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Autore: Maico    27/08/2015    7 recensioni
|solangelo accennata, leggera quanto dolce|
Nico di Angelo è sempre vestito di nero.
Perché?
Ve lo siete mai chiesto?
Cosa lo ha portato a scegliere proprio questo colore?
[dalla storia]
(...) Se qualcuno gli avesse mai chiesto perché indossasse solo vestiti neri lui avrebbe risposto "per avere calore".
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'É UN MOTIVO PER TUTTO
 
 
 
 
 
Nico
 
 
Molte persone quando lo vedevano, anche se silenziosamente, si chiedevano come mai indossasse sempre i suoi vestiti neri e il suo giubbotto da aviatore. 
Tutti. 
Nessuno escluso. 
Ma quante persone gli avevano mai posto quella domanda?
Zero. Nessuna. 
Quegli americani non avevano proprio midollo. Erano solo dei vigliacchi. 
Sospirò sconsolato stringendosi proprio tra quei tessuti scuri.  Fuori quel giorno il cielo era grigio, un colore talmente accecante che gli faceva venire mal di testa solo guardandolo una manciata di minuti. 
Sospirò, appoggiandosi meglio al cornicione su cui si era posizionato. 
Osservò la sua gamba destra penzolare pericolosamente nel vuoto. 
Chiuse gli occhi il figlio di Ade, cercando di ignorare il vento gelido che gli spostava i lunghi capelli scuri. 
Erano passate già due settimane da quando aveva scoperto di essere un Mezzosangue. Dalla morte di sua sorella. Dalla promessa infranta di Percy. 
Invece erano trascorsi solo pochi giorni dal suo primo furto. 
Si era preso quei vestiti che adesso indossava sempre. 
Neri. 
Tutto quello che aveva indossato doveva essere di quel colore. 
Rabbrividì nei suoi vestiti troppo grandi per lui. 
Non gli piaceva quel cielo. Odiava la pioggia così come l'inverno. 
Anche se non sembrava a lui piaceva il Sole. Amava il suo calore che gli penetrava nella pelle, fino alle ossa. 
Sentire la sua pelle delicata scottare, bruciare.. Questo è quello che voleva. 
Se qualcuno gli avesse mai chiesto perché indossasse solo vestiti neri lui avrebbe risposto "per avere calore". 
Aveva notato subito che i vestiti scuri attiravano più calore rispetto a quelli chiari. 
All'inizio aveva storto il naso all'idea di indossare roba così cupa, così triste. Ma scavando nella sua mente alla fine aveva accettato quei capi che adesso per lui erano come una seconda pelle. 
Infondo lui era triste e cupo. 
Ma lui cercava un tepore particolare. 
Il suo calore. 
Voleva ritrovare l'abbraccio di Bianca, l'odore di mughetto e lavanda che la caratterizzava. 
Lui la rivoleva. 
Rivoleva sua sorella più di ogni altra cosa al mondo e quei momenti in cui sembrava che il Sole volesse scioglierlo gliela facevano rivedere davanti agli occhi. 
Ma c'era comunque un frammento di lui che rimaneva freddo. 
Quello spicchio del suo cuore che batteva per sua sorella ormai era congelato. Morto con lei. 
E lui voleva che questo battesse ancora, che soffrisse il caldo come il resto di lui. 
Ma lui aveva sempre freddo e non cambiava. 
Per quanto si rannicchiasse e chiudesse sempre più su se stesso il freddo continuava a espandersi, sovrastando il formicolio del calore. 
E il gelo bruciava peggio delle più alte fiamme, facendogli mancare il respiro. 
Il cielo rimaneva bianco, grigio. 
Talmente luminoso come la neve appena caduta. 
Chiude gli occhi feriti di scatto, coprendoseli con una mano. 
Cercò di tenerli aperti senza farli lacrimare. 
Luce. 
Ovunque c'era luce. 
Ma quella più forte era davanti a lui, sospesa nel vuoto del cornicione. 
Una sagoma indistinta che non riconobbe. 
E gli sorrideva con un bianco ancor più candido della sua stessa essenza che lo circondava. 
Gli porse una mano, ridendo gentilmente e facendo sfumare la luce di diverse tonalità. 
E Nico, come ammaliato si alzò, cercando di non perdere l'equilibrio sul piccolo spazio a lui concesso. 
Si avvicinava, senza che se ne accorgesse, tendendo a sua volta una mano verso quella figura luminosa che si allontanava leggermente ogni volta che poteva sfiorarlo con le punte delle dita. 
Saltò, cercando con sempre maggior determinazione di prendere la luce calda di quella creatura, e farla sua. 
Anche l'altro si allungò verso di lui, come percependo il suo desiderio. 
Ma qualcosa andò storto. 
Nico non arrivò fino alla luce che tanto desiderava. 
Precipitò nel vuoto, urlando spaventato. 
Clack!
Il moro sgranò gli occhi, osservando esterrefatto la mano calda che lo stava tenendo e il sorriso che ancora gli era rivolto. 
Si sentì tirare in alto e abbracciato da quelle braccia bollenti che tanto voleva mentre la stessa risata di prima gli suonava nell'orecchio. 
-Non ti lascio pulce- sussurrò la figura mentre tutto il bianco esplodeva, lasciandolo con una sensazione di tepore in mezzo al petto. 
 
