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Autore: Parsy    02/09/2015    0 recensioni
Come nasce un angelo? Un demone? Uno shinigami? Che legami posso esistere tra loro? E soprattutto... perchè un'angelo sogna il proprio funerale?
[Avvertenze: la storia è stata incominciata quando del manga era appena uscito il capitolo 105, quindi ha una trama diversa da quella in corso della storia originale]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La Town House dei Phantomhive sembrava un castello agli occhi di Sophia.
La ragazza si era alzata presto quella mattina, aveva preparato una sacca contenete dei vestiti che le aveva regalato Undertaker e si era incamminata verso quell’enorme villa.
“Se questa è la Town House, chissà come sarà quella dove il conte vive?!”
L’ex angelo rimase incantata dalle decorazioni dell’edificio, fino a quando non vide uscire dalla porta principale il maggiordomo dei Phantomhive trasportare delle valigie da sistemare su un carro.
Sebastian era seguito da quel piccolo conte che ella incontrò una settimana prima nella bottega del becchino ed egli, nonostante la benda su un occhio, riuscì a scorgere la nuova visitatrice.
“E tu chi saresti?” la voce del bambino tredicenne era forte e profonda quanto quella di un uomo adulto e Ciel non si scompose minimante nel guardare meglio chi fosse la ragazza alla sua destra, al contrario di Sebastian che quasi balzò nel vedere Sophia in quel posto… Strano da parte di un maggiordomo impeccabile come lui non notare un estraneo nella villa…
“Io sono Sophia. So che state cercando un’insegnate e vorrei propormi come tale”.
Fu solo allora che il piccolo conte riconobbe “l’assistente” di Undertaker e lanciò un’occhiata a Sebastian lasciando bene intendere quello che gli passasse per la testa: “E quindi l’angelo è venuto nella caverna del diavolo…”
“Perché no? Sali con noi sul carro e vieni alla magione con noi.”
Il diavolo si sorprese della decisione improvvisa del suo signorino, ma d'altronde era ancora impossibile per lui comprendere l’essenza dell’essere umano.
Ma Ciel sapeva benissimo che ci sarebbe stato da divertirsi con un’ex angelo e un diavolo in casa.
Il viaggio fu abbastanza noioso dal punto di vista di Sophia e il fatto di dover vedere Sebastian tutti i giorni la stressava molto, ma il desiderio di sapere cosa avesse provato, ma soprattutto cosa provava quel diavolo per lei, era troppo forte.
 
La magione dei Phantomhive superava ben oltre le sue aspettative: l’enorme giardino era pieno di verde, gli interni erano arredati come se si trattasse della dimora di un re, c’erano così tante stanze che a Sophia parve di perdersi mentre il maggiordomo le faceva visitare l’enorme edificio… Di certo sembrava molto più grande dentro che fuori…
Sebastian presentò alla ragazza i servitori del casato Phantomhive, è inutile dire che Sophia provò a pelle qualcosa di strano in loro, e subito dopo accompagnò il suo signorino negli alloggi personali.
MayRin accompagnò la nuova insegnante del piccolo conte negli alloggi destinati a lei, per poi lasciarla sola per farle esplorare la sua nuova camera, accompagnata dalla frase: “Il signol Sebastian ha detto che inizi a lavolale domani. Buona pelmanenza!”
Sophia trovò sul letto un’uniforme simile a quella della cameriera che aveva appena incontrato, ma con il grembiulino mancante. La stanza era abbastanza spoglia, ma accogliente: c’erano solo un letto con accanto un comodino, una finestra che dava sul giardino, un armadio, una cassettiera e uno specchio. Le pareti erano di un azzurro fin troppo spento secondo lei, ma con la luce del tramonto si coloravano di sfumature rosso-arancio che le piacevano tanto.
Sophia sistemò i pochi vestiti che aveva nell’armadio, accarezzandoli uno ad uno, ricordando ogni singolo momento nel quale Undertaker glieli aveva regalati; se avvicinava il naso poteva ancora sentire quello strano odore di cera di candele consumata che caratterizzavano la strana dimora del becchino.
Poco dopo il tramonto si presentò Sebastian con un vassoio contenente un pezzo di torta al cioccolato, una tazza, del miele e una caraffa piena di latte.
“Grazie, ma non ho fame…”
“Non hai fame, o non vuoi mangiare? Dal momento che il mio signore ti ha preso come membro della servitù sei anche sotto la mia responsabilità, di conseguenza devo garantire la tua salute… Detto ciò, se non vuoi mangiare, bevi almeno un po’ di latte e miele…”
Sebastian appoggiò il vassoio sul comodino, versò nella tazza il latte, caldo al punto giusto, e aggiunse un abbondate cucchiaino di miele; porse la dolce bevanda a Sophia che lo invitò a sedersi accanto a lei sul letto. La ragazza sapeva benissimo che i demoni non mangiano, d’altronde non lo fanno anche gli angeli, perciò non domandò nemmeno a Sebastian se volesse un po’ di quel tanto dolce quanto delizioso latte con il miele.
“Da quanto tempo stai con il conte?”
“Il piccolo Lord mi chiamò tre anni fa…”
“È facile indovinare che il simbolo del contratto sia sul suo occhio destro che tiene bendato”
“Non ti smentisci mai… Sei proprio l’angelo della conoscenza” e con queste parole il diavolo si avvicinò sempre più alla giovane, fino ha prendere la sua mano sinistra nella propria.
Ero l’angelo della conoscenza… Comunque quella era solo una banale deduzione” dicendo così, Sophia si liberò dalla stretta del diavolo maggiordomo e si allontanò leggermente.
“Dimmi cara, come mai eri finita dal becchino?”
“Mi ha trovata per strada e mi ha dato una casa.”
“Capisco… E come mai te ne sei andata?”
“Non potevo dargli fastidio per sempre… E poi non sono affari che ti riguardano…”
“Come vuoi tu” Sebastian fece uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi alla ragazza, poi si alzò e sull’uscio della porta disse: “Domani il conte ti aspetta nella sala delle lezioni alle 8.30 in punto. Dolce notte mio piccolo angelo”
Sophia si mise a letto e tentò di dimenticare quel sorriso dannato che assaliva la sua mente.
E con gli occhi chiusi, cercò lo sguardo verde-giallo di quell’uomo che la aveva salvata…
 
