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Autore: addict_with_a_pen    29/08/2015    4 recensioni
Svegliarmi e non sentire il calore delle braccia di Gerard strette attorno a me mi lascia un attimo perplesso e confuso: dove diavolo è?
Mi alzo dal letto, mi stropiccio gli occhi assonnato, per poi mettermi un paio di boxer a caso (probabilmente di Gee visto che sono a righe rosa e nere e quindi terribilmente omosessuali) e una maglietta trovata a terra, sporca e stropicciata.
Esco dalla stanza da letto e mi avvio verso la cucina, pensando di trovarlo ai fornelli intento a provare a cucinare qualcosa di commestibile per la colazione, ma appena metto piede nella stanza i miei occhi stanchi ed addormentati non possono che spalancarsi dall’emozione e la sorpresa...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Perdonatemi. Sto producendo decisamente troppe cagate in questi giorni, lo so.
Sopportatemi e... spero vi possa piacere anche questa OS decisamente moooolto ignorante.
Baci a tutti :*





Svegliarmi e non sentire il calore delle braccia di Gerard strette attorno a me mi lascia un attimo perplesso e confuso: dove diavolo è?
So benissimo quanto ami il risveglio, quanto adori i baci, le carezze e le coccole assonnate e i “ti amo” o i “buongiorno Amore” sussurrati con la voce ancora addormentata e gli occhi semi aperti. Non ha mai perso l’occasione, a parte rare volte per il lavoro, ma stavolta non capisco cosa sia successo.
Mi alzo dal letto, mi stropiccio gli occhi assonnato, per poi mettermi un paio di boxer a caso (probabilmente di Gee visto che sono a righe rosa e nere e quindi terribilmente omosessuali) e una maglietta trovata a terra, sporca e stropicciata.
Esco dalla stanza da letto e mi avvio verso la cucina, pensando di trovarlo ai fornelli intento a provare a cucinare qualcosa di commestibile per la colazione, ma appena metto piede nella stanza i miei occhi stanchi ed addormentati non possono che spalancarsi dall’emozione e la sorpresa: il tavolo è ricoperto da una serie di fiori e lettere, tutti sistemati e messi con ordine, come se fossero stati poggiati lì per un motivo ben preciso. Sorrido capendo già che si tratta di qualche genere di sorpresa fatta dal mio ragazzo e mi avvicino al tavolo, con le mani puntate sui fianchi.
C’è una rosa, un girasole, un tulipano e altri ancora che non riconosco ma comunque meravigliosi. Sono otto in tutto e sono tutti bellissimi, colorati e profumati. Mi avvicino e li annuso uno ad uno e un sorriso prende ad espandersi sul mio viso. Amo i fiori, Gee l’ha sempre saputo che mi rendono felice.
Mi cade l’occhio su qualcosa che pende dal soffitto, attaccato al lampadario e subito capisco che è una lettera. La prendo, la apro e la leggo, non perdendo il sorriso e sentendomi di nuovo bambino, quando giocavo alla caccia al tesoro con mio padre.
“Buongiorno piccolo mio! Dormito bene? So che non ti ho ancora dato il bacio del buongiorno stamattina, cioè, tecnicamente mentre dormivi te l’ho dato, ma non è importante questo.
Ti ho preparato una sorpresa e i fiori che vedi sul tavolo ne sono la prova lampante direi e spetta a te arrivare fino in fondo a questo giochetto ed avere dunque la tua bellissima sorpresa.
Comincia col fiore sulla destra del tavolo, quello di ciliegio, e poi continua fino alla fine, badando di leggere bene tutte le lettere.
Cosa darei per vedere il tuo sorriso in questo momento! (perchè so che stai sorridendo).
Ci vediamo alla fine per la sorpresa e il bacio che ancora ti devo.
Ti amo,
Gee.”
