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Autore: addict_with_a_pen    26/08/2015    2 recensioni
Mentre sono qui, seduto al bancone, da solo e con il giubbotto ancora addosso per evitare di far vedere a tutti la mia grassezza spropositata, mi sento sempre più grasso, abbandonato e depresso. La mia vita non è mai stata bellissima, ma neanche orrenda, era okay, ed ora per colpa di un fighettino che se n’è saltato fuori con la storia della checca-grassa-sola-e-sfigata tutta la scuola si prende gioco di me, così che la mia vita adesso fa più schifo di una merda di cane. Essere gay e grassi al giorno d’oggi è una palla al piede e io non mi faccio mancare nulla...
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
OS ignorante e stupida dedicata a tutti quelli che come me e il piccolo Gerard di un tempo non hanno esattamente il “fisico da modella” e hanno la pancetta come compagna di avventura (:
Volevo provare a convincere voi (e me stessa) che magrezza non corrisponde sempre  a bellezza e... niente, mi sto dilungando.
Buona lettura (non vomitate per lo schifo).
Baci a tutti :*
(È l’una passata di notte e probabilmente ci saranno errori... perdonatemi)

 



Mikes è riuscito a farmi uscire di casa dopo giorni di reclusione in camera mia.
“Avanti Gee! Nessuno si accorgerà di te, saranno tutti presi dal concerto. Sai che la band di Frank spacca!” Odio quando dice “spacca”, ma in fondo ha solo sedici anni e parla in quel modo odioso come i suoi amichetti idioti che lo influenzano, non è colpa sua.
È triste pensarlo comunque, nel senso, farsi pregare dal fratello minore per uscire mentre tu sei ampliamente maggiorenne è qualcosa che non avevo previsto e sognato di certo... Ma ho le mie buone ragioni e motivazioni: qualche giorno prima un gruppo di ragazzetti si sono presi gioco di me, della mia grassezza e del mio amore per i fumetti e la solitudine, facendomi scoppiare a piangere davanti ad un mucchio di altrettanti ragazzi e facendoli perciò sbellicare dalle risate.
Non avrei mai potuto dimenticare.
“La piccola checca obesa si è offesa! Piccolinooo...” Fottuto incubo.
Sono dunque cinque giorni che non tocco cibo, sebbene più volte la torta di mamma o i biscotti al cioccolato della nonna mi siano apparsi in sogno.
Voglio e devo dimagrire, morire di fame o morire e basta piuttosto che farmi prendere di nuovo in giro in quel modo.
La bilancia segna sempre lo stesso numero comunque e la gente a scuola non si è dimenticata proprio di un bel niente, considerandomi la “nuova celebrità” e lo sfigato più gettonato del momento.
“Rimarrai per sempre grasso e solo, lo sai finocchio?”
La mia vita è rovinata.
E dunque eccomi qui, seduto in uno stupido locale, circondato da stupida gente, pronto ad ascoltare una stupida band.
Mikey ti odio.
“Buonasera sfigati!” Urla un cretino dal palco ed un boato si eleva da tutto il pub. No ma, avete capito come vi ha chiamati, brutti idioti? A quanto pare no...
“Pronti a farvi sanguinare i timpani!?” A dire il vero no, grazie. Sono pronto a sotterrarmi sotto terra per non uscirne mai più o abbuffarmi di cibo come se non ci fosse un domani, ma le orecchie mi servono, sono utili in fondo.
Il “concerto” inizia e con lui anche le urla e le risse tra il pubblico.
Penso che Mikey sia davvero un idiota, insomma, ha conosciuto questo Frank due settimane fa e già ha accettato di andare ad un suo stupido concerto e di considerarlo amico, solo per non diventare sfigato quanto il fratello maggiore...
Mentre sono qui, seduto al bancone, da solo e con il giubbotto ancora addosso per evitare di far vedere a tutti la mia grassezza spropositata, mi sento sempre più grasso, abbandonato e depresso. La mia vita non è mai stata bellissima, ma neanche orrenda, era okay, ed ora per colpa di un fighettino che se n’è saltato fuori con la storia della checca-grassa-sola-e-sfigata tutta la scuola si prende gioco di me, così che la mia vita adesso fa più schifo di una merda di cane. Essere gay e grassi al giorno d’oggi è una palla al piede e io non mi faccio mancare nulla.
Stare da solo davanti a tutta quella gente felice che beve birra e che mangia panini dal contenuto improbabile mi fa brontolare lo stomaco e diventare gli occhi lucidi. Ho troppa fame, piangerei se potessi, ma l’etichetta da checca ce l’ho già e non vorrei peggiorare la mia situazione (per quanto si possa peggiorare...).
Quando mai ho lasciato il letto!
“E ora un’ultima canzone!” Ero così preso dalla mia autocommiserazione che nemmeno mi ero accorto della fine del concerto. Non avevo ascoltato una sola canzone e non sapevo neanche chi tra i componenti della band fosse il famoso Frank di cui Mikey mi aveva riempito la testa (e le palle) nell’ultimo periodo... Che cazzo ci faccio qui?
“Questa canzone la dedico ad un caro ragazzo che ora siede lì, da solo nel suo grasso, e che ormai è la leggenda della nostra scuola. Questa è per te frocetto.”
No. Vi prego ditemi che non è successo davvero.
“Fat and alone, you’re out on your own...”
No... Uccidetemi.
“Things aren’t getting any better, things aren’t getting any brighter...”
UCCIDETEMI!
“You’re so... fat.”
Ed ecco fatto, sono in lacrime un’altra volta e tutti sono girati verso di me, a ridere e prendermi in giro. No, aiutatemi! Non può star succedendo ancora...
L’inferno esiste davvero.
“Sì, vai fuori a piangere, corri dalla mamma!” Davvero, io non so cosa ci trovi di bello Mikey in questa band o come possa dire che “spaccano”, poichè l’unica cosa di spaccato ora è il mio povero cuore... Stronzi.
Esco di corsa dal locale con le risate di tutti ancora che mi rimbombano in testa. Mi sento intorpidito, stanco, pesante e ovviamente grasso, così che tutte queste sensazioni mi appesantiscono a tal punto da farmi accasciare a terra sul marciapiede e singhiozzare da brava checca che sono.
Non so come affronterò la scuola d’ora in poi, con che coraggio guarderò ancora in faccia mio fratello e come vivrò con me stesso, poichè stavolta sono davvero a pezzi, morto...
Sono grasso e solo solo, ora e per sempre.
Le lacrime mi bagnano le guance, le mani, i vestiti e gli spasmi per il pianto troppo forte mi fanno sobbalzare. Non riesco a smettere e non mi importa se c’è qualcuno che mi vede, mi hanno già umiliato a sufficienza.
“Hey, senti volevo...”
“Vaffanculo!” Non ho guardato in faccia il ragazzo che mi ha appena rivolto la parola e non so nemmeno le sue intenzioni, ma in fondo devono essere per forza cattive, sono Gerard, niente di bello può capitarmi. Ho fatto decisamente bene ad insultarlo.
“No ascoltami...” e mi poggia una mano sulla spalla, inginocchiandosi davanti a me. Tutta questa confidenza?? “Mi dispiace per quello che ha detto il mio amico, che poi, più di tanto amico dopo quello che ha fatto non lo è... Non sei grasso, okay?” A quel punto rido, rido perchè è patetico che questo buffone sia venuto a dirmi tutte queste banalità in una volta, poichè non è vero che non sono grasso e non è vero che gli dispiace.
Alzo lo sguardo per vederlo in faccia e appena i miei occhi incontrano il suo viso non posso che ridere ancora di più: è uno della band, l’ho riconosciuto subito.
“Levati dalle palle, fammi un favore, okay? Ne ho avuto abbastanza...” E ora pure la faccia mi tocchi!? Tieni giù quelle mani di merda che ti ritrovi! Mi prende il viso e me lo fa alzare, in modo che i miei occhi rossi per il pianto incontrino i suoi grandi, dolci e preoccupati.
Ma cosa vado a pensare!? Nessuno si preoccupa per me...
“Sono serio, mi dispiace. Quella canzone l’avevamo scritta per ridere, non sapevo nemmeno volessero suonarla stasera, io non... non ne avevo idea. M-Mi dispiace...” Ma che fa? La scenetta patetica se la può tenere per lui, ci sono io di sufficientemente patetico.
Lui e la sua band devono andare a cagare.
“Non ti credo, okay? Non posso credere che la tua band da due soldi abbia organizzato tutta questa stronzata e tua insaputa e... ma che mi frega? Perchè ti sto parlando? Che ti importa di quello che provo, di quello che c’è nella mia testa la notte per colpa di voi, piccoli stronzi, o del fatto che sono cinque giorni che non tocco cibo per poter piacere a voi che nemmeno mi rispettate!? Lasciami piangere in pace...” Giuro, non so perchè ho detto tutte queste cose ad uno sconosciuto, ma almeno ho buttato fuori un po’ della tristezza che mi stava uccidendo pian piano dall’interno.
“Cinque giorni che non tocchi cibo...? M-Ma che dici?” Insomma, te ne vai fuori dalle palle o no!?
“Senti, non ho voglia di parlare, con te poi men che meno, quindi se non ti dispice, ti chiederei gentilmente di fotterti.” Ora siamo in due con gli occhi rossi, ma ancora una volta non mi importa.
“Frank, si può sapere che cazzo avete combinato!? Ora sai quanto mi ci vorrà a far riuscire mio fratello di casa!? Io non... Oh. Ciao Gee...” Ah, quindi questo è Frank. Bravo Mikey, gli amici te li scegli proprio bene.
Mi alzo, pronto ad andarmene da qualunque parte meno che lì e lasciarli da soli a parlare di me e della mia grassezza. Prima che possa definitivamente andarmene però, Frank mi prende per un polso e mi tiene fermo.
Odio già alla follia questo nano.
“Potrai non credere a quello che ho detto e potrai non credere che per me non sei grasso, ma non mangiare non risolverà niente.” Ma questo ragazzo è abbonato alle frasi fatte, scontate e banali!?
“Frank...” dico abbassando lo sguardo e pulendomi una lacrima dal volto “...vaffanculo.” E me ne vado.

*****

Sono passati altri tre giorni di tristezza, fame e grassezza e non ho lasciato il letto neanche a morire. Mia madre e Mikey non sanno più che fare e io meno di loro. La mia vita è rovinata, tutti a scuola stanno ridendo ancora di me, lo so.
È passata una settimana e ancora non ho ingerito nulla se non acqua e ormai nemmeno sento più la fame.
Forse è questo che si prova prima di diventare anoressici...?
Combatto i languori le rare volte in cui vengono con litri su litri di caffè e so che continuando così non andrò a fare una bella fine, ma non me ne frega seriamente nulla.
Sono stufo di essere Gerard.
Mi fa una rabbia sapere che qualche stupido ragazzo ed una canzone altrettanto stupida mi abbiano ridotto così, ma non posso reagire. Lascio che tutto mi schiacci, sto a guardare da lontano se qualcosa cambierà, ma mai più proverò a fare qualunque cosa. Aspettare non costa nulla in fondo...
“Gee hai una visita.” Visita?? Ma che cazzo dici Mikey? Io non ho nessuno, io non voglio nessuno, io non...
“Frank.” Le parole mi muiono in gola, così che ciò che esce dalle mie labbra è solo un sussurro. Che cazzo ci fa qui questo nano!?
“Ciao Gerard...” Mi sento morire, i ricordi di quella sera mi travolgono e mi sento sopraffatto dalla tristezza provata, così che mi faccio piccolo piccolo in un angolo del letto, stringendo forte un cuscino al petto. Sono ridicolo.
“Sei venuto per vedere le mie condizioni pietose e poi raccontare a tutti a scuola come mi sono ridotto?” Mi ero scordato di Frank, lo devo ammettere, e ritrovarmelo in camera mia è tutto meno che una bella cosa. Stavo cercando di cancellare quella famosa serata con tutte le mie forze e ora, trovarmi faccia a faccia con quello stronzo, mi fa solo sentire ancora più sfigato e grasso.
“Sono venuto a finire quello che ho iniziato l’altra sera.” L’avevo detto che era stronzo!
“Insultami pure... non ha più importanza...” Mi ributto sul letto e comincio a sentire gli occhi pizzicarmi al solo pensiero di quello che potrà uscire dalle labbra di Frank.
Si siede accanto a me, si gira, mi guarda, sposta le coperte e io istintivamente mi copro la testa con le braccia, con il terrore che voglia addirittura picchiarmi.
