Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Thinkpositive    28/08/2015    1 recensioni
In cerca di popolarità Thomas farebbe di tutto, coinvolgendo anche il suo migliore amico Newt. Una sera, dopo essersi intrufolati in una festa organizzata da una delle ragazze più popolari dell'Accademia, Teresa, incontreranno Minho, ragazzo stravagante che piace eccellere in tutto e che deciderà di dare una mano a Thomas per poter raggiungere il suo obbiettivo in popolarità: costruendo una storia d'amore gay tra Thomas e Newt. La situazione degenera e in tanto Thomas, aiutato da Minho e da Newt, cercherà di fare colpo su Teresa. Ma se il suo migliore amico Newt iniziasse davvero a provare qualcosa per lui? Thomas prova veramente interesse per Teresa? Cosa succederebbe se di mezzo ci fosse un segreto che cambierebbe tutte le carte in gioco?
Ispirato alla serie televisiva Faking it!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<< Sai possiamo pure fare retromarcia e andare a casa mia a fare i nerd >>.
Newt e Thomas stavano fissando da qualche minuto oramai quella che doveva essere la casa di Teresa, ragazza del terzo anno, dal sedile del jeep di quest'ultimo. Avevano accostato proprio davanti la casa della ragazza ed erano rimasti, più che altro Newt, era rimasto sconvolto dalla confusione che si celava in quel quartiere. 
Il biondino poteva ben notare le vetrate dei finestrini del jeep di Thomas tremare per via della musica che sparava pezzi remixati a tutto volume, vedeva ragazzini barcollare per le strade o vomitare in uno dei cestini comunali piazzati infondo al quartiere. Le ragazzine indossavano abiti che nemmeno arrivavano a metà coscia e la cosa che più lo disgustava era il fatto che poteva ben percepire l'eccitazione adolescenziale nell'aria con ragazze che si strusciavano e baciavano ragazzi che a malapena sapevano il nome. 
Se per questo anche Thomas ne era leggermente rimasto allibito ma non quanto Newt; lui sapeva di queste famose feste organizzate dalla figlia più piccola dei signor Agnes, sapeva che quando una persona varcava la soglia di quell'enorme villa non ne poteva più uscire intatto. Insomma, Teresa era conosciuta, oltre per il fatto di essere a capo delle cheerleader, anche per il fatto che organizzava feste che nessuno poteva dimenticare. 
<< Non capisci, è una delle nostre occasioni per diventare popolari! >> Thomas si girò verso il biondino assumendo uno sguardo da gatto morto. 
<< In realtà è la tua occasione, non ho mai voluto essere popolare >> borbottò a sua risposta Newt alzando gli occhi al cielo.
Thomas e Newt erano amici oramai da sempre, amici era a dir poco, migliori amici quasi fratelli anche se a nessuno dei due piaceva definirsi fratello dell'altro. Newt si era trasferito in California solo all'età di sei anni per via degli affari di lavoro dei suoi genitori, era da sempre stato un bambino riservato e timido, qualità che col tempo comunque erano rimaste, tutt'altro il contrario di Thomas. Quest'ultimo invece era sempre estroverso, spontaneo, amava l'umorismo e da quando i due avevano stretto amicizia aveva sempre preso le difese del biondo, preso quasi sempre di mira da alcuni bambini. Il loro rapporto di amicizia rimase saldo quando entrarono anche al liceo nonostante aspirassero a due cose totalmente diverse. Erano quelle tipiche amicizie da bianco e nero, ying e young, due pezzi di puzzle diversi, giorno e notte, diversi ma che alla fine si completavano sempre a vicenda. 
<< Fallo per me ti prego >> Thomas si morse il labbro. Secondo Newt questa situazione della popolarità gli stava sfuggendo di mano, lo trovava una cosa superficiale eppure avrebbe fatto di tutto per lui, era solo questione di tempo.
<< Non ci penso neanche >> il biondino dall'altro canto spostò lo sguardo nuovamente verso la villa Agnes mentre con la mano si teneva saldo la cintura di sicurezza.