Rido e mi stringo la lettera al petto, pensando che il mio ragazzo deve per forza essermi stato mandato giù dal cielo, perchè è perfetto, semplicemente perfetto.
Prendo la prima lettera in una mano e il fiore di ciliegio nell’altra, per poi annusarlo ed inebriarmi col suo profumo dolce e delicato. Lo ripongo con leggerezza sul tavolo e mi concentro sulla lettera.
CILIEGIO=RINASCITA
Ricordi la prima volta che ci siamo parlati, o meglio la prima volta in cui ho provato ad avvicinarmi a te?
Te ne stavi lì, tutto solo su di una panchina fuori da scuola a piangere e il mio cuore non ha potuto fare a meno di piangere a sua volta davanti alla tua piccola figura rannicchiata su se stessa.
Avevi solo quindici anni, eri così piccolo, innocente e delicato che ancora adesso sorrido nel ricordare quel momento e pensare che si prendevano gioco di te e della tua purezza mi fa una tale rabbia.
Mi sono avvicinato e ti ho posato una mano sulla spalla e tu sei sobbalzato, incollando i tuoi occhi spaventati e rossi per le lacrime ai miei.
Eri così bello Frankie, non posso paragonarti a nulla perchè niente renderebbe giustizia alla tua bellezza.
Posso solo dire che eri e sei meraviglioso, la “cosa” più bella che esista su questo pianeta.
Ricordo che alla fine sono riuscito a farti parlare, sono riuscito a farmi spiegare il motivo di tanta sofferenza.
Era perchè ancora ti facevi accompagnare da tua madre a scuola e le davi un bacio sulla guancia prima di entrare e tutti ti prendevano in giro, ricordi?
Penso tuttora che sia una cosa dolcissima e che ad avere problemi fossero loro e non te.
Ricordi l’abbraccio che mi hai dato alla fine della nostra chiacchierata? Beh, io non posso dimenticarlo, poichè quell’abbraccio mi ha come acceso, mi ha guarito da tutto ed è lì che siamo nati noi, che sono nati GerardeFrank.
È lì che siamo entrambi rinati, l’uno illuminato dalla luce dell’altro.”
Una lacrima mi scende sul volto, ma non una lacrima di tristezza, ma di gioia, gioia per quelle parole e per quei ricordi che mai avrei potuto cancellare dal mio cuore.
Poggio la lettera sul tavolo e proseguo, prendendo in mano la seconda e il girasole accanto ad essa.
GIRASOLE=LUCE
Ricordi la nostra prima uscita insieme, quando sono venuto a prenderti in macchina sotto casa e tu mi hai dato quel piccolo bacio sulla guancia appena entrato in auto?
Hai passato il resto del viaggio in silenzio, con le guance rosse e uno sguardo di terrore in faccia, ma appena la mia mano si è posata sulla tua, al tempo ancora pulita e senza tatuaggi, sei sobbalzato e hai sorriso, illuminando l’auto, la giornata di pioggia, il mondo, la mia vita.
Ricordo quando siamo arrivati e ti ho portato a vedere quel film orribile durante il quale la tua manina è sempre rimasta stretta attorno alla mia.
Eri così puro Frankie, per la maggior parte dei ragazzi della nostra età quel contatto non avrebbe significato nulla, ma per noi valeva più di ogni parola, più dei baci o di qualunque altra cosa.
Sai qual è la cosa che ricordo meglio? La risata meravigliosa che mi hai regalato fuori dal cinema, quando mi hai abbracciato dicendomi “ti voglio bene Gee!” e il sorriso che non ha mai lasciato le tue labbra per il resto del pomeriggio, quel sorriso che faceva più luce del Sole stesso.”
Rido e un’ondata di calore mi percorre l’intero corpo, poichè ricordo anche questo e ricordo che al tempo avevo talmente poca autostima di me che mi imbarazzava soltanto respirare di fronte a Gee o chiunque altro.
