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Autore: Maico    31/08/2015    6 recensioni
|AU, Angels| Accenni lievi Pernico, Jasico e Solangelo|
Nico è un caduto che sta cercando di radunare più alleati che può per ottenere vendetta contro l'Alto.
Lui. Tre angeli diversi. Una proposta comune.
Come riuscirà a convincere Percy, Jason e Will a seguirlo?
*dal testo:*
-Accetta questi tuoi difetti- cambiò tono lasciandogli libera la gola -Non puoi cambiare quello che sei...
-No..- esalò a mezza voce il giovane dagli occhi verdi allontanandosi quanto gli era permesso da lui..
(...)
-Non capisci? Se Lui è tanto forte perché non mi annienta? Perché sono qua, davanti a te? Senza nessun graffio mentre tu avrai quasi tutte le ossa rotte?
(...)
-Puoi tornare- stava dicendo il biondo -ti perdonerà, ne sono sicuro. Saremo ancora insieme, io e te a vegliare al Suo fianco. Come prima.
Il moro sospirò.
-Sei così avaro- lo derise con una nota malinconica nella voce..
Per chiunque sia tanto pazzo da leggere.. Beh, buona fortuna.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Seven Deadly Sins
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Per chi mi conosce...
Ciao bella gente! Come va?? Sono sempre qua a rompere le scatole avete notato?
Adesso...
Per chi invece non ha la più pallida idea di chi sia...
Beh ho appena fatto una figuraccia quindi potete benissimo immaginare quante rotelle non girino nel verso giusto nella mia mente. Ma sul serio. 
Zeus o chi altro mi odia lassù. 
Forse perché penso che Ade sia il più forte dei tre pezzi grossi...
Vabbè adesso non c'entra! Mannaggia a me che vado fuori argomento!
Questa storia è una Pernico/Jasico/Solangelo (?) Cioè sono tre in uno, tutte nella stessa situazione ma con le diverse reazioni dei nostri pretendenti e sono solo lievi accenni, non immaginate chissà cosa. 
Allora qua Nico è un... umh... Ok non so come spiegarlo. 
Leggete perché non ho altro da dirvi o spiegarvi. 
Solo fatemi sapere che ve ne pare di questa mia strana idea che mi è saltata in mente quasi alle undici di sera. 
Maico chiude!
Ps. Ulteriori spiegazioni sono a fine capitolo 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non riusciva a distogliere lo guardo dalla lingua dell'altro che continuava a tracciare i contorni di quelle labbra sottili, leggermente rosate e perfettamente piegate in un ghigno. Anche il canino che ne stuzzicava l'angolo era una grande fonte di distrazione. 
Cercò nuovamente di liberarsi ma le catene lo tenevano a bada, impedendogli la maggior parte dei movimenti. Non poteva neanche raggiungere la spada. 
-Maledetto- sibilò a denti stretti, guardandolo furente dalla sua posizione decisamente troppo bassa rispetto all'altro. 
-Uh- fece un piccolo verso di scherno -il dominatore delle acque è in difficoltà?
Un altro strattone alle catene. 
-Ti distruggerò reietto che non sei altro! Ti farò diventare polvere, cenere!
Un'improvvisa stretta al volto lo costrinse ad inghiottire gli insulti che erano pronti sulla punta della sua lingua. 
-Bast..stardo- sputò infine sul suo viso cereo, imponendosi di non distogliere lo sguardo da quelle due pozze d'ossidiana che lo stavano incenerendo. Poteva sentire le ciocche lunghe del moro sollecitargli le guance e il calore che si stava andando ad espandere sulle sue guance, bruciando sul confine della pelle ghiacciata del moro. 
-Interessante- disse quello soffiandogli leggermente sul viso e strusciando il naso sul suo collo. 
-Lasciami!- urlò contorcendosi dalla sua presa. 
-Alazoneìa- gli sussurrò all'orecchio mentre lui si irrigidiva -Lagneìa- gli passò un dito sul profilo del volto fino alla clavicola. 
Il giovane cercò di allontanarlo, mordendogli la mano che però scattò fulminea alla sua gola. 
-Cosa credevi di fare servo di Dio?- gli disse a bassa voce ma con gli occhi folli sgranati nei suoi -Non sei altro che un'insulso essere!- la mano si serrò sempre di più fino a non farlo quasi respirare. 
-Accetta questi tuoi difetti- cambiò tono lasciandogli libera la gola -Non puoi cambiare quello che sei...
