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Autore: Exorcisto    02/02/2009    1 recensioni
[Post-serie] Allen Walker scopre che fronteggiare Akuma è molto più semplice che esprimere i propri sentimenti. Una storia che ha inizio il 25 Dicembre.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1. The 25th

 

 

 

La luna è alta nel cielo, la sua luce soffusa rischiara  una stanzetta altrimenti immersa nell’ombra.

Il ragazzo dai capelli nivei non riesce a dormire. Ha la mente satura di pensieri.

Non chiuderà occhio questa notte.

 

Poi, nel silenzio, una voce.

Nel buio, un sorriso.

 

 

Allen dischiuse pigramente gli occhi; il sole filtrava appena nella stanza semibuia. Una vivace musichetta serpeggiava nella sua camera da sotto la porta chiusa, così come un invitante profumino di dolci appena sfornati. Allen ne rimase piacevolmente stordito; il ricordo che l’aveva tormentato quella notte era del tutto scomparso dalla sua memoria, inghiottito dall’eccitazione della consapevolezza. Era Natale.

Allen si guardò attorno. Timcampi non era con lui.  Sospirò. Komui l’aveva fermato il giorno prima, appena arrivato dalla Sede Asia, e aveva insistito per portare con se il golem di Allen, con l’intento di visionare le registrazioni che aveva effettuato in quel periodo di lontananza dal quartier generale dell’Ordine Oscuro.

Trascorsi pochi istanti, qualcuno bussò alla porta, riportando Allen alla realtà. “Lenalee” intuì il ragazzo, mentre si infilava una felpa sopra il pigiama e si precipitava ad aprire. E, infatti, lei era lì.

Indossava un maglioncino scarlatto, molto natalizio, sopra una minigonna verde scuro, e tra le braccia reggeva un grosso sacco rosso fuoco. I capelli erano più lunghi di come li ricordava ed ordinati, il viso pulito, il sorriso stampato sulle labbra. La solita, dolcissima Lenalee.

–Buon Natale, Allen-kun!- cinguettò lei non appena se lo ritrovò davanti, infagottato nella solita felpa. –Buon Natale a te, Lenalee- rispose lui con un sorriso, rientrando in camera solo per recuperare dalla scrivania un piccolo pacco avvolto in carta da regalo blu notte stampata ad orsetti, che le porse tempestivamente.

–Il tuo regalo- le disse, mentre lei, il sorriso sempre più ampio, estraeva dal sacco un pacchetto grosso il doppio e lungo il triplo, che fece avvampare Allen dal disagio. Lenalee sembrò intuire i suoi pensieri, perché prese subito a rassicurarlo.

–Oh, andiamo! Sono sicura che il tuo regalo mi piacerà un sacco, Allen-Kun. Il mio è una sciocchezza, te l’assicuro!- Allen le fu immediatamente grato, e si sentì già più disteso, mentre osservava Lenalee depositare il regalo che le aveva appena dato nel sacco, completamente colmo di pacchetti e pacchettini di tutte le dimensioni e colori.

–Pe…però, quanti regali che hai lì…!- balbettò quindi, cogliendo l’occasione per cambiare discorso e riscuotersi così dall’imbarazzo.  

Lenalee sorrise. –ho pensato di fare un regalo proprio a tutti, quest’anno.- spiegò, spalancando totalmente il sacco, così che Allen fu libero di sbirciare al suo interno –quel pacco grande è per Miranda- spiegò Lenalee, indicando un grosso pacchetto azzurro -un maglioncino identico al mio e un profumo che le piace. Quello rosso è per Lavi, è una sciarpa. Poi a mio fratello ho comprato una nuova tazza da caffé….e…beh, poi vedrai. Non voglio trattenerti oltre. Devi prepararti e correre in mensa, la colazione oggi è assolutamente speciale!-

Allen annuì, ostentando un sorriso, ma era turbato. I regali che lui aveva comprato non erano assolutamente all’altezza di quelli di Lenalee. Non erano così…azzeccati.