Quando poggio la lettera, noto che nell’angolino c’è scritto qualcos’altro, una riga soltanto:
P.S. So che anche in questo momento stai sorridendo, poichè la casa non è mai stata così luminosa come ora.”
Ah, dunque è in casa! Gee, non so che hai in mente, ma questa “caccia al tesoro” mi sta piacendo decisamente un sacco.
Prendo il terzo biglietto e il fiore ad essa unito, ovvero un bellissimo rododendro viola chiaro. Sorrido al pensiero di ciò che ci sarà scritto.
“RODODENDRO=FRAGILE INCANTO
Questo è in assoluto uno dei miei ricordi preferiti e sai perchè? È il momento del nostro primo bacio.
Questo lo ricordi per forza, ne sono certo; eravamo a casa mia e tu eri in lacrime, in lacrime perchè il tuo migliore amico Neil ti aveva tirato un pugno in un occhio dopo aver scoperto che eri gay.
Non mi è mai piaciuto Neil, ormai penso tu lo sappia, e dopo quel gesto poi l’ho proprio odiato.
Come ha osato farti del male?
Ricordo che eravamo seduti sul mio letto e io ti abbracciavo stretto, cantandoti una dolce melodia dritta nell’orecchio e sentendo le tue lacrime bagnarmi le mani che intanto ti stavano accarezzando le guance.
D’un tratto hai smesso di piangere e il tuo respiro si è calmato, così che ho pensato ti fossi addormentato, ma invece no.
Ti sei girato nell’abbraccio, mi hai guardato negli occhi e mi hai baciato.
Le tue labbra, Dio mio Frankie, che cosa sono le tue labbra? Cos’è il più dolce dei sapori paragonato ai tuoi baci?
Ricordo che quando ci siamo separati le tue guance erano rossissime e ricordo che poi siamo scoppiati a ridere entrambi come due bambini, cosa che in fondo eravamo.
Mi hai dato un altro bacio leggero e hai sorriso sulle mie labbra e non potrò mai dimenticare quanto bella mi è sembrata la mia vita in quel momento.
Ricordi quanto forte ti ho abbracciato dopo l’ultimo bacio? Eri così piccolo e fragile che ancora adesso mi chiedo come non ti abbia rotto e mandato in frantumi con la mia stretta.
Mi hai incantato, sono sotto un incantesimo che tu stesso hai lanciato su di me e questo incantesimo si chiama amore.
Frankie, te la posso dire una cosa?
Grazie.”
Stavolta comincio a saltellare per la stanza, con la lettera stretta al petto e altre lacrime di gioia che mi scendono sul volto.
“Gee so che sei in casa! Ti amo!” Urlo d’un tratto, ridendo e non smettendo di agitarmi.
La scena deve essere parecchio patetica e triste ora che ci penso, insomma, sono in mutande, immerso in un campo di fiori che piango e rido allo stesso tempo.
Ah, Gerard! Che cosa mi stai facendo?
Prendo la quarta lettera e il tulipano accanto ad essa e non perdo tempo nel leggerla.
“TULIPANO=AMORE
È stato così bello il nostro primo, o meglio primi, “ti amo”, te lo ricordi Frankie?
Era il giorno del tuo compleanno, avresti compiuto sedici anni ma la cosa non riusciva a darti gioia.
Ti capisco comunque, anche io odiavo i compleanni un tempo ma in fondo non c’era nulla da festeggiare se non un anno in più sprecato e un anno in più di sofferenza, ma ora posso solo vederlo come un altro bellissimo anno che abbiamo passato insieme, l’uno accanto all’altro.
Quella volta però la tua vita non ti aveva concesso un compleanno felice, così che non appena ti ho detto “buon compleanno Frankie!” sei scoppiato a piangere.
Mi hai raccontato tutto, di tutte le preoccupazioni che ti tenevano bloccato e quel momento lo considero ancora adesso uno dei più speciali in assoluto.
