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Autore: neverland_    01/09/2015    7 recensioni
[ Spoiler Manga ]
Un piccolo sprazzo sull'ultimo capitolo di Fairy Tail:
Mavis trattenne il fiato sentendo le sue parole. Quando lo vide chinarsi verso di lei, non oppose resistenza. L’ultima cosa che vide fu il suo volto rigato, contornato da un leggero sorriso e un sollievo nei suoi occhi che le scaldò il cuore. Poi chiuse i propri in attesa, dischiudendo la bocca bagnata dalle sue stesse lacrime. Sentì il suo respiro infrangersi sulle labbra, prima che qualcosa di morbido e freddo vi si posasse sopra.
Venne percossa da una scarica.
Dunque era quello, l’amore.
L’amore vero, non quello che avevano sperimentato loro, che li aveva già fatto commetter crimini incancellabili.
E per la prima volta a Zeref parve che il tempo avesse ripreso a scorrere anche per lui.
[ Air ]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mavis, Zeref
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare la lettura, avrei una piccola nota di servizio: questo account è condiviso, in previsione della futura pubblicazione di una storia a quattro mani sempre su Fairy Tail, nel frattempo ho deciso di dedicare un po' di tempo a questa breve one - shot.
Morale della vicenda: Salve! Io sono una comunissima scrittrice che, per potervi permettere di distinguerci, si farà conoscere sotto il nome d'arte - ma quando mai - Air.  L'altra ragazza, che spero possiate conoscere presto, si chiamerà Fire. Questi nomignoli possono sembrare un po' stupidi e infantili, ma dietro c'è tutta una storia  che magari vi racconterò un'altra volta. 
Vabbè, non vi trattengo oltre, dopotutto non siete qui per me XD
Buona lettura.


 
 

[ 不死 ]

Cursed
 
“Vegeance has no place on me or her, cannot find comfort in this world.”

[ Immortality | Pearl Jam

 

