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Autore: Liv_ing_    30/08/2015    2 recensioni
ATTENZIONE: Se non avete ancora visto la 3x13, non aprite e non leggete! SPOILER!
Quello che è successo nella mia mente dopo la caduta.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Ciao! Sto sperimentando le one shot da ieri praticamente, chiedo scusa per eventuali orrori.

Questo è il mio post-finale, aiutata anche dalle varie interviste a Bryan Fuller e Hugh Dancy. 

Ieri avevo un altro tipo di immagine nella mente, oggi è uscito fuori questo.

Non ho mai scritto una Hannigram in vita mia, quell’ultima puntata mi ha ispirata tantissimo. Inoltre è la mia prima pubblicazione, quindi spero che non faccia schifo.

Le critiche sono ben accette, ho ancora tanta strada da percorrere e voglio migliorare continuamente.

Beh, che dire.. Fatemi sapere se la pensate come me, cosa avreste cambiato, aggiunto o tolto.

Buona lettura! :) 

 

IT’S BEAUTIFUL. IT WILL BE BEAUTIFUL. 

 

“Will?” 

Hannibal uscì fuori dall’acqua, trascinando se stesso e il corpo di Will. Sembrava che avesse perso i sensi, o almeno Hannibal sperava. 

“Will?” 

Continuò a chiamarlo mentre lo trascinava, cercando di uscire completamente dall’oceano per farlo sdraiare sulla sabbia. 

Nessuna risposta da parte del moro. Hannibal si chiedeva perché l’avesse fatto, non l’aveva ascoltato mentre diceva al Drago che il suicidio è il nemico? Eppure, allo stesso tempo, capiva il motivo. E’ sempre stato così tra loro, si capivano e non si capivano. Si amavano, ora ne erano certi. 

Con il fiato corto, Hannibal usò tutte le forze che gli restavano per sistemare il corpo di Will sdraiato. Doveva assicurarsi che fosse ancora vivo, non poteva andarsene proprio ora. Poggiò due dita sul suo collo per sentire il battito e, con un sospiro di sollievo e gli occhi chiusi istintivamente, si accorse che c’era. Era vivo, il suo Will era vivo, era riuscito a sopravvivere anche a quello, il loro amore era riuscito a farli vivere, ancora una volta. 

Riaprì gli occhi, doveva assolutamente rianimarlo. Gli aprì la bocca e ci soffiò dentro, uno, due, tre colpi leggeri sul petto, di nuovo, uno, due, tre, ancora, uno, due, tre, Will sputò un po’ d’acqua e tossì forte. 

Hannibal lo guardò sollevato, si sedette vicino a lui e lo osservò. 

Will continuò a tossire per qualche secondo, cercando di riprendere a respirare. 

“H-Hannibal..” 

“Shhh, pensa solo a respirare, Will”. 

Il moro tentò di mettersi seduto, accanto ad Hannibal, guardarono insieme l’orizzonte, Will forzatamente in silenzio anche se avrebbe voluto parlare. 

Non era riuscito nella sua impresa, erano entrambi vivi, forse era l’ennesimo segno del destino, forse non poteva farci niente, doveva solo accettare il suo amore per Hannibal ed agire di conseguenza. Si sentiva come un drogato, l’avevano strappato alla sua vita perfetta e fatto drogare di nuovo, ora non poteva stare senza di lui di nuovo, non avrebbe mai più trovato la forza di allontanarsi, e questa era l’ennesima prova che gli aveva fatto capire che erano destinati a stare insieme. Il loro amore non faceva che sconfiggere la morte, insieme erano immortali. 

“Eppure mi ricordo di averti spiegato che quelle scogliere erano in erosione, Will”. 

Una risata, non di divertimento, bensì amara da parte di Will. Aveva ragione, i loro corpi non avevano sbattuto contro la roccia, erano finiti direttamente nell’oceano. 

“E quando ho detto che il suicidio è il nemico, parlavo in generale, non solo al Drago. Ti ho visto mentre osservavi la scogliera, Will. Stavo parlando anche con te”. 

Annuì, come poteva pensare di farla finita? Poteva davvero essere così semplice? Non si può scappare dai propri sentimenti e dalla propria vita, ora lo sapeva. 

“Mi conosci, Hannibal. Puoi davvero biasimarmi per averci provato?” 

“Puoi davvero biasimarmi per aver tentato di farti capire che quello che volevi fare è sbagliato?” 

“Beh, a quanto pare ci ha pensato il destino a farmelo capire”. 

Rimasero in silenzio per qualche minuto, sempre con lo sguardo fisso sull’orizzonte, una leggera brezza gli scompigliava i capelli bagnati. Iniziava a fare freddo, Will rabbrividì. Hannibal si avvicinò a lui e gli circondò le spalle con un braccio, portandolo più vicino a sé per scaldarlo. 

Un sospiro di dolore da parte dell’uomo fece sussultare Will. 

“Hannibal.. Il proiettile..” 

“Quello che ho ricevuto stanotte da te è stato il dono più grande che qualcuno potesse farmi, non sento nemmeno il dolore”. 

Riusciva ad essere romantico anche con una pallottola conficcata nell’addome. 

“Non è stato un dono, Hannibal. E’ solo.. La realtà”. 

“Riuscirai ad accettarla, Will?” 

Non si sentiva ancora pronto per le romanticherie, si allontanò dal suo calore e si alzò in piedi. Hannibal alzò lo sguardo, scontento. Il moro lo aiutò ad alzarsi e a camminare, dovevano curarsi le ferite. 