Ti sei aperto con me come ci si apre solo ad una persona nella vita e così non sono riuscito a trattenermi:
“Frank ti regalo il mio amore” e non potrò mai dimenticare la tua espressione di gioia assoluta e il bacio seguito da tanti piccoli “ti amo” dopo che ti sei calmato e hai capito che no, non scherzavo, ma ti amavo davvero.
Siamo rimasti accoccolati sul divano tutto il pomeriggio, a mangiare la torta che tua madre ti aveva fatto e a ripeterci “ti amo” una quantità spropositata di volte.
Dio mio Frankie, cosa darei per tornare indietro nel tempo e rivivere quel momento!
Ti amo piccolo mio, ti amo con tutto il cuore.”
Mi siedo e comincio a rivivere quel momento, sorridendo e trattenendo versetti di gioia per non sembrare più checca di quanto già non sembri (poi con quei boxer...).
Ricordo così bene, ogni singola parola e ogni singolo bacio usato da noi due quel giorno ormai lontano per ufficializzare il nostro bellissimo amore che mai finirà.
Mi asciugo velocemente gli occhi e passo già al quinto biglietto, poichè la curiosità è troppa e la voglia di arrivare alla sorpresa finale è estrema.
“ROSA=PASSIONE
È impossibile non utilizzare la rosa, clichè o meno che sia, perchè ripensare alla prima volta in cui abbiamo fatto l’amore il suo profumo è la prima cosa che mi viene in mente, profumo d’amore, profumo di te.
Tremavi, sentivo il tuo corpo tremare sotto il mio e la tua pelle, in genere liscia, era attraversata da brividi e avevi la “pelle d’oca”.
Eri spaventato, odiavi il tuo corpo, me l’avevi detto più volte e metterti nudo, spogliarti di tutto davanti a me ti terrorizzava.
Stavi per piangere e non muovevi un muscolo, così che per un attimo mi ero chiesto se fosse davvero la scelta giusta farlo in quel momento.
Poi mi hai abbracciato stretto, mi hai detto che avresti voluto essere di più, che avresti voluto essere più bello, più magro, migliore o magari perfetto.
Ti ho baciato e ti ho sussurrato un “sei meraviglioso Frankie” che ha acceso i tuoi bellissimi occhi e li ha fatti risplendere.
Ricordi quanto è stato bello? Penso sia stata la cosa che più si avvicina alla perfezione, non cambierei nulla.
Eri bellissimo in quel momento Frank, ho la tua espressione e il tuo volto impressi nella mente, al sicuro dove nessuno può toccarli.
Eri così bello mentre ti vedevi così brutto e giuro che non riesco a capire perchè o meglio come la tua mente ti avesse potuto convincere di una tale idiozia.
So che ancora non ti vedi bello, ma ti regalerò rose rosse fino a quando non riuscirò a convincerti del contrario, fino a quando non ti amerai tanto quanto ti amo io.
Ti regalerò rose rosse per sempre amore mio.”
Amo Gerard con tutto me stesso, ormai penso sia chiaro, ma sapete cosa amo soprattutto? Quando si dedica anima e corpo a me per farmi capire quanto sia bello (cosa che non sono) e per mantenere sempre acceso e luminoso il mio sorriso, come lui ama.
Prendo la sesta lettera e l’orchidea ad essa legata e la leggo.
ORCHIDEA=BELLEZZA
Ricordi quella volta in cui ti sei messo lo smoking per la prima volta per andare al matrimonio di quella tua cugina? (scusa, ho completamente scordato il nome).
Potrebbe sembrarti un ricordo stupido questo, ma non riesco a cancellare dalla mia mente la tua figura fiera ed elegante che si ammirava felice nello specchio.
Frank, quella è stata la prima volta che ti sei detto “oggi sono bello” e questo è forse uno dei ricordi più importanti appunto per questo.