–A-allora faccio in un attimo. Grazie ancora del pensiero, Lenalee- le disse. Lei gli elargì un nuovo sorriso, mentre si buttava il sacco in spalla.

–Non aprirlo subito, mi raccomando. Portalo giù, li apriamo sotto l’albero- Allen assentì, ricambiando il sorriso come meglio potè.

Mentre si allontanava lungo il corridoio, prima ancora che Allen avesse il tempo di rientrare in camera e chiudersi la porta alle spalle, Lenalee si voltò nuovamente verso di lui. –Ah, buon compleanno, Allen-kun- gli disse, con gli occhi che le brillavano. Poi gli voltò nuovamente le spalle e scomparve dietro l’angolo.

 

Una volta solo nella sua camera, Allen si ritrovò a fissare con aria preoccupata un pacchetto arancio sbiadito che troneggiava sulla scrivania in mezzo ad alcuni altri. Un brivido gli attraversò la schiena, ma cercò di non dargli troppo peso. Si sentiva turbato, e non riusciva a capire il perché. “E’ Natale, è Natale, è Natale” continuava a ripetersi, ma il mattone che gli opprimeva lo stomaco non sembrava voler andar giù. Per tutto il tempo che trascorse nella stanza, Allen seguitò a sentirsi inquieto, ma cercò di fare più in fretta che potè. Si buttò addosso la prima camicia bianca che trovò nel suo guardaroba e vi aggiunse una cravatta rossa; indossò poi un paio di pantaloni neri, si legò i capelli in un codino e fu pronto.

“Adesso vai giù e goditi la colazione” si disse non appena fu fuori dalla porta della sua stanza, i regali che doveva consegnare stretti tra le braccia, impilati l’uno sull’altro in precario equilibrio. Erano gradevoli a vedersi così, tutti colorati. Ma lui era pieno di dubbi sul loro contenuto. “Vedrai che i regali piaceranno a tutti” si disse per tranquillizzarsi, mentre procedeva verso la mensa.

Quando vi fece il suo ingresso, trovò la mensa brulicante di gente.

La prima persona che vide fu Kanda, seduto ad uno dei tavoli più lunghi; sfoggiava un’impeccabile aria da funerale. Indossava la tenuta da esorcista, segno inequivocabile che per lui Natale era un giorno come tutti gli altri.

Al suo fianco, Miranda vestiva una sobria camicetta bianca e un paio di pantaloni neri fascianti, ma i capelli mossi erano decorati da un insolito cerchietto completo di corna da renna.

Kanda sembrava imbarazzato per lei e cercava di guardarla il meno possibile, forse per questo incrociò lo sguardo di Allen mentre lui si faceva largo tra i tavoli stracolmi, carico di pacchetti, alla ricerca di Lenalee, e non perse occasione di indirizzargli un’occhiataccia delle sue.

Allen fece finta di niente e lo salutò educatamente con un gesto della mano, cercando di non far cadere i pacchetti; non aveva intenzione di dargli corda.

Kanda lo seguì con lo sguardo, mentre andava a sedersi accanto a Lenalee, seduta ad un tavolo più in là:  a quanto pareva, lei aveva premurosamente tenuto occupato per lui il posto accanto al suo.

–Grazie, Lenalee- le disse Allen non appena si fu seduto, ed ebbe appoggiato i regali sul tavolo. Lenalee li osservò con curiosità. –per chi è questo, Allen-kun?- gli chiese, accarezzando con una mano un sacchettino di stoffa verde scuro, chiuso con un elegante fiocco color oro. –che bellissimo pacchetto! E’ un peccato che debba essere aperto!-

