The Sun Is Gonna Keep On Shining
Va bene, non ammazzatemi grazie ^^” Al posto di continuare la mia ficcy complessa, sto qua a scriverne un’altra, ehm.. ^^” Che ci volete fare? Ho avuto un’ispirazione improvvisa O.O Cmq non disperate, è una one-shot, molto triste.. Però non vi voglio anticipare niente, capirete tutto alla fine! E ovviamente prometto che poi mi impegnerò per l’altra in corso! XD
Bene, ora cominciamo! Buona lettura! E commy pleaseeee!! ^_^
Glasshie :-***
)o( PhOeNiX )o(
Quanto tempo è passato da quel giorno? Forse solo 24 ore..
o forse, addirittura di più.. Non lo so! Che m’importa? Ogni giorno è uguale,
non distinguo più il giorno dalla notte, non riesco più a vivere in questo
spazio ristretto, circondato da persone che non fanno altro che tenermi
d’occhio, che spaventarmi a morte. Come ho fatto a finire qui? Perché è
successo? Noi, cosa abbiamo fatto poi di così tanto male..? Noi, solo dei
bambini innocenti, che fino a poche ore fa erano così felici per l’inizio del
nuovo anno scolastico, che ci avrebbe fatto rivedere tutti i nostri amici..
Noi.. già, siamo solo noi..
Mi guardo intorno, e non vedo altro che bambini, proprio
come me.. o meglio, ragazzini, che hanno tanti sogni, ma che a questo punto
penso non riusciranno mai a realizzarli. Chi mi da la certezza che domani potrò
ancora vedere la luce che fioca entra dalle finestre di questa scuola
disastrata? Nessuno, e dico nessuno.. L’unica speranza che ho in questo
momento, è che questa tortura finisca presto, e se ce fosse mai bisogno, vorrei
vederla finire anche con la morte.
E’ da parecchio ormai che non vedo più i miei genitori.
Chissà dove sono adesso? Saranno di certo preoccupati per me, lo so.. Forse
staranno piangendo per me, staranno chiedendo al cielo di salvarmi, di farmi
tornare da loro. Quanto vorrei rivedere i sorrisi di mia madre.. e gli occhi
seri di mio padre, che mi rimprovera per ogni minima cosa! Solo in questi
momenti capisco di amarli più di ogni altra cosa.. Quante volte li ho anche
odiati, per avermi imposto regole che a me non andavano bene.. E quante volte
li ho disprezzati, per delle stupidaggini. Ora mi sto pentendo amaramente di
quello che ho fatto, che ho detto.. Loro mi amano alla follia, darebbero la
vita per me, come ogni altro genitore per il proprio figlio, ma solo ora sembro
rendermene conto. Solo ora capisco la loro importanza nella mia vita.. E’ così
bello avere due genitori che ti amano e ti proteggono, ma io non me ne sono mai
reso conto. Adesso è troppo tardi per farlo..
Ricordo mia madre, quella mattina di non so quanto tempo
fa.. Ricordo il suo sguardo compiaciuto su di me; era il primo giorno della
scuola media.. o almeno, così sarebbe dovuto essere. Per l’occasione i miei
genitori avevano voluto comprarmi un completino molto elegante, ma non per questo
eccessivo per la mia età. Non avevano molti soldi, ma la loro soddisfazione di
vedere il loro bambino crescere e passare di livello, li aveva spinti a
comprarmi quell’abito, non poco costoso. E io ero dannatamente contento..!
Contento nel vederli sorridere, contento di rivedere i miei amici.. Contento..
ero contento e basta!
E’ parecchio tempo ormai che sto indossando questo
completo.. L’ho ancora addosso, ma non è più bello come qualche ora fa.. Ora è
sporco.. ma non di uno sporco qualsiasi.. E’ sporco di sangue, del mio sangue e
di altri ragazzini come me.. E’ sgualcito in alcuni punti.. e pensare che i
miei genitori avevano fatto tanto fatica per potermelo comprare, per poter
farmi fare bella figura davanti ai miei compagni e alle mie nuove insegnanti!
La mia bella figura è durata solamente pochi istanti, in
cui me ne stavo tranquillo davanti a scuola con i miei soliti amici.. Anche
loro mi guardavano contenti, e in un certo senso mi invidiavano, anche se non
lo davano a vedere.. Ora chi possono mai invidiare? Di certo, non me.. Penso
che tutti qua dentro stiamo solamente invidiando il mondo intero, che è fuori
da queste mura.. libero, ricco o povero che sia, non importa..
Non oso fiatare.. il silenzio è così netto e angosciante!
L’unico rumore udibile sono i gemiti di qualche ragazzino dolorante.. Alcuni
piangono.. ma nessuno grida. Ci abbiamo già provato, a gridare, a farci
sentire.. ma gli uomini che ci tengono prigionieri ci hanno zittito con qualche
colpo sparato a vuoto, e con scene che mai avrei voluto vedere, nemmeno da
grande. Io sopporto in silenzio.. sopporto questo dolore sia interno che
esterno senza dire niente, ma gridando dentro di me. Quanto ancora dovrò
piangere in silenzio, avere così paura e freddo, non desiderare altro che
essere morto? E’ brutto desiderare di essere morto alla mia età, com’è brutto
aver perso ormai ogni speranza nel futuro..
Gli uomini non ci perdono di vista un attimo; siamo tutti
impauriti, sia ragazzini che adulti. Già, non siamo solo ragazzi qui, ma ci
sono anche genitori ed insegnanti.. Da un lato, non posso che invidiare quei
bambini che possono stare vicini ai loro genitori, ma dall’altro, sono felice
che i miei siano fuori da queste mura, cosicché non possa accader loro niente
di male.. Penso che se in questo momento fossero stati qui, sarei stato almeno
cento volte peggio..
Mi dicono che sono un ragazzino maturo, perché certi miei
ragionamenti sono fuori dalla portata di ogni altro bambino della mia età, e
più mi guardo intorno più me ne rendo conto. Forse è anche questa mia maturità
a rendermi in un certo senso il sangue freddo.. ma è anche questa mia maturità
che mi fa capire che non c’è via di scampo, che ormai ogni speranza è vana.. e
che purtroppo non si sarà mai maturi abbastanza per non avere mai paura..
Mi volto, e vedo il mio migliore amico accasciato contro il
muro ove anche io sono appoggiato. Lui è stato uno dei primi a dirmi quanto
fossi intelligente e maturo rispetto a lui.. Lui è stato il primo ad ammirarmi
e a volermi davvero bene.. Lui.. è un ragazzino.. Così pieno di speranze.. E da
un lato, anche così innocente, a dispetto di quello che vorrebbe mostrare alla
gente.
Respira ansimando, lo vedo e lo sento.. Vorrei consolarlo..
Gli poggio una mano sui suoi capelli rossi e faccio per
accarezzarglieli, quando lo vedo voltarsi verso di me. Nei suoi occhi azzurri
leggo la disperazione, l’imprecazione.. e forse, anche un briciolo di triste
speranza. Non lo avevo mai visto così, ma non posso stupirmi.. ormai, niente
sarebbe ancora in grado di stupirmi, ma solo di distruggermi dal dolore, di
straziarmi.. di odiare..
-Ce la faremo vero?-xxx
Sorride, ma ansima.. piange, ma in silenzio..
-Io.. ecco..-xxx
Piange ancora più forte, ma non è mai stata una mia qualità
illudere le persone; io ho sempre guardato in faccia alla dura realtà,e lui lo
sa bene.. Allora, perché mi fa certe domande? Lo sa bene che io non posso
illuderlo.. Ora ci sono: è proprio per questo motivo che lui mi ha posto questa
domanda.. Sa che io non lo saprei mai illudere.. e lui non vuole essere
illuso..
Mi abbraccia, piange su di me, e io non riesco a fare altro
che accarezzargli la folta chioma tutta spettinata, dello stesso colore del
liquido che colora le sue esili braccia. Io.. non posso fare altro..
-Si che ce la faremo!-xxx
Sento una voce, mi giro, lasciando lentamente il mio
migliore amico. E vedo lui.. lui, il ragazzino che si è sempre creduto chissà
chi, il più intelligente.. Un ragazzino dall’aria seria e rispettosa, solitario
e taciturno, che non ama legare con nessuno. Lo ammiro in qualche senso.. lui
ha un carattere così forte! Mi chiedo come riesca ad avere quello sguardo serio
ed austero persino in questa situazione! Non mi rendo conto che anche lui sta
soffrendo terribilmente, ma il suo impenetrabile orgoglio gli proibisce di
mostrare il suo dolore. Solo in questo momento capisco di quanto quel suo
difetto o pregio, come lo si vuole chiamare, possa essere così forte e grande!