Avanti, uccidimi definitivamente.
Vederlo sdraiarsi accanto a me ed abbracciarmi stretto che più stretto mi avrebbe solo soffocato non è ciò che mi aspettavo... Cosa cazzo significa!?
“Te l’ho detto Gerard, mi dispiace...” Rimango di pietra, non muovo un muscolo e sento le mani di Frank accarezzarmi il viso dolcemente. Sono così calde, delicate e piccole...
Preso da un attimo di lucidità, lo allontano e mi metto seduto sul letto, col fiatone e spaventato a morte. Sì, ho paura delle persone, e allora? Con tutte le belle cose che mi sono successe non c’è da stupirsi.
“C-Che cosa vuoi da me?” Chiedo sull’orlo delle lacrime, rabbrividendo mentre lo vedo avvicinarsi a me e sedersi.
“Non devi avere paura di me Gerard... Sono solo venuto a vedere come stavi, sai, a scuola non ti ho più visto e Mikes era sempre triste e preoccupato, così sono venuto a vedere se è tutto a posto, ma a quanto pare non lo è...” Detto questo mi stampa un bacio sulla guancia, per poi abbracciarmi ancora una volta stretto a lui. Inutile dire che arrossisco e che il mio cuore prende a battere all’impazzata per il troppo contatto fisico.
Cosa vuole questo ragazzo da me...?
Si stacca dopo qualche secondo e prende la sua borsa lasciata all’ingresso della stanza, per poi riavvicinarsi a me. Cosa vuole fare?
Con mia sorpresa non tira fuori nè una mazza da baseball, nè una pistola e neanche un piede di porco, così che per lo meno mi tranquillizzo un po’ e riprendo a respirare. Una busta, ecco cos’ha in mano, e dal suo interno ne estrae un trancio di pizza, un trancio molto, molto ma molto olioso, pieno di mozzarella e buono da far schifo.
Sento l’acquolina in bocca e la pancia brontolare alla vista di quel ben di Dio.
Io non mangio, non lo farò mai, mi dispiace Frank. Apprezzo il gesto, ma non darò a nessuno la soddisfazione di vedermi mangiare quell’ammasso di calorie, capito?
“Ti va un po’ di pizza?” Che domande sono!? Ovvio che mi va, ma non posso... Lo sappiamo entrambi che non mi è concesso.
“N-Non ho fame.” Rispondo con le lacrime agli occhi e le guance rosse per la vergogna di quella situazione assurda.
“Sei sicuro? Guarda che è buonissima e da solo non ce la farò mai a mangiarla... Un morsettino?” Mi chiede mettendomela sotto il naso, così che cedo. L’afferro e le do un morso parecchio grosso, assaporando quella delizia dopo una settimana di digiuno.
Ma che cazzo ho fatto!?
“Hai rovinato tutto! Non dovevo mangiare, no! Guarda cos’hai fatto! Adesso andrai a dire a tutti che la checca obesa si abbuffa di pizza di nascosto... Ti odio.” Piango fuori con rabbia, nascondendo il viso nelle mani e facendomi piccolo piccolo contro il muro. Ti odio Frank!
“Hey, Gee...” mi chiama piano e dolcemente con quel soprannome che usa solo Mikey, solo l’unica persona che mi vuole bene... “Non ho intenzione di andare a dire proprio niente a nessuno, intesi? Vuoi sapere perchè sono qui?” Mi chiede accarezzandomi piano un braccio. Annuisco.
“Perchè Mikey mi ha detto che non mangi, mi ha detto che sei chiuso in camera tua da giorni e mi ha detto che la mia band ha distrutto anche l’ultimo briciolo di autostima che avevi, così che ho lasciato il gruppo, ho cominciato ad insultare chiunque provasse soltanto a dire il tuo nome in mia presenza e, se proprio vuoi saperlo, sono diventato sfigato quanto te, perchè ti sostengo e mi incazzo con chiunque provi a fare battutine su quella dannatissima serata.” Sono senza parole. Cos’ha appena detto?