Allen si concesse un sorrisetto divertito. –Non l’ho fatto io, Lenalee- ammise, mentre addentava una delle brioche che lei aveva cortesemente preso per lui. –è stata la signora del negozio, quando ho comprato il reg...- Lenalee ridacchiò, interrompendolo. –Certo che non l’hai fatto tu, Allen-kun. Ad esempio, il regalo per me è impacchettato malissimo- Allen avvampò; non se l’aspettava minimamente una simile osservazione da parte sua. D’altronde, aveva cercato di incartare i regali nel miglior modo possibile, anche se non era mai stato veramente capace di farlo in modo adeguato. –Lenalee….!- sbottò, quindi, contrariato, mentre lei scoppiava a ridere, una mano davanti alla bocca. Fu allora che Lavi arrivò, i capelli rossi arruffati e liberi dall’abituale fascia, l’aria di chi è stato costretto controvoglia a scendere dal letto. Indossava una camicia nera, un paio di pantaloni dello stesso colore, e guanti scuri tagliati sulle dita.  Prese posto davanti ad Allen, e rivolse loro uno sguardo nettamente appannato dal sonno. –Hey Allen, bentornato…Lenalee- biascicò. -Buongiorno, Lavi- lo salutò Lenalee, sorridente, porgendogli una tazza di caffé. –i tuoi regali?- -Sono sotto l’albero- rispose lui, sbadigliando. –curiosa di sapere cosa ti toccherà quest’anno, per caso?-

Lenalee annuì, ridacchiando. –mi aspetto qualcosa di speciale, da parte tua, Lavi- Lui sorrise, portando una mano ad arruffare teneramente i capelli della ragazza.  –sei curioso anche tu, vero, Allen-kun?- domandò Lenalee, distogliendo bruscamente il ragazzo dai suoi pensieri. Per Allen fu drammatico tornare alla realtà; si era perso nei meandri della propria mente, rivivendo il ricordo che l’aveva tenuto sveglio quella notte. –Cosa?- domandò quindi, confuso, e si sentì un cretino, mentre Lenalee gli ripeteva la domanda. –Si, sono un po’ curioso anch’io- confermò alla fine, sorridendo impacciatamente a Lavi, che aveva preso a sorseggiare il suo caffé. Si sentiva stranamente a disagio. –Questo è per te, Lavi- gli disse poi, afferrando il pacchetto arancio sbiadito e porgendoglielo. Il sorriso che lui gli rivolse di rimando lo fece sentire stranamente appagato. Improvvisamente, si sentì importante, fondamentale. –Grazie, Allen- In quel momento, Komui si alzò dal suo tavolo e si diresse verso di loro. –Tutti ad aprire i regali!- intimò, con la voce acuta e l’aria gioviale di sempre. Allen, Lavi e Lenalee finirono frettolosamente di consumare la loro colazione e lo seguirono. Mentre uscivano dalla stanza, Allen, i pacchi nuovamente tra le braccia, incrociò ancora lo sguardo di Kanda.

 

Crowley girovagava accanto all’imponente albero di Natale, gli occhi lucidi. –Ci sono moltissimi regali per me!- disse ad Allen, la voce rotta dalla commozione, quando loro lo raggiunsero. Allen gli sorrise, mentre andava a depositare i regali sotto l’albero. –Ma certo, Crowley. Tutti qui ti vogliono bene!- intervenne Lenalee, estraendo dal sacco anche il suo regalo per lui. Crowley scoppiò a piangere a quella visione, e le sue lacrime raddoppiarono quando Allen gli mise tra le mani un malfatto pacchetto color viola prugna. Allora si chinò su di lui e lo strinse con tutta la forza possibile, stritolandolo in un abbraccio più che caloroso. Allen si sentì soffocare. –Mi..mi…f-fai male, Cr-Crowley…!- riuscì a dire a fatica, divincolandosi come meglio poteva dalla stretta micidiale dell’amico.  Solo allora Crowley si accorse di ciò che stava accadendo e lo lasciò libero in fretta e furia, scusandosi a più non posso.

–Sei troppo emotivo, Kuro-chan!- lo rimproverò scherzosamente Lavi.