-No..- esalò a mezza voce il giovane dagli occhi verdi allontanandosi quanto gli era permesso da lui -Io.. Io sono colui che ti distruggerà demone,  sono il più forte! Ti taglierò le ali e le porterò al mio Signore! Ti..
Si interruppe guardando il sorriso che si allargava sempre di più sul volto dell'altro. 
-Un perfetto esemplare di Alazoneìa- si mise alla sua altezza mentre il frusciare della tunica scura e delle ali per terra era l'unico suono. 
-Mi chiedo se lo sei anche di Lagneìa- si avvicinò sempre di più obbligandolo e piegarsi indietro con la schiena, in una posizione di precario equilibrio. 
-Unisciti a me- gli disse suadente, sfiorandolo col suo tocco gelido -Potrai essere tu il capo di te stesso, non sottostarai a nessun ordine- dimezzò nuovamente le distanze, obbligando il ragazzo a distendersi sul freddo pavimento e sovrastandolo appoggiando le mani ai lati della sua testa per sostenersi -Non avrai freni, potrai dimostrare di essere il migliore a chiunque- fece una pausa guardandolo con uno strano luccichio negli occhi neri -Potrai saziarti quanto vorrai, non dovrai più reprimere il tuo istinto. 
Si abbassò quel tanto che bastava per far avvertire all'altro il freddo che il suo corpo emanava. 
Cercò di reprimere un mugolio di dissenso e insoddisfazione, serrando i pugni per impedirsi di fare cose azzardate. 
-Sarai libero Perseus, potrò donarti quello che il tuo corpo necessita, quello che tu per così tanto tempo gli hai negato stando al Suo fianco. 
Il giovane dagli occhi verdi allora, forse per come il moro aveva pronunciato il suo nome o forse perché sapeva che tutte quelle parole avevo un fondo di verità, fece come gli era stato detto, abbandonandosi ad ogni suo istinto. 
Il moro sorrise quando l'altro lo strattonò in basso, facendo scontrare oltre che hai loro corpi anche le loro bocche. Morse quel piccolo dominatore, lo marchiò rendendolo, all'insaputa di Perseus, il suo primo burattino. 
Con un colpo di ali si distanziò velocemente da qual corpo che stava diventando bollente, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del giovane. Ghignò sia per la sua espressione altamente frustrata sia per la sua stupidità. 
Non si era accorto che la sua luce era diminuita, non si era reso conto di come il suo aspetto già da quei pochi attimi stava mutando. Ancora non si accorgeva che ben preso le due candide appendici sulla sua schiena diventeranno scure come il carbone. 
-Avevi detto che tu avresti soddisfatto la mia fame!- gli ringhiò contro, non spostandosi dalla sua posizione distesa. 
Il moro alzò un sopracciglio, già immaginando la sua prossima vittima. 
-Non ho mai detto che sarò io a soddisfarti mio caro- una pozza scura si aprì alle sue spalle -Alzati adesso che sei libero- le catene si ruppero -il mondo è a tua disposizione. 
Scomparve successivamente, lasciando Percy dov'era, con un sorriso storto che gli si allargava sulle labbra. 
"Il mondo..." rise. 
Avrebbe avuto molto lavoro da fare allora. 
 
 
 
Quanto odiava volare così in alto. Quel cielo perennemente illuminato, le nuvole bianche, l'aria fresca. 
Phua!
Come faceva un tempo a considerarlo casa non ne aveva minima idea. 
Casa..
-Lurido b..- virò velocemente, evitando di un soffio uno spadone. 
Si mantenne in quota a distanza di sicurezza dal nuovo arrivato. 
-Chi non muore si rivede- lo salutò facendo un inchino derisorio. 
-Non riesco a credere che tu abbia il coraggio di farti vedere quassù- disse il biondo stringendo maggiormente l'elsa. 
-Mi ferisci così- replicò il moro portandosi una mano sul cuore -Sono solo venuto a salutarti. 
-Sta zitto demone! So cosa hai fatto a Perseus!
Il demone a sei ali rise. 
-Il piccolo Perseus.. Quanto è ingenuo certe volte. Ma io gli ho solo aperto gli occhi sulla sua vera natura. 
-Sei un traditore!
La lama venne bloccata dalla presa del moro. 
-Quanta..- si avvicinò al biondo fino a sfiorargli il naso con il suo -ira. 
-Non provarci- gli ringhiò contro retrocedendo -non sono uno sprovveduto come Perseus. 
-Ma Percy adesso è libero- gli tese una mano pallida -non lo vorresti essere anche tu?
-Tks!- si rimise in posizione d'attacco -Che libertà potresti mai donare tu? Colui che ha ucciso nostra sorella?
