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Autore: Crepuscolina13    26/08/2015    5 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata nell'orribile tragedia delle torri gemelle.
Dal capitolo 1:Quando i miei occhi ritornarono sulla strada mi trovai davanti una donna, frenai subito facendo così stridere i freni sull'asfalto, ma non fu sufficiente perché anche se pur con minore velocità colpì la donna che sbalzò a pochi metri di distanza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Kathryn Nolan/Abigail, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14: Sorprese

20 settembre 2001, 9.00 A.M

Pov.Regina

-Ehi Henry sveglia, tra poco arriverà Emma con la colazione- sussurrai dolcemente al mio ometto.

-Mh è già ora di svegliarsi?- chiese assonnato lui.

-Eh già dormiglione forza alzati- lo incitai ancora.

Cinque minuti dopo, Henry si presentò in cucina lavato e vestito.

-Mamma io davvero non capisco- disse il mio bambino frustato.

-Cosa c'è che non va?- chiesi curiosa mentre preparavo la colazione.

-Perché Emma non può venire a vivere da noi? Ormai è da una settimana che viene la mattina e se ne va via la sera tardi, insomma mi sembra uno spreco di tempo e di benzina, mamma devi pensare al pianeta- aggiunse poi ironico.

Io rimasi totalmente scioccata da quella domanda.

Io ed Emma sotto lo stesso tetto? Che cosa ridicola.

-No Henry, è una cosa troppo affretta..- cercai di spiegare.

-Ma scusa tu la ami e lei ama te giusto?- chiese ancora pensieroso, sedendosi su una sedia.

-Giusto- risposi atona.

-E allora che problema c'è?- chiese spazientito.

-Henry tu hai 13 anni, non puoi capire certe cose- risposi cattiva, frustata dalle domande troppo curiose di mio figlio.

Purtroppo però non potei fare a meno di notare come, l'idea di Emma e me sotto uno stesso tetto, mi avesse folgorato, d'un tratto questo sogno meraviglioso di cui prima non avevo minimamente bisogno divenne improvvisamente una necessità.

Ovviamente solo una piccolissima parte di me desiderò questa stupida fantasia.

-Va bene allora ne parlerò con lei- rispose con un sorrisetto, certe volte scordavo quanto potesse essere furbo.

-Non osare- risposi fingendo di essere arrabbiata.

Ding. Dong.

-Davvero? Impediscimelo- rispose furbamente, e pronunciata questa minaccia corse letteralmente ad aprire la porta.

-Henry no!!- esclamai sussurrando alla sedia ormai vuota.

-Buongiorno ragazzino, dormito bene?- sentì chiedere da una voce che, al solo sentire aveva il potere di far aumentare i battiti del mio cuore.

-Buongiorno amore!- esclamò allegra la mia Emma, dandomi un bacio sulla guancia.

-Ehm cosa succede?- chiese percependo la strana aria che aleggiava tra me e Henry.

-Oh niente, piuttosto tu hai portato i cornetti?- chiesi allegra per cambiare discorso, di certo non volevo che Emma scoprisse della discussione che avevo appena avuto con lui.

-Si, caldi caldi- rispose poggiandoli al centro del tavolo.

-Perfetto allora mangiamo- risposi sedendomi a tavola.

-Mh sapete, ho trovato un nuovo lavoro- raccontò la bionda durante la colazione.

-Dove tesoro?- chiesi curiosa e felice per lei.

-In polizia, ma tranquilla, farò solo qualche fotocopia e porterò qualche caffè, nulla di che- mi rassicurò subito vedendo la mia faccia stralunata.

-Oh ne sono felice allora-

-E per festeggiare ho preso questi- disse felice, porgendo ad Henry due pezzetti di carta.

-O mio dio Emma grazie- esclamò subito lui, alzandosi per andarla ad abbracciare.

-Mamma andremo al luna park- esclamò entusiasta rivolgendosi a me.

-Che pensiero gentile Emma , ma tu non vieni?- chiesi dubbiosa notando la quantità dei biglietti.

-No, oggi è il mio primo giorno di lavoro, ma voi vi divertirete e noi ci rivedremo stasera a cena- spiegò amorosamente.

-oh non dovevi- risposi dolcemente, ogni giorno mi stupivo sempre di più di come Emma potesse essere dolce e generosa.

-Bene allora vado a lavare i piatti- esordì sparecchiando la tavola.

La nostra routine prevedeva che Emma venisse ad aiutarmi a pulire, cosichè potessimo salutarci in un modo più appropriato, ma oggi Emma rimase a fare compagnia ad Henry.