I suoi occhi mi fissano, e guardandoli meglio posso
intravedere uno strano luccichio; allora non sei così forte.. In ogni caso..
-Complimenti.. Vorrei essere come te..-xxx
In ogni caso, non posso fare altro che ammirarlo
profondamente, anche se credo che tener dentro un dolore così grande possa
solamente far stare peggio.
Lui annuisce, e poi si viene a sedere vicino a me. Ha il
capo chino a terra e tiene le gambe piegate e rannicchiate contro il petto. Mi
pare di non averlo mai visto così indifeso..Proprio lui, che è sempre sembrato
non aver bisogno di nessuno, sempre così sicuro di sé stesso.. Ha sempre rifiutato
ogni aiuto, sia da parte mia che degli altri, anche quando era in difficoltà.
Non ho mai capito questo suo modo di fare, e ogni volta che ho cercato di
chiedergli qualcosa, lui mi ha sempre voltato le spalle con indifferenza.
Chissà come mai, ma sono convinto che sia un ragazzino con tanti problemi.. se
solo ne parlasse..
Ora vorrei tanto abbracciarlo, o quanto meno stringergli le
spalle con un braccio, per fargli capire che io gli sono vicino.. Ma non so..
lui rifiuterebbe, ne sono quasi sicuro..
Mi guardo ancora intorno: disperazione, dolore, lacrime..
questo è ancora tutto ciò che riesco a vedere..
Comincio a piangere anche io, attirando verso di me lo
sguardo dei miei due compagni; mai mi hanno visto piangere.. Ho sempre odiato
farmi vedere piangere dagli altri, specialmente dai miei amici! Ma non per un
fatto di orgoglio.. no, questo non è anche il mio caso.. Io mostro il mio
dolore, ma non piango mai davanti agli occhi degli altri; mi da solo fastidio,
e niente di più, niente di meno.
I loro sguardi sembrano pesare terribilmente su di me, ma
io non ci faccio caso. Sono sicuro che in questo momento stanno provando
compassione per me.. e forse anche per loro stessi.
Piango, asciugandomi di tanto in tanto le lacrime che
scendono dai miei occhi con la mano tutta graffiata e ferita, ma che non pare
provocarmi alcun dolore. Il mio pianto si unisce a quello di molti altri
bambini e ragazzini intorno a me, non è che una minima parte del dolore che
regna qua dentro.
Mi copro gli occhi con entrambe le mani.. Ditemi che tutto
un incubo! Com’è potuto succedere tutto questo? Cos’ho fatto io di male nella
mia piccola vita? Che colpa ho? Perché sono sempre le persone innocenti che
devono pagare in questo mondo? Mamma, papà.. dove siete? Perché non siete qua ad
abbracciarmi e a sorridermi? Portatemi via, vi scongiuro..!
Piango ancora, sempre più forte.. quando sento una mano
grossa e pesante poggiarsi sulla mia spalla sinistra. Conosco questo tocco, non
può che essere lui..
E non sbaglio: alzando lo sguardo, con gli occhi arrossati
e ancora pieni di lacrime, lo vedo. Serio, anche lui, come sempre. Quel suo
grosso naso che in un certo senso mi ha sempre quasi fatto paura; sembra dargli
un’aria ancora più seria. Gli occhi piccoli, ora quasi chiusi.. Quegl’occhi azzurri,
che mi sono sempre piaciuti. E’ il più vecchio di tutti noi, nonché un
ragazzino intelligente e molto furbo, anche se dall’aria non si direbbe. Ha
sempre messo paura ha tutti quelli più piccoli, per la sua robustezza fisica,
ma dentro, in fondo, è un ragazzo gentile e molto sincero. Già.. molto
sincero.. E’ dotato di una sincerità che va oltre ogni limite: non si fa
problemi a dirti quello che pensa in faccia, sia che la cosa possa farti felice
che ferirti.. lui non si fa problemi. Molte volte l’ho disprezzato per questo
suo fare, ma so in fondo che è solamente un ragazzo da ammirare. Quante volte
sono stato rimproverato da quella sua voce grossa e profonda, e quante volte mi
sono dovuto sorbire le sue lezioni di vita, nemmeno se fosse più grande di noi
di chissà quanti anni! Però.. io gli ho sempre voluto bene.. Ora che ci penso,
non gliel’ho mai detto..
