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Autore: Katniss_yaoi    02/09/2015    2 recensioni
Lovina e Feliciana sono due sorelle che conducono una vita normale da adolescenti quando un giorno vengono attaccate da un demone nella scuola. Da lì prendono parte ad un mondo di cui non ne conoscevano l'esistenza: il mondo degli Shadowhunters cacciatori dal sangue angelico che proteggono le persone normali (i mondani) dal pericolo dei demoni. Scopriranno nuove cose su di loro e sull'identità dei loro genitori di cui non conoscevano neanche il volto. E perchè no, incroceranno anche l'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: In questa fanfiction i personaggi appartengono alla serie animata Axis Power Hetalia di Hidekaz Himaruya mentre l'ambientazione appartiene alla saga Shadowhunters di Cassandra Clare


                                      Every time I think I'm missing a piece of me,
                                                                                            you give it back





-Che ne dici di andare a mangiare della pasta?- esclamò per la trentesima volta, una ragazzina dai capelli castano chiaro scuotendo il braccio ad un’altra ragazza.
-Perché, come ti ho ripetuto tutte le altre volte che me lo hai chiesto, non abbiamo tempo per fermarci ad un ristorante! - rispose l’altra ragazza aumentando il passo per lasciarla indietro.
Le persone attorno si accorsero del piccolo litigio tra le due e sorrisero, erano abituati a quei piccoli battibecchi per la strada, ormai tutta la città le conosceva: le sorelle Vargas, così simili eppure così diverse. La corporatura era uguale e anche i vestiti delle volte, ma il carattere e i piccoli riccioli che ricadevano in direzioni diverse non potevano essere più diversi.
-Suu Lovina, neanche da Maria giù in piazza?- insistette la ragazzina mentre salutava da lontano delle vecchie conoscenze che preferiva evitare.
- No! Basta Feliciana, finiscila sei fastidiosa. La prossima volta non ti porto con me. – rispose esasperata, la ragazza in discussione mise un broncio che ad occhi esterni sarebbe sembrato adorabile, ma per Lovina era solo irritante.

La piazza del paese, sperduto tra la Campania e il Lazio, in cui vivevano era gigante e accogliente. Enormi palazzi erigevano attorno creando una piccola recinzione per oscurare il bellissimo paesaggio che si nascondeva dietro balconi abbracciati da panni stesi e al campanile della basilica situata al centro dello spiazzo. Dai bar, con i tavolini adiacenti alla strada, proveniva un odore di cornetti freschi e caffè; e l’allegria in quel paese come la pasta a tavola… non mancava mai. Le due ragazze girarono l’angolo in una piccola stradina inaccessibile alle macchine, quasi nascosta dai motorini parcheggiati lì all’ingresso. In 10 minuti dopo aver fatto giri e usato scorciatoie come in un labirinto fatto di case e edifici, le due sorelle arrivarono alla meta finale: la scuola. Era situata in posto abbastanza isolato e morto del paese e tutti i ragazzi non potevano fare altro che sentirsi come in carcere in quel posto freddo e grigio, Feliciana fu davvero contenta di non aver scelto quell’istituto.
La scuola era chiusa e il bidello Giuseppe, detto Peppe, trovandosi come guardiano aveva lasciato loro le chiavi solo dopo che Lovina era riuscita a convincerlo in cambio di due biglietti per un cantante che sinceramente Feliciana non aveva sentito ma che la sorella sembrava conoscere.
“Perché non aspettare l’apertura della scuola invece di imbucarsi così furtivamente direte? Beh ditelo a mia sorella: la struttura sarebbe stata chiusa per 3 settimane, a causa di vandalismo, ma Lovina aveva bisogno necessariamente di quei CD manco fosse una bomba pronta ad esplodere” pensò Feliciana teatralmente rivolgendosi ad un pubblico immaginario nella sua testa.

La chiave entrò con facilità nella serratura e con un rumore sordo il portone all’entrata si aprì. Il rumore dei loro passi risuonavano in quel posto desolato, tutto era così simile ad un film horror. Anche se era quasi mezzogiorno la scuola era in penombra innaturale visto che tutte le finestre erano state bloccate e chiuse. Feliciana prese subito la torcia dal borsone che aveva dietro alla schiena e lo porse a Lovina visto che non conosceva la scuola, lei frequentava il Liceo Artistico a pochi chilometri dal paese, invece il posto in cui si trovavano era un Liceo Scientifico.
La palestra si trovava nella parte anteriore della scuola, per arrivarci bisognava attraversare il lunghissimo corridoio, poi uscire da una porta di emergenza, superare un piccolo tratto di giardino all’aria aperta fino ad arrivare ad un’altra struttura, più complicato no eh?
Giunte nella nel locale destinato alle attività fisiche, Feliciana si fermò all’ingresso gettando vari sguardi alla struttura attorno. E quella la chiamavano palestra? Sembrava uno stadio chiuso tra quattro mura, con spalti in ogni dove e addirittura il macchinario per contare i punti. Nella loro scuola la palestra era una piccola camera con due canestri rotti mentre fuori c’era un “campetto di calcio”, con erba incolta. Forse la sua scuola era troppo concentrata sul lato artistico tralasciando quello di qualsiasi altra materia. Era così contenta però di aver fatto quella scelta, poteva finalmente mostrare tutto il suo talento artistico che aveva ereditato dal nonno materno senza essere considerata “speciale” ma uguale ad ogni alunno. Si riscosse dai suoi pensieri notando che Lovina era scomparsa lasciandola da sola…al buio più completo.
-Che brava sorella che ho…-esclamò rassegnata, cominciando a cantare una canzoncina per passare il tempo, quando all’improvviso sentì una presenza toccarle le gambe…
 
Lovina, orientandosi al buio con la torcia, raggiunse gli spogliatoi femminili che si trovavano affianco al deposito delle attrezzature sportive, e quasi subito scorse la panchina su cui doveva trovarsi il cd. Beh doveva.
-Maledizione! – percorse con le mani tutta la superficie del panca ma del cd neanche l’ombra- forse è caduto a terra.
Poggiò le ginocchia a terra trattenendo un' esclamazione di disgusto sentendo la sporcizia attaccarsi alle sue ginocchia nude, chissà se i bidelli avevano mai lavato quel pavimento…nel dubbio non voleva sapere la risposta.
Gli occhi vagarono attenti per la piccola stanza alla ricerca di questo mistico cd scomparso. Quando un urlo spezzò il silenzio: Feliciana.
 
