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Autore: Luffies    25/08/2015    4 recensioni
"Perchè diventare grandi non è mai semplice e loro sono cresciuti insieme al loro amore."
Raccolta di 50 momenti Killugon. Accenni Leopika. Fluff, Angst e tanta fatica.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quattordici anni. L' età dei giochi, delle risate ancora infantili e delle ginocchia sbucciate. Dei primi baci e dei primi amori. Vuoi correre, scoprire, esplorare il mondo senza fermarti mai, perchè con lui al tuo fianco niente ti può spaventare.

#1- Gioco.
Bambini. Nonostante il lavoro, le battaglie e il pericolo erano bambini e lo sarebbero sempre stati. Lo dimostravano in modo semplice: trovando sempre qualche gioco stupido da fare. Gareggiare a chi arrivava per primo al portone di casa, spingersi a turno sui carrelli del Supermarket, far finta di essere grandi supereroi con mantelli fatti di lenzuola rattoppate. Tutto diventava una sfida e un divertimento. Erano come Peter Pan, o forse più come i bimbi sperduti. Erano stati abbandonati dalle loro famiglie, erano rimasti soli ma andavano avanti confidando l' uno nell' altro. Giocando, ridendo e vivendo. 

#2 -Musica.
Killua non ama particolarmente la musica, preferisce il silenzio. Sente di essere più al sicuro, riesce ad ascoltare tutto e tutti tenendo d' occhio ogni minimo spostamento senza nessuna distrazione. Poi un giorno Gon era arrivato con un Ipod nuovo di zecca "Così abbiamo qualcosa da fare mentre viaggiamo!" Aveva esclamato con un sorriso a 32 denti. E Killua aveva ceduto, dopotutto vicino a Gon si sentiva sempre al sicuro.

#3 -Soli.
Un sospiro, un fruscio e una rantolo. Gon non riusciva davvero a prendere sonno. Il treno sobbalzava di continuo, senza contare il russare di Leorio e il continuo mugugnare nel sonno di Kurapika ad appena due metri di distanza.
Stava per cedere alla follia quando Killua, con il quale condivideva il largo letto matrimoniale, non si voltò irritato incrociando il suo sguardo.
"Sembra di avere una motosega in camera!" Aveva sbottato. " Vorrei fossimo da soli."
Gon aveva soffocato una risata accoccolandosi vicino all' amico. Era quello che voleva anche lui quasi sempre. Stare con Killua, solo loro due e il mondo fuori.

#4 -Paura.
Avevano viaggiato per mari e per monti, si erano avventurati in posti dove nessun altro umano aveva mai pensato di poter mettere piede, avevano combattuto mille agguerriti nemici, si erano scontrati con mostri raccapriccianti. La paura per loro non era di casa, eppure in quel momento erano terrorizzati. L' aria era pesante di tensione. Respiravano piano, le mani strette le une nelle altre erano scivolose per via del sudore. Presi dal panico, si avvicinarono sempre di più quasi fino a diventare una cosa sola. Un attimo di silenzio e poi un boato. Davanti a loro un volto orribilmente sfigurato da una smorfia disgustosa. 
Saltarono dal divano, urlando e coprendosi gli occhi a vicenda. Quando sentirono un rumore di passi frenetici venire giù dalle scale si voltarono. Una scura figura li guardava dall' alto.
" E' lui, Kilu! E' il mostro del film che_" Gon non riuscì a concludere la frase. Una ciabatta, lanciata dall' uomo sulle scale, lo aveva preso proprio in mezzo alla fronte lasciando Killua perplesso e spaventato. 
"Siete due idioti!" Sbraitò Leorio tenendo in mano l' altra in segno di minaccia. "Sono le due del mattino, porca miseria! Io e Kurapika ci dobbiamo alzare presto per il lavoro! Se i film horror vi spaventano tanto cosa li guardate a fare!?"

#5 -Gelosia.
Se c' era una cosa di cui Killua era sicuro, era di odiare immensamente Hisoka. Odiava quel suo atteggiamento di sfida, il sorrisetto inquietante, l' essere così enigmatico ma sopratutto il modo in cui guardava Gon. Sembrava mangiarlo con gli occhi e questo lo faceva uscire di testa. 
Non doveva azzardarsi nemmeno a sfiorarlo. 
Voleva, doveva proteggerlo da quella sottospecie di clown mal riuscito. E' quello che fanno gli amici dopotutto, si proteggono a vicenda. Ma in fondo sapeva che non era quello il motivo. Era solo mortalmente, irrimediabilmente, tragicamente geloso.

#6 -Normale.
Killua era un ragazzino particolare. Deciso, determinato e maturo. Aveva avuto un infanzia difficile? Si, più di chiunque altro. Aveva sofferto? Ovviamente si, ma non si era mai lamentato. I deboli si lamentano. Diceva sempre. E lui non lo sarebbe mai stato. 
Eppure, quando passava davanti ad una scuola qualcosa il lui si muoveva. Mentre guardava i ragazzini della sua età scherzare e lamentarsi dei compiti o dei professori troppo severi qualcosa si rompeva. 
" Gon.. A volte non vorresti essere solo un  bambino normale?" Aveva chiesto all' amico un giorno incrociando un gruppo di studenti che parlottavano animatamente tra loro.
Gon lo aveva guardato. Sembrava indifferente, ma i suoi occhi erano irrequieti. Aveva sorriso, prendendolo per mano.
"A volte si ma credo che se fossimo dei bambini normali probabilmente non ci saremmo mai incontrati.. E questo farebbe più male di tutto il resto." Aveva risposto con un alzata di spalle. "E poi tu non potresti mai essere normale, Killua. Sei troppo straordinario per esserlo." 
Killua era rimasto senza parole, avrebbe voluto dire qualcosa ma l' unica cosa che riuscì a fare fu sorridere di rimando e stringere la sua mano. Immensamente grato.

