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Autore: jacksmannequin    29/08/2015    1 recensioni
Fai partire la riproduzione casuale e per ogni canzone scrivi una flashfic; il tempo che hai a disposizione corrisponde alla durata della canzone. Non importa quanto sconnessa sia la tua storia. Una regola: non saltare le canzoni.
Genere: Comico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: My Chemical Romance
Pairings: Frank/Gerard, Ray/Christa

Fai partire la riproduzione casuale e per ogni canzone scrivi una flashfic; il tempo che hai a disposizione corrisponde alla durata della canzone. Non importa quanto sconnessa sia la tua storia. Una regola: non saltare le canzoni.


 

1. I Don't Love You – My Chemical Romance

Frank sorrise. Un sorriso triste, forse un po' malinconico.
"Gerard, è finita, perché non lo capisci?"
Gerard deglutì, guardandolo con un'espressione confusa dall'alcol.

"Che vuol dire che è finita? Dopo tutto questo tempo?", biascicò con una voce un po' impastata.
"Esatto, proprio così." Frank scosse la testa, il sorriso di poco prima ormai sparito, e sollevò il borsone da terra, dirigendosi verso l'ingresso.

Gerard lo seguì, inciampando nei suoi stessi piedi mentre lo bloccava per un polso.
"Perché?"
Notando la difficoltà con cui aveva articolato quell'unica parola, il minore sorrise nuovamente, mentre un debole lampo di compassione gli attraversava gli occhi.
"Non lo capisci? Gerard, tu non cambierai mai, né ora, né per me. Sei sempre il buono a nulla che conoscevo, perciò spostati e lasciami uscire, prima che cambi idea."

Frank aprì il portone, deciso a uscire una volta per tutte, mentre il rosso lo rincorreva, un'aria disperata sul volto, mentre giocava la sua ultima carta.
"Frank, io ti amo!"
Frank, dal fondo delle scale, non si voltò.
"Gerard, io non ti amo più come ti amavo ieri."

Con queste ultime parole il minore uscì definitivamente dal giardino, lasciando Gerard accasciato sull'ingresso con la testa fra le mani, le lacrime che gli rigavano le guance.

***

2. Four Minute Warning – Mark Owen

Gerard Way è affetto da una grave patologia genetica, per la quale non è ancora stata trovata alcuna cura. Ogni giorno deve assumere diversi tipi di farmaci per tentare di far retrocedere la malattia, ma la terapia non sta funzionando, e i medici continuano a cercare nuove medicine da somministrargli, nel disperato tentativo di salvarlo.

Gerard Way è stanco di tutta quella situazione, non ce la fa più. Ed è seduto. Seduto sulla ringhiera del balcone del suo appartamento, che si trova al decimo piano di un condominio di Newark. È seduto, ed è pronto a saltare.

Quattro minuti, pensa. Se qualcosa di positivo mi accadrà in questi quattro minuti, rinuncerò a buttarmi.
Prende il cellullare e imposta il conto alla rovescia, per poi tornare a guardare davanti a sé.

È una giornata di Ottobre, né troppo calda, né troppo fredda. La strada è deserta, eccetto per un ragazzino che cammina veloce lungo il marciapiede.
Un bip lo distoglie dal fissare quella piccola figura. Due minuti.

Gerard sorride, come prendendosi gioco di se stesso, mentre il tempo continua a scorrere.
Il ragazzino che stava osservando si ferma improvvisamente e alza lo sguardo verso di lui, come se lo vedesse solo in quel momento. Gerard non riesce a distinguere la sua espressione da dove si trova ma, pensa, sicuramente starà pensando che solo un pazzo potrebbe sedersi tranquillamente in quella posizione.

Come se gli avesse letto nel pensiero, il ragazzino abbassa nuovamente lo sguardo e ricomincia a camminare lungo la strada, deciso a ignorare quello strano tipo che lo sta fissando.
Un altro bip. Venti secondi.
Gerard chiude gli occhi, rivedendo la figura del ragazzino nella sua mente.

Tu che faresti?, chiede al nulla.

