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Autore: Iron Sara    25/08/2015    3 recensioni
Courtney prese posto nell'unico banco libero, ossia il penultimo vicino alla finestra. La professoressa seduta alla cattedra una donna ossuto e dalla faccia inacidita squadrò con attenzione tutta la classe.
Non fece i tempo ad aprire bocca che la porta dell'aula si aprì e ne entrò un ragazzo bruno che Courtney marchiò a prima vista come uno con cui non avrebbe mai voluto parlare.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan, Un po' tutti | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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~Il sole illuminava parzialmente la mia cameretta e si stava veramente bene sotto il piumone nel silenzio della mattina presto. Volevo rimanere lì non uscire mai più da quel bel calduccio delle coperte. Guardai la sveglia, avevo solo cinque minuti prima che quella stramaledetta cosa suonasse e mi ricordasse che oggi era il primo giorno di scuola, della High school canadese. La cosa brutta era che questa scuola era un college forse l’unico per la mia età, dovevo dormire lì e potevo tornare a casa solo il fine settimana (io lo consideravo come la prova che i miei non mi volessero tra i piedi) la cosa ancora più brutta era che non conoscevo nessuno anche l’unica amica che mi ero fatta alle medie doveva frequentare un’altra scuola. Non ero brava a farmi amici per via del mio caratteraccio da perfettina orgogliosa…Beeee…Il rumore di quell’odiosa sveglia mi fece sobbalzare e così di malavoglia mi costrinsi a scendere dal mio comodo letto. Arrivai in cucina e come avevo previsto la tazza di tè era sul tavolo ma dei miei genitori neanche l’ombra. Non ci badai più di tanto, ero abituata alla frequente assenza dei miei per via del lavoro, non avevo un gran bel rapporto con loro: c’era abbastanza freddezza. Bevvi i tè lentamente e subito dopo mi lavai e mi cambiai mettendomi una semplice camicia color panna e i jeans. Mi misi il cappotto e uscii di casa. Fuori c’era un bel po’ di freddo e anche se non c’era la neve la brina aveva imperlato le foglie della siepe di brillantini bianchi. Mi diressi affrettando il passo verso la piccola stazione del treno vicino a casa mia stringendo le mani sulle bretelle del mio zaino e tenendo con l’altra il trolley che costituiva il mio bagaglio. Mi sedetti su una panchina della stazione. La mia nuova scuola non era nel mio tranquillo paesino (dove erano andati tutti i miei vecchi compagni di classe compresa la mia amica) bensì a Toronto, la città più caotica forse di tutto il Canada. Io non ci volevo andare mi dissi salendo sul treno erano i miei genitori che mi avevano costretto, dicevano che avrei avuto una preparazione migliore e avrei avuto una carriera di successo. A dire la verità all’inizio volevano iscrivermi in un istituto privato per ricchi e soprattutto per snob ma mi rifiutai categoricamente di andare e così mi iscrissero lì. Dopo circa un’ora di viaggio arrivai finalmente a Toronto. La prima cosa di cui mi accorsi era il caos e il chiasso. Il traffico intasava la strada e le macchine suonavano all’impazzata nonostante fossero solo le 6.30 del mattino. I grattaceli erano ovunque e per qualche minuto mi guardai intorno spaesata. Mi dissi mentalmente che io Courtney Barlow sapevo perfettamente dov’era il mio college perché avevo controllato e infatti mi girai e come avevo previsto era dietro di me: un gigantesco edificio in mattoni rossi dall’aria antica che stonava totalmente dalla città moderna in cui era. Sull’antica porta di ingresso capeggiava un’insegna con la scritta a caratteri cubitali “TD COLLEGE”. Attraversai la strada passando a fatica tra la gente che infestava il marciapiede finalmente entrai nel salone di ingresso degno dell’esterno. Infatti era antico, al centro c’erano le scale di marmo che attaccate alle pareti su tutti i lati arrivavano fino al quinto piano. Guardandomi intorno notai tra la folla di ragazzini di diverse età, che non ero l’unica ad essere un po’ spaesata infatti vidi una ragazzina dai capelli biondi legati in una coda di cavallo più o meno di 14 anni (la mia età) che si guardava intorno con la sua valigia azzurra in mano e lì vicino un’altra con i capelli a caschetto neri e vestita di nero che faceva la stessa cosa. Mi feci coraggio e mi avvicinai alla bionda. Lei mi guardò.

-Anche tu non sai dove andare?-  Mi chiese speranzosa.
-Sì credo che dobbiamo andare in segreteria per cercare il nostro numero di stanza- Risposi sollevata, almeno non ero sola.
-Scusate anche voi siete nuove?- Chiese avvicinandosi la bruna col caschetto.
-Sì disse la bionda sorridente-
-Sai per caso dov’è la segreteria?- chiesi
-Dovrebbe esserci una piantina qui all’ingresso ma con questa calca di gente non si vede nulla- Disse sbuffando e dando una gomitata ad una ragazza con i capelli lunghi neri che la guardò malissimo.
Ci guardammo intorno facendoci largo tra la folla di ragazzini che era ancora più difficile per via delle pesanti valigie. Finalmente notai una specie di lavagna dove erano disegnati tutti i piani del college.
-Eccola! - disse la bionda indicando un punto poco lontano da noi. –A proposito io sono Bridgette Anderson disse porgendoci la mano-
-Courtney Barlow-
-Gwen Wilson-
Andammo in segreteria dove una signora con un sorriso a trentadue denti piuttosto finto ci chiese i nomi e ci consegnò un foglio con segnato l’orario scolastico e il numero di stanza e la tessera dello studente.
-Che stanza siete?- chiesi
-Io nella 246 disse Bridgette-
-Anch’io dissi sorridente!-
-Ragazze! – Disse Gwen, -Anch’io sono nella 246-
Sorrisi alle due ragazze che probabilmente sarebbero diventate le mie nuove amiche.
   
 
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