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Autore: ocveaneye    28/08/2015    5 recensioni
AU/ NEWTMAS
ID: Dylan.
Professione: Agente sotto copertura.
Fake ID: Thomas.
Età: 20 anni.
Servizio: Proteggere il soggetto Newt.
Missione: Codice 561.
"Cosa dovrebbe fare un normale ventenne come me? Studiare per una bella carriera? Sballarsi? Trovare l'amore della sua vita? Passare il tempo con gli amici? Be' non è per me. Sono stato chiamato a rapporto per proteggere Newt, Newt Isaac e lui questo non lo sa. L'importante è non affezionarsi, non immedesimarmi troppo nel ruolo e poi..be', non innamorarsi".
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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<< Allora, sai cosa dire? >> 
Guardai oltre le vetrate dei finestrini della Ferrari di mio zio o meglio dire del mio capo limitandomi ad annuire frettolosamente. La California quel giorno aveva deciso di darmi il benvenuto con la pioggia, cosa insolita per una città alquanto calda e afosa. 
<< Non ho capito Dylan >> 
Mi accentuò con tono severo mio zio e solo dio sa quanto lo detestavo quando vestiva i panni di agente perfetto se non di zio che si è dovuto prendere cura di me dato che i miei genitori sono morti in un incidente stradale.
<< Sì zio ho capito. Il mio nome è Thomas, ho 18 anni, sono uno studente che si è appena trasferito in California per motivi  famigliari. Sono un normale adolescente che ama fare cose adolescenziali come ubriacarsi il sabato sera, ballare, giocare ai videogiochi, lamentarsi per i compiti assegnati e tante altre stupide cose. >> risposi sbuffando e alzando gli occhi al cielo. 
Mi composi sul sedile in modo più formale e decente possibile appoggiando poi i gomiti sulle mie ginocchia con fare gobbo mentre guardavo mio zio, anzi, il mio capo, guidare al volante.
A dirla tutta il mio vero nome sarebbe  Dylan sotto l'identità di Thomas. Giovane ventenne, anche se ne dimostro di meno - ragione per cui il mio adorato zio mi prende sempre in giro - che invece di vivere una vita ordinaria come le persone comuni, sono dovuto crescere sotto le orme di mio zio ovvero agente sotto copertura. Lavoro che non mi dispiace molto, anzi lo trovavo divertente quanto rischioso. Dal momento che nella squadra della società WICKED di agenti sotto copertura sono il più giovane, mio zio aveva deciso di sfruttare la mia tenera età per questo caso della California dal codice 561, in poche parole mi avevano chiamato a rapporto per vigilare il figlio di un grande pezzo dell'industria nella così tanto ambita scuola frequentata solo da figli prossimi eredi di grandi attività commerciale ed economica. 
La cosa di certo non mi ha fatto saltellare dalla gioia; chi vorrebbe ritornare - nel mio caso "intraprendere" - la scuola? 
<< Bene, dentro il tuo zaino c'è la foto del ragazzo in questione che devi assolutamente proteggere >> 
<< fammi indovinare. È uno di quei tipi snob e noiosi. Sai zio, non è mai stato nei miei piani fare amicizia con questo tipo e oltretutto proteggerlo. Può benissimo disporsi di guardia del corpo >> mormorai lamentandomi di cose ovvie. Insomma, se è così ricco da permettersi quel genere di scuola perché diamine suo padre non gli aveva affiancato dei bodyguard? Bah i ricchi. 
<< E chi ti dice che sia snob e noioso? >> 
Il mio intuito zio, il mio intuito. 
Mi limitai a mugugnare qualcosa di incomprensibile per poi frugare dentro il mio zaino che mia zia mi aveva prontamente preparato la sera precedente e tra vari quaderni e libri intravidi una pistola calibro 22. 
<< Zio solitamente gli adolescenti di oggi si portano dietro uno stupido cellulare invece di un'arma da fuoco prontamente visibile agli occhi di tutti sai? >> dissi soltanto facendo un piccolo sorriso ironico ed estraendo l'oggetto in questione dallo zaino.
<< Volevo vedere se stavi attento, da' qui >> rispose invece con voce leggermente insicura. Sì zio, come no.
