"...E il concorrente è stato sbalzato fuori dalla sua traiettoria, Gentilpony!" annunciò l' unicorno dalla voce magicamente potenziata "Sembra che la nostra protagonista sia al massimo della forma oggi, come al solito!"
Era indistinguibile nella scia della sua stessa velocità; nemmeno il suono riusciva a starle dietro, Lei era troppo veloce. Criniera fiammeggiante, uniforme di un vistoso blu elettrico attraversata da rifiniture gialle. Un brillante sole Equestre si rifletteva sui suoi occhiali da volo, abbagliando gli spettatori con un lampo, un istante prima di sparire dietro alla curva successiva.
"Oh-oh, si sta avvicinando all' ultimo ostacolo tra lei e il traguardo! Riuscirà la nostra eroina a superare anche il primo?" anche con la voce potenziata, l' unicorno quasi non riusciva a farsi sentire dalla folla, urlante di euforia. Lei era la beniamina di Equestria, tutti amavano la forza nelle sue ali, e tutti amavano Lei. Le scommesse su di Lei non valevano nulla; quando Lei era in gioco, la vittoria era certa come il sorgere del sole.
Infatti, con una maestria unica nel suo genere, si portò sotto al contendente, superandolo e sbalzandolo indietro per l' onda d' urto che la seguiva. Tutto accadde in pochi istanti, e subito dopo anche la linea del traguardo fu dietro di lei. La nuvola di fumo si dissolse col vento, e il pubblico proruppe in un urlo.
"Proprio così gentilpony! Spitfire ha vinto anche questa competizione! E' la novantaseiesima di fila per la rappresentante dell' Accademia Wonderbolts; di certo una serie positiva, non è vero Equestria?" il tono delle urla si alzò ancora, dalle tribune sotto al caldo sole Equestre, fino a sembrare un forte fischio. Spitfire doveva togliere il bollitore dal fuoco.
L' aula di chimica dell' Accademia non era granchè utilizzata, inoltre tutti i cadetti erano fuori, in allenamento per la formazione di volo; la Pegaso aveva tutta la classe per sè.
Spostò il pentolino a pressione dal fornello a gas, spostandolo su una piastra a induzione riscaldata. L' acido cloridrico era in ebollizione; raccolse dal frigo del succo di arcobaleno ghiacciato, e con un imbuto lo versò nell' acido bollente. Spostò la cappa di assorbimento sopra il pentolino, per raccogliere tutto il gas colorato che si era prodotto nella reazione. Era quello che faceva la magia.
Immise il gas nel distillatore. ancora tre quarti d' ora, e la miscela sarebbe stata pronta.
Dopo mezzora il gas di Arcobaleno era del tutto condensato; adesso serviva un addensante, per non far disperdere nel sangue la miscela. Versò nella brodaglia bollente delle barrette di elettrogemma galvanizzate e dei grani di carbone: l' elettrogemma rilasciò l' addensante, e i carboni assorbirono la componente tossica dell' arcobaleno. Era pronto.
Lei era pronta.
Pronta a lasciare entrare dentro di sè un altra dose di energia pura, pronta a non deludere il suo pubblico, i suoi fans.
Spitfire sapeva di essere forte, di poter vincere, con un po di fortuna. Ma non era la fortuna che le serviva: le serviva un iniezione del suo prodotto speciale, una forte dose di sicurezza liquida, per vincere in ogni caso.
Versò la droga nella siringa. Mancavano ancora pochi giorni alla gara, e l' iniezione doveva essere fatta subito prima dell' utilizzo effettivo. La soluzione sarebbe rimasta nel suo frigo privato, sotto chiave nel suo ufficio. Nessun pony doveva sapere.
Non voleva deludere il suo pubblico.
Non poteva.