-Sta zitto!- il moro lo placcò, portandogli le mani alla gola e bloccandogli con le ali con le gambe -Non nominarla stronzo! Non ne hai diritto! Nessuno ne ha!
Entrambi sembrarono non notare il vento freddo che gli sferzava i corpi, la pressione che gli tappava le orecchie o il verde della terra che si faceva sempre più vicino. 
-Lei poteva esser salvata!- urlò colpendolo al viso -Lui poteva farla vivere! Ho offerto la mia stessa vita!
Precipitarono colpendo il suolo così violentemente da formare un cratere. Una nube di terra e porte invase la zona rendendo quasi nulla la vista. 
Un corpo si alzò, sporco di fango ed erba, sangue suo e non. 
-Lei era tutto per me, Jason. Era la mia vera sorella, per lei provavo molto più di quello che sentivo per voi altri miei fratelli. E Lui me l'ha portata via. 
Le tre paia di ali scricchiolarono mentre le ossa tornarono alla loro sede, sbattendo diverse volte per diradare la polvere. 
-Tu ne hai uccisi altri- sputò rabbioso il biondo, insieme a del sangue, conficcando le sue iridi di ghiaccio nelle sue. 
-Non capisci? Se Lui è tanto forte perché non mi annienta? Perché sono qua, davanti a te? Senza nessun graffio mentre tu avrai quasi tutte le ossa rotte?
Jason strinse con forza le mani, sentendo sempre di più il dolore aumentare. E la rabbia. 
-Come faccio a fidarmi di te?
Il moro sorrise, chinandosi su di lui e riparandolo dal sola con la sua stazza. 
-Non evocherò la nostra amicizia, non striscerò per avere la tua lealtà. Io voglio darti solo l'opportunità di essere finalmente libero dei fili in cui Lui ci ha imprigionato per troppo tempo. Sarai l'unico a cui dovrai rispondere, andrai dove vorrai, farei quello che vorrai. Nessuno te lo impedirà tantomeno io. 
-Perché lo chiedi a me?- fece con una smorfia. 
-Perché sei un errante del cielo. 
-Scommetto che mi ricatterai in qualche modo poi. 
Il moro accennò una risata. 
L'altro era sempre stato intelligente. 
-Senza la tua Thymós ti rimane solo la Tempeliá. 
Il biondi sospiro guardando il cielo un ultima volta. 
-Ho peccato, è vero. Vero come quello che hai detto. Se Lui ci avrebbe voluto proteggere ti avrebbe già disintegrato da un pezzo. 
-Jason accetti quindi il tuo nuovo compito?- il moro inclinò la testa per studiare la sua espressione. 
-Se hai deciso...- gli porse una mano -ti do il benvenuto nella tua nuova famiglia. 
 
 
 
Il moro stava aspettando, seduto in quel sudicio locale umano, con ormai la sigaretta quasi del tutto finita. La quarta. 
Dove cazzo era finito quel biondino del..?
La campanella annunciò l'entrata di un nuovo cliente. 
Il moro si voltò lentamente, con ancora il filtro tra i denti. 
-Ben arrivato- disse sarcasticamente posando infine il mozzicone nel posacenere. 
Il biondino lo guardò serio per poi lasciarsi cadere nel posto davanti al suo. 
-Allora è vero- sussurrò il nuovo guardandolo da testa a piedi -Sei diventato..
-Smettila di guardarmi così- lo riprese scoccandogli un occhiata glaciale -Sono quello che sono sempre stato. 
Si interruppe quando una cameriera ossigenata arrivò al loro tavolo per prendere le ordinazioni. 
Il biondo storse la bocca per come il moro stava deliberatamente filtrando con la donna, facendola quasi sciogliere. 
-Non fare quella faccia- gli disse candidamente dopo che la cameriera si fu allontanata muovendo in maniera indecente i fianchi. 
-Non sto facendo nessuna espressione in particolare- ribatté incrociando le braccia -credevo che ormai Lagneìa fosse Perseus. 
-Sei geloso Will caro?
Il biondo strinse le labbra. 
-Non chiamarmi così. 
Le iridi di opale dell'altro brillarono divertite. 
-Ti devo ricordare che io sono il tentatore? Un po' di lussuria la devo avere anch'io non ti pare?
-Perché mi volevi incontrare?- tagliò corto Will. 
-Non posso incontrare un vecchio amico?
-Ti prego non mentirmi- lo implorò Will dopo che la stessa cameriera di prima, con tre bottoni in più della camicetta slacciata, portasse le loro ordinazioni. 