–Il signor Crowley ha un cuore d’oro- ribadì Miranda, che nel frattempo si era unita a loro. Con lei c’erano anche Kanda,  le braccia incrociate al petto, l’espressione annoiata, e il vecchio Bookman, serioso come sempre.

–Hey, Panda!- lo salutò Lavi, avvicinandosi al suo maestro, sinceramente felice di vederlo. Il violento scappellotto che ricevette in seguito al suo saluto fu la conferma del fatto che non è vero che a Natale si è tutti più buoni.

Quelli del maestro di Lavi furono i primi regali ad essere aperti. Il vecchio Bookman aveva regalato libri a tutti, nessuno escluso. Allen accettò il regalo di buon grado, e ringraziò più volte l’anziano esorcista del pensiero.

Poi, fu il turno dei regali di Crowley. Il suo fu un regalo davvero incredibile. Quella che si ritrovò tra le mani Allen non appena ebbe aperto il suo pacchetto, una scatola dal coperchio forato, fu una pianta intricata, con grandi rose di uno straordinario colore azzurro pallido, chiusa in un cubo di vetro bucherellato. Era più affascinante di una pietra preziosa ed Allen ne rimase incantato. Accanto a lui, anche gli altri avevano avuto la medesima reazione. La pianta di Lenalee era aggraziata e flessuosa, ornata di grandi gigli bianchi come la neve. Sembrava fragile, ma non lo era affatto. Miranda aveva ricevuto un’elegante pianta di camelie rosa, Kanda un cactus costellato di piccoli fiori. Quella di Lavi era una composizione di crisantemi, che lo lasciò abbastanza perplesso. Erano di differente colorazione, ma spuntavano dalla terra come un solo essere, per poi diramarsi come i rami di un albero. La pianta di Komui era un trionfo di fiorellini gialli, i fiori di quella di Bookman avevano un arcobaleno di tonalità differenti.  Allen fu il primo a ringraziare Crowley del regalo.  

Non riusciva a smettere di guardare le rose: erano di un colore straordinario, non ne aveva mai viste così. –non pensavo esistessero rose azzurre- rifletté ad alta voce, e Crowley lo guardò con infinita dolcezza. –sono il simbolo dell’impossibile, dell’inconsueto. Ho pensato fossero perfette per te, Allen- Allen ammutolì e Linalee, che aveva sentito tutto, sorrise. –sono d’accordo, Allen-kun è una persona assolutamente diversa da qualunque altra. E perché a me i gigli, Crowley?- gli chiese, avvicinandosi. -Naturalmente perché sei pura come un giglio, Linalee- rispose lui con semplicità. Linalee arrossì.

–Ho riflettuto molto su quali piante fossero perfette per ognuno di voi. Le camelie che ho regalato a Miranda sono simbolo di bellezza e di superiorità non sfoggiata, i fiori della pianta del signor Bookman sono fresie, e rappresentano l’amore per l’arcano e la ricerca delle verità sepolte. Per Lavi ho scelto dei crisantemi perché hanno svariati significati, così come lui ha diverse sfaccettature. Al signor Kanda ho regalato un cactus fiorito perché sembra un ragazzino duro, ma è solo l’aspetto che desidera mostrare di se stesso. In realtà ha un grande cuore.- -e la pianta di mio fratello?- lo interruppe Linalee, osservando Komui intendo a studiare i piccoli fiori gialli. –ah, per lui il discorso è diverso, Linalee. Gli ho voluto regalare una pianta di Eupatoria per esprimergli la mia gratitudine e il riconoscimento per avermi accettato nell’Ordine. E’ stato così…buono…con me-

Fu quasi meccanico per Linalee e Allen consolare Crowley, scoppiato disperatamente a piangere. Ma entrambi ne furono infinitamente felici. Amavano Crowley, la sua sensibilità. E quel regalo non potè che dimostrare ad entrambi che anche lui provava lo stesso per tutti loro.