-Felicianaaa! Che succede?- gridò Lovina correndo il più velocemente possibile, non doveva portala lì lo sapeva, qualche vandalo poteva essere entrato nella scuola, o poteva essere un serial killer che avendo notato la luce aveva adocchiato le sue prossime vittime, e se fosse stato un maniaco- no, non ci voleva neanche pensare.
Arrivò davanti alla sorella aspettandosi il peggio ma la vide con un grazioso gatto bianco in braccio.
-Feliciana?- chiese buttandole la luce della torcia in faccia facendo nascere sul suo viso una smorfia di fastidio.
-Lovinaaa~ non mi avevi detto che c’era questo gattino carinissimo nella scuola- disse sorridendo – ho gridato perché ho sentito qualcuno che mi toccava le gambe ed era questa piccola palla di pelo- finì il discorso pronunciando le ultime parole con una voce ridicolosamente più acuta.
Lo scappellotto di Lovina alla minore fu automatico, la quale ripose con un sonoro “AHI”
-Così impari a spaventarmi! - ribattè a denti stretti, riprese la strada per la ricerca del CD, ma un rumore in fondo alla palestra la riscosse.
Sembrava un ruggito metallico simile a quello di un cane, ma aveva qualcosa di diverso. Gettò uno sguardo alla sorella che stava ancora giocando col gattino. Quel felino lo aveva riconosciuto, era ormai diventato la mascotte della scuola, visto che veniva sempre a farsi qualche passeggiata mattutina, anche durante le lezioni. Tutti l’avevano battezzata Giuletta visto che una volta era salita sul palco del club di Teatro andandosi a posizionare vicino l’attrice che interpretava Giuletta rompendole il vestito, però questa è un’altra storia. Non ricordava di un cane però…
Forse era meglio allontanarsi, quel cane-o qualsiasi animali fosse quel coso, poteva avere la rabbia o qualche altra malattia.
-Ehi! Feliciana andiamo a cas…- si fermò vedendo sul volto di Feli uno sguardo, cos’era? Paura? Terrore?
Seguì la linea del suo sguardo, puntando la torcia per vederci meglio e la prima cosa che pensò fu “ Che cos’è quello schifo?!”
Non era decisamente un cane, aveva qualcosa di inquietante: non erano i lunghi canini che sbucavano dal labbro inferiore fino ad arrivare quasi sotto agli occhi, non era la pelle ricoperta di liquido lucido come bava, non erano le 6 zampe coperte di artigli, non era neanche il fatto che fosse enorme quanto una jeep incorporato di ali come se non bastasse … ma erano gli occhi, così vivi così intelligenti, le scrutava e Lovina giurò di aver visto rivolgerle un sorriso diabolico tra tutta quella ciccia sulla sua faccia.
Il mostro tese le 3 zampe anteriori pronto all’attacco e si lanciò in avanti pronto a divorare una delle ragazze. Lovina e Feliciana automaticamente chiusero gli occhi e lanciando un grido liberato rimasero ferme aspettando di essere attaccate da quel coso.
Ma questo non accadde una luce azzurrina che avevano notato anche con le palpebre chiuse evitò che accadesse il peggio. Lovina fu la prima ad aprire gli occhi, vide un ragazzo. Doveva avere sui 19 anni, la pelle era macchiata da strani segni neri come quelli di un rockettaro accanito, una tuta di cuoio nero accompagnata da una spada con la lama affilata che rifletteva luce celestina ricopriva il suo corpo, i capelli rossicci erano tirati all’indietro e un piccolo ricciolo era inconfondibile…
-Giovanni?- esclamò Lovina incredula riconoscendo il cugino. – cosa…
- Ti spiegherò tutto Lovi- disse lui serio interrompendola, gettò uno sguardo intorno in allerta- ora dobbiamo andare via…subito!
Prese in braccio Feliciana che era rimasta ancora con gli occhi chiusi e le gambe tremanti mettendola sulla spalla destra mentre col braccio libero prese per mano Lovina. Fecero di nuovo tutta la strada di prima correndo poi per tutto il corridoio fino ad arrivare fuori alla scuola. Il bidello Peppe situato all'ingresso aveva varie ferite sulle braccia e il petto col sangue rosso che continuava ad uscire dal corpo. Le ferite sembravano molto gravi, ma Giovanni non si fermò, continuò ad andare avanti.
-Aspetta! E Peppe? Non può restare così dobbiamo portarlo in ospedale e…- farfugliò con voce tremante Lovina gettando uno sguardo al suo amico inerme a terra.
- Ho già chiamato la polizia e l’ambulanza… ce la farà- concluse vedendo le lacrime scendere sulle guance della cugina.
- Però dimmi cosa sta succedendo, cos’era quel coso, perché ci ha attaccato e cosa sei tu con tutti sti cosi sopra la pelle!- disse Lovina riprendendo il suo atteggiamento forte, non si sarebbe mostrata debole, questo era la regola principale del suo orgoglio.
Giovanni gettò uno sguardo indietro e sorridendo rispose- Sono uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni-


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Salve :3
Ho dovuto scrivere questo crossover visto che amo tantissimo la saga di Shadowhunters *-* E ho già in mente tutta la trama e i vari avvenimenti. Le protagoniste come si può notare sono i fratel- le sorelle Vargas, ma più in avanti ci saranno tutti i personaggi di Hetalia. 
Se vi è piaciuto fatemi sapere, e scusatemi per eventuali errori, ci ho messo trent'anni per pubblicarlo...
Se non conosciete la saga, vi invito a seguire lo stesso questa storia, più in avanti spiegherò tutto ciò da sapere c: ( ah si ci saranno sicuro coppie come Spamano, LitRu e... li scoprirete più in là eheh)
Alla prossima, carpe diem!


 
   
 
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