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Autore: obsessed_    01/09/2015    0 recensioni
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono riuscita, sono esattamente dove vorrei essere. Dopo mesi di suppliche, risparmi, qualche pianto e anche umiliazioni, sono in mezzo a altre migliaia di persone che come me aspirano a vedere dal vivo i propri idoli. Ora è tutto confuso, persone che urlano, ragazzine che stanno per avere un attacco di panico a causa dell’attesa e io sto per diventare come loro. Poi tutto si fa buio al’improvviso e si scatena un urlo generale dalla folla che alza le braccia al cielo, come se trovarsi più vicino alle stelle e al cielo possa aiutare quando proprio l’aria ti gioca lo scherzo di abbandonarti quando ne hai più bisogno. Ragazze urlano come se da quello dipendesse la propria vita, io non riesco a muovermi. Sto per vederli e non mi sembra realmente reale. Bloccata dall’emozione, la leggenda che diventa reale.
Poi arriva Ashton e intravedo il suo corpo dietro alla sua batteria, quando la musica inizia a riempire l’aria, polvere e fumo.
E uno dietro l’altro, gli altri tre riempiono velocemente il loro rispettivo spazio sul palco e mi sento finalmente libera di poter urlare. Non c’è uno schermo, delle cuffie o la sottile pagina di un foglio di un giornalino a separarci. Io sono qui e loro esattamente nello stesso posto, è la mia stessa aria che stanno respirando, lo stesso spettacolo che stanno vedendo, la mia stessa notte che stanno assaporando ed è questo più d’ogni altra cosa a mandarmi in estasi.
Sono abbastanza vicina al palco così, mentre stanno cantando, mi dimentico totalmente per un attimo di seguire il filo della canzone e mi concentro su loro. Sono bellissimi, non c’è nessuna foto che io abbia già che renda giustizia alla loro bellezza. Mi soffermo su ogni particolare che riesco a cogliere e cerco di farlo mio, in modo da portarmelo fuori da questa arena.
Capisco poco di quello che dicono in inglese, credo che non riuscirei a capire neanche se dicessero la lista della spesa in un italiano perfetto, ma credo di capire che intendono chiamare una ragazza sul palco con loro per abbracciarla e farci delle fotografie. È ovvio che non sarò io, ci sono migliaia di ragazze a questo concerto e lo sguardo di Luke che scruta la folla non si fermerà certo su di me, piccola e insignificante. Eppure una parte di me non vuole sottrarsi dall’essere profondamente delusa, vuole sperare con tutto il corpo e l’anima che possa essere io, quella ragazza tanto fortunata. Luke lancia il suo sguardo tra la folla dalla parte opposta a me e io cerco di individuare la ragazza che sceglierà. Punta il dito verso un’adolescente in mezzo al gruppo, la quale capendo di essere la predestinata, inizia a urlare e piangere, facendosi violentemente spazio tra le persone per raggiungere il palco. Lei li abbraccia, scatta qualche foto e risponde a qualche domanda riguardo il suo nome o da dove venga, quale canzone preferisca di più. Nel frattempo abbasso la testa sulle mie dita e qualche lacrima cade su di esse perché veramente ci speravo, come chiunque qui dentro.
Quando la ragazza scende dal palco, Luke annuncia di non essere ancora soddisfatto e allora decide di chiamare un’ altra ragazza. Non so come, non so perché e non so esattamente grazie a chi, ma quella ragazza sono proprio io.
Mi rendo improvvisamente conto che non ho intenzione di salire sul palco. Riflettori e migliaia di persone non sono esattamente il mio genere preferito. Sento mani spingermi per le spalle e voci che mi esortano a fare ciò che mi è stato chiesto. Devo sembrare proprio altezzosa perché scommetto che tantissime persone vorrebbero essere nella mia posizione, ma io che posso fare ciò che voglio, non lo faccio. Poi mi ritrovo proprio davanti alle scale che conducono sopra al palco e alzo finalmente lo sguardo ritrovandomi davanti Michael che mi tende la mano per aiutarmi a  salire. Tutto si cancella e io afferro quella ancora che mi viene tesa. Mi sorride gentilmente e mi fa segno di andare verso il centro del palco dove Luke con la chitarra a tracolla e il microfono vicino alle sue labbra mi aspetta sorridendo.
Gelatina. Le mie gambe sono di gelatina.                                  
Arrivo lì, mi fa delle domande alle quali rispondo in un inglese che spero sia abbastanza corretto. Non è certo la grammatica a preoccuparmi ora, lo sono i suoi occhi, celesti come il cielo. Lo è il suo piercing che si muove al ritmo delle sue labbra. Perfette.
Tutti e quattro si stringono attorno a me per fare una foto con le spalle girate verso al folla e io cerco di sembrare più decente possibile. Non riesco a smettere di fissarli, nessuno di loro.
Sono qui e ci sono esattamente anche io.
Poi sento delle urla che chiamano il mio nome e apro gli occhi impastati. È mia mamma che mi dice di muovermi a alzarmi perché altrimenti faremo tardi al concerto. Ma io non la ascolto e mi sotterro ancora di più nel piumone caldo e nella marea di cuscini. Poi sorrido, sorrido nella speranza che quel sogno diventi realtà.
   
 
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