Anche se solo per poco tempo, tu ti sei amato, e la mia gioia era estrema, indescrivibile.
Eri davvero meraviglioso, per me lo sei sempre, lo sai, ma quella volta lo eri ancora di più perchè era vero, perchè lo credevi e perchè il tuo sorriso mentre ti rigiravi davanti allo specchio e ti annodavi la cravatta era autentico.
Riuscirò a renderti di nuovo felice di ciò che sei e a farti capire che fiore più bello di te non esiste.
Sei la Meraviglia della mia vita.”
Stavolta le lacrime che scendono sul mio viso sono amare e cariche di tristezza, poichè ricordo quel giorno, ma con vergogna.
Io non sono bello.
Mi spiace Gee, ma non riuscirai mai a cancellare la visione che ho di me stesso dalla mia mente.
P.S. E se ti azzardi a pensare che non sei bello o se le lacrime che stanno scendendo ora sul tuo viso non sono di gioia dovrò per forza darti più di un bacio del buongiorno.”
Okay, hai vinto! Scoppio a ridere e ripongo la lettera accanto all’orchidea sul tavolo, per poi passare alla penultima e ad un bellissimo giacinto.
“GIACINTO=PERDONO
Questo è un ricordo che potrà sembrarti stupido, inutile o magari insulso, ma è stato qui che per la prima volta mi sono reso conto di quanto brutta e solitaria sarebbe stata la mia vita senza te.
Era il giorno della vigilia di Natale e io mi ero rifiutato categoricamente di venire al cenone a casa dei tuoi per ragioni che nemmeno ricordo e tu giustamente te ne sei andato senza me, lasciandomi a casa da solo il giorno prima della festa che preferisco in assoluto.
Avevo il cuore a pezzi ma era colpa mia e avrei dovuto sistemare tutto da me.
Ricordi lo “scusa frnk” scritto nella neve con le lucine di Natale e di quanto mi hai preso in giro per non aver scritto Frank per esteso? Ho speso un capitale in lucine, lo ricordo, e la A proprio non ero riuscito a farcela stare.
Ricordo che sei corso fuori casa e mi hai abbracciato, facendoci cadere entrambi nella neve soffice, in mezzo a risate, baci e altre mille scuse.
La paura di perderti mi ha fatto aprire gli occhi quel giorno e giuro che mi impegnerò con tutto me stesso per fare in modo che non capiti più, mi sforzerò di bastarti.
Scusami se non sono perfetto Frankie, rimani con me, ho bisogno di te.”
Ovvio che rimango con te! Che cosa ti passa per la mente Gee?
Ammetto, questo ricordo l’avevo praticamente cancellato, non pensavo fosse così importante per lui, non pensavo di avergli spezzato il cuore...
Come può pensare di non bastarmi o di non essere abbastanza? Alla fine di tutto dovrò baciarlo per forza, dovrò fargli capire una buona volta che è perfetto.
Ammiro il fiore ancora un po’ e sorrido nel vedere l’ultimo biglietto e l’ultimo fiore, ovvero una meravigliosa calla.
Ammetto, un po’ sono dispiaciuto che sia tutto finito, ma finalmente tra poco potrò avere la mia sorpresa e ormai sono così felice ed emozionato che potrei baciarlo ed abbracciarlo e allo stesso tempo piangere e dargli dell’idiota per tutta questa recita da commedia rosa.
CALLA=ETERNITÀ
Prima di cominciare, vorrei farti presente che sì, questo giochetto si è concluso, ma che c’è ancora un biglietto sul tavolo, un’altra lettera pronta per essere letta come ultima cosa...”
Mi giro e noto una bustina rossa che in effetti non avevo visto, una bustina uguale a quella dell’inizio. Sorrido e mi riconcentro sulle lettera nelle mie mani.
“Bene, questo ricordo risale a soltanto un mese fa, quando abbiamo festeggiato il nostro nono anno come coppia.