Per tutto il tempo che rimasi in cucina, sperai sempre di vederla arrivare, le mie labbra sentivano terribilmente la sua mancanza, ma ciò non avvenne.

-....chiaro? Oh si si mi sembra molto bella la tua maglia Henry- disse Emma appena ritornai in salotto, era una mia impressione o aveva appena cambiato discorso?

-Mamma allora vado a cambiarmi così partiamo subito- esclamò mio figlio eccitato, troppo felice per una semplice girata al luna park.

-Non sei venuta in cucina- commentai triste, dopo che mi figlio se ne fu andato dalla stanza.

-Che ce Regina? Per caso ti mancavo?- chiese la bionda cambiando subito il tono della sua voce, avvicinandosi poi lentamente a me.

-Ma figurati- risposi gelida, per poi avvicinarla a me e baciarla.

Mentre ancora le nostre labbra erano unite sentì nascere un sorrisetto sul viso della bionda.

-Adesso scappo, voi divertitevi mi raccomando- spiegò prendendo velocemente la borsa che aveva lasciato a terra, ma prima di uscire dalla porta avvicinò ancora i nostri visi.

-Buon lavoro tesoro- dissi ad una stanza ormai vuota e fu così che mi ritrovai a sorridere come una scema, senza un reale motivo o forse il motivo era semplicemente uno.

Ero felice.

7:30 P.M.

Pov.Emma

Accesi l'ultima candela e mi guardai intorno soddisfatta di me stessa.

Dovevo ammettere che avevo fatto proprio un bel lavoro.

Guardai l'orologio appeso al muro e cadendo in agitazione rifeci il giro della stanza per vedere se ci fosse qualcosa fuori posto.

Henry e Katrhyne avevano preso parte alla mia operazione, che il ragazzino avevo voluto insistentemente nominare Maggiolino, anche se non ne avevo capito il nesso, ma lui aveva spiegato che era un nome in codice che nessuno avrebbe potuto decriptare.

Katrhyne mi aveva aiutato con la cucina, e stasera Henry sarebbe andato a dormire da lei; stamattina mentre Regina puliva in cucina gli avevo spiegato tutto il piano e lui era subito andato a prepararsi un borsone.

Sentì le chiavi smanaccare nella porta e presi un bel sospiro.

-Katrhyne che ci fai qui?- sentì Regina chiedere sorpresa.

-Sono venuta a prendere Henry- rispose semplicemente.

-Ah interessante, e potresti degnarti di dirmi dove avresti intenzione di portare mio figlio?- chiese ironica Regina.

-Tu entra e chiudi il pecco- rispose quella.

-Ciao Mamma- sentì dire al ragazzino.

-Henry, Kathryne ma cosa..?- esclamò la donna frustata, poco dopo sentì il rumore dell'automobile che se ne andava.

-Ma tu guarda questi..- mormorò scioccata entrando finalmente in casa.

-Ciao amore- la salutai dolcemente, appoggiandomi al muro del corridoio.

La donna che pensava di essere sola in casa si spaventò e le chiavi le cascarono di mano.

-Emma ma cosa..?- chiese a bocca aperta squadrandomi dalla testa ai piedi.

Per l'occasione avevo indossato un vestito rosso che arrivava fino al ginocchio, e fui felice di vedere che regina mi stava praticamente spogliando con gli occhi.

Di fronte a quello sguardo arrossì un po', e prendendola per mano la guidai nel salone.

-O mio dio..è stupendo- esclamò estasiata la donna, osservando la stanza addobbata con vasi contenenti graziosi fiori e candele sparse in giro.

Sotto il suo sguardo meravigliato la guidai fino al tavolo dove come un vero gentiluomo le scostai la sedia per farla accomodare.

-A cosa devo tutto questo?- chiese con la gioia negli occhi.

-Diciamo che mi sono resa conto che noi non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento così...ho deciso di rimediare- le spiegai emozionata.

-Forse dovrei andare a cambiarmi..- provò a dire a disagio.

-Ehi tu sei perfetta così- le dissi, osservando la camicia nera e i jeans che aveva indossato per la piccola gita.

-Allora vi siete divertiti al luna park?- chiesi curiosa.

-Si molto, Henry voleva provare tutto ma poi abbiamo deciso di.......aspetta un attimo- esclamò ad occhi aperti.

-Faceva parte del tuo piano allontanarmi di casa?-

-Esatto- risposi beffarda.

-Quindi oggi non eri a lavoro- disse deducendo da se.

-Esatto-

-Henry ..eravate d'accordo- esclamò capendo solo ora l'atteggiamento strano del figlio.

-Non potevo di certo escluderlo da un'operazione- risposi felice.

-E come l'avete chiamata- chiese curiosa.

-Operazione Maggiolino- e sotto il suo sguardo perplesso aggiunsi -Non chiedere a me- e la mia espressione scoraggiata fece ridere la bruna.

-Adesso mangiamo- proposi emozionata.

Senza aspettare un suo consenso andai in cucina, per poi ritornare in sala da pranzo con una ciotola di spaghetti al pomodoro.

-So che non è un gran che, ma li ho preparati io quindi..-

-Sono fatti con amore- concluse lei arrossendo.

-Esatto- accordai mettendomi a sedere.

Per il primo minuto restammo in silenzio, in uno strano imbarazzo, così dissi la prima cosa che mi passò per la mente.

-Qual'è il tuo colore preferito?- sperai che Regina non pensasse che questo fosse solamente uno stupido gioco da adolescenti, ma fortunatamente non fu così.

-Il nero credo, e il tuo?- non mi stupì della sua scelta e non la trovai affatto lugubre, il nero poteva essere molto affascinante.

-Il rosso credo- risposi col suo stesso tono incerto e ciò fece ridere entrambe.

Da lì la serata si scongelò e tutto filò lisciò.

Parlammo delle nostre preferenze e la conversazione si mantenne sempre leggera e allegra.

Prima però di arrivare al dolce, Regina si fece pensierosa e distratta.

-C'è qualcosa che non va?- chiesi per paura che qualcosa l'avesse turbata.

-Oh no no, è tutto perfetto- rispose incerta.

-Solo che?- chiesi ormai preoccupatissima di aver fatto qualcosa di sbagliato.

-Stavo pensando a un cosa che mi ha detto stamattina Henry- rispose dubbiosa, allora io mi rilassai un poco, non doveva poi essere così grave come temevo.

-Mi ha fatto notare come tu ormai passi praticamente tutto il tuo tempo con noi, in questa casa- precisò con una strana espressione in faccia.

-E questo ti disturba?- domandai preoccupatissima, non potevo perdere Regina, non dopo che questa settimana era stata la più bella della mia vita.

-No assolutamente no- rispose subito chiarendo i miei dubbi.

A quelle parole rilasciai un sonoro sospiro che anche Regina sentì.

-Scusami se ti ho fatto agitare- disse stringendomi una mano.

-Non devi scusarti del fatto che io abbia una fottuta paura di perderti- risposi sinceramente, facendola così arrossire.

-Anche io mi preoccuperei, cioè..scusami non sono brava ad esprimere sentimenti- disse sconsolata.

-Ho capito- la rassicurai sprofondando nei suoi occhi.

-Allora cosa volevi dirmi?- chiesi per distogliere l'attenzione sulle forti emozioni che entrambe stavamo provando.

-Lascia perdere..è una cosa stupida- rispose ridacchiando nervosamente.

-Quello che dice il ragazzino non è mai stupido, dai sono curiosa- la supplicai con la mia faccia da cucciolo al quale sapevo non poteva resistere.

-Ti ho avvertito, sono solo strani farfugliamenti di un bambino, quindi poi non ti lamentare se..-

-Regina!- esclamai interrompendola, per incitarla a continuare.

-Ha chiesto perché tu non puoi trasferirti qua, ma io gli ho subito spiegato che....- balbettò ancora imbarazzata ma io di nuovo la interruppi.

-Mi piacerebbe molto- dissi col cuore a mille.

Non ci potevo credere, Regina mi aveva appena chiesto di trasferirmi da lei?

Cioè tecnicamente era stato Henry, ma non badai molto a quei dettagli.

Non mi importava nulla se era da poco che ci conoscevamo, perché la mia vita senza di lei non era più degna di essere chiamata vita.

Io non avevo una casa in cui abitare, avevo soltanto delle squallide quattro mura in periferia, c'erano solo i beni essenziali, non c'era nulla che la personalizzasse, come se nessuno abitasse veramente lì, ed era vero.

Ormai tornavo in quell'appartamento solo per dormire, e non c'era nulla in quel luogo a cui tenessi, nessuno ricordo felice né triste, neutralità assoluta.

Già da alcuni giorni ormai avevo capito alcune cose.

Non avevo genitori né parenti, solo qualche amico qua e la.