Dopo Crowley, fu Linalee a distribuire i propri regali. Quando Allen finalmente aprì il suo, si ritrovò davanti ad un cesto regalo pieno di qualsivoglia leccornia. Gli venne da piangere. Linalee aveva scelto il regalo perfetto anche per lui.

–Grazie mille, Linalee- le disse, sorridendole. –è un bellissimo regalo- -sapevo che ti sarebbe piaciuto Allen-kun- gli rispose lei, ricambiando il sorriso. Allen si disse che Linalee era la migliore amica che chiunque avrebbe desiderato avere, sempre premurosa e amorevole con tutti, e con lui non faceva eccezione.

La ringraziò ancora del regalo,più volte, mentre osservava gli altri aprire i loro. Crowley, che si era appena calmato, era scoppiato nuovamente a piangere davanti alla camicia adorna di merletti che Linalee gli aveva comprato; Kanda guardava a metà tra lo stupito e l’ammirato una pregiata katana da esposizione che Linalee aveva probabilmente pagato un occhio della testa; accanto a lui, Miranda stringeva al petto una boccetta di profumo e un maglioncino rosso nuovo fiammante, visibilmente commossa. Lavi aveva già indossato il suo regalo, una sciarpa nera, con un mezzo sorriso stampato sul volto, mentre Bookman, che esibiva tra le mani una ricca confezione di tè pregevole, aveva un’aria molto compiaciuta. Infine, Komui sorrideva tra se e se rigirandosi tra le mani un’ enorme tazza da caffè. 

Linalee rivolse sorrisi a tutti ed ebbe una parola carina per ognuno di loro. Lavi era il più entusiasta di tutti. La abbracciò forte sussurrandole qualcosa all’orecchio, mentre la ringraziava del regalo, poi le consegnò il suo. Linalee rimase sorpresa davanti al coniglietto rosa di peluche che si ritrovò tra le mani, ma dopo un attimo di smarrimento, lo strinse al petto e abbracciò a sua volta Lavi, contenta. –è davvero tenero, Lavi- gli disse coccolando l’animaletto di peluche, quando si fu staccata da lui. –ogni volta che lo stringerò, penserò a te- gli assicurò, e il sorriso soddisfatto che si dipinse sulle labbra di Lavi infastidì violentemente Allen, che non potè che voltare lo sguardo ritrovandosi per la terza volta in una giornata gli occhi di Kanda addosso. Allen allora abbassò lo sguardo, poi marciò impacciato verso Crowley, che ancora stava singhiozzando mormorando ringraziamenti a Linalee, che non lo sentiva neppure, intenta com’era a rigirarsi tra le mani il coniglietto di peluche.

Allen rialzò lo sguardo solo quando Lavi venne a consegnare a lui e a Crowley i suoi regali per loro. Mentre gli porgeva il suo regalo –un pacchetto identico a quello di tutti gli altri- Allen si perse nello sguardo smeraldino dell’amico, e solo con immenso sforzo riuscì a tornare alla realtà. C’era qualcosa che non andava. Lavi si allontanò da loro non appena cominciarono ad aprire i pacchetti. Allen era frastornato mentre cercava di liberare quella che sembrava una cornice dalla carta colorata. Quando finalmente il contenuto del pacchetto venne alla luce, Allen rimase di sasso. Lavi gli aveva effettivamente regalato una cornice, a lui come a tutti gli altri, Linalee esclusa. E fin qui non ci sarebbe stato nulla di bizzarro, ma la foto incorniciata era una foto di Lavi stesso, completa di dedica e autografo. “Bookman”, era stato scribacchiato in un angolo, in una calligrafia disordinata. Anche Crowley, accanto ad Allen, era rimasto basito, e così tutti coloro che ricevettero la foto incorniciata. Solo il vecchio Bookman si sbilanciò a suo modo: Lavi ricevette schiaffi e rimproveri taglienti da parte del suo maestro, che lo chiamò “ragazzino immaturo”, “presuntuoso” e “incompetente”.

Komui approfittò della confusione per distribuire i suoi regali, Miranda si portò sotto il grande albero di Natale per raccattare i suoi. L’eccentrico fratello maggiore di Linalee regalò a tutti quanti un manuale per la manutenzione delle armi anti-akuma, risparmiando solo Linalee stessa, la quale ricevette un prezioso vestito di seta cinese. Komui approfittò della sua sorpresa per farle promettere di indossarlo la sera stessa. –ti starà benissimo, Linalee!- commentò Miranda, che, sotto l’albero aveva una pila di regali accanto a se e stava sfogliando il manuale regalatale da Komui, l’aria distratta. –qui ci sono i miei regali- disse poi, con un sorriso, e tutti si mossero come belve affamate verso l’albero di Natale, Allen e Kanda per ultimi.

Miranda prese a consegnare regali a tutti, controllando con cura le etichette sui pacchetti per non sbagliare. Ma fu subito chiaro che qualcosa non andava, dato che Kanda, aperto il suo regalo, divenne scuro in volto. Allen notò il suo sguardo assassino e si allontanò il più possibile da lui, affiancandosi a Miranda per ringraziarla del regalo che gli aveva fatto, un cuscino. –oh, ma questo non è per te, Allen- gli comunicò lei imbarazzata, portandosi una mano alla bocca; poi si guardò attorno e sbiancò.

Il suo sguardo si soffermò dapprima su Kanda, ammutolito e furioso davanti alla trousse di trucchi che teneva in mano, poi vagò da Lavi, che contemplava confuso un timcampi di pezza, grattandosi il mento, e Bookman, che soppesava perplesso i fermacapelli che aveva trovato nel pacchetto, a Linalee, che osservava compiaciuta un kimono da donna blu notte e Crowley, che si rigirava tra le mani una sveglia piuttosto grande. Komui, al contrario di tutti gli altri, non aveva niente da studiare: era, infatti, l’unico senza regalo e si guardava intorno imbarazzato, non sapendo cosa fare.  A quella visione Miranda perse totalmente il controllo di sé: -Fermatevi, per caritàààààà!- urlò a pieni polmoni, alzandosi di colpo e facendo traballare pericolosamente l’albero di Natale. Tutti, spaventati, si erano voltati verso di lei, e ora la guardavano, rossa in viso e con lo sguardo basso. -ho fatto confusione con le etichette, perdonatemi!- ammise, e come una furia corse verso di loro, ritirando i loro regali scartati e ammucchiandoseli tra le braccia fino a creare un’alta pila, rischiosamente precaria.

Solo il timcampi di pezza raggiunse il suo legittimo proprietario sfuggendo alle grinfie di Miranda: -questo è sicuramente tuo,Allen!- gridò infatti Lavi, e prima ancora che riuscisse a rendersene conto, Allen stringeva tra le mani un duplicato imperfetto del Timcampi vivente; Miranda doveva averlo fatto a mano, e Allen ne ebbe conferma quando notò sulle mani della ragazza una serie di piccole ferite. Provò a dirle qualcosa, ma Miranda aveva cominciato a ridistribuire i regali. Allen sorrise tra se e se, accarezzando le piccoli ali del pupazzo, mentre la osservava scusarsi con tutti. Anche Miranda era un’ottima amica.  Poi il suo pensiero corse a Timcampi, nello studio di Komui. Si chiese per quanto tempo dovesse ancora trattenerlo lì.

