Quando la notte t’assale
e ti stringe nella sua morsa.
Rimembri eventi e parole.
Chi ti obbliga a ricordare?
L’impellente bisogno di fuggire.
O malinconia, se scomparissi,
non avrei modo di completare queste righe.
Genere: Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Cos’è il tremore che mi scuote?
Panico che preme per tornare.
O rabbia.
Necessita d’uscire.
A mani vuote stringo dita
intorpidite dalla forza che imprimo.
Rimarranno segni su dorsi e palmi,
saranno monito della notte passata.
Gli uccelli della notte si destreggiano,
giocano con il becco.
Gli spasmi cominciano.
E la mia testa è tartassata.
Spedizioni impreviste dal cielo,
luna rimanda ciò che non vedo.
Accecata dal riflesso nero
che ora mi compone.
Niente lacrime
ma sadico bruciore.
Stappo l’ingorgo, stappo una penna,
l’indecisione mi fa tentennare.
Non è un gioco la mancanza di respiro,
mano disegna
bocca sa d’amaro.
Perché ho seppellito ciò che andava gettato,
ora consumata dal fuoco,
ora intrisa d’emozione.
Ho aspettato,
sbagliato.
Le stelle parlano del tempo che mi rimane.
Parole mai sprecate,
usciranno d’inchiostro dipinte.
Saranno salvezza,
non un miraggio
ma un aiuto nascosto.
Non si dimentica,
s’imprime su carta.
Angolino autrice
Ok. Ho capito che queste idee mi vengono solo all'una di notte...
Queste strofe sono nate da un brutto momento e sono diventate lo sfogo di ciò che mi affligeva. Quindi, se qualcosa è poco comprensibile o assurdo, sappiate che il tutto è l'espressione simbolica del tormento che mi portavo dentro. Siete liberissimi d'interpretare il testo come desiderate :)
C'è chi si sfoga con pugni ed urla, io preferisco farlo "a colpi" di parole.
Alla prossima.
_Among_the_lines_