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Autore: Destinycantbechanged    25/08/2015    3 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction Cockles.
Vi racconto cosa è successo dopo l'aggressione a Misha, durante la convention a Minneapolis.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tonight, I’ll watch over you”


Minneapolis, 22 agosto 2015

“Signor Collins”
“La prego, mi chiami Misha”
Va bene Misha, -proseguì il dottor Demull- può tornare a casa. Ha il labbro inferiore molto gonfio a causa dei pugni che gli hanno sferrato, se continua a sentire dolore alla mandibola, le consiglio di prendere l’antidolorifico tra un paio d’ore”.
Misha annuì, strinse la mano al dottore, lo ringraziò e fece chiamare un taxi per tornare in hotel.
“Mi raccomando, so che è qui per la convention, sa , mia figlia è una sua grande fan, però le consiglio di riposarsi quanto più possibile”, aggiunse il Dottor Demull.
“Non si preoccupi dottore, una bella dormita e passerà tutto”, replicò Misha, toccandosi la mandibola ancora dolorante. “Dia un abbraccio a sua figlia da parte mia”.
Stavolta fu il dottore a ringraziare l’uomo.
Il taxi era arrivato, Misha salì, disse al tassista l’indirizzo dell’hotel dove alloggiava e un quarto d’ora dopo arrivò finalmente a destinazione.
Ad aspettarlo impazienti nella hall c’erano Jared, Jensen, Matt e Robert. Erano tutti visibilmente nervosi, soprattutto Jensen che continuava a tamburellare le dita sul suo ginocchio destro.
“Hey guys, I’m here”. La voce di Misha interruppe quel silenzio glaciale.
Matt e Robert andarono subito verso l’amico, seguiti da Jared e Jensen.
“Hey Misha, cosa è successo, non ci hanno detto nulla e ci hanno vietato di raggiungerti in ospedale, per evitare casini” esordì subito Robert, dopo aver abbracciato l’amico.
Misha cercò di rassicurare gli amici, raccontando loro l’accaduto.
“Non è possibile! Giuro che li prenderei a calci nel culo” disse Jared.
Nel frattempo Misha cercava lo sguardo di Jensen, che non aveva mai smesso di guardarlo.
“Non vi preoccupate, sto bene” disse prontamente l’uomo dagli occhi azzurri, “Un po’ di riposo e domani sarò come nuovo”.
“Vai a riposare, domani parlerò di persona con la polizia locale per saperne di più” ,aggiunse Jared, augurando poi la buonanotte all’amico.
Dopo queste parole, ognuno si ritirò nella sua stanza.

Misha era così stanco e provato che non riuscì nemmeno a togliersi i vestiti, si sdraiò sul letto, prese l’antidolorifico , ma due minuti dopo sentì suonare il campanello.
Sperava ardentemente potesse essere Jensen, ma sapeva quanto fosse rischioso e abbandonò subito il pensiero.
“Un momento, arrivo” esclamò .
Aprì la porta e con stupore si trovò davanti ciò che desiderava di più in quel momento. Fece subito entrare Jensen e insieme si sedettero sul bordo del letto.
“Come stai? E voglio la risposta vera!” chiese Jensen fissando gli occhi di Misha.
“Sto meglio”, Misha abbozzò un sorriso e si portò la mano al labbro ancora gonfio.
“ Sono tre ore che aspetto in quello stupido salotto e nessuno mi ha saputo dire qualcosa, sono così incazzato che andrei a spaccargli la faccia di persona a quei bastardi che ti hanno ridotto così!”
“Dai non mi trovi più sexy con queste labbra?”, Misha fece una smorfia, cercando di far ridere il compagno.
Jensen non riusciva a scherzarci su.
Si alzò di scatto dal letto dicendo “Sii serio, Misha, sono stato così in ansia, come fai a comportarti come se non fosse successo nulla?”
Gli occhi verdi di Jensen erano lucidi, sembrava che le lacrime stessero per scendere giù da un secondo all’altro.
Misha si alzò piano dal letto, raggiunse l’uomo girato verso la finestra e gli mise una mano sulla spalla.
“Hey Jen, guardami, sono qui, malconcio, ma vivo. Sto bene e tu sei qui con me. E’ andata così, ma è andata bene alla fine”.
Jensen si avvicinò al viso di Misha, subito dopo quelle parole era già più rilassato.
Gli accarezzò il volto.
Prima la fronte.
Poi piano la guancia, lì dove riportava le ferite.
Poi gli sfiorò con le dita il labbro gonfio.
Misha chiuse gli occhi, godendosi il tocco delicato di Jensen.
“Fa male?”, chiese Jen.
“Sempre di meno”, Misha non mentiva affatto, il fatto che Jensen lo stesse solamente sfiorando, gli faceva dimenticare tutto, anche il dolore.
“E così fa male?” Jensen si avvicinò alle labbra di Misha e iniziò a baciarlo lentamente.
Misha di risposta, abbracciò il compagno e lì, in piedi davanti alla finestra si baciarono per un tempo che sembrò infinito.
“Se mi aiuti a spogliarmi, vorrei stendermi e riposare un po’”, chiese Misha.
Jensen si staccò e disse “così mi piaci, quando ragioni e capisci che devi fare la cosa giusta”.
Sorrisero entrambi e l’uomo con gli occhi verdi aiutò Misha a togliersi la maglietta e poi gli sfilò i jeans.
Misha si sdraiò su un fianco e Jensen lo seguì, posizionandosi dietro di lui.
“Grazie” ,disse Misha.
Jensen gli mise il braccio attorno la vita, poggiò la sua testa nell’incavo della spalla del compagno e gli sussurrò all’orecchio : “Stanotte sarò io a vegliare su di te”.
   
 
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