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Autore: E S S E    31/08/2015    3 recensioni
"Ciò che Will non si aspettava minimamente era che gli mettessero come compagno di banco lui, il ragazzo che non parlava mai con nessuno, quello che in classe pareva sempre far tutt'altro invece di seguire la lezione, quello da cui ti potevi aspettare al massimo un grugnito e un'occhiataccia se gli rivolgevi la parola. Esattamente lui, Nico Di Angelo"
Cosa succederebbe se il nostro Will-E Solace facesse pena in italiano e la sua unica speranza per andare bene al prossimo compito fosse un cinico Nichito Di Angelo?
Dunque... Questa è la mia prima ff nel fandom di PJO, quindi... emh... apprezzerei sia consigli che critiche (e magari anche delle recensioni, va :))
Vogliatemi bene,
NicoDiAngelo99
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Will Solace odiava i compiti in classe, specie se questi riguardavano l'italiano. Lui era negato in quella materia e la classe se n'era accorta da tempo, diretto interessato incluso.

Ciò che Will non si aspettava minimamente era che gli mettessero come compagno di banco lui, il ragazzo che non parlava mai con nessuno, quello che in classe pareva sempre far tutt'altro invece di seguire la lezione, quello da cui ti potevi aspettare al massimo un grugnito e un'occhiataccia se gli rivolgevi la parola. Esattamente lui, Nico Di Angelo.

La scusa del prof Chirone era stata una cosa del tipo "Di Angelo potrà sembrare un fannullone, ma ti assicuro che per la mia materia è il più indicato ad aiutarti."

Perfetto. Ora, Will non aveva nulla contro Di Angelo, ma non era certo che valesse anche il contrario. Infatti, quando si era seduto vicino a lui per la prima volta, la conversazione era andata più o meno così:

-Ciao, sono Will- aveva detto allegro il biondo.

-Nico- aveva risposto l'altro in tono piatto.

-Emh… allora, piacere- gli tese la mano.

-Mh mh- rispose, girandosi dall'altra parte e lasciandolo lì con ancora la mano a mezz'aria.

E dopo ciò, Will aveva inteso perfettamente il messaggio del suo compagno di banco: "Non rompere."

 

 

Qualche giorno dopo avevano deciso che si sarebbero trovati tre pomeriggi a settimana a studiare insieme. Cioè, Will avrebbe studiato e Nico sarebbe stato comodamente seduto a far niente, ma al biondo andava bene così.

In quei tre mesi aveva imparato a conoscerlo e aveva capito che, quando voleva, Nico riusciva a essere una persona abbastanza socievole, se non amichevole.

A Will piaceva tutto di lui. I suoi capelli corvini e il modo in cui se li scostava dal viso, quegli occhi in cui si perdeva ogni volta che lo guardava… E poi la sua voce. Quella voce che solo lui aveva il privilegio di udire tutti i giorni, anche se per poco, quella voce che gli urlava sempre di imparare le coniugazioni senza fare storie e che poi lo incoraggiava (a modo suo).

Non era un segreto che non imparasse granché perché era troppo occupato a fissarlo.

Ogni volta ringraziava che il prof Chirone glielo avesse imposto come compagno di banco.

 

 

-Ho finito!- aveva gioito il biondo, alzando la testa dal suo foglio.

Nico alzò lo sguardo e si sporse verso di lui con nonchalance.

-Vediamo- gli aveva risposto, strappandogli il foglio dalle mani. Mentre il moro leggeva, Will poté notare la svariata gamma di smorfie che possedesse.

-Solace…- aveva esordito passandosi una mano sulla faccia.

-S-sì?- rispose tentennante l'interessato, conscio di quel che sarebbe successo di lì a poco.

-Tu lo sai che il compito in classe è domani, vero?-

-Sì…- abbassò la testa.

-Bene, almeno questo è chiaro-

Will si sporse un po' in avanti. -Ho fatto così male?-

Nico lo guardò sarcastico. -Mmh… Se escludiamo che non sai usare né i congiuntivi, né i pronomi personali e che confondi il futuro col condizionale, allora no, non è andata male-

A quelle parole, il biondo si accasciò lentamente sul tavolo con fare teatrale, coprendosi la testa con le braccia e iniziando a dondolarsi.

-Uffa- aveva mugugnato triste -Perché è così complicato…?-

-Non è complicato, sei tu che non ti applichi- gli aveva risposto il moro lanciandogli il foglio.

Will alzò la testa di scatto, il labbro inferiore sporto in fuori. -Facile per te, tu sei italiano-

-Me ne vuoi fare una colpa?- gli aveva chiesto con un ghigno divertito.

Il biondo lo guardò supplichevole. -Ti prego, aiutami!- gli chiese, le mani giunte in segno di preghiera e l'espressione da cucciolo bastonato. Guardandolo, Nico pensò che fosse tenerissimo, ma quando se ne rese conto, scacciò immediatamente quel pensiero.