#7 -Vita.
"Neh Killua, che cosa vorresti essere nella tua prossima vita?!" Chiese Gon un pomeriggio, mentre erano coricati su un prato a guardare le nuvole. Killua ci pensò per un istante.
" Umh.. Non ne ho idea. Tu che vorresti essere?"
Gon sorrise entusiasta. Quasi come se non aspettasse altro che sentirsi porgere questa domanda. " Nella mia prossima vita voglio essere me e incontrarti di nuovo!"
Killua per poco non si era strozzato con il suo stesso respiro, imbarazzato. "Idiota!"

#8- Fiducia. 
"Ehi dico, avremmo fatto bene a lasciare a Gon quel bestione di due metri? Sembrava pericoloso!" Esclamò Leorio esagitato. Credeva in Gon ma nei suoi confronti provava i sentimenti di un fratello maggiore e di conseguenza si preoccupava spesso  per lui. 
"Anche io non sono tranquillo, Leorio." Intervenne Kurapika. "Quell' uomo aveva qualcosa di strano. Mi ha dato una brutta sensazione." 
Leorio guardò il Kuruta in silenzio per un secondo, soppesando le sue parole poi sbuffò spazientito. " Io vado a prenderlo!" Era già dalla porta quando Killua parlò.
"Non vai proprio da nessuna parte."
Leorio si voltò perplesso. "Cosa?"
"Tu resti qui." Rispose Killua mordicchiando il suo lecca-lecca. "Gon è perfettamente in grado di cavarsela da solo."
"Killua, noi ci fidiamo di Gon ma forse abbiamo sottovalutato quel tizio." Fece Kurapika incerto. "Forse dovrem_"
"Voi non capite." Lo interruppe Killua senza nemmeno guardarli.
A quelle parole un forte boato fece trasalire il biondo. Leorio aveva sbattuto la mano sul tavolo con forza. 
"Non ti permettere!" Ruggì il medico. " Conosco Gon da anni e ho fiducia nelle sue capacità ma è pur sempre un bambino! E' normale che ci preoccupiamo per lui, a differenza di te che sembr_" 
Questa volta non furono parole a fermarlo, bastò uno sguardo. Leorio trattenne il fiato.
"Credi che non sia preoccupato, Leorio?" Sibilò Killua. " Beh, sappi che lo so. Ma ho fiducia in lui. Fiducia assoluta, non centra essere bambini o meno. Ha detto di aspettarlo qui." Abbassò appena la testa. " Ed è quello che faremo. Lo aspetteremo, fidandoci di lui e di ciò che ci ha detto. Discorso chiuso."
Rimasero in silenzio, sorpresi dalle parole di Killua ma consci del fatto che avesse ragione. Kurapika guardò Leorio per un istante. Il medicò sospirò e si diresse di nuovo verso il divano, si sedette leggermente rincuorato dalla fiducia spropositata che Killua nutriva in Gon. 

#9-Naturale.
Qualcuno a volte chiede a Gon come hanno fatto lui e Killua a mettersi insieme. Chiedono se è stato strano, sì perchè " Insomma sembravate così buoni amici, non avete paura di rovinare tutto? Come siete passati dall' amicizia a questo?" Domandano.
Gon a quelle parole sorride sempre. "Io e Killua ci amavamo ancora prima di saperlo." Risponde candidamente. "E quando due persone si amano in questo modo arriva un momento in cui te ne rendi conto e l' unica cosa che puoi fare è dirlo. Non è strano, non c'è imbarazzo. E' la cosa più naturale del mondo."
E come al solito a quella risposta Killua arrossisce, brontolando un "Idiota, guarda te se devi dirlo sempre!" Ma poi guarda Gon che se la ride per il rossore sulle sue guancie e non può trattenere un sorriso.

#10- Bambini. 
Un pò tutti gli bambini sono scalmanati per definizione. Forse per la forte curiosità, l' intensa voglia di vivere e scoprire il mondo, di divertirsi. Gon e Killua non erano da meno. Anzi, forse anche peggio. 
Per esempio, se i ragazzi ordinari possono rompere le doghe del letto azzuffandosi con i cuscini quelli armati di Nen agiscono su scala leggermente più estesa.
"Soffitto distrutto, tre pareti incrinate, due finestre frantumate, per non parlare dei danni arrecati al quandro elettrico del sesto, settimo e ottavo piano." Elencò il direttore dell' Hotel. "Sono spiacente di comunicarvi che qui non siete più i benvenuti."
Gon si grattò la testa imbarazzato scusandosi e offrendo di ripagare tutto. Killlua invece si mise a ridere. 
"Ehi Gon, con questo a quanti siamo? Cinque o sei?" 


Angolo dell' autrice.
Questo è il primo lavoro dopo anni di silenzio e ci ho messo il cuore. Ho voluto concluderla prima di pubblicarla per non lasciarla incompuiuta ma penso che cambierò comunque qualcosa. Non sono particolarmente convinta di questo primo capitolo ma ho voluto usarlo lo stesso, spero che piaccia a qualcuno. sarei davvero felice di sentire qualche commento (anche critico) al fine di poter migliorare con il vostro aiuto :) mi rimetto a voi e al vostro giudizio ahah. 
Alla prossima!
  
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