-Will- gli afferrò una mano e bloccò i tentativi dell'altro di liberarsi. 
-So quello che hai fatto a Perseus e Jason. Se vuoi arruolare anche me nel tuo esercito anti-Dio sei pregato di uscire subito da quella porta. 
-Quello che li ho fatto?- alzò leggermente la voce -Cosa sai di preciso, dai sono tutto orecchie!
-Li hai abbindolati con le belle parole e mentre loro avevano la guardia abbassata hai stipulato un contratto con loro!
-Menzogne!- sbatté un pugno sul tavolo rovesciando la sedia, non preoccupandosi delle teste voltate nella loro direzione. 
-Chi te l'ha detto? Lui? Ci scommetto le mie ali!
-Calmati adesso.
-Io sono l'ira!
La temperatura all'interno della stanza si stava abbassando velocemente mentre il corpo del moro fremeva.
-Non azzardarti a mostrare le ali qui! Ci sono degli umani!- gli sibilò con voce bassa per non farsi sentire. 
-Sai che me ne frega se bruciano tutti..
-Fallo per me. 
Il moro gli rivolse un ultimo cenno prima di uscire dal locale, lasciando ancora a metà quel pasto da re che aveva chiesto prima. 
 
Si ritrovavano uno davanti all'altro, nelle loro vere forme. 
Le sei ali color della pece erano portate avanti, protratte verso quelle singole paia color dell'aurora. 
Il moro le guardava quelle appendici. E più le osservava e più rivedeva quello che una volta era stato. Ma ormai di quell'aurea dorata che lo avvolgeva non era rimasto che il gelo della solitudine. 
-Puoi tornare- stava dicendo il biondo -ti perdonerà, ne sono sicuro. Saremo ancora insieme, io e te a vegliare al Suo fianco. Come prima. 
Il moro sospirò. 
-Sei così avaro- lo derise con una nota malinconica nella voce -Non mi vuoi lasciare andare nonostante tutte quelle cose orribili che io abbia fatto. 
-Non sono avaro! Ti voglio bene ma tu questo non sai neanche cosa significa, vero? Te ne sei andato, inseguendo la tua vendetta è sei talmente cieco da non capire che puoi essere perdonato, puoi tornare a casa! Con me!
-Will è proprio questo che stavo dicendo, tu mi vuoi tutto per te, non è così?
Entrambi stettero zitti a guardarsi. 
-C'è ancora speranza- disse ormai distrutto il biondo, supplichevole. 
-Ti sbagli. Non ho idea di che cosa abbia in mente Lui ma mi ha creato così, posso scommettere qualsiasi cosa ma sono sicuro che era anche programmato il mio tradimento. 
-Non poteva essere qualcun altro? No, ovviamente oltre ad essere il suo braccio destro dovevi anche diventare..- lo osservò per un attimo -cosa sei? Un cavaliere in armatura nera pronto a dannare gli umani? Un demone?
-Sono un caduto, Zilévo. 
-Smettila di chiamarmi così! 
-E che altri nomi potrei mai utilizzare se non quelli che ti rappresentano?
Si avvicinò al biondo che aveva la testa china e ne accarezzò i morbidi ricci. 
-Verrò con te- soffiò infine alzando i due zaffiri che aveva al posto degli occhi e afferrandogli la mano -Ti seguirò ovunque Nico. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ok, per quelle poche anime che hanno deciso di leggere tutto senza chiudere e andarsene appena letta la prima riga..
beh, GRAZIE
Adesso, chiarimenti:
Qui gli dèi greci non c'entrano un piffero. E la storia si basa su Nico -ex angelo/braccio destro del Dio- che è "caduto" a causa dei suoi peccati -cioè era impazzito alla morte della sorella (Bianca) e ha combinato diversi casini di cui non vi sto a sproloquiare- il quale, dopo essere diventato il "Tentatore" cerca di arruolare altri per la sua sommossa contro Lui. I termini che ovviamente non avete capito -se non studiate greco- sono i sette peccati capitali. 
Superbia=Alazoneìa 
Avarizia= (anche se non l'ho espresso) Filargyrìa
Lussuria=Lagneìa
Invidia=Zilévo 
Gola= (sempre non espresso) Laimós
Ira=Thymós 
Accidia=Tempeliá 
Quindi .... Ok. 
Non so se vi piacerà o sarà un buco nell'acqua -più probabile la seconda-;  se sia senza senso *molti annuiscono* o vi abbia colpito *adesso colpiscono loro l'autrice con dei pomodori*
...
Vedremo come andrà alla fine. 
Un saluto a tutti. 
   
 
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