Scosse la testa. -Ci ho provato. Sei un caso perso, Solace-

A quel punto, Will fece quello che andava fatto. Si buttò in ginocchio ai piedi del ragazzo e iniziò a implorarlo.

-Per favore, Nico, dammi una mano- aveva detto poggiando la testa sulle sue ginocchia.

Al contatto Nico sussultò e lo allontanò delicatamente. Will teneva ancora la testa bassa, così gliela alzò prendendolo dal mento. Suo malgrado, non riuscì a dire di no a quegli occhioni azzurri.

-Ci sarebbe un modo- disse con un sorrisetto dipinto sulla bocca. Al biondo brillarono gli occhi.

-Ma non credo che Mister Bravo Ragazzo sarà d'accordo-

Will piegò la testa di lato, un'espressione interrogativa sul viso. Poi si alzò di scatto, sconvolto.

-Non vorrai farmi copiare?!- chiese inarcando le sopracciglia.

-Almeno in fatto di logica sei afferrato- rispose il moro, guardandolo di sottecchi e sogghignando.

-No, io non copio. Non- Nico lo interruppe.

-Non ti costerebbe nulla-

-No-

-Okay, ne riparliamo domani- concluse mettendosi le mani dietro la testa con aria di sfida.

In tutta risposta il biondo prese la sua giacca e uscì dal bar, salutandolo con un distratto "A domani."

 

Quella mattina, Will era arrivato in classe con mezz'ora di anticipo, pregando le bidelle di farlo entrare prima per ripassare. Il compito era alla prima ora e, da quel che gli aveva fatto intendere Nico, lui era tremendamente fottuto.

Sbattendo i suoi occhioni azzurri, le convinse a farlo passare e corse in classe, udendo commenti del tipo "Il ragazzo ci sa fare" o "Che bel viso da principino". Okay, che lo chiamassero così non gli andava bene, ma ci aveva fatto l'abitudine.

In meno di cinque minuti il suo banco era cosparso di libri e fogli delle ripetizioni, tutto secondo un preciso disordine logico.

Quando alzò lo sguardo si ritrovò davanti il suo compagno di banco. Se ne stava lì, con il peso su una gamba e le braccia conserte, il suo sorrisetto sulla bocca. Will per poco non cadde dalla sedia dallo spavento.

-Dovresti smetterla di essere così silenzioso- aveva detto lui con una mano sul cuore.

Nico sbuffò, lanciando il suo zaino sul banco.

Poi si sedette sul banco di fronte a lui mettendo i piedi sulla sedia e sporgendosi in avanti.

-Allora?-

-Allora cosa?- chiese il biondo, concentrato a rileggersi le regole della voce passiva.

Nico non rispose, limitandosi a roteare gli occhi e sospirare.

Lo guardò. Era chino sul banco, i suoi bellissimi riccioli biondi che gli ricadevano sul viso, lasciando intravedere un poco  dell'espressione corrucciata dipinta sul suo volto, le labbra increspate come un bambino e gli occhi azzurri che si spostavano sul foglio che teneva con una mano, mentre l'altra gli accarezzava il mento.

Sentendosi fissato, Will alzò lo sguardo con aria interrogativa. -Cosa c'è?-

-Sei proprio un bravo bambino, Solace- rispose il moro, non riuscendo a trattenere un sorriso.

 

Quando il professor Chirone varcò la soglia dell'aula, Will stava sudando freddo, torturando una povera penna. Nico, invece, era rilassato di fianco a lui, sbuffando di tanto in tanto per il solo fatto di essere a scuola.

-Oggi è il giorno del compito in classe- aveva annunciato il prof, prendendo un fascicolo di fogli.

Il moro notò l'agitazione del suo compagno, così gli si avvicinò per dirgli qualcosa.

-Sei ancora in tempo per farti dare una mano durante il compito- sussurrò appena. A quelle parole il diretto interessato si voltò e lo guardò contrariato, scuotendo la testa.

-Come vuoi- gli rispose l'altro, mentre il prof metteva sul loro banco i fogli.

Durante quell'ora la classe fu immersa nel silenzio.

Ogni tanto Nico lanciava occhiate al suo amico per vedere come se la stesse cavando e, ogni volta, doveva trattenersi dal non ridere per tutte le smorfie che faceva.

Quando suonò la campanella, il professore ritirò i fogli e Will sbatté la testa sul banco sconsolato.

-La mia vita è finita- piagnucolò abbattuto.

Nico portò gli occhi al cielo. -Catastrofista- lo schernì divertito.

 

 

La settimana seguente, Nico era rimasto a casa in malattia e non si era minimamente preoccupato di alzarsi dal letto fino alle due del pomeriggio, quando gli suonarono alla porta.

Sbuffando e inveendo contro chiunque fosse stato a suonare il campanello, si alzò dal letto, strusciando i piedi fino alla porta d'ingresso. Non si preoccupò neanche di sistemarsi per non apparire come uno che si è appena alzato dal letto, tanto era la verità.

