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Autore: Steffa    05/02/2009    10 recensioni
"Sto per morire, cosa pensi che stia facendo su un patibolo? Trovati un altro stupido mago che vorrà far rifiorire la magia a Camelot per liberarti."
E il drago rise, facendo vibrare quella risata nelle viscere del giovane.

- Chi ti ha sottratto i poteri, Merlin? Chi ti ha proibito di liberarti con poche parole e fuggire? Chi ti ha strappato la voglia di vivere? - [...]
(Dal capitolo 1)
[...] “Merlin.” fu l'unica cosa che riuscì a dire.
“Arthur...”
Non dovette neppure domandarsi il motivo della loro presenza, in fondo era più che ovvio che non si trattasse di una comune sortita di caccia: stavano cercando lui.
“Io non tornerò. Non per morire.” il tono sicuro non pareva quasi appartenergli e fece rabbrividire entrambi per i molteplici significati che celava.
Occhi incatenati gli uni negli altri come nel tentativo di scambiarsi più pensieri di quelli che sarebbero stati in grado di esprimere a parole.
Non volevano che tutto ciò accadesse, nessuno dei due lo voleva.
Arthur non desiderava lasciar andare Merlin, non perchè gli fosse stato ordinato dal padre, ma poiché saperlo lontano, chissà dove, gli procurava strani pensieri di preoccupazione.
D'altra parte, Merlin non desiderava star lontano da quello sciocco d'un principe, con i suoi mille difetti e con i suoi onorevoli pregi, Camelot era divenuta la sua casa.
D'un tratto il rumoroso scalpiccio di altri cavalli fece allarmare i due giovani; i cavalieri di Arthur lo stavano raggiungendo.
“Idiota, vuoi che ti porti da mio padre per morire? Fuggi!” lo incalzò ancora il biondo quando vