hanno creduto >>. Blaine spiega e io sono sicuro che non stia mentendo: è troppo buono per ingannarmi in quel modo e, in ogni caso, dovrebbe sapere che sarebbe impossibile riuscirci.

<< E hanno pensato che fosse colpa mia >>, aggiungo, finalmente venendo a capo di quella situazione. Ora tutto ha più senso.

<< In fondo lo è >>, continua lui, cogliendomi ancora di sorpresa. Una vittoria che, a dir la verità, pochi hanno ottenuto su di me: solitamente non mi lascio sorprendere facilmente e, anche quando succede, non lo do a vedere. Un altro motivo per cui Blaine, chiaramente, non è come gli altri. << E' colpa tua, Sebastian, ma non come i ragazzi pensano >>, prende un respiro profondo, come se avesse bisogno di aria e coraggio per far uscire le parole a cui sta pensando. << Non puoi essere insensibile, calcolatore, arrogante, malizioso, viziato e... >>

<< Ti ringrazio per i complimenti >>

<< Quello che sto cercando di dire è che non sei davvero come mostri di essere. L'ho capito subito, mi è bastato guardarti negli occhi per vedere che dietro quella maschera c'è un ragazzo che io voglio conoscere. Il problema è che avevo paura di provare a conoscerti, prima, perché sapevo che sarei finito col tradire Kurt. Ora però non devo più preoccuparmi di questo >>, conclude, sorridendo e allungando una mano verso di me.

<< E se ciò che troverai non ti dovesse piacere? >>, indietreggio, mentre pronuncio quelle parole.

Stupido! Avevi Blaine esattamente dove lo volevi, che problemi hai?

Non vedo il minimo dubbio però nei suoi occhi. Al contrario, vi trovo qualcos'altro, una sorta di determinazione e di energia, come se sapesse che non avrà bisogno di andarci piano con me: saremo sempre alla stessa lunghezza d'onda, anzi, come ha già detto una volta, io potrei addirittura essere un passo avanti a lui.

<< Credo di sapere già cosa troverò >>, risponde, infatti. << Credo che io e te non siamo molto diversi, Sebastian >>

E' il mio turno di prendere un respiro, prima di sfoderare di nuovo il mio sorriso da conquista. << E' arrivato il momento di scoprire se hai ragione, Anderson. Ho provato a trattenermi, ma credo che tu te lo sia proprio cercato >>

Lui non risponde, si avvicina ancora e torna a baciarmi e in questo momento capisco.

Tutto ha condotto a questo momento.

Ogni mia azione, ogni mia parola, ogni mio scherzo di cattivo gusto è stato compiuto solo affinché io arrivassi qui, nel letto di Blaine, con il ragazzo che rappresenta la mia prima volta.

La prima volta in cui ho fatto l'amore.

 

 

 

 

N.d.A.

 

Questa piccola one-shot senza pretese è nata dalla penna (o dal computer) di una povera fangirl esaurita a causa dei numerosi video in cui il sorriso di Grant Gustin le ha fatto prendere numerosi infarti. Specifico che amerò i Klaine fino alla morte, anche se non ho mai odiato Sebastian, anzi, mi dispiace non averlo visto di più in Glee. Avendo deciso di abbracciare la vita di chi è innamorata di decine di coppie diverse, ho provato a scrivere questa cosa e... che dire... non succede niente di che ed è abbastanza OOC, ma spero che a qualcuno piaccia. Accetto volentieri critiche e consigli e qualsiasi tipo di commento.

 

Che le OTP siano con voi.

 

xx

   
 
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