<< Ti voglio ricordare che per te sono andato alla mostra di quel certo pittore di cui non mi ricordo più il nome. Per non dimenticare del fatto che ho saltato alcuni miei allenamenti per venire a vedere le recite che organizzavi. Vogliamo parlare anche del fatto che sono nel tuo club di letteratu.. >> 
<< Ok! Ok! Hai vinto te >> Newt alzò le mani in segno di arresa, infondo Thomas aveva ragione, era in suo dovere ricambiare i tanti favore che gli aveva fatto. 
<< Davvero lo faresti? >> chiese sorpreso ma allo stesso tempo fiero del fatto che aveva ottenuto ciò che voleva. 
<< Fai poco il deficiente, prima è meglio è >> mugugnò Newt togliendo la cintura di sicurezza ed uscendo dal jeep del migliore amico. 
Thomas esultò mentalmente e si decise finalmente di scendere anche lui dal suo jeep. 
L'aria portava odore di sudore, di alcolico e di perversione che fecero venire i conati di vomito al biondino la quale si strinse nella sua felpa rossa, o meglio felpa che Thomas gli aveva prestato. 
<< Mi spieghi da chi hai ottenuto l'invito? >> Chiese Newt facendo una smorfia alla vista di un ragazzo vomitare l'anima. 
<< E chi ti dice che abbiamo l'invito? >> Thomas fece un ghigno, uno di quei ghigni di cui Newt ne era ormai abituato ma che lo portava sempre al nervosismo.
<< Cosa? Mi stai dicendo che....aspetta dove sono i tuoi occhiali da vista? >> 
Solo all'ora Newt notò il suo migliore amico senza occhiali, non era la prima volta ma era sempre strano vederlo senza.
<< Nessun figo indossa gli occhiali da vista, pft, passato di moda >> ridacchiò Thomas attraversando il piccolo pezzo di strada che li divideva dalla villa di Teresa. 
<< Tu stai fuo...>> 
Nemmeno il tempo di finire la frase che Thomas inciampò su una bottiglia di vetro trovata per terra. Emise un gemito di dolore beccando proprio la nuca e Newt non poté far altro che scoppiare a ridere.

Come erano riusciti ad entrare alla festa rimane un mistero sta di fatto che varcato la soglia della porta i due si ritrovarono in una miriade di corpi sudaticci dove i vestiti erano solo un optional. L'odore di alcool si sentiva più fortemente del dovuto, la musica trapelava la povera mente del biondino mentre Thomas cercava in tutti i modi di fare conoscenza con qualcuno ma senza risultati. 
Newt invece lo osservava da lontano, appartato da tutti, con un bicchierino rosso in mano per non sembrare fuori luogo nonostante ciò che contenesse fosse solo acqua. Aveva caldo, la villa era piena di ragazzini con sale in testa, l'odore di fumo, di un profumo forte e ardente che si mischiava col sudore e l'unica cosa che poteva salvarlo veramente era il profumo di Thomas impresso come un timbro sulla felpa rossa. 
Me la farai pagare. Era così che la mente di Newt continuava a ripetere forse per Thomas o forse anche per sé stesso che aveva accettato di essere incluso nel pacchetto porta guai di Thomas. 
<< Hey io so..sono Thomas >> la voce del ragazzo si era affievolita. Sembrava barcolare nel nulla e la ragazza a cui pochi secondi prima aveva parlato lo guardò male scappando via con un che viscido.
Newt aveva assistito alla scena ed era pur certo che il suo migliore amico reggesse bene l'alcool per quante volte avevano bevuto a casa sua. 
Lo raggiunse nella folla emettendo gemiti più che altro dovuti dal dolore e dallo schifo che provava ogni volta che qualcuno cercava di palparlo. 
Riuscì fortunatamente ad afferrarlo per la mano e con tutta la forza che aveva lo trascinò in quella che doveva essere la cucina degli Agnes. 
<< Ahi >> mugugnò il moro strofinandosi una mano dietro la nuca probabilmente per il dolore. 
<< Ma che hai? >> ridacchiò Newt. Sicuramente avrebbe preferito rimanere in cucina a ridere delle missioni fallite del suo amico e di come era pure conciato. 
Lo fece appoggiare sul bancone della cucina per poi girarsi e guardarsi attorno. La cucina era moderna,piena di utensili che a parer suo erano pure inutili. 
<< Stai fermo e non ti muovere >> disse solamente per poi dirigersi verso il frigorifero. 
<< Pronto? E chi si muove da...ahi! >> mugugnò per l'ennesima volta dal dolore. 
Newt sbuffò. Conosceva bene il suo amico che faceva sempre il contrario di tutto ciò che lui diceva. 
Aprì il freezer dove prese un impacco ghiacciato. 
<< Ti avevo detto di stare fermo idiota >> 
<< Hey senti non mi metterai un pesce ghiacciato in testa >> sbuffò il moro toccandosi la nuca alquanto gonfia. 
<< Quanto la fai lunga. I piselli ti vanno bene? >> ridacchiò il biondino ritornando vicino a Thomas. 
<< Be' è pur sempre meglio di nulla >> Newt era da sempre stato più grande di Thomas di qualche centimetro, motivo per cui lo prendeva sempre in giro. 
Si avvicinò a Thomas mettendogli il ghiaccio dietro la nuca mentre con una mano teneva la sua guancia per fargli tenere alta la testa. 
Il silenzio era calato per una frazione di secondo, la posizione dei due era alquanto incopromettente: Thomas bloccato tra il bancone e il corpicino esile di Newt che lo teneva stretto. 
Eppure non vi era imbarazzo, erano abituati a queste cose. 
<< Fai piano! >> si lamentò Thomas. 
<< E tu cerca di stare fermo >> bisbigliò esasperato Newt. 
<< Ahi! Stai premendo apposta >> 
<< Nah, io dico di nah >> ridacchiò Newt premendo più fortemente facendo uscire un gemito dalla bocca di Thomas. Un gemito che fece perdere l'attenzione di Newt la quale si concentrò sulle labbra dell'amico. 
<< Ops, sto disturbando un momento romantico per caso? >> 
Thomas e Newt si girarono verso colui che aveva appena parlato. 
Newt aggrottò la fronte. Romantico che?

Occhi da asiatico, anzi, sicuramente asiatico. Capelli tirati perfettamente. Corpo ben slanciato. Sorriso irrequieto, intimidatorio. Sprizzante ad ogni mossa. Filo di sarcasmo nella voce. Chi poteva essere se non il noto Minho Takatsumi? Terzo anno, capitano di atletica, conosciuto per il suo modo di socializzare, vivace, schiappa quasi in tutto tranne la matematica ma cosa importante, almeno per Thomas, era che fosse uno dei popolari della scuola.
<< No no, hai frainteso tutto >>  borbottò Newt lasciando cadere il pacco di ghiaccio sul bancone e allontanandosi di qualche metro dal suo amico. 
Per tutta risposta Minho ridacchiò appoggiando il bicchierino che aveva in mano su una superficie. 
<< Cristo Newt mi hai fatto male >> biasicò Thomas in un sussurro alzando gli occhi al cielo. 
<< Tu dovresti essere Thomas, il ragazzo che cerca in tutti i modi diventare popolare >> il sorriso sprizzante di Minho si presentò davanti agli occhi di tutti. 
<< Sì ma comunemente le persone mi chiamano Thomas, tranne Newt. Lui mi chiama Tommy >> Thomas fece un sorrisetto allungando la mano verso l'asiatico per poterla stringere. 
<< Non c'era bisogno di specificare >> disse Newt più che altro a sé stesso passandosi la mano tra i suoi capelli biondi. 
<< E ci risiamo >> mormorò Thomas.
<< Thomas posso aiutarti io >> 
Minho si mise in mezzo tra i due ragazzi mettendo le braccia intorno alle loro spalle. 
<< Per che cosa? >> chiese curioso il moro guardandolo con la coda dell'occhio. 
<< Mi pare ovvio Tommy >> disse esasperato il biondino che tutt'altro il contrario dei due teneva le braccia conserte, come un ragazzino imbronciato.

<< Signori e signore, che siate ubriachi o sobri, posso annunciarvi una nuova coppia. Una coppia gay >>.
Thomas guardò Newt.
Minho passò lo sguardo divertito tra Thomas e Newt. 
Teresa li osservava curiosi. 
E Newt guardava solo Thomas. 
Sei finito Tommy. Era ciò che l'espressione di Newt stava assumendo.

Ciao lol una fanfiction tirata su alla cavolo quindi non vi aspettate un granché però vorrei sapere comunque la vostra se è meglio continuarla oppure no perché non ne sono molto sicura ew. 
Alla prossima!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Thinkpositive