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Autore: Celtic_spirit    02/02/2009    5 recensioni
“ Sei tornato, fratellone!” Lo accolse felice, con la sua innata dolcezza. Ciò che li aveva sempre distinti maggiormente, era quella dolcezza. Edward ricambiò il sorriso, poi voltò lo sguardo indietro verso l’esterno, osservando per un lungo momento il grigio, piovoso crepuscolo, poi sussurrò “ Sono tornato.” Semplicemente una riflessione di Edward, su se stesso, sul fratello, sulla loro vita, appena un poco Au. (ma poco) Basata sul rapporto di Edward con il fratello.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono Tornato

Quando la pioggia aveva cominciato a cadere, non ci aveva fatto caso.

In fondo che male poteva fargli, un po’ d’acqua? Magari l’avrebbe semplicemente purificato, gli avrebbe lavato di dosso quel terribile peccato, che si portava addosso da troppo tempo.

Certamente, Edward, contaci.

Come se non ci avesse già provato decine di volte.

Pensi veramente che l’acqua possa lavar via ciò che hai fatto?

Era sempre stata una sua abitudine, stare sotto l’acqua, quando si sentiva sporco. Ma ciò che lo sporcava se ne stava rintanato nell’animo. Nemmeno dell’acqua Santa avrebbe potuto lavare via quella macchia.

Le immagini di quella notte riemersero violente nella sua memoria. Ancora una volta.

Non dimenticare!

Come se fosse possibile.

Ti piacerebbe, Edward, poter dimenticare?

Ogni volta che i suoi occhi si posavano sul fratello, i sensi di colpa gli attanagliavano il petto, gli salivano fino in gola, lo soffocavano. Alphonse. A quale destino si era dovuto arrendere, per colpa sua? Eppure mai, mai, gli aveva rinfacciato qualcosa. Quando Edward in preda allo sconforto si addossava ogni responsabilità, e iniziava a piangersi addosso, Alphonse era lì, pronto a consolarlo, a ricordargli che quell’errore l’avevano commesso insieme. L’avevano voluto entrambi, ed entrambi avevano pagato. Era giusto così, no? Scambio Equivalente.

A quel tempo, noi eravamo sicuri che fosse anche la verità della vita.

Al, nonostante tutto, era stato la sua ancora di salvezza. Come minimo Edward avrebbe dovuto provare vergogna. Al aveva perso tutto, e nonostante questo era stato costretto a tenergli sempre su il morale, a sorreggerlo, tutte le volte che rischiava di cedere. E Edward rischiava di cedere molto spesso. Edward sapeva che senza Alphonse la sua vita sarebbe finita quella stessa notte. Ed è per questo che continuava ad andare avanti. Lo doveva ad Alphonse. La sua vita, alienata da quella del fratello, non avrebbe più avuto alcun senso, perché il suo scopo, il fine della sua esistenza, era ridare ad Al il corpo che aveva perso per causa sua.

È colpa tua, Edward.

Ma ora era tutto risolto, no? Alphonse aveva riavuto il suo corpo, Ed aveva raggiunto il suo scopo. Ora loro erano di nuovo una famiglia felice... lo erano? Per quanto ogni giorno Al gli ripetesse quanto gli fosse grato, e quanto lui fosse il ‘fratellone’ migliore al mondo, Ed temeva sempre che nel cuore del piccolo vi fosse, sopito, un risentimento che un giorno, risvegliandosi, li avrebbe separati. In fondo, per quanto Al fosse una persona di buon cuore, chi può perdonare chi ti ha rovinato la giovinezza, seppur questa persona sia tuo fratello? Chi può farlo? Per quanto, durante tutti quegli anni, Alphonse avesse giurato di poterlo fare, di averlo già fatto, Ed non gli aveva mai creduto del tutto.

Povero Edward, chi si perdette veramente, quella notte, fosti tu.

Già, aveva smarrito la strada. Era diventato un peccatore.

Si spalanchino i cancelli dell’inferno, per Edward Elric!

Un peccatore, ed aveva trascinato Al con sé: il suo errore più grande. Quanto a lungo i fratelli Elric avevano viaggiato, alla ricerca della salvezza? Troppi troppi anni. Lo diceva la gente, che narrava la loro storia con stupore, come se fosse stata una leggenda. La leggenda di due bambini, che a soli dieci anni avevano osato mettersi alla pari di Dio. Ed erano stati puniti.

Volevamo solo che la mamma tornasse in vita…

La verità era che era diventato cieco, e fino al suo sedicesimo anno di vita, fino a quella trasmutazione miracolosamente riuscita, per andare avanti aveva sempre avuto bisogno della guida di colui che per primo avrebbe avuto il diritto di negargliela.

Grazie, fratellino.

Edward si rese conto che forse quella pioggia iniziava a dargli fastidio quando sentì che i suoi polpastrelli iniziavano a raggrinzirsi. Doveva tornare a casa, oppure Alphonse si sarebbe preoccupato. L’aveva fatto preoccupare fin troppo, nella sua vita. Si alzò finalmente da quella panchina dove ( nuovamente? ) si era fermato a riflettere sul passato. Era l’ora di tornare a casa.

Lungo la strada incrociava decine di persone, del tutto ignare di chi lui fosse, di cosa avesse fatto, e tutto sommato gli faceva piacere. Ora che aveva riavuto indietro il corpo di Alphonse non gli importava più di essere l’Alchimista D’acciaio. Del tutto inutile. Zero importanza.

Il più giovane alchimista che avesse superato l’esame per diventare Alchimista di Stato? Zero importanza. Il braccio destro del nuovo fuhrer (ebbene sì, quel Mustang alla fine ce l’aveva fatta)? Zero importanza. Il primo a non fallire una trasmutazione umana? Il bambino prodigio? Zero importanza.

Lui non voleva essere un eroe, né tantomeno essere indicato come un fenomeno da baraccone. A lui importava solo di essere Edward, il fratello di Alphonse. Gli importava solo di avere di nuovo una famiglia, finalmente.

Giunto davanti alla loro nuova casa aprì il piccolo cancello di legno, facendo appena scricchiolare i cardini, e percorse con estrema lentezza il piccolo viottolo che lo avrebbe condotto fra le mura sicure, fra le braccia del suo fratellino. La sua salvezza. Ad ogni passo si sentiva più sereno, e le angosce che fino a poco prima lo avevano assillato scomparivano, come fantasmi evanescenti. Una volta aperta quella porta deliziosamente decorata con una ghirlanda di fiori, avrebbe visto il sorriso del suo fratellino, che gli era mancato per sei lunghissimi anni, e tutto sarebbe tornato al suo posto. Bussò, mentre sentiva che l’energia di Al scivolava piano fuori dalla casa, e iniziava a pervaderlo soavemente. La porta si aprì, ed Al, come da copione, gli sorrise dolcemente.

“ Sei tornato, fratellone!”

Lo accolse felice, con la sua innata dolcezza. Ciò che li aveva sempre distinti maggiormente, era quella dolcezza. Edward ricambiò il sorriso, poi voltò lo sguardo indietro verso l’esterno, osservando per un lungo momento il grigio, piovoso crepuscolo, poi sussurrò

“ Sono tornato.”

 

The end

 

DUE CHIACCHIERE DA AUTRICE.

Ebbene, non so esattamente questo testo da dove sia saltato fuori, ma devo dire che nonostante la ‘sega mentale’ di Edward è una delle cose più simpatiche che ho scritto nell’ultimo periodo, e senza dubbio l’unica con un lieto fine. Detto questo vi delizierò con le giustificazioni su alcune incongruenze che potrete notare confrontando la mia produzione con la storia originale di FullMetal Alchemist. * colpetto di tosse *

Ho visto il film di FMA, so che finisce diversamente, che loro vanno a vivere a Monaco e blah blah blah, ma io sono un’eroina romantica, una virtuosa dell’immaginazione e mi andava di scrivere qualcosina in una sorta di ‘universo parallelo’ o, come si dice nel gergo di ficwriter una AU ( AU= Alternative Universe, per i profani). Indi per cui… CESTE! XD

Orbene, ora spenderò due parole sul rapporto fra i fratelli Elric, che trovo una cosa meravigliosa: SONO STUPENDI! ( due parole proprio..XD) Sono deliziosamente legati, e ognuno vive per rendere felice l’altro. La cosa più dolce è che, in fondo, ognuno di loro è consapevole del fatto che l’unico vero affetto che gli rimane sia l’altro. Perciò, un po’ per forza, un po’ perché hanno due caratteri deliziosamente complementari, Alphonse e Edward hanno sviluppato questo rapporto fantastico, che io adorerei avere con mio fratello, se ne avessi uno. Credo che ogni coppia di fratelli dovrebbe essere come loro… prendiamoli come Exemplum <3 Miei piccoli, tenerissimi Elric!!

FINE!

   
 
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