« Ti stavo cercando. »
Era passato un anno dall’ultima volta che l’aveva vista. 
Mavis tremava, seduta sotto le possenti radici di un albero secolare e rugoso, con le ginocchia portate al petto in cerca di protezione. I capelli biondi erano arruffati e sporchi, gli occhi verdi scavati e arrossati, vuoti e distanti, accesi solo da quel barlume di follia che poteva appartenere solo a qualcuno che stava perdendo la ragione in una lenta tortura psicologica. Il corpo già esile, non era che ridotto ad un ammasso di ossa, mentre i vestiti erano strappati e sudici. 
In quel momento, si rese conto con una certa amarezza temprata da anni e anni di sopportazione, Mavis era un cadavere che respirava ancora solamente a causa della Maledizione di Ankhseram.
Aveva alzato lo sguardo verso il Mago Oscuro con lentezza, quasi non avesse la forza di compiere quel piccolo gesto.
« Zeref ... » le labbra screpolate si erano schiuse appena, rilasciando un filo di voce che a stento riconobbe. Quanto tempo poteva essere passato dall’ultima volta che aveva anche solo parlato con qualcuno? Si era reclusa in un angolo di quella foresta, strappando contro la sua volontà il respiro della vita dalle piante e dagli animali. 
Completamente sola
Aveva cercato di convinversi che non sarebbe stato troppo difficile, dopo che aveva scoperto che Zeira non era altro che un’illusione, si era resa conto che aveva passato il tempo trascorso sull’Isola di Tenrou con un fantasma. Ma allora Mavis era felice
Non sentiva sulle sue spalle il peso costante della morte di Rita, non si sentiva uno scarto della natura, nient’altro che una peccatrice.
« Hai un aspetto terribile. » mormorò il ragazzo, socchiudendo gli occhi. Nella sua espressione Mavis scorse subito qualcosa. 
C’era una compassione silenziosa, malgrado la patina di freddezza che vi aleggiava. E allora ricordò tutte le dicerie sul suo conto, su come era stata tragica anche la sua sorte.
Lui capiva.
Se c’era qualcuno in quel mondo che poteva percepire la sua agonia come propria, era Zeref.
« Non ho mangiato niente da sei mesi ... eppure, sono ancora viva. » pronunciò quelle parole con rassegnazione, nascondendo il volto tra le braccia.
« È questo il potere della Maledizione di Ankhseram. Non moriresti nemmeno se qualcuno ti decapitasse. » la sua voce era stata seria, calma, come se nulla di tutto ciò lo toccasse davvero. O forse, le sue emozioni erano svanite insieme alla sua vita da mortale. Forse non era altro che un assassino, freddo e calcolatore, forse non provava più niente, immerso in una voragine di solitudine da cui non era possibile uscire mai più. 
Eppure, lei aveva visto la sua gentilezza quando aveva aiutato lei e i suoi compagni ad imparare le arti magiche nel momento del bisogno. Lei sapeva  la verità, se davvero poteva capirla, allora anche lui, da qualche parte, soffriva. 
Ma lei non voleva diventare una marionetta, non la voleva quella vita che non era nemmeno degna di essere chiamata tale. 
Come poteva dimenticare quello che aveva fatto alla famiglia di Yury? Ogni volta che ci ripensava, le lacrime tornavano a bagnarle le guance, nonostante fosse convinta di averle ormai esaurite. Aveva distrutto la felicità del suo carissimo amico, che le era stato accanto dal primo momento.
Come poteva semplicemente far finta di nulla e continuare a sopravvivere un’esistenza che non meritava?
« Ti prego, » le parole uscirono tremolanti e incerte, intrise di una disperazione che Zeref conosceva fin troppo bene « Uccidimi. » una supplica, il corpo scosso, i denti digrignati e gli occhi sgranati puntanti in quelli del ragazzo, che rimasero impassibili.
« Purtroppo, nemmeno io posso farlo, e lo stesso vale per te. »
Vide il volto di Mavis frantumarsi sotto quella consapevolezza, mentre piccole lacrime stavano iniziando ad inumidirle gli occhi. 
« Anche io ero come te un tempo, infatti, continuo ancora a sperare che arriverà un giorno in cui sarò finalmente in grado di morire, ma ho imparato a vedere le cose in modo diverso. » sentenziò, rimanendo completamente immobile. 
Sembrava che fosse solo un’illusione, che fosse davvero lì solo un’immagine, non una persona. Era impossibile anche solo capire se respirasse o se avesse smesso di fare anche quello. In quel macabro scenario di alberi senza foglie e con i tronchi ormai morti, Zeref era soltanto una macchia indistinta. 
« Abbiamo a disposizione tempo infinito; ho creato dei demoni chiamati Etherious, dando loro poteri che vanno oltre le capacità degli esseri umani, così da potermi uccidere. Non sono davvero certo che ne siano in grado, ma adesso ... mi sto creando una Nazione. »
« Una Nazione? » lo interruppe, non riuscendo a seguire il filo del suo discorso con esattezza. 
« Non si trova in questo continente, ma sto facendo il modo di espanderla adesso, è piuttosto divertente sai ... » fece una breve pausa, mentre un sorriso iniziava a formarsi sulle sue labbra, all’apparenza innocuo, ma vi era qualcosa che la fece rabbrividire. 
« Io sono l’Imperatore laggiù, ho diviso tutti gli uomini in unità, o pedine, se proprio vogliamo dirla tutta. È per questo che la Maledizione non ha effetto, è come se stessi giocando con le loro vite. »
« Perchè ...? » domandò la ragazza, protraendosi in avanti e stringendo i pugni sul terreno, intrappolando del terriccio tra le unghie. 
« Preparazioni per la guerra, immagino. Non fraintendermi, io odio le guerre, sono orribili e disgustose in qualunque modo le si guardi, si tratta solo di un’orrenda espansione terrena, non ne ricavo alcuna gioia. » il suo sguardo si assottigliò, diventando, se possibile, ancora più freddo, come se non fosse nemmeno più umano. 
« Ma hai detto che ti diverti ... » 
« L’ho detto? Davvero? » 
Al suo tono sorpreso, Mavis dilatò appena gli occhi. 
“Anche i tuoi stessi pensieri diventano una contraddizione ...?” si chiese, provando un’inspiegabile compassione per lui. Anche lei sarebbe diventata così? 
Zeref si portò una mano a coprirsi parte del volto, nascondendo gli occhi sotto i ciuffi scuri. 
« È questa la mia ragione di vivere ... io vivo per morire ... voglio rivedere mio fratello ... no, lo voglio distruggere ... no, io devo essere distrutto ... ugh ... la mia testa ... » dalle fessure delle sue dita, Mavis vide il suo occhio sinistro cambiare tonalità, dal colore del carbone a quello vermiglio e assetato del sangue, mentre gocce di sudore iniziarono ad imperlare la sua pelle diafana. 
Le si stinse il cuore. 
“Zeref ...” Come poteva lasciarlo soffrire in quel modo senza far niente? Non era colpa sua, dannazione, non lo era. 
« Questo mondo si rifiuta di accettarmi ... questo mondo maledetto ... » continuava a dire frasi sconnesse, la voce impregnata di una follia suicida, mentre si teneva il capo con entrambe le mani e si lasciava cadere in ginocchio. 
Non era colpa sua. 
Poteva solo lontanamente immaginare come doveva essere stato per lui vivere trecento anni in quella continua tortura, un’agonia senza fine. Lei aveva provato quelle sensazioni opprimenti per un anno e già sentiva la sua coscenza venir sempre meno, una crescente voglia di morire e  allo stesso tempo un’insana smania di uccidere che mai, mai le era appartenuta. E la terrorizzava. 
Mentre Zeref, sopportava tutto quello da così tanto tempo. Come poteva non provare tristezza per lui, almeno un po’? Non le era possibile. Non ce la faceva.
Non era colpa sua!
Lo abbracciò di slancio, lasciando che le lacrime scoressero finalmente libere lungo le guance ormai scavate.
« Ma io non lo farò! » gridò, reprimendo un singhiozzo. « Io ti accetterò, accetterò ogni singola parte di te! » la voce venne ovattata dalla spalla del ragazzo, che rimase immobile con gli occhi leggermente spalancati. Il tocco di Mavis era così soffice, così caldo, e così vivo
« L’unica che può capirti sono io. » lo strinse più forte, come se avesse paura di lasciarlo andare. 
Lui mosse la bocca per dire qualcosa, ma non ci riuscì. La giovane maga si ritrasse, tenendo le mani poggiate sulle sue spalle e piantando i suoi occhi di nuovo verdi ed accesi nello sguardo perso del giovane. 
« Perció non ti arrendere! Troveremo un modo per spezzare questa Maledizione ... lo faremo insieme. » 
Le guance erano percorse da continui fili d’acqua, il verde pieno di dolore e la speranza di poterlo mettere a tacere, le labbra piegate in un sorriso stretto, come se le stesse mordendo dall’interno. 
Qualcosa bagnò anche la pelle di Zeref, fredda e bianca, tracciandola come un fuoco incandescente. Allora era ancora in grado di provare emozioni umane? Alla fine, per quanto tentasse, avrebbe continuato a soffrire senza riuscire a liberarsene?
« Insieme ... » ripetè in un sussurro, quasi in contemplazione, come se stesse pronunciando una parola proibita ma tanto aspettata e desiderata. 
« Sì. » lo rassicurò nuovamente, continuando a sorridergli dolcemente tra la vista appannata. 
« Mavis ... » un soffio al vento, mentre anche quella del ragazzo si offuscava. 
Insieme
Ormai non conosceva nemmeno più il suo significato fino in fondo. Aveva passato la sua esistenza a vagare a vuoto, lontano dalle città, lontano dagli esseri umani, isolandosi nei boschi per proteggere quel mondo dal suo potere oscuro e soprattutto per proteggere sè stesso. Perchè Zeref era stanco, stanco di uccidere, talmente tanto che la sua mente non riusciva più a sorreggere quel peso. Lui voleva solo capire ... capire perchè suo fratello gli era stato strappato così prematuramente, capire perchè le persone, arrivate ad un certo punto, morissero, e poi rinascessero sotto un altro aspetto.
Era soltanto un bambino, la sua non era stata altro che un’irrefrenabile curiosità infantile a quei tempi. 
Ma gli Dèi avevano deciso di punirlo per quello, per aver tentato di addentrarsi nel loro territorio, lui, un comune mortale indegno di misericordia.
Ed erano stati così ingiusti.
Gli avevano portato via ogni cosa, la sua vita, la sua ragione, la sua mortalità e il suo cuore. Non poteva più controllare i sentimenti che provava, continuando ad evitare l’affetto verso qualsiasi forma vivente, per il terrore di far del male. E ora, ora Mavis lo aveva abbracciato, lo stava toccando, ed era ancora con lui. Lei poteva stargli accanto. Lei poteva colmare il vuoto dentro di lui. Lei ... sarebbe potuta essere con lui. 
Sarebbe bastato così poco, e avrebbe potuto lavare via la solitudine di trecento anni. 
Nonostante tentasse disperatamente di porre un freno a quei pensieri, così stranamente positivi, così felici avrebbe potuto dire, per paura che il cielo gli avrebbe strappato via anche quel piccolo barlume di speranza, una luce in mezzo ad un tunnel vuoto e buio, sembravano continuare a rimbombare nella sua testa. 
Guardò nuovamente i suoi occhi.
Così sinceri, senza la minima traccia di cattiveria, qualcuno che non lo vedeva come un assassino, ma come una persona.
Insieme a Mavis
L’abbracciò, affondando una mano nei suoi ricci sciupati con forza, ma senza farle male, quasi avesse paura che potesse scomparirgli tra le braccia. 
« Nessuno ... » il suo timbrò tremò, mentre inalava pesantemente con voce rotta. « Nessuno mi ha mai trattato con tanta gentilezza. » 
La ragazza spiegò la bocca, intrappolando il tessuto del vestito color pece nei propri pugni. 
« Certo che no ... semplicemente non te lo ricordi, ne sono sicura. » 
Era bello poter stare nel suo abbraccio, pensò.
Era bello poterlo abbracciare e continuare a sentire il suo battito nel petto e il respiro sulla gola. 
Insieme a Zeref.
Il ragazzo le afferrò delicatamente il volto, alzandolo appena, come se fosse fatta di cristallo. 
« Ed è anche la prima volta che amo qualcuno così tanto ... » sussurrò, avvicinandosi impercettibilmente. 
Mavis trattenne il fiato sentendo le sue parole. Quando lo vide chinarsi verso di lei, non oppose resistenza. L’ultima cosa che vide fu il suo volto rigato, contornato da un leggero sorriso e un sollievo nei suoi occhi che le scaldò il cuore. Poi chiuse i propri in attesa, dischiudendo la bocca bagnata dalle sue stesse lacrime. Sentì il suo respiro infrangersi sulle labbra, prima che qualcosa di morbido e freddo vi si posasse sopra. 
Venne percossa da una scarica.
Dunque era quello, l’amore
L’amore vero, non quello che avevano sperimentato loro, che li aveva già fatto commetter crimini incancellabili. 
Per la prima volta a Zeref parve che il tempo avesse ripreso a scorrere anche per lui. 

Tutto iniziò nel profondo abisso della magia.

Una folata di vento si levò intorno a loro, facendo staccare le poche foglie rimaste ancora impigliate nei rami degli alberi in una danza silenziosa. 

Una magia che unisce ogni cosa, l’amore.

Volteggiavano indisturbate circondandoli, e Mavis sentì una presa dura intorno al cuore, come se venisse stritolato. 

L’amore può causare miracoli, ma anche calamità.

Zeref percepì il calore del corpo di Mavis dissolversi lentamente, mentre le mani strette sul suo petto si schiusero con delicatezza.

E l’amore tra i due che convivevano con la Maledizione di Contraddizione ...

Le braccia le scivolarono lungo i fianchi, mentre il corpo sembrava non reagire più ai suoi comandi. Le sue labbra si staccarono all’improvviso da quelle di lui venendo investite dal gelo, costrette dal movimento della testa che s’inclinava sempre di più all’indietro, incapace di sorreggersi. 

... li aveva portati alla più grande contraddizione di tutte ... 

Zeref sgranò gli occhi con un ritmo estenuante, mentre una devastante consapevolezza si faceva largo dentro di lui.
Il fischio acuto del vento le trapassò le orecchie, e quella fu l’ultima cosa che sentì, dopo la voce del ragazzo che la chiamava debolmente.
Poi, il nulla.
Lui osservò il suo corpo immobile tra le braccia con l’iride che tremava.
L’aveva uccisa. 
Aveva ucciso Mavis.
Aveva ucciso Mavis. 
Non avrebbe mai voluto anche solo ferirla
Un’eco risuonò nella sua mente, che ora pareva così falso, una bugia imperdonabile.
Insieme.
... E infine, lo aveva abbandonato anche lei.

... questa Maledizione, mi ha strappato via la mia stessa vita, anche se sarei dovuta essere immortale.



 

Angolo Autrice:

Ed eccoci qua di nuovo XD
Penso che il capitolo 450 sia stato una sorpresa, gradita o meno, un po' per tutti. Certo che Mashima, illudere così i propri lettori 
Questo non era altro che un approfondimento sulla scena, che di per sè non ho cambiato, perchè secondo me era come rovinarla. Era così pucciosa, awh ;w;
Non sono sicura di aver mantenuto IC il personaggio di Zeref a dire il vero, ma nel caso fatemelo sapere voi, se vi va :)
E niente, non vedo l'ora di scoprire di più sul loro passato. E ho anche finito le parole non fatevi ingannare, sono una logorroica
Quindi un grazie a chi è giunto fin qui. <3

Alla prossima! C:

 
   
 
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