Mi sporsi davanti porgendogli l'arma da fuoco che prese prontamente con lo sguardo sempre e comunque sull'autostrada. Aveva questa fissazione o ossessione, come volete voi ma secondo la zia, ha iniziato ad essere molto ma molto prudente subito dopo la morte dei miei genitori in un incidente stradale. Ero ancora piccolo a quei tempi, mi ricordo solo della notte e del buio che copriva il New Jersey, delle piccole luci presenti sul cielo, la risata dei miei genitori e poi un tonfo. Mi ricordo di aver visto molto sangue, tanto sangue. Dovettero passare un paio di mesi prima di riuscire ad avere un contatto esterno oltre le mura di camera mia che condividevo con mio cugino. 
Infondo allo zaino riuscii ad intravedere una piccola cartellina, una di quelle cartelline che di solito usano i poliziotti per sapere più dell'identità del soggetto in questione. Presi la cartellina e l'aprii intravedendo una serie di fogli, vari documenti con allegato una foto del ragazzo. Non male. 
<< Come ti sembra? >> 
Occhi color nocciola, capelli ben tirati, postura goffa ma allo stesso tempo elegante. Labbra sottili, corpo molto asciutto anche se la braccia sono molto molto evidenti. Davvero non male. 
<< Il solito snob >> risposi con fare indifferente ripiegando la foto per rimetterlo al suo posto. 
<< Come solo snob? Vedi che devi condividere la camera con lui >> 
La macchina frenò d'un tratto davanti ad un cancello molto alto fatto di acciaio. L'insegna che stava proprio in cima al cancello segnava con caratteri regali "Academy School Bridge". Davvero originale eh. 
Mi sporsi nuovamente verso il finestrino che stava alla mia destra. Era una zona isolata dalla città, più che altro tra il confine. Alcuni studenti uscivano ed entravano come nulla fosse e chissà in quale posto erano diretti senza protezione in una zona così isolata dal mondo e sopratutto, i professori non dicevano nulla? 
<< Dovrei fare i salti di gioia? >> chiesi ironicamente. 
La voglia di andare a scuola era pari a zero, condividere la stessa aria con studenti ossigenati dalla ricchezza era pari a sotto zero e in più dovevo condividere pure la camera con quel ragazzo estremamente carino ma che dovevo proteggere manco fossi il suo babysitter. 
Infondo dopo questo servizio mi avrebbero pagato una grossa somma di denaro sufficiente da potermi trasferire a Manhattan per poter avanzare il livello del mio lavoro da agente sotto copertura, dovevo solo sopravvivere sette mesi. 
<< Smettila di fare il bambino >>.
Dopo esser sceso dall'auto di mio zio mi guardai più attentamente intorno per studiare ogni minimo dettaglio al di fuori dell'Accademia, cercare ogni punto di rifermento in caso di emergenza. Nel frattempo mio zio mi aveva preso la valigia dal portabagagli.
<< Allora qui dentro non ci sono i tuoi vestiti >> 
Mi girai verso di lui alzando un sopracciglio leggermente confuso per poi prendere tra le mani la valigia cercando di alzarla da terra. Infondo non era così tanto pesante.
<< E cosa ci avete messo? Un kit di sopravvivenza, un localizzatore con tanto di computer fornita dalla CSI per poter fare ricerche ed hackerare e un intero kit da arma di fuoco in caso di estrema necessità? >> scoppiai a ridere rimettendo per terra la valigia.
<< Beh, sì >> mormorò mio zio alzando le spalle.
<< Cosa? E dove pensi possa nascondere queste cose? >> esclamai sorpreso ma allo stesso tempo divertito.
Mio zio non mi aveva mai permesso di utilizzare vari gadget polizieschi, riteneva fossi ancora troppo giovane. 
<< Sei un agente, pensa con la tua testa >> alzò gli occhi come era solito fare. Odioso.
<< ah ah davvero simpatico >> strinsi tra le mie spalle il mio zaino mentre con l'altra mano afferrai la maniglia della mia valigia che prontamente poteva contenere una bomba e scoppiare da un momento all'altro. 
<< Lo penso pure io >> mi rimboccò con un sorriso da emerito sfacciato pronto a rientrare nella sua auto. 
<< Ora vai dentro e cerca di fare amicizia con lui. E ti prego non combinare nessun guai tipico adolescenziale. Ho già tuo cugino Tyler che mi combina sempre i guai >> disse dopo aver abbassato il finestrino. 