Intanto intorno a lui c’era gran confusione: il regalo di Crowley (un diario) sembrava scomparso nel nulla (con evidente disperazione di Crowley), ma dopo un’estenuante ricerca anche quella questione fu risolta, e i regali finirono finalmente tra le mani dei legittimi destinatari. I fermacapelli erano in realtà per Linalee, la sveglia per Lavi, il cuscino per Komui, e ognuno di loro fu più che felice del proprio “nuovo” regalo, ma Kanda e Bookman ne uscirono comunque sconcertati. Il kimono che era capitato tra le mani di Linalee, infatti, era in realtà destinato a Kanda, mentre i trucchi ricevuti erroneamente da Kanda erano per Bookman. Miranda si scusò più volte con Kanda, dicendo d’aver fatto richiesta di un kimono e di aver dimenticato di precisare “da uomo”. A Bookman non disse nulla, e lui non asserì né fece niente che potesse farla sentire in imbarazzo, ma Lavi aveva le lacrime agli occhi e cercava di non scoppiare a ridere senza freni.

Allen cercò quindi di arginare la situazione. Facendosi coraggio, mosse qualche passo verso l’albero, e recuperò goffamente i suoi regali. Fu una fatica impilarli ancora uno sopra l’altro, e mentre compiva la delicata operazione, cominciò a sudare freddo. Linalee e Lavi avevano già in mano i loro pacchetti ed erano pronti a scartarli. –Allen-kun!- lo chiamò Linalee, agitando una mano –noi apriamo,va bene?- Allen sorrise e annuì incerto, mentre consegnava i regali a tutti. Non osava guardare Lavi, intento a scartare il suo, e non sapeva perché. Kanda lo scrutava torvo, le braccia incrociate al petto, e non mutò espressione neppure quando Allen gli ebbe consegnato il pacchetto a lui destinato. –buon Natale- gli disse Allen, e si allontanò il più velocemente possibile, portandosi accanto a Crowley e Miranda, che quantomeno non lo facevano sentire a disagio. –ti ringrazio molto del regalo, Allen- gli disse Miranda. Aveva già indossato la collanina che Allen le aveva comprato.  –è davvero molto graziosa- Aveva la voce rotta, e Allen sperò che non scoppiasse a piangere come invece aveva prevedibilmente fatto Crowley, che singhiozzava senza ritegno in un angolo tenendo tra le mani un castello in miniatura rinchiuso in una boccia di vetro, che, se scossa, generava una pioggia di neve fittizia.

Quando l’aveva visto, sulla scaffale di un negozietto appartato, Allen aveva subito pensato al castello di Crowley. Pensò di raggiungere l’amico per tranquillizzarlo per l’ennesima volta, ma venne bloccato da Linalee, che voleva ringraziarlo per un ciondolo in argento a forma di nota musicale. –di niente, Linalee- le disse lui; e poi fu la volta di Bookman, che gli disse grazie per un simpatico berretto di lana, e di Komui, che era rimasto sbalordito davanti alla costosa stilografica che Allen gli aveva regalato. Persino Kanda fece un cenno con la testa prima di andarsene, portando con se il set da pranzo giapponese che aveva trovato nel pacchetto. Allen ne rimase sconvolto, non se lo aspettava da parte di una persona tanto scorbutica.

Quando si riscosse dai suoi pensieri, notò Lavi avvicinarglisi. Ad un polso portava il braccialetto che lui gli aveva regalato. Sorrideva. Non lo ringraziò, ma gli scompigliò i capelli con la mano. –ti sarà costato un sacco,eh,Allen?- Allen si sentì bruciare.

Non disse nulla, almeno fino a quando Lavi non si fu allontanato. Sotto l’albero erano rimasti solo dei piccoli pacchetti apparentemente identici tra di loro. –sono i regali di Kanda!- esclamò Linalee, correndo a cercare il suo. Gli altri fecero lo stesso, e alla fine tutti si ritrovarono tra le mani un paio di guanti di lana di indubbia qualità. L’unica cosa che li distingueva era il colore: quelli di Allen erano bianchi, quelli di Linalee verdi. Miranda li ricevette di una tristissima tonalità di marrone, Crowley neri, Bookman grigi e Komui blu. Infine, quelli di Lavi erano rossi. Trascorse qualche minuto di attonito silenzio, poi Linalee e Komui scoppiarono a ridere di cuore. –quest’anno Kanda si è proprio impegnato, eh, fratellone?-

  
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