Ti ho osservato a lungo sta mattina, mentre ti vestivi. La sveglia sul comodino ticchettava; un rumore ormai tanto familiare da non farci caso, fuso con quello delle macchine sulla strada.
Ti allacciavi i bottoni della camicia, uno per uno, piano piano dalle anche fino al petto. Le dita passavano da un’asola all’altra con silenziosa destrezza, per poi passare ai polsini, senza fretta. Quelle dita conoscono ogni palmo del mio corpo; mi ci avevi accarezzato l’animo, a partire dal pomeriggio in cui ci siamo fermati in giardino, a casa di tuo padre, e abbiamo fatto l’amore per la prima volta.
Ma, dicevo, che eri splendido mentre ti allacciavi i polsini della camicia. Gardavi attentamente i bottoni con quei tuoi occhi verdi, che paiono fatti per viverci dentro.
Il cielo fuori era sereno, la giornata prometteva essere bella.
Ma Dio, tu, mentre ti allacciavi la camicia, sta mattina, lo eri di più.