Non era la prima volta che mi avevano assegnato un servizio del genere, mi ero trasferito molte volte ma sempre affiancato da mio zio. Questa volta era diverso, avevano assegnato il carico tutto su di me e avrei dovuto affrontare la situazione da solo e di certo mi sarebbe mancato mio zio. 
<> feci un piccolo sorriso ma prima di voltarmi completamente mio zio mi disse con la sua solita voce autoritaria ma anche da zio diciamo quasi paterno un "sii prudente, mi raccomando".

Le parole di mio zio mi avevano rassicurato un po' di più. In realtà ero divorato dalla paura di condividere la mia stessa aria con degli adolescenti stupidi con un lavoro oramai rassicurato. Entrai dentro l'edificio e da come ben potevo notare era un edificio vecchio. Gli studenti indossavano tutti una divisa del colore dell'Accademia e ovviamente manco a scherzarci sopra tutti avevano gli occhi puntati su di me. 
Non ci feci molto caso infondo l'unica persona che stavo cercando era quel ragazzo.
Presi dal mio zaino la cartelletta taggata Newt Sangster per poter controllare i suoi vari routine. 
Bla bla bla oh ecco. Trascorre le sue ore libere con lo studente Minho Lee del corso avanzato - informazioni e foto allegate al foglio 7 - e con la studentessa Teresa Scodelario - informazioni e foto allegate al foglio 1 del secondo cartellino -. Si poi bla bla bla. Luogo dove si è noto trovarlo: 
- biblioteca 
- classe del corpo studentesco 
- campo dell'Accademia 
<< Perfetto non so nemmeno com'è fatta questa stupida scuola e dovrei cercarlo pure >> borbottai girando l'angolo ma subito riuscii ad intravedere la sua figura affiancata da quelli che dovevano essere Minho e Teresa. 
Mi nascosi dietro all'angolo per poter studiare meglio i loro movimenti e capire come avrei dovuto fare per poter attirare la sua attenzione. Pensa pensa, cosa avrebbe fatto lo zio al mio posto? Mi misi la mano sotto il mento cercando una soluzione più plausibile. Fare forse lo stupido deficiente che inciampa appositamente per attirare l'attenzione o avvicinarsi verso di loro per chiedere informazioni sembrando molto amichevole? Beh di certo fare la figura del cretino il primo giorno non era una delle più belle idee. Allora Newt, è tempo di conoscere il tuo nuovo migliore amico. 
Rimisi nella mia cartella la cartelletta e con fare riluttante mi avviai verso di loro calandomi nella parte del ragazzo nuovo della scuola che si sente estremamente confuso e perso. 
<< Minho sei un babbeo >> 
<< Grazie Teresa, anche tu sei un tesoro >> 
<< Potete tacere per una buona vol...>> 
<< Scusate interrompervi ma posso chiedervi un'inform....oh >> e scivolai.
Scivolai, caddi per terra come un sacco di patate. Non era questo il mio piano ma almeno avevo attirato l'attenzione dei tre individui...be' non solo la loro attenzione.
I tre si girarono verso di me tutti con aria confusa come se fossi un essere disumano proveniente da chissà quale altro pianeta. 
<< Fammi indovinare tu sei nuovo >> sorprendentemente la ragazza, quella che doveva essere Teresa, mi rivolse un sorriso per poi allungare le braccia verso di me in una stretta di mano. 
<< Piacere io sono Dy..cioè volevo dire Thomas >> ricambiai il sorriso, dire che avevo iniziato col piede sbagliato era poco.
La prima cosa che dovevo fare era ottenere la loro fiducia. 
<< Mi raccomando Teresa fatti anche lui >> ridacchiò l'asiatico, se non sbaglio Minho che d'altronde ricevette solo un'occhiataccia da parte della ragazza. 
<< Sei uno schifoso >> sputò Teresa dandogli un piccolo pizzicotto.
<< Schifoso ma sexy >> rispose dall'altro canto il coreano, cinese, giapponese o quel che è. Lo scrutai per bene. Gli occhi degli asiatici sembrano tutti uguali ma a dirla tutta, la differenza c'è e si poteva ben notare. Assolutamente cinese.
<< Sei cinese? >> chiesi con la fronte aggrottata verso l'asiatico. 