Il campanello continuava a suonare, alternato ad un incessante bussare sul legno della porta.

Quando l'aprì, fu travolto da un trafelato Will Solace, con un sorriso che gli partiva da un orecchio all'altro e i capelli scompigliati dal venticello di metà aprile.

Sembrava reduce da una maratona, ma non pareva importargli. Chiunque l'avesse visto, avrebbe scommesso che fosse strafatto di bibite energetiche.

-A cosa devo l'onore?- chiese Nico ancora assonnato, chiudendo la porta.

Will non disse una parola, solo gli mostrò un foglio stropicciato dove nell'angolo di destra spiccava un'appariscente B+. Nico strabuzzò gli occhi, incredulo. Poi gli ridiede il foglio, riacquistando la sua solita espressione non curante.

-Beh?- fece il biondo indicando il foglio, elettrizzato come un bimbo alla fiera.

Il moro alzò un sopracciglio, con aria di sufficienza. -Se avessi copiato, a quest'ora ci sarebbe scritto 'A+' sul tuo foglio- constatò ghignando.

-Già, ma invece ho fatto tutto da solo!- rispose l'altro al settimo cielo -E ho preso anche la sufficienza-

Nico lo guardò di sottecchi.

Non voleva ammetterlo, ma era felice che dopo tutta quella fatica avesse raggiunto il suo obiettivo.

-Direi che meriti un premio come mio miglior studente- scherzò avvicinandosi al suo viso e mettendogli una mano sulla spalla per farlo abbassare.

Gli lasciò un tenero bacio sulla guancia, indugiando un poco.

Le guance di Will si imporporarono all'istante e, quando si staccò, Nico sogghignò nuovamente.

Il biondo si rese conto solo in quel momento che il padrone di casa non indossasse la maglietta. Contrariamente a quel che pensava, in fatto di muscoli, Nico sapeva il fatto suo. Non era uno di quegli armadi che si vedono ai concorsi per bodybuilder, anzi, era piuttosto magro, ma quel fisico asciutto lasciava ben intravedere tutto ciò che di muscoloso possedesse.

-Solace?- gli chiese lui, ghignando nuovamente e facendo svegliare il biondo dal suo sogno ad occhi aperti.

-C-cosa?-

-Mi stavi fissando-

-Io? Oh, beh... Scusami- disse abbassando la testa. Poi la rialzò, notando che il suo interlocutore era anch'esso un po' rosso in viso.

-Pensavo che...- esordì Will.

-Mh mm?- chiese l'altro, avvicinandosi ancora.

-Beh, che... Po-potremmo studiare ancora insieme, s-se ti va, naturalmente- balbettò  a fatica.

Nico lo squadrò, guardandolo dal basso.

-Sei carino quando sei imbarazzato, sai?- disse senza neanche accorgersene. Will iniziò a sudare freddo. Nico Di Angelo gli aveva appena fatto un complimento? Possibile che si fosse accorto che gli piacesse? O magari voleva solo prenderlo in giro come faceva sempre?

-Ti va un caffè?- gli chiese quello, interrompendo il flusso dei pensieri del biondo, come se poco tempo prima non fisse successo un bel niente.

Will lo guardò nuovamente, per poi annuire in fretta, ancora sotto shock dalla vicinanza.

Nico annuì a sua volta e si diresse in cucina.

Il biondo, dopo un attimo di esitazione, lo raggiunse e gli prese la mano dolcemente per richiamarlo. Questi si voltò, guardando le loro dita che, d'istinto, si erano intrecciate.

-Io metto tanto zucchero- gli disse Will sorridendo teneramente.

-Non avevo dubbi, Solace- gli rispose l'altro, portandoselo in cucina senza lasciargli la mano.

A quel punto il biondo giurò che al prossimo compito avrebbe sicuramente preso una A. 






Intanto nell'Erebo...
Emh...Oh, salve! 
Sono nel panico perché, omg, è la prima ff su PJO e ehem... Poi è Solangelo e... ahem... Ok, sono imbarazzata perché .... mumble, perché sì, okay? Bene :)
Dunque, ma quanto sono patatosi loro due? Quanto? (tanto, se non lo sapete) Non serve dire altro perché loro sono belli e io li shippo tanto, sì? Benerrimo.
Ah, poi (prima che mi dimentichi) volevo ringraziare la mia patatosissima Brocchetta *alias LeoValdez00* che mi vuole tanto bene (e che mi ha obbligato con la forza a pubblicare la mia ff... si, ha minacciato di picchiarmi ma io le voglio bene:))
Cos'altro dovrei aggiungere? Nulla, a parte che mi farebbe tanto, Tanto, ma TANTO piacere una piccola, anche minuscolerrima recensione da tutti voi amati psicopatici che avete letto la mia ff. (Vi ricordo che Brocchetta La Manesca è qui affianco a me, non so come potrebbe reagire se non recensite... La fermerò in tempo, almeno... ci potrei provare)
Besitos,
S.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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