La vita era breve, e dopo la morte di Ruby avevo anche capito che era precaria.

Bisognava viversela, e io volevo viverla con Regina ed Henry, perciò non mi importava di andare piano o di rispettare qualche stupida etichetta, se Regina fosse stata pronta al passo successivo lo sarei stata anche io.

-Aspetta cosa? Sul serio?- chiese incredula.

-Non sono mai stata più seria di così in vita mia- risposi sicura.

-Cioè sempre se tu lo vuoi, io posso aspettare e..- questa volta fui io quella a balbettare e lei quella ad interrompere.

-No lo voglio- rispose guardandomi negli occhi ancora incredula.

Su entrambi i nostri visi comparve un luminoso sorriso.

-Quindi vivremo insieme- commentai incredula.

-E' già..- rispose anche lei incredula.

Con uno scatto mi alzai dalla sedia per raggiungerla, e anche lei prontamente si alzò in piedi, evidentemente entrambe ci eravamo fatte un idea sul come festeggiare.

Il nostro baciò fu aggressivo, dettato dalla passione che i nostri corpi non riuscivano più a trattenere.

Le morsi un labbro facendola gemere, le nostre lingue si incontrarono e da lì iniziarono a lottare per predominare l'una sull'altra.

Regina mi accarezzò i capelli, inclinando la testa per farmi aver maggiore accesso alla sua bocca.

Io avvolsi i suoi fianchi con le mie braccia stringendola di più a me.

Continuammo a baciarci quando sentì la sua mano appoggiarsi sulla mia gamba, per un secondo rimase immobile, ma poi cominciò a salire, infilandosi sotto il vestito.

-Regina...sei sicura?- chiesi col fiatone, avendo trattenuto il respiro per continuare il più possibile quel baciò mozzafiato.

-Si e tu?- chiese dolcemente appoggiando la sua fronte alla mia, scacciando via l'imbarazzo.

-Ho aspettato abbastanza- risposi focosa, felice della sua risposta.

Fu una tortura staccarmi da lei, ma lo feci comunque, per poi prendere subito la sua mano e guidarla dolcemente e lentamente verso la camera da letto.

Mi sedetti sul letto insieme a lei e cauta cominciai a baciarla, volevo che la nostra prima volta insieme fosse speciale.

-Non abbiamo mangiato il dolce- mugugnò teneramente sulle mia labbra.

-Sei tu il dolce- risposi maliziosamente facendola ridere.

Portai le mie mani sulla sua camicetta e lentamente cominciai a sbottonarla.

Dopo che mi fui liberata di quell'inutile pezzo di stoffa ammirai estasiata il suo petto coperto solo da un reggiseno nero.

-Sei bellissima- commentai facendola arrossire.

Lei portò le sue mani ad accarezzarmi il collo, ma sentì che la sue carezze si stavano facendo indecise e i suoi occhi perplessi.

-Regina guarda che se vuoi ci fermiamo, non c'è nessuna fretta- dissi dolcemente per rassicurarla.

-No io voglio farlo è solo che..- tentò di spiegare balbettando.

-Solo che?- chiesi dolcemente per farle capire che poteva dirmi tutto.

-E' che...è la mia prima volta con una donna e io..bé..non so cosa fare- mormorò imbarazzata, guardando per terra.

-Ehi no tranquilla- le dissi prendendo delicatamente il suo viso per portarlo a incontrarsi con i miei occhi.

-Ti fidi di me?- le chiesi speranzosa.

-Con tutta me stessa- rispose sicura e ciò non fece altro che far aumentare i battiti del mio cuore.

-Allora tranquilla, e non imbarazzarti, non hai motivo per farlo- la rassicurai e ciò sembrò convincerla.

Ritornai a baciarla e lentamente la feci stendere sotto di me.

-Ti amo Emma- disse all'improvviso, facendo riempire di gioia il mio cuore.

-Ti amo Regina- risposi sicura, incatenando i suoi occhi ai miei, in una muta promessa di amore eterno.

--------

Hello!Finalmente Regina ed Emma compiono il grande passo, anzi i due grandi passi, e ringraziamo Henry per questo. Spero che tutto ciò non vi sembri troppo affrettato, e almeno dal punto di vista di Emma spero di aver chiarito un po' la situazione trasferimento. Bene sono curiosa di sapere le vostre impressioni quindi vi saluto e spero in tanti commenti.

P.S. Come avrete visto c'è stato un salto temporale di una settimana.

  
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