Mi fissa dritto negli occhi per qualche istante, poi muove
il capo a destra e a sinistra, in un cenno negativo. Penso di sapere che voglia
dire; ancora una volta, la sua sincerità mi spiazzerà..
-Non so se mai usciremo vivi da qui.. Ma se mai dovesse
succedere, dovremo ringraziare il cielo per tutta la nostra vita..-xxx
Sussurra, certo, ma la durezza di quelle parole rimane
sempre la stessa, non cambia niente. So che anche lui ha paura, come tutti
noi.. Ma nemmeno lui cerca di darlo a vedere, per un motivo che io so, ma che
lui non vuole ammettere: non vuole spaventarci ancora di più.. In questo modo,
cercando di mantenere la calma, sta solamente cercando di tranquillizzarci, di
non farci agitare ancora di più, anche se non è un’impresa facile. Lui.. ci
vuole molto bene, lo so.. E anche tutti noi gliene vogliamo..
Non so perché ha detto quella frase.. i suoi occhi
lasciando visibilmente mostrare un segno di speranza fortissimo.. Ma non ci
faccio troppo caso..
Annuisco col capo, dicendogli con questo gesto che anche io
la penso come lui, o meglio, come le sue parole hanno lasciato intendere; in
fondo, siamo quasi uguali in fatto di carattere: entrambi guardiamo in faccia
alla realtà, bella o brutta che sia.. Entrambi siamo molto maturi per la nostra
età.. ma in lui trovo qualcosa che invidio e ammiro allo stesso tempo, anche se
non saprei dire cosa mai sia.. Forse, il fatto di essere sempre così tranquillo,
o per lo meno, di cercare di esserlo.. O forse, sarà quel suo carattere così
pacato, che io, lo ammetto, non posso dire di avere..
Distolgo lo sguardo dal mio grande amico: non so come abbia
mai potuto fare, ma mi ha fatto smettere di piangere. Non so.. per le sue
parole, dovrei piangere ancora più forte, eppure.. Credo sia stato quel suo
tono calmo, come sempre, a farmi tranquillizzare.. a scaldarmi.. Si, penso sia
così..
Lo vedo voltarsi verso la sua sinistra, e d’istinto anche
io mi volto, guardando nella stessa direzione dove ora anche il suo sguardo è
rivolto.. E lo vedo.. Lo vedo anche io..
Lo vedo piangere, accantonato in un angolo, con i lunghi
capelli mori dai riflessi blu tutti disordinati, che gli cadono davanti al
viso, uscendo dall’elastico che dovrebbe tenerli in una coda. E’ piccolo.. quanto meno di statura..
Io non so chi sia.. nessuno sa chi possa essere quel
ragazzino, è la prima volta che lo vedo. Probabilmente deve essere appena
arrivato in questa scuola, se ancora scuola la si possa chiamare. Perché credo
che ormai l’unica parola che possa rispecchiare questo posto sia “carcere” o
“luogo di tortura”, non saprei.. forse entrambe andrebbero a meraviglia.
E’ più piccolo di noi, di questo penso di esserne certo. E’
solo, isolato da tutti, per questo credo che non conosca nessuno.
I suoi vestiti sono ridotti piuttosto male e le lacrime gli
rigano il volto abilmente coperto dalle sue braccia conserte poggiate sulle
ginocchia tenute strette al petto. Ricordo di averlo visto non appena arrivai
davanti a scuola. I suoi occhi a mandorla me lo fecero notare subito e da quel
momento ogni tanto mi giravo a guardarlo. Stava sempre da solo, come adesso,
appartato in un angolo, e si guardava in giro stupito e spaventato allo stesso
tempo. Doveva essere il suo primo giorno di scuola in un nuovo istituto, e
questa gente glielo ha rovinato. In qualche senso, mi faceva anche pena: solo,
spaventato, senza nessun amico e conoscente. Ammetto che in certi momenti avrei
voluto avvicinarlo per farlo parlare, tranquillizzare, o più semplicemente per
sapere chi fosse, ma non l’ho fatto.