“Bene Signorino Ciel! Il mio programma per oggi è di iniziare con storia, proseguire con matematica e concludere con economia del commercio. Le va bene come programma?”
Sebastian era in disparte ad osservare Sophia all’opera e sorrideva al pensiero di poter ri-avere un assaggio della conoscenza della ragazza.
“Scegli tu il programma. L’importante è che imparo qualcosa” e con queste parole il povero Ciel si avventurò in quella che sarebbe stata una lunga, ma interessante, mattinata di studio.
 
Nel primo pomeriggio, Sebastian tornò nella sala della lezione e trovò Sophia che stava ancora sistemando i libri usati per le spiegazioni.
Il diavolo le comparve da dietro, senza farsi vedere, e la ragazza, girata sullo sgabello, cadde per lo spavento; il maggiordomo riuscì a prenderla al volo in braccio, per poi metterla in piedi accanto a sé. Sophia stringeva ancora i libri da sistemare tra le braccia e Sebastian li prese, per poi poggiarli sulla scrivania.
Con una mano, egli spostò una ciocca di capelli che era uscita dallo chignon della ragazza sul lato del viso e inaspettatamente, prima che lei potesse dire parola, le serrò la bocca con la mano e la spinse al muro. Gli occhi rossi di lui e quelli verdi di lei si incrociarono e Sebastian non esitò, appena tolta la mano dalla bocca, a baciare quelle labbra che aveva desiderato di poter assaporare dal primo momento che l’aveva incontrata nella bottega del becchino. Sophia tentò di lasciare la presa, ma il diavolo le aveva bloccato il viso tra le mani.
Fu dopo qualche istante che Sophia cedette alla tentazione e abbracciò il collo di quel diavolo che un tempo rappresentava l’amore della sua vita.
In quel bacio, ella cercò di ritrovare quei ricordi perduti legati all’ex angelo che aveva davanti… Quei ricordi che lei si era tanto sforzata di cancellare dopo il tradimento del ragazzo.
Fu solo troppo tardi che lei vide apparire davanti a sé il volto del dio della morte che l’aveva salvata e a cui lei si era più che affezionata.
Il viso di Undertaker la riportò alla realtà.
Sophia puntò le mani sul petto di Sebastian e lo scaraventò a terra con una forza che lei non poteva immaginare di possedere; si pulì la bocca con il braccio e con gli occhi pieni di lacrime corse via dal maggiordomo diabolico.
 

 
“NON VA! NON VA!” era la terza bara che Undertaker aveva tentato di costruire ed era la terza volta in cui lui puntualmente sbagliava. Non gli era mai successa una cosa del genere…
Ogni volta che prendeva tra le mani il legno e gli attrezzi ripensava al dolce viso di Sophia e si domandava cosa stesse facendo la ragazza in quel momento.
 

Ma loro non sanno che dall’alto un piccolo aiuto sta giungendo per loro in un “batter d’ali”!



ATTENZIONE: a causa di problemi personali dell'autrice, la fanfiction si prende una pausa. Ci rivediamo al prossimo capitolo!
   
 
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