Aprì di scatto gli occhi scuri. 
Guardò lentamente intorno a se, abituandosi pian piano alla penombra della stanza. 
Riconobbe la cabina tredici. 
Fece un piccolo quanto inudibile sospiro di sollievo. 
Cercò di mettersi a sedere ma un peso sullo stomaco non lo fece muovere di un solo centimetro. 
Osservò confuso le lenzuola stropicciate e aggrovigliate sul suo corpo, riconoscendone un secondo. 
Con il braccio libero, perché l'altro era intrappolato chissà come, scostò lentamente le coperte, rivelando un corpo biscottato avvinghiato alla sua vita. 
Non gli ci volle molto per riconoscere il figlio di Apollo. 
Rise leggermente, scostandogli con le dita sottili un ciuffo biondo che andava a disturbare le palpebre di Will. Lentamente percorse anche il profilo degli zigomi e della mascella, soffermandosi qualche secondo sulle labbra piene del più grande. 
Osservò una seconda volta i loro corpi assieme. 
Come al solito il biondo si era allargato a stella marina, prendendosi gran parte del materasso, poi si era girato, abbracciandolo e avviluppandosi a lui. 
Nico aveva una sua gamba in mezzo alle sue e l'altra sopra tutte. Le braccia dell'altro gli avevano circondato la vita e rannicchiandosi era finito con la testa posata sul suo stomaco invece che del cuscino affianco al suo. 
Gli accarezzò distrattamente i ricci biondi, fissando il soffitto. 
Tanto ormai non sarebbe più riuscito ad addormentarsi. 
Sentiva il corpo bollente affianco al suo farlo accaldare. Il sudore che colava placido lungo la spina dorsale o che gli imperlava la fronte. 
Cercò con l'arto libero un pezzo di materasso fresco per sfuggire a tutto quel calore. 
Sorrise non trovandolo, baciando le punte delle dita di Will e posandosele sul petto. 
Adesso il calore c'era. 
Forse anche fin troppo. 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo me:
AVE POPOLO FANGIRLIANO! (O fanboy tanto sti due piacciono a tutti)
Sono di nuovo qua a rompere (?)
Questa idea mi è venuta morendo di caldo in auto, cioè adesso, e mi sono domandata: Perché diamine mi sono messa dei pantaloni neri???????
E poi visto che io ho sempre la testa su "Nico-pulce-gatto-amoremio-di Angelo" è uscita fuori sta cosa...
OPS. 
Ma pero a me piace!
Ho sprecato più del cinquanta percento della batteria del cellulare per scriverla, ci mancherebbe solo che non mi piacesse! Ufh!
La prima parte, come avrete capito è un sogno/ricordo. Mi sono sbizzarrita a mischiarli. 
Scusate ma non mi posso dilungare, mi è quasi morto il telefono e adesso devo ripartire. 
Spero che la storia vi sia piaciuta -a quei pochi che l'avranno letta-
Come premio un Nico in accappatoio e Will travestito da ananas!
-scusate ma ormai io li scrivo così e così rimarranno per sempre-
Kiss love and -unicorni blu sputa arcobaleni (?)-
Maico
 
 
 
Ps. Se ci sono errori è colpa del correttore eheh! Na scherzo. 
   
 
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