Ci pensi Frankie? Nove anni che ci conosciamo, nove anni che ci sopportiamo (o meglio che mi sopporti), nove anni di abbracci, nove anni di baci del buongiorno e della buonanotte, nove anni di coccole sul divano fino a notte fonda, nove anni di ricordi, memorie, esperienze vissute, nove anni di amore, nove anni di noi...
Il nove è sempre stato il mio numero fortunato e sai perchè?
Sei entrato nella mia vita il nove Aprile di nove anni fa, giorno del mio diciannovesimo compleanno e sei stato il regalo in assoluto migliore che potessi desiderare.
Hai trasformato il giorno del mio compleanno nel giorno del nostro compleanno, poichè anche se ci siamo messi insieme più avanti, noi siamo nati quel giorno, siamo rinati insieme e soprattutto sono rinato io.
Frank, io non so come ringraziarti e come farti capire quanto importante tu sia per me, ma posso giurarti che il mio cuore è tuo ora e per sempre, il mio amore è eterno e anche se non mi amerai più, io sarò sempre al tuo fianco, perchè ti appartengo.
Frankie grazie, grazie di cuore per questi nove anni di vita che mi hai donato.
Ti amo.”
Mi fermo per riflettere su quelle parole. Come potrei non amare più la persona che mi ha donato così tanto? Come potrei dimenticare quante volte Gerard mi ha salvato e teso una mano per sollevarmi da terra?
Come potrei...?
Gee, sei davvero un idiota, lo sai?
“Ti amo...” Sussurro con un sorriso dolce e carico di emozione, prima di afferrare l’ultima lettera, la nona.
“Ed è finita la caccia al tesoro! Contento piccolo?
Ti starai chiedendo il perchè di tutto questo e soprattutto quale sia la tanto nominata sorpresa, ma ti chiedo di attendere ancora un attimo per raccogliere tutti i fiori, tutti i nostri ricordi, farne un mazzo e tenerli in mano.
Fatto? Bene, ora vorrei che ti girassi, vedessi quell’idiota del tuo ragazzo che ha ideato questa pazzia, ti prendessi il tuo bacio del buongiorno e la tua tanto attesa e meritata sorpresa.”
Deglutisco un paio di volte a vuoto, prima di decidere di voltarmi verso la porta, dove un Gerard (con addosso i miei boxer che non trovavo) mi sta sorridendo e mi sta guardando con occhi luminosi e lucidi.
Gli corro incontro e lo abbraccio stretto, per poi baciarlo con una foga tale da sorprendermi di me stesso.
Quando però non lo sento ricambiare l’abbraccio ma lo vedo tenere le mani dietro la schiena, mi stacco e lo guardo perplesso.
“Gee, ho-ho fatto qualcosa che non va...?” Ridacchia e tira una mano via da dietro di sè, per accarezzarmi una guancia e darmi un altro bacio dolcissimo.
“Tranquillo cucciolo, non hai fatto niente di sbagliato. Pronto per la sorpresa?” Mi chiede strusciando il naso contro il mio, piano e dolcemente.
“Non aspetto altro.” Mi sorride un’ultima volta per poi tirare fuori da dietro la schiena un ultimo fiore, ma non un fiore a caso, ma il nostro fiore: una piccola viola del pensiero, il fiore al quale lui mi ha sempre paragonato, quello che per lui descrive meglio di qualunque altra cosa la mia timidezza e il mio comportamento, il mio fiore preferito, il Mio fiore e di nessun altro.
Tira fuori una parte della mia vita.
Rido e gli occhi mi si velano di nuove lacrime, ma quando prendo il fiore per aggiungerlo al mazzo che ancora tengo in mano, noto che c’è qualcosa sul suo gambo, che vi è un piccolo oggettino legato attorno, un oggetto che assomiglia molto ad un anello...
“G-Gee ma...”
“Sposami.”
 
  
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