Riuscirono a rubare una macchina e arrivarono a casa di Bedelia. Stava facendo le valigie, pronta a fuggire. Non sarebbe andata da nessuna parte, sarebbe stata la loro prima cena di coppia. Hannibal fremeva di gioia mentre cercava di aprire la porta senza farsi sentire, ed entrò, seguito subito da Will. 

Insieme si incamminarono verso la sua stanza, a passo felpato, l’avrebbero sorpresa, oh e che sorpresa l’attendeva! 

Hannibal la vide, di schiena, mentre continuava a sistemare una valigia, e di corsa le mise una mano sulla bocca per non farla urlare e la immobilizzò. Bedelia tentò di urlare e divincolarsi, ma Will aiutò la sua anima gemella e insieme le fecero perdere i sensi quasi soffocandola. 

La legarono e Hannibal le somministrò qualcosa che potesse tenerla a bada per qualche ora. La sistemarono sul letto, ancora legata e bendata, e andarono in bagno per medicarsi le ferite. 

Will si fece guidare da Hannibal per l’estrazione del proiettile, poi disinfettò la ferita e la bendò con cura, sempre sotto lo sguardo amorevole di Hannibal. 

Quest’ultimo fece sedere Will, ora era il suo turno di prendersi cura di lui. 

“Posso farcela da solo”. 

“Lo so, voglio farlo lo stesso”. Gli sorrise, amava prendersi cura di lui, soprattutto medicargli le ferite. Le considerava ferite di guerra, una guerra combattuta e vinta insieme, ogni volta che avrebbe riguardato quelle cicatrici se ne sarebbe ricordato, era marchiato e la cosa lo eccitava. 

Gli pulì la ferita sulla guancia, si rese conto che c’era bisogno di qualche punto di sutura. Prese l’ago e chiuse la ferita, poi passò all’altra e fece lo stesso procedimento. 

Will lo guardava togliergli la camicia insanguinata e curarlo e sentiva un sentimento profondissimo, c’era amore, lo riconosceva, ma c’era anche desiderio. Ormai non se ne vergognava più, era la sua realtà, amava quell’uomo e non poteva fare più niente per evitarlo. 

“M-Mi dispiace, Hannibal”. Si riferiva alla sua scelta di poco prima.

“Spero solo di riuscire a farti apprezzare la vita, Will. Pensavo di averlo già fatto”.

“Una parte di me penserà sempre che non vale la pena vivere questa vita”.

“Allora spero di riuscire a farti seppellire quella parte. E’ quella ad essere distruttiva, lo sai? Terminare la tua vita non è la soluzione. Viverla al meglio, con me accanto, facendo tutto ciò che ami, questo è lo scopo. Ti ricordi cosa mi hai detto prima di cadere?” 

“Sì, mi ricordo”.

“Dillo di nuovo”. 

Ci fu una pausa. Will guardò Hannibal per un secondo, sapeva cosa aveva intenzione di fare, l’avrebbe convinto, lo ha sempre fatto. Ma ne aveva davvero bisogno?

“E’ bellissimo”. 

“E’ bellissimo, già. Perché vorresti morire piuttosto che provare quella sensazione ancora e ancora?”

“Perché… E’ sbagliato. Quello che ci piace fare. E’ sbagliato, Hannibal”.

“Chi stabilisce cosa è giusto e cosa è sbagliato?”

“Ci piace.. Uccidere”.

“Sei sicuro che io uccida e basta? Solo per il gusto di uccidere?”

“No. Io.. Capisco il motivo, l’ho sempre capito. E.. Lo condivido”.

“E allora sopprimi quella parte di te che ci giudica, Will. Stavolta niente e nessuno potrà separarci di nuovo. Siamo insieme, per scelta. Vivremo per sempre”.

Non rispose, non ne aveva bisogno. Ancora una volta, Hannibal lo lasciò senza parole. Non poteva controbattere, condivideva davvero tutte quelle cose e la parte di sé uguale ad Hannibal stava inesorabilmente vincendo. Sì, avrebbe accettato la sua vita, avrebbe accettato il suo amore e i suoi desideri, non poteva fare altro. Non riusciva più a pensare di separarsi dalla sua anima gemella, voleva fondersi con lui e diventare una cosa sola.
Aveva già dimenticato sua moglie, quello che ormai considerava suo figlio, l’FBI. Faceva tutto parte del passato. La caduta li aveva uccisi sul serio, la parte distruttiva di se stesso era morta, uscire dall’oceano era una rinascita. Decise di vederla in quel modo, era un altro Will, un altro Hannibal, un’altra vita, un’altro mondo. Il loro mondo. 

“Ho bisogno di una doccia”, disse Will una volta che Hannibal terminò con le suture. 

“Abbiamo entrambi bisogno di una doccia”. 

Hannibal suggeriva qualcosa che tutti e due desideravano in quel momento. Si guardarono negli occhi, intensamente. 

“Ma puoi cominciare tu, se vuoi. Io posso.. Andare a prendere la cena”. Fece un ghigno, la loro cena era di là, pronta per essere cucinata, lentamente. 

“Oh.. Giusto.. La cena”. 

Stava ancora immaginando di fare la doccia insieme a lui, ma aveva ragione. La loro cena poteva svegliarsi e scappare via, avrebbero avuto il loro momento, dovevano solo aspettare, magari trasferirsi oltre oceano, non potevano certo restare lì. 

Hannibal si avvicinò a Will e, con grande sorpresa di quest’ultimo, gli stampò un leggero bacio sulle labbra. 

“Chissà.. Magari riuscirò a mostrarti Firenze, dopotutto. Ti piacerebbe?”. Gli sorrise dolcemente, ma con una nota di malizia. 

Will ricambiò il sorriso, era pronto a vivere insieme a lui, a seguirlo ovunque. 

“Sarà bellissimo”. 

  
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