<< In realtà coreano,  ma dettagli >> borbottò dondolandosi sui suoi stessi piedi. 
Ok, mi ritiro.
<< Perdona i miei amici, lui è Minho e io sono Newt >> 
Girai lo sguardo verso il ragazzo che aveva appena parlato. Oh Newt so molto più del tuo nome. Occhi color nocciola, capelli arruffati del medesimo colore, pelle molto bianca, corpo asciutto ma braccia ben evidente. Spiaccicato come nella foto. 
<< Allora, volevi chiederci informazioni? >> Teresa spezzò il millesimo secondo di silenzio che si era creato, sia graziata dal cielo.
<< Sì, volevo chiedervi dov'è la segreteria. Per le camere insomma >> ridacchiai dolcemente mettendo una mano dietro la mia nuca. 
<< Semplice. Giri a destra infondo al corridoio trovi delle scale che vanno in due direzioni, uno a sinistra e l'altro a destra, prendi quella sinistra e sali fino al secondo piano. Giri di nuovo a sinistra e infondo al corridoio c'è la presidenza. Proprio alla destra della presidenza c'è la segreteria >> 
Molto utile Minho, davvero. Ho capito solo destra e sinistra. 
<< Oh okay grazie >> sorrisi semplicemente.
<< Ora noi dobbiamo scappare perché sennò faccio tardi alla partita >> rispose frettolosamente Minho trascinando praticamente la ragazza e Newt verso l'uscita. Tutto era più chiaro. 
<< Spero di rivederti Tommy >> mi sorrise Newt girandosi verso di me per un'ultima volta. Un bel sorriso. 
Oh si che ci rivedremo.

In realtà della segreteria non ne avevo bisogno. Lo zio Derek mi aveva scritto già su un foglio le indicazioni per quella che sarebbe dovuto essere camera mia. O meglio mia, di Newt e di un altro ragazzo probabile fosse il coreano. 
Dopo aver svoltato a destra e camminato dopo tre porte mi ritrovai davanti ad una porta che segnava A 250. Entrai senza esitazione, infondo Newt e Minho erano fuori quindi avrei avuto il mio tempo per cercare un posto in cui nascondere i vari aggeggi polizieschi. La camera era grande, molto grande. I muri erano di un color bordeaux molto scuro e la stanza si divideva in un letto singolo a destra, tutto molto disordinato, con il letto ancora disfatto e vari poster di vecchie rock band. Dall'altro lato invece vi era un letto a castello, tutt'altro il contrario del primo letto che ero riuscito a vedere, molto ordinato, letto quasi come fosse nuovo, la scrivania era ricoperta di vari libri in ordine. 
A quanto pare mi toccava il letto che stava di sopra dal momento che non aveva ancora la fodera. 
Appoggiai prima lo zaino su quello che sarebbe dovuto essere il mio letto. Tempo di disfare le mie cose non ce n'era, era il momento esatto per localizzare, indagare, nascondere e piazzare videocamere di sorveglianza.
Aprii la valigia velocemente. Lo zio non scherzava affatto, c'era di tutto e la prima cosa che mi venne in mente era quello di prendere il computer della CSI iniziando subito ad indagare sulle identità dei ragazzi che circondavano il soggetto in questione però una calibro 38 attirò la mia attenzione. Non ci potevo credere. Lo zio mi aveva affidato la sua famosa calibro 38 che mai mi aveva fatto toccare né vedere.
Lo presa dalla valigia e lo osservai meravigliato, maneggiandolo e puntandolo su ogni angolo della stanza finché la porta non si aprì e un borbottio rimbombava la camera con due semplici parole. È morto. Per istinto puntai la calibro 38 sull'individuo che era appena entrato e che aveva appena parlato. Legittima difesa no?  
<< Mani in alto! >> urlai stringendo forte l'arma da fuoco. 
Era Minho. Solamente Minho.
<<...credo di essermi appena pisciato addosso >> sussurrò tra sé e sé mentre mi guardava con terrore. 

Hey there. Fanfiction sugli newtmas/ dylmas olèè lol allora non so perché mi è venuta questa idea. Sto ridendo da sola ma ok spero comunque vi piaccia. Fatemelo sapere. Mi scuso per gli eventuali errori  :) 

   
 
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