Dieci secondi.
Riapre gli occhi e posa il cellulare sul tavolino dietro di sé.
Cinque secondi.

Si passa una mano tra i capelli, rendendoli ancora più scompigliati di quanto non fossero in precedenza.
Un secondo.
Il telefono squilla.
Gerard trattiene il respiro e si dà una spinta con le mani, gettandosi nel vuoto.
Mentre cade non ha rimpianti, sa di aver fatto la scelta giusta.
Cade.

E poi il buio.

***

3. The Flood – Take That

Leggere le reazioni dei fan è stata la conseguenza più difficile alla mia decisione. È vero, ho sciolto i My Chemical Romance, ma non lo rimpiango, perché era la cosa giusta da fare.

Era la cosa giusta da fare, perché non funzionavamo più. Mancava l'entusiasmo del passato, la voglia di lasciare qualcosa nei cuori di chi ci seguiva; tutto questo io l'avevo notato e, forse inconsapevolmente, avevo iniziato a recitare sul palco, a rivestire i panni di un'altra persona. Avevo creato la mia personalità da palcoscenico e ciò, insieme a tutto il resto, mi faceva stare male. Sentivo che sarei scoppiato di lì a poco e, chiamatemi egoista, non volevo che accadesse. Forse potete pensare che io abbia sbagliato, ma non è così: stavo trattenendo l'inondazione, quella che ci avrebbe distrutti dall'interno e smembrato. Stiamo sanguinando, ma non ce ne andremo. La musica, quella rimarrà sempre nei nostri e vostri cuori.

Nessuno soccomberà: stiamo andando avanti, stiamo crescendo e andando per le nostre strade. Ma resteremo, allo stesso tempo, sempre gli stessi.

Eravamo un'idea, e le idee non muoiono mai.

***

4. Down – The Kooks

Ubriaco fradicio. Questa era l'unica definizione che in quel momento fosse perfetta per Ray.

Nonostante fossero le 4 del mattino aveva ancora la forza di muoversi come un ossesso per tutta la discoteca, senza fermarsi nemmeno un attimo, e nemmeno a dirlo, la maggior parte dell'attenzione era rivolta a lui.
"FORZA RAGAZZI, LA NOTTE È GIOVANEE!"
Seduto al bar, il suo amico Bob scosse la testa, con un sorriso rassegnato che andava a formarsi sulle sue labbra.
"Dai, Regina Afro, non pensi sia ora di fermarti un po'?"
Ray scosse la testa, senza accennare a fermarsi, e iniziò a correre verso di lui, parandoglisi davanti una volta raggiunto.
"Bob, sei così noioso."
Fece una pausa, che secondo lui sarebbe dovuta essere ad effetto, e iniziò a cantare.

"I'm so sexuaaaaal! They're talking behind yeah talking behind my back! They're trying to bring me down down diggy de down down!"
Bob scoppiò a ridere, posando la birra che stava bevendo sul bancone.
"Sono piuttosto sicuro che le parole non fossero quelle."

Ma Ray non lo stava ascoltando: era troppo impegnato a inciampare nei suoi stessi piedi e a finire a faccia a terra.

***

5. Let Me Entertain You – Robbie Williams

"Hell is gone and heaven's here, there's nothing left for you to fear, shake your ass, come over here, NOW SCREAM!"

Ormai era un'ora che Gerard continuava a cantare la stessa canzone e Frank iniziava a perdere la pazienza. Fra tutte le canzoni di questo mondo, doveva scegliere proprio una di Robbie Williams? Ma il rosso non sembrava pensarla come il suo fidanzato, visto che non accennava a smettere di ululare come un dannato.

"YOU'RE MY ROCK OF EMPATHY, MY DEAR!"

Frank sospirò.
"Magari fossi anche tu empatico, magari capiresti che non ti reggo più."
Gerard si fermò improvvisamente e si girò verso Frank, un ghigno divertito stampato sulle labbra.
"Così non ti piace Robbie Williams, eh?"
"Oh, non so, si nota così tanto?" rispose, mentre il sarcasmo inondava la stanza come gelatina scaduta.