“E adesso puoi non credermi, ma il fisico non è tutto, non lo è mai stato e mai lo sarà. Ti vedi grasso? Sbagli. Ti vedi solo? Sbagli. Ti vedi brutto? Sbagli! Gerard, forse sono qui perchè sei il fratello del mio amico o perchè mi sento in dovere di aggiustare quello che i miei ex amici hanno combinato, ma il fatto che abbia mandato a puttane quel briciolo di popolarità che avevo per te vorrà pur dire qualcosa, o no?” Lo abbraccio, lo abbraccio perchè è giusto farlo e perchè non posso fare nient’altro se non questo e sorrido per la prima volta da tempo.
Ma da dove è saltato fuori questo ragazzo, ma che dico ragazzo! Questo angelo bellissimo?
“G-Grazie Frank... anche se non credo di non essere grasso, brutto e solo, ma quello che hai fatto per me è-è semplicemente bellissimo! Non dovevi, cosa ci hai guadagnato se non il ringraziamento di una stupida checca depressa?” Chiedo con nuove lacrime agli angoli degli occhi che lui non perde tempo ad asciugare.
“Ho guadagnato il tuo sorriso meraviglioso, un abbraccio bellissimo e la soddisfazione di averti fatto mangiare almeno un pezzo di pizza, ecco cosa.” Mi sposta una ciocca di capelli dal viso rosso per l’imbarazzo di quelle parole dolcissime e mi da un bacio sulla fronte.
“E comunque!” dice mentre si alza e si rimette la sua borsa in spalla “Se fossi magro, sai che brutto sarebbe abbracciarti? Ci sarebbero solo ossa, che schifo! E i baci? Non è meglio sentire la guanciotta morbida invece dello zigomo spigoloso e duro? Per non parlare dei fianchi, sono così dolci e vederli spuntare da sotto la maglietta mi fa sorridere.” Si ferma per ridacchiare e... arrossire?? Sul serio?
“Non sarai magro, ma sei bello e questo nessuno potrà mai cambiarlo o dire che non è vero. Magrezza non è bellezza Gerard. Ci vediamo.” Mi da un altro bacio sulla guancia per poi darle un pizzicotto veloce ed uscire dalla stanza.
“Tanto per la cronaca, anch’io sono una checca. A presto!” E se ne va.
Ma che è successo!? Insomma, Frank non doveva essere stronzo? Sorrido e mi mordo il labbro, finalmente sereno e, quando alzo lo sguardo e vedo la busta con dentro la pizza posata sul mio letto, la prendo e la mangio tutta, non vergognandomi e non sentendomi in colpa.
“Magrezza non è bellezza...” Qualcuno mi dica che non ho sognato.

*****

Sento la sveglia suonare dopo giorni e scatto subito seduto sul letto. Oggi si ritorna a scuola, devo e posso farcela.
Vado in bagno, mi guardo allo specchio e per la prima volta dopo tempo mi vedo decente, non bello, questo ancora no, ma per lo meno guardabile. Le parole di Frank mi avevano cullato dolcemente per tutta la notte, facendomi riflettere e cambiare un po’ l’idea contorta che mi ero fatto dei miei fianchi morbidi e della mia pancetta.
Io non so perchè il cielo abbia deciso di mandarmi un Frank tutto per me, ma non posso deluderlo, così che ciò che mi spinge maggiormente a fare colazione ed incamminarmi verso scuola sono i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci e soprattutto le sue parole. Avevo sbagliato tutto su Frank, poichè non era nè uno stronzo nè nient’altro, ma solo un tesoro, un salvatore, il mio salvatore.
Arrivo a scuola in pochissimo tempo e subito sento gli sguardi e i sussurri di tutti sopraffarmi e schiacciarmi.
Devo farlo.
Entro nell’istituto e un paio di persone ridono e mi pizzicano la pancia, ma sono solo un paio, un paio su centinaia di studenti... Devo essere positivo e posso ancora farcela.
Mi avvicino al mio armadietto e non appena lo apro sento la presenza di due persone alla mia schiena. Ho paura al solo pensiero.
“Allora finocchio, ti è piaciuta la canzone?” Ce la posso ancora fare, dai Gerard!
Mando giù il groppo di lacrime che mi avevano bloccato la parola e mi giro: è quello stronzo della band con un suo amichetto (forse anche lui del gruppo, chi se lo ricorda) che mi stanno fissando con un sorrisino bastardo in faccia e le braccia conserte.
Devo farlo...
