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Autore: Ilarya Kiki    31/08/2015    4 recensioni
Stavano appunto per uscire, quando Maka e Kid sentirono qualcosa.
Un lieve cambiamento, una leggera presenza.
Si voltarono entrambi, insieme, e accanto alla scalinata deforme del silos più vicino videro un’alta figura vestita di nero.
Li guardava, mesta. La disordinata chioma rosata si muoveva nel vento libera e leggera come i fiocchi di neve.
Maka la riconobbe, e il suo cuore perse un battito. Poi chiamò il suo nome.
“Chrona!?”
Non fecero nemmeno in tempo a sbattere le ciglia, che la figura era già svanita nel vento, come un fantasma.

Ambientata dopo la fine del manga.
Se qualcuno per caso mi segue da un po', può considerare questa storia come il seguito spirituale (e soprattutto ufficiale) di Just A Simple Story About A Crazy Little Girl, ma può tranquillamente essere letta così com'è, per conto suo.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kurona, the Dark One.'
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Ghost.

A Demonic Story

 

 

 

The end of a story. 

 

 

“Sinceramente, del mondo non mi importa nulla.
Voglio combattere per te, solo per te.”

 

 

 

La data prescelta per la cerimonia di incoronazione di Death the Kid al titolo di Sommo Shinigami e preside della DWMA si era rivelata una splendida giornata di sole. Milioni di studenti si erano raccolti da tutto il mondo a Death City per assistervi, ed era persino presente una piccola delegazione di streghe per onorare il recentissimo accordo di pace che era stato pattuito con il loro popolo.
Era una giornata di festa, uno di quei giorni dolceamari in cui ti rendi conto di aver raggiunto qualcosa di importante, ma nel frattempo una fase della vita si è appena chiusa. Così si sentiva Maka, quel giorno, mentre applaudiva in mezzo al pubblico.
Il Kishin era stato finalmente sconfitto! Finalmente era finita la guerra contro le streghe, finalmente Medusa era morta. Ma…
Shinigami era defunto, e Chrona aveva sacrificato la sua vita per sigillare il Kishin Ashura sulla Luna. La Luna era nera, da quel giorno.
Inoltre, lei e Soul Eater erano stati separati: Soul ora doveva lavorare insieme a Kid, e lei, Maka, non era ancora sicura di quello che avrebbe voluto fare, una volta ottenuto il diploma. Mancavano pochi mesi alla fine dell’anno scolastico, e il futuro la spaventava molto di più dell’esame finale. Certo, qualche progetto l’aveva fatto: doveva assolutamente diventare abbastanza forte da poter salvare Chrona, ma non sapeva ancora cosa avrebbe comportato, questo…
Soul e Kid avrebbero lavorato alla DWMA, Black*Star si sarebbe allenato insieme a Tsubaki fino a diventare più potente di un dio. E lei? Cosa avrebbe fatto, Maka?
“Mi piacerebbe seguire mia madre nei suoi viaggi!” aveva detto, seduta assieme agli altri attorno al tavolo del loro bar preferito. Non ne era molto sicura, in realtà, ma l’idea di avere un progetto, anche vago, la confortava.
“Ma Maka, così non ti vedremo più!” aveva commentato Tsubaki, afflitta. Maka si sentì pungere di nostalgia, anche se li aveva ancora tutti lì accanto a lei, i suoi amici. In qualche modo, sentiva che il futuro li avrebbe divisi comunque. Ma no, quello lo sapeva da tempo, non era così poco saggia. Era quell’altra cosa…
“Magari imparerò un modo per poter tirare giù Chrona dalla Luna! Voi mi aiuterete, vero, ragazzi!?”
“Ma certo! – aveva esclamato Black*Star, euforico – Così potrò sconfiggere definitivamente il Kishin! Sarò diventato talmente forte che mi basterà solo un pugno per mandarlo in mille pezzi!”
Risero tutti insieme, nessuno aveva dubbi che quel ninja casinista ce l’avrebbe fatta sul serio.
Kid era seduto lì con loro, ancora vestito elegante per la cerimonia, e prese parola, innalzando il bicchiere di cartone pieno di frappuccino:
“Purtroppo da oggi sarò terribilmente impegnato, quindi esigo da voi una promessa.”
Tutti ammutolirono, e stettero a sentirlo.
“Promettetemi che saremo sempre amici, qualsiasi cosa accada, e che ci saremo sempre l’uno per l’altro, sostenendoci sempre! E, soprattutto, che continueremo a giocare a basket tutti quanti, fino a che saremo vecchi!”
“Liz, la scusa dello shopping non vale più, per te!” scherzò Soul, indicando la più grande delle sorelle Thompson, che aveva la tendenza a saltare i loro incontri al parchetto adducendo scuse sceme, e tutti scoppiarono a ridere di nuovo.
Anche Maka rise fino alle lacrime, ma non riuscì a scacciare del tutto quel vago senso di inquietudine che la perseguitava.
Va tutto bene, pensava, andrà tutto bene.

 

 

“Tornerò assolutamente a prenderti! Aspettami!”
“Io credo in te, Maka.”