Forse sono ancora in tempo per rimediare; non posso vederlo
così solo..
Mi alzo lentamente e tremando mi avvicino a lui. Lo vedo
alzare il capo, una volta che gli sono davanti, e posso finalmente vedere quei
suoi occhi a mandorla scuri fissarmi spaventati. Cerco di sorridergli, e poi
gli tendo la mano, invitandolo ad alzarsi. Lui esita un po’,e poi l’afferra
debolmente, tremando come me. Lo faccio alzare e lo porto tra di noi, invitandolo,
questa volta, a mettersi al mio fianco. I miei amici ci guardano: sanno bene
che questo non è un comportamento che si possa aspettare da me, visto il mio
carattere distaccato e solitario, ma non ho potuto fare a meno di fare in modo
che questo ragazzino non si sentisse solo. Penso che lui, nelle sue condizioni,
sia quello che stia peggio di tutti noi..
Ha un’aria debole ed indifesa, che riesce a farlo sembrare
ancora più piccolo. Noto che la sua carnagione è più scura della nostra. Sta
zitto, non dice niente, e fissa il vuoto, asciugandosi con una mano le lacrime
che gli rigano il volto.
-Sei nuovo?-xxx
Non riesco a fare a meno di conoscerlo meglio..
Lui mi guarda, e annuisce col capo, senza dire una parola.
Evidentemente non ha molta voglia di parlare. Però io non cedo..
-Da dove vieni?-xxx
Sorride.. solo in un secondo momento mi risponde:
-Da Tokyo.. mi sono appena trasferito..-xxx
Non dice altro. Sto per smetterla di infastidirlo, se così
si possa dire, quando sento la voce del mio compagno solitario, ancora al mio
fianco, cominciare a parlare. Nemmeno lui è tipo da parlare molto, anzi..! Ma
credo che anche lui voglia conoscere questo ragazzino indifeso; credo che sia
questa sua aria debole a renderlo curioso ai nostri occhi.
-E’ il primo giorno che vieni in questa scuola?-xxx
Annuisce ancora col capo..
-Che classe dovevi fare?-xxx
Già, “dovevi” penso sia proprio la parola corretta..
-La prima media..-xxx
Come me.. mi sembra impossibile.. sembra molto più
piccolo..
-E invece queste persone hanno rovinato tutto vero? Chissà
come eri felice..-xxx
Lo strattono lievemente, interrompendo la sua frase: sta
esagerando con le parole, non mi sembra il caso di inferire ancora di più,
nonostante la terribile situazione parli già da sola.
Ma ormai è troppo tardi: lui ricomincia a piangere,
coprendosi gli occhi con entrambe le mani. Vedo il mio migliore amico
circondargli le spalle con un braccio e stringerlo a sé, per cercare di
confortarlo, ma è tutto inutile.
-Perché mi sono trasferito?? Cosa ci è saltato in mente?
Non potevamo rimanere in Giappone?? A quest’ora sarei stato nella mia scuola,
con i miei amici.. e sarei stato felice!-xxx
Lo capisco.. lo capisco perfettamente. Purtroppo a volte la
vita gioca brutti scherzi, e penso che il suo caso sia proprio questo per
eccellenza. Provo ancora più pena per lui. E pensare che avrebbe avuto la
possibilità di non finire in questo covo di matti..!
Nonostante la nostra presenza, so che si sente ancora solo
e sperduto. Sento che sta maledicendo sé stesso per quello che sta accadendo.
Sento anche che sta disprezzando questo posto a lui nuovo con tutte le sue
forze.
-Non disperare.. ce ne andremo vedrai..-xxx
Ammiro l’ottimismo di quel ragazzino dai capelli rossi, lo
ammiro davvero tanto! Perché anche io non sono così? Perché non riesco a
convincermi che un giorno usciremo da qui e smetteremo di soffrire? Perché non
ci riesco? Forse, perché non ce la faremo mai… ma questo, solo la vita e il
tempo possono deciderlo..
-Non ci resta che aspettare e.. sperare..-xxx
Tutti annuiscono, alla mia affermazione.. Sperare, è
l’unica cosa che ci resta da fare.. Sperare di tornare ancora a casa, di
rivedere i nostri genitori.. Di vivere ancora, e di essere felici,
dimenticandoci di questo inferno.. Ma è difficile, e io ammetto di essere il
primo a non riuscirci..
La nostra vita non può finire qua.. Non può..
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Nevica.. Nevica molto forte, e io non ho nemmeno
l’ombrello. Accidenti a me, chissà dove ho la testa quando esco di casa?? Per
lo meno, ho un cappellino che mi ripara, per quello che può fare.
Accanto a me cammina Hanna, mia moglie da ormai due anni.
E’ tutta imbacuccata in un pesante piumino color cielo, e tiene con una mano la
sua sciarpa bianca stretta intorno al collo. In testa ha una cuffietta
altrettanto azzurra, ormai tutta coperta di neve. La sento stringersi forte al
mio braccio, e sorrido. Lei.. l’unica che mi abbia mai dato la forza per andare
avanti, dopo che ho perso tutti i miei amici.. Dopo quel giorno..
Arriviamo davanti al cimitero, ed entriamo, esitando un
po’. Non so che effetto mi farà rivedere ancora i miei compagni in una triste
foto, sebbene venga molto spesso qui. Ogni volta sembra essere sempre peggio..
Avanzo insieme a mia moglie lungo le stradine intricate di
questo luogo di morte; ora sono io che mi stringo a lei. La sento accarezzarmi
un braccio quando mi fermo: sono arrivato, anche questa volta.
Il cuore mi si stringe in una morsa letale, e di certo il
freddo non m’impedisce di versare lacrime che sembrano gelare una volta
arrivate sulle mie gote.
Davanti a me, ci siete voi, o meglio, i vostri corpi senza
più anima.
Mi chino sulle ginocchia, e ripulisco le vostre eterne
dimore dalla neve con una mano. Voglio vedervi, attraverso una foto che è
troppo piccola per me.. troppi piccola, per rispecchiare la vostra immensa
importanza, che avete sempre avuto nella mia vita..
Lentamente, riesco a vedere i vostri volti, uno per uno.
Volti di bambini innocenti, senza più speranza di una vita… senza più speranza
di vedere questa soffice neve, che a tutti voi piaceva così tanto.. Dei bambini
a cui un terribile destino ha levato loro il sorriso..
A volte mi chiedo cosa mai abbiate fatto di male per
meritarvi tutto questo.. Come mi chiedo perché proprio io dovevo salvarmi.. Che
senso ha tutto questo?? Perché io e non voi?? Cosa devo fare io nella mia vita
di così importante?? Non credo di essere più importante di voi..
Vi guardo ancora, velocemente, una volta scoperta anche
l’ultima foto dalla neve. E ancora tanti ricordi riaffiorano nella mia mente..
Ricordi della prima volta che vi ho visti, vi ho conosciuti.. Ricordi, troppi
ricordi, legati ad un’infanzia che sembrava essere l’oro per noi, e poi si è
trasformata in un inferno. Ricordi di quei giorni, in cui vi ho visti piangere
e soffrire.. e sperare, forse più di me.. Io, che ero quello che meno speravo
di continuare la mia vita, sono quello che si è salvato; mentre voi, che
sparavate molto più di me in un futuro, siete stato sopraffatti da una fine
ingiusta. Che senso ha??
Chissà come sareste ora, se foste qui con me? Chissà che
lavoro fareste..? Chissà se avreste già trovato la donna della vostra vita,
come ho fatto io..? Chissà.. chissà che sareste diventati..
Vi guardo uno ad uno, e piango sempre più forte.
Hanna si china con me e mi abbraccia, affondando il capo
nel mio piumino all’altezza del petto. Lei non vi ha mai conosciuti, come
nemmeno voi l’avete mai conosciuta; sono sicuro, però, che se solo la
conosceste, mi direste che è una donna fantastica.. Anche voi vi sareste
meritati una vita, qualcuno che vi avesse amato.. ma non l’avete avuto, vi è
stato rinnegato per un motivo che mai riuscirò a comprendere.
Non dimenticherò mai quel giorno, in cui ci liberarono e
scappammo da quella prigione con tutte le nostre forze. Io correvo, davanti a
tutti, chiamandovi per nome, incitandovi a seguirmi. Non sapevo minimamente
dove stessi andando, ma non mi voltavo mai, correvo solamente, convinto che voi
foste dietro di me. Solo quando arrivai abbastanza lontano, mi voltai.. e non
vi vidi più.. Forse avevate preso un’altra strada.. si, ne ero sicuro! Voi non
potevate essere stati colpiti da quei bastardi! Non poteva essere! E invece..
solo dopo scoprì la verità.. Vidi i vostri corpi a terra, sanguinanti.. senza
vita.. E allora capì.. Capì che in fondo avrei preferito morire accanto a voi.
A nulla servirono le consolazioni dei miei genitori.. La mia vita se ne stava
andando insieme alla vostra..
Non ricordo esattamente quanto piansi e per quanto tempo,
ricordo solamente il vuoto incolmabile che voi avete lasciato nella mia vita.
Nemmeno ora posso dire di sentirmi pienamente appagato. Eravate i miei migliori
amici, nonostante la nostra tenera età. E ora.. mi mancate.. mi mancate
terribilmente!
Io non capirò mai perché qualcuno lassù abbia deciso di
farmi sopravvivere, ma una cosa penso di saperla, e questa è una promessa che
faccio ad ognuno di voi. Vivrò per voi, porterò la memoria di un vostro ricordo
per sempre, stretta nel mio cuore. Sarete per sempre ricordati, non morirete
mai. Fino a quando quel Dio deciderà che per me è arrivato momento di
raggiungervi e tornare a sorridere con voi, io prometto di raccontare di voi,
di tener vivo il vostro ricordo di vita.. racconterò della vostra persona e dei
vostri sogni, che un destino ingrato ha voluto sì che non si avverassero mai.
Vi ricorderò come delle persone fantastiche, nonostante il carattere scontroso
di alcuni di voi. E ricorderò anche di quel ragazzino che non ho mai avuto la
possibilità di conoscere bene, ma che mi è rimasto impresso, per chissà quale
strano motivo.
Amerò per voi, apprezzerò qualsiasi cosa mi sarà data, sia
bella che brutta, e penserò a voi in ogni mia azione, fingendo che siate con me
sempre, ovunque io vada, pensando che questa vita sarebbe dovuta spettare a voi
più che a me. Accetterò ogni cosa, pensando a voi che non avete avuto la
possibilità di avere niente..
Che strana la vita, a volte..! Pensavate che la vita non
potesse mai finire, che sareste diventati adulti e avreste avuto una casa tutta
vostra, un’auto, un lavoro.. Io ero l’unico a non avere certe certezze, mentre
tutti voi le avevate! E sorridevate a questi pensieri.. Non riesco a pensare a
come tutti questi sogni siano potuti cadere e infrangersi come un cristallo che
cade a terra! No, la vita non è strana.. la vita è semplicemente ingiusta, nei
confronti delle persone più deboli!
Non dimenticherò mai questa ingiustizia, e anche per questo
farò in modo che nessuno vi dimentichi! Dimentichi vite innocenti e spezzate,
senza motivo.. Sogni infantili infranti, sorrisi candidi e speranze vive in
cuori pulsanti d’emozioni..
Ricorderò di te, Yuri, piccolo ragazzino dai capelli rosso
fuoco così taciturno. Volevi diventare chirurgo, dicevi che avevi fegato per
operare la gente e ti atteggiavi tanto da duro, quando invece eri una persona
sensibile e in certi casi anche debole. Ricorderò di quando ti arrabbiavi
quando gli altri ti prendevano in giro per a tua capigliatura, e quando eri
intimorito da qualcosa ma non volevi ammetterlo. Toccava sempre a me cercare di
farti aprire, di farti parlare..
Ricorderò anche te, Kei, e il tuo carattere scorbutico e
superiore. Eri sempre molto distaccato, ma so che in fondo ci volevi bene, come
so anche delle tue paure nascoste e dell’insicurezza che si celava dietro ai
quei tuoi occhi che parevano tanto sicuri. Tu volevi diventare un importante
dirigente d’azienda, e devo ammettere che avevi tutte le qualità per
diventarlo. Saresti stato davvero bravo nel tuo lavoro..
E te, Sergey, così tranquillo e serio. Sembrava che non
perdessi mai la calma e la ragione, e ci rassicuravi ogni volta che tutto
sembrava andare storto. Anche tu ci volevi bene, e ti preoccupavi per noi,
anche se non ce lo dicevi mai. Eri davvero intelligente, non avevi difficoltà a
scuola. E come sbuffavi quando venivo da te perché non riuscivo a capire i
compiti di matematica! Non hai mai detto quale fosse il tuo sogno, ma sapevo
che la tua intelligenza ti avrebbe permesso di fare qualsiasi cosa..
E per ultimo, mi ricorderò anche di te, Takao. Ricorderò di
quegli unici due o tre giorni in cui ti ho visto e ho potuto conoscerti. I tuoi
sguardi così spaventati e pieni di rancore per te stesso per esserti trasferito
in quel posto. E pensare che tu, a quest’ora, potevi essere ancora vivo! Non so
perché io stia piangendo per te.. non ti ho mai conosciuto veramente.. Eppure,
mi manchi.. si, anche tu mi manchi. Una delle poche cose che mi hai detto, era
proprio quella del tuo desiderio di diventare astronauta. Ti piaceva il cielo,
ti piacevano le stelle.. Ora ci sei tra di loro, come ci si sente? In qualche
senso, il tuo sogno si è avverato..
Se potessi fare tutte queste cose al posto vostro le
farei.. ma non posso.. Posso solo limitarmi in un ricordo, un semplice ricordo,
che racchiude le vostre speranze e tutto ciò che vi riguarda, per portarvi
sempre con me.. Per farvi vivere in eterno..
A volte mi farebbe così piacere avervi ancora la mio
fianco, per parlarvi, vedervi, e litigare come un tempo, ma ormai è troppo
tardi.. Se magari mi fossi fermato nella mia corsa, ora potrei essere lassù con
voi.. Ma non importa.. Un giorno ci rincontreremo, e so che nel frattempo
sarete sempre al mio fianco, e mi guarderete da lassù.. Finché sopravviverà il
vostro ricordo, voi sarete sempre con me…
Si, ora ho capito qual è il mio compito, il motivo per cui
Dio mi ha salvato da quella strage, dove voi siete morti: ricordare.. solo
questo.. e portare con me tutto di voi.. Vivere per voi, amare per voi, fare
ogni cosa per voi, come se foste voi a farla.. Si, è questo il mio compito, e
lo metterò in primo piano, prima di ogni altra cosa.. Ve lo prometto, amici
miei…
-Boris..-HANNA
Mi sento chiamare.. Mi rendo conto di essere rimasto a
fissarvi per chissà quanto tempo. La neve sta ricominciando a coprire le vostre
foto, ma io ancora una volta le ripulisco: questo bianco candido, per quanto io
e voi l’abbiamo da sempre amato, non può oscurarvi e nascondervi.
Chiudo gli occhi, dedicandovi una preghiera, mentre sento
le mani di mia moglie sfiorarmi il viso, per asciugare le lacrime che ancora
scorrono sulle mie guance. Non ho mai smesso di piangere per voi, e mai lo
farò.
Mi alzo a fatica, e prendo la mano di Hanna; la stringo
forte nella mia, mentre vi lancio un ultimo sguardo: siete così sorridenti.. E
voglio che continuiate ad esserlo per sempre, perché non dovete temere niente!
Farò tutto quello che voi avreste sempre sognato di fare..
Non è un addio..
Arrivederci amici miei, un giorno torneremo ad essere
quelli di un tempo..
Il sole continuerà a splendere,e non smetterà mai di farlo,
indipendentemente da quello che accade quaggiù sulla Terra; ormai questo l’ho
capito.. Lui brillerà incessantemente, sempre… Come non ha smesso di brillare
nascosto dalle nubi quel giorno, continuerà a farlo per sempre, in ogni
istante, indifferente, per darci la forza di continuare a vivere..
Il sole continuerà a splendere, per me.. e anche per voi..
Fine
***In memoria della strage di Beslan, Ossezia,
1-3 Settembre 2003***