“Andatevene via.” So che non avrei dovuto dirlo e lo sputo che mi arriva dritto in fronte me ne da la prova lampante... Frank, ho bisogno di Frank! Aiutami...
“Non provare mai più a mancarmi di rispetto, capito?” Abbasso lo sguardo e faccio appello a tutte le mie forze per evitare di scoppiare a piangere per la millesima volta.
Devo. Farlo.
“V-Vaffanculo...” Ecco, il pugno me lo sarei dovuto aspettare, come mi sarei dovuto aspettare di trovarmi rannicchiato a terra con fitte lancinanti alla pancia, lacrime trattenute e occhi di tutti puntati addosso.
È così brutto essere Gerard... Non posso farlo, mi dispiace.
“Si può sapere che cazzo fai!?”
Frank!
“Io? Niente, mi stavo solo divertendo un po’ con questo sfigato, che c’è di male? E comunque Frankie, se vuoi rientrare nella band devi...”
“Io non voglio fare proprio un bel niente.” Dice con voce seria e determinata, inginocchiandosi davanti a me e baciandomi via due lacrime dal volto, così che nessuno le possa vedere e facendolo diventare un nostro segreto.
“Ciao Gee, sono felice di vederti.” Mi sussurra sorridendomi e dandomi uno, due, mille baci sul volto. Okay, io non conosco nulla di questo ragazzo in pratica, se non che è bellissimo, dolce, premuroso, adorabile e... ci siamo capiti, ma non riesco a cacciarlo, non riesco ad impedirgli di baciarmi con le sue labbra così morbide e calde e non riesco ad impedirgli di metterci perciò in ridicolo davanti a tutta la scuola.
Mi ha drogato e io ne sono già dipendente.
“Frank ma che cazzo fai!? Alzati, non fare la checca e...”
“Beh, John, forse faccio la checca perchè lo sono e perchè mi sono rotto le palle di te e delle tue idee del cazzo. Forse lo faccio perchè fai schifo come persona e perchè tengo a questo ragazzo. Forse lo faccio perchè mi va di farlo e perchè...” si ferma e si gira verso me, sorridendomi e tirandomi in piedi “...devi fotterti.” Non mi sono mai sentito così ragazzina del telefilm che viene salvata dal bel ragazzo figo come in questo momento, ma onestamente, mentre vedo lo stronzo andarsene via e le risate di tutti rivolgersi a lui e non più a me o trasformarsi in sorrisi posso solo sentire gioia e pace.
“Frank io...” Non mi lascia finire, mi abbraccia stretto e mi passa un braccio attorno alla vita, camminando per i corridoi con me accanto con uno sguardo fiero ed orgoglioso, come se io fossi qualcosa di cui vantarsi e da mostrare in giro, come se fossi una bella persona...
Non un ghigno, un sorrisino o una risata alle spalle, niente di niente. Nessuno ride più di me e della mia grassezza e tutti vanno avanti a vivere come se io non esistessi e può sembrare una cosa brutta ma, credetemi, preferisco di gran lunga essere invisibile che passare di nuovo l’inferno appena concluso.
“Fatta colazione stamattina?” Mi chiede fermandosi davanti al suo armadietto e rivolgendomi un altro dei suoi sorrisi meravigliosi. Avvampo ed annuisco in fretta.
“Bravissimo.”
“Senti Frank...” lo chiamo intimidito, fissandomi le punte delle scarpe “Quella cosa che hai detto, insomma, sei davvero, ecco, per la storia dell’essere gay o...” Mi sorride ed annuisce dolcemente.
“Già, sono checca che più checca non si può.”
Paradiso.
“Quindi se ora io, ecco, se ti dessi un b-bacio...” Mi afferra il colletto della maglietta e fa unire le nostre labbra in un bacio leggero, dolce e semplicemente meraviglioso.
Non mi sono mai sentito così poco grasso in tutta la mia vita.
“Grazie Frankie...” Sussurro sulle sue labbra, prima di risentirle a contatto con le mie in un altro piccolo bacio.
Forse è vero che sono grasso ma forse è vero anche che magrezza non è bellezza e che quindi sono bello così come sono, ma onestamente non mi importa, in questo momento tutto quello che voglio è avere Frank accanto a me, avere i suoi baci e i suoi sguardi che mi riempiono di gioia e vita.
“Andiamo Bellissimo.” Sorrido.

  
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