 

 

 

La sera dopo, Maka stava appollaiata su di una sedia accanto al davanzale della finestra, con Blair sulle ginocchia. Gettò un’occhiata agli scatoloni che riempivano il soggiorno, pieni della roba di Soul, e sospirò.
Tornò a fissare la Luna oltre la finestra, sopra i tetti, nera. Com’era buia e triste, la sera.
“Devi partire proprio domani?”
“Ma che palle, sì, te l’ho già detto un centinaio di volte! Dai, su, non fare quella faccia depressa. Kid mi ha chiesto di stare da lui solo per qualche settimana, dopotutto.”
“Hai ragione, scusami.”
“Non scusarti, non hai nulla da farti perdonare, tranquilla.”
Maka osservò in silenzio la siluette di Soul allontanarsi e sparire nella sua stanza, per poi ricomparire con le braccia piene di dischi in vinile, e infine depositarli con la massima cura in uno dei pochi scatoloni ancora vuoti. Roba jazz, Maka non aveva mai capito come facesse Soul ad ascoltare quella musica noiosa.
Era vero, comunque: Soul sarebbe rimasto a casa di Kid solo temporaneamente, perché dovevano allenarsi a entrare in risonanza per poter dare il massimo del loro potenziale in combattimento; erano partner, ora, dopotutto. Ma Soul sarebbe davvero tornato nel loro vecchio appartamento, poi? E Maka, sarebbe rimasta lì ad aspettarlo? Sarebbe partita prima? E se Soul avesse trovato un posto migliore, e non fossero tornati insieme mai più…?
“Ehi, su, non piangere.”
Maka si appoggiò alla spalla di Soul, mentre lui la abbracciava e Blair sgattaiolava via. Era calda e aveva un buon odore, e anche se la consapevolezza che presto se ne sarebbe andato via le attanagliava ancora lo stomaco, si sentì subito confortata.
“Soul, scusami, io…”
“Ahhh sei una piagnucolona, oggi… dove è finita la mia compagna fica? Non preoccuparti, ci vedremo a scuola tutti i giorni e tornerò non appena Kid la pianterà di ustionarsi le mani ogni volta che mi brandisce… è un dio, quanto vuoi che ci metta?”
Maka rise debolmente.
“E poi mi troverai qui alle cinque, ogni giorno. Pretendo il mio tè pomeridiano, e se i biscotti li fate tu e Blair è anche meglio.”
Soul le sorrise, e Maka ritrovò un po’ di quel suo entusiasmo che sembrava esserle morto nel cuore da quando avevano sconfitto il Kishin.
“Sì, ci puoi contare!”
“Benissimo, allora!”
Soul tornò a mettere nelle scatole di cartone la sua roba, e Maka riuscì ad udire distintamente un “adolescente in crisi…” destinato al suo indirizzo, prima di lanciargli dietro una ciabatta urlando: “Ha parlato lui!”, e poi scoppiare a ridere.
Sarebbe andato tutto bene, ne era convinta.

 

 

“Incontriamoci ancora, eh. Maka.”

 

 

La scuola finì dopo pochi mesi, e, come previsto, Maka si diplomò col massimo dei voti, superando persino quel secchione di Ox Ford, che invero aveva iniziato a fare un po’ di cilecca da quando la bella streghetta Kim aveva finalmente accettato di uscire con lui.
Il futuro si stendeva brillante e luminoso davanti alla giovane meister: ora lavorava a pieno diritto come soldato d’elite della DWMA, esattamente come sua madre.
Scelse di partire, di seguirla nelle sue missioni in capo al mondo. Lei e i suoi amici organizzarono una festa meravigliosa, il giorno prima della sua partenza, e verso fine serata Soul le diede persino un bacio, non s’era capito bene se sulla guancia o sulle labbra, un po’ a metà, insomma, probabilmente perché aveva bevuto troppo champagne.
Il domani le sorrideva, come un sole.
E la luna, era sempre nera.

 

 

“Tornerò assolutamente a prenderti, Chrona.”

 

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Spazio Autrice

Buonasera cari lettori, eccomi tornata con una nuova storia!
Prima di iniziare - siamo solo al prologo XD - un paio di informazioni pratiche: questa storia è stata già scritta, quindi le uscite dei capitoli saranno regolari, uno alla settimana salvo imprevisti. In ogni caso, NON dovrete aspettare le ere geologiche perché io mi muova a scrivere. È tutto pronto!
In secondo luogo, grazie per essere qui. Spero che l'inizio vi sia piaciuto. Sarà un lungo viaggio!
Se avete letto Just a Simple Story About a Crazy Little Girl oppure Unforgivable Heart potrebbe interessarvi sapere che
sì, questo è il vero sequel di Just a Simple...etc. Quello che avevo annunciato mesi fa dopo aver chiuso Unforgivable Heart con l'amarezza di stare facendo un pessimo lavoro. Bene dunque, a voi che sapete di cosa sto parlando, eccomi qui con il mio "cambio di prospettiva"! La protagonista qui è Maka, decisamente. Come saprete - se avete letto le mie storie obv - la mia vecchia fic era terminata in un modo MOLTO simile all'effettivo finale del manga - giuro che non ci potevo credere leggendolo; oh Atsushi, mi rubi le idee!? XD - quindi ho deciso di far partire il mio sequel dal finale del manga stesso, e non dalla mia storia. Quindi, possiamo dire che è un seguito "spirituale", in un certo senso. E nulla, tutto qui. A voi che siete rimasti a bocca asciutta con il mio primo maldestro tentativo di seguito dovevo delle spiegazioni, spero che possiate capire le mie scelte.
Ora non posso che darvi appuntamento a lunedì prossimo - quando inizierà per davvero questa storia -
e poi un augurio: Buona lettura!
-ce ne sarà, da leggere qui...-

Kiki

  
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