Era tutto bianco. Poi nero. Poi di nuovo bianco.
Non sentiva quasi nulla, i suoni erano ovattati.
La testa gli doleva come mai prima.
La gola era secca.
Avrebbe voluto aprire gli occhi, ma non ne aveva le forze.
Cos'era successo? Dove si trovava?
I suoni si fecero piano, piano più chiari.
Non sapeva cosa fosse quel rumore, secco e ripetuto, ma gli dava immensamente fastidio.
Provò a muovere il braccio ma gli arti erano intorpiditi, riuscì a muovere solo le dita.
Percepì dei movimenti veloci affianco a lui, dei sussurri.
Provò di nuovo ad aprire gli occhi.
Qualcuno lo stava chiamando, incoraggiando.
Gli scappò un gemito delle labbra.
Riuscì ad aprire gli occhi, ma dovette richiuderli, infastidito dalla luce.
Li aprì e chiuse un paio di volte, finché non si abituarono e poté concentrare l'attenzione sulle due figure davanti a se.
Erano sfocate, riconobbe dei colori.
Rosso, blu e lilla; castano e verde.
Le figure si fecero lentamente più chiare, poté distinguere i volti di Rei e Makoto che lo guardavano, sorridevano ma delle lacrime bagnavano le loro guance.
Dissero qualcosa, non sapeva bene cosa, poi uscirono velocemente dalla stanza.
Lanciò uno sguardo alla stanza, completamente bianca, capì di trovarsi in un ospedale.
Chiuse gli occhi cercando di ricordare cos'era successo, delle immagini si fecero nitide nella sua mente.
Pugnale. Sangue. Buio.
Man mano i ricordi si fecero chiari.
Aveva... Aveva cercato di suicidarsi?
Per un attimo si chiese se fosse un bene o un male non essere morto.
Per un attimo si pentì di aver compiuto quell'azione, di aver usato quel pugnale.
Per un attimo si pentì di non aver piantato la lama nel suo cuore, mettendo fine a tutto.
Per un attimo fu travolto da quel ormai familiare senso di depressione.
Per un attimo fu travolto da un'ondata di sollievo, perché la sua anima non aveva voluto abbandonare il corpo.
Per un attimo, un attimo che durò per sempre, un attimo che iniziò secoli prima, volle soltanto riaprire gli occhi magenta e scoprire che tutto quello che aveva passato era solo un sogno.