Ma Gerard sembrava non aver afferrato, poiché annuì.
"E se ti facessi ricredere?"
Dopo aver terminato la frase, il rosso afferrò Frank per le braccia, spingendolo contro il muro, e avvicinò le labbra al suo orecchio destro, senza lasciargli il tempo di protestare.

"So come on, let me entertain you." sussurrò con un tono basso, mentre portava una mano sull'orlo dei pantaloni del più basso.

***

6. Stay Stay Stay – Taylor Swift

"Ray, ho detto di no, vai via!"

Christa era furiosa, anzi, non furiosa, incazzata nera. Talmente incazzata da aver lanciato non uno, e nemmeno due, ma ben tre piatti e due forchette contro il povero Ray, che aveva dovuto battere in ritirata e chiudersi in cucina, uscendone qualche minuto dopo con uno scolapasta in testa a mo' di elmetto, mentre la moglie si era chiusa nella camera da letto.
"Dai, amore, possiamo parlarne?" urlò Ray per farsi sentire dall'altro lato della porta.
"Ho detto di no, Toro!"
L'uomo sospirò sconsolato, grattandosi la fronte con due dita.
"Sai che ho letto che non bisognerebbe mai lasciare un litigio incompiuto e andare a letto senza aver risolto?"
Non ricevette alcuna risposta.
"Resta, ti prego."

Sospirò nuovamente, demoralizzato dall'assenza di reazioni da parte di Christa, e si voltò, pronto a farsi un giro da qualche parte per pensare, quando la porta della camera da letto si aprì, facendolo girare di scatto.
Sua moglie gli corse incontro e lo abbracciò, stringendolo forte a sé.
"Sai che ti amo - gli sussurrò senza staccarsi da lui - ma se provi ancore a citare Taylor Swift la prossima volta che litigheremo ti butto fuori di casa."

***

7. Mad World – Tears For Fears

Mikey si guardò allo specchio, cercando di ignorare le evidenti occhiaie che spiccavano sotto i suoi occhi, risultato delle poche ore che riusciva a trascorrere dormendo ogni notte.
Si trovava in riabilitazione da circa tre settimane, ed era intenzionato a uscirne il prima possibile.
Non solo per la sua salute fisica, ma anche per quella mentale: era impossibile non deprimersi in quella clinica, ovunque si voltasse avrebbe visto qualcuno come lui, o magari meno determinato di lui, distrutto da qualche dipendenza, e di certo quello spettacolo non aiutava.

Le facce che vedeva tutti i giorni ormai gli erano familiari, i posti erano sempre gli stessi, e la maggior parte dei pazienti non sembrava migliorare.

Trovava quella situazione triste e divertente allo stesso tempo. Chiuso nella sua camera, di notte, sognava spesso di morire. I sogni in cui moriva erano i migliori che avesse mai avuto.
Scosse la testa a quei pensieri.

Devo riuscire a vincere, si disse. Devo sfuggire a questo mondo malato.

***

8. Happy Now – Take That

Quella palestra è troppo chiusa per i miei gusti. Troppa gente, troppo rumore, troppe luci. Mi sento a disagio. Sono venuto qui da solo, ovviamente. Nessuno mi ha invitato e ho preferito lasciar perdere. Chi mai avrebbe chiesto a Frank Iero di accompagnarlo al ballo della scuola? Nessuno, appunto.
Non ci pensare, mi dico. Tu non sei come queste persone e loro non sono come te. Sei semplicemente diverso, tutto qui. Un giorno sarai qualcuno.

Me lo ripeto spesso, è una specie di mantra: mi ha aiutato molto, soprattutto in queste situazioni di totale solitudine. Avete presente? La faccenda del sentirsi solo e dell'esserlo veramente. Ecco, io mi sento solo anche in mezzo a tutta quella gente, ma non perché sia una mia sensazione: lo sono davvero.

Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che qualcuno mi ha ficcato in mano un bicchiere contenente un liquido strano. A prima vista lo prendo per della birra, ma quando lo assaggio ha un gusto strano. Non so perché lo faccio, probabilmente per provare qualcosa di diverso.

Dopo qualche secondo, inizio ad avvertire un lieve disagio, come una sensazione di stordimento, che mi porta ad accasciarmi a terra. La mia mente si disconnette e non mi fa capire più nulla. Non so cosa mi sta succedendo; probabilmente qualcuno deve averci messo della droga, ma non mi importa. Avverto come un senso di euforia. Sto cadendo, ma ora mi sento felice.

***

9. Please Don't Die – Robbie Williams

Successe tutto all'improvviso. C'eravamo Frank, io e la strada. Stavo guidando, quando all'improvviso una macchina comparve dal nulla, sbattendo proprio contro di noi, provocando un'onda d'urto che si ritorse contro Frank, facendolo sbattere contro il finestrino e mandando in frantumi il vetro. Stava perdendo molto sangue, mentre io, ironia della sorte, ero praticamente illeso. Rimasi a guardarlo per degli istanti che sembrarono anni, prima di riscuotermi e rendermi conto della situazione: l'uomo che amavo stava per morire dissanguato. Cercai freneticamente il cellulare, pregando che non si fosse rotto, e chiamai un'ambulanza, spiegando le circostanze con voce rotta dal pianto.

"Vi prego, fate presto." chiusi la chiamata e rivolsi tutta la mia attenzione a Frank, che sembrava essere privo di sensi.
"Frank, Frankie, ti prego, tieni duro, non puoi morire- i-io ti amo, so che puoi farcela-"

Ero scosso dai singhiozzi e dal dolore, ero nel panico più totale e non sapevo cosa fare nell'attesa dei soccorsi.
"Frank, amore, ascoltami", iniziai, mentre lo facevo sdraiare sulle mie gambe, pregando silenziosamente che quella fosse la cosa giusta da fare.
"Non puoi morire, okay? Hai tutta la vita davanti, a-abbiamo tutta la vita davanti... Se tu morissi se ne andrebbe una parte di me, sei la mia colonna portante, ti prego non andartene-"

Le mie parole sconnesse furono interrotte da un sospiro, che immediatamente riconobbi arrivare da Frank, facendomi spalancare gli occhi.
"Gee, non morirò, posso farcela, lo so" mi sussurrò, prendendomi la mano, "i soccorsi stanno arrivando."
Sorrisi, con le lacrime che mi rigavano le guance.
"Ti amo." mormorai, mentre Frank chiudeva gli occhi.

***

10. Forbidden Voices – Martin Garrix

"Ma dai, che finale del cazzo!"

"Bryar, lo vuoi capire che devi fare silenzio?" esclamò la bibliotecaria, indicando per l'ennesima volta il cartello che comunicava agli studenti a lettere cubitali: "è vietato parlare ad alta voce in biblioteca".
"Ma ci sono solo io, a chi importa?"
"Mi hai sentito, zitto o te ne vai!"

Bob sbuffò sconsolato, un po' per quella regola del cazzo e un po' per il finale del libro, che lo aveva lasciato praticamente scioccato.

Ci aveva sperato, per tutto il libro, che non sarebbe finita in quel modo, ma invece no! L'autrice doveva essere proprio una persona triste per far finire un libro così. Chiariamoci, non che fosse un finale triste; il romanzo terminava con il matrimonio dei due protagonisti. Peccato che fosse proprio quello a dare fastidio a Bob. Odiava i cliché e odiava i libri fatti con lo stampino.

Se mai scriverò un libro d'amore, pensò, farò morire entrambi i protagonisti. Di peste. Bubbonica. Della peggior specie.



***
Salve popolo!
Inizio col dire che non ho la più pallida idea del perché io abbia scritto questa cosa. Erano le tre di mattina, mi annoiavo e mi sembrava una cosa carina da fare c.c
E ho pensato: "Ma sì, postiamola"
Non se la cagherà nessuno ma who cares
E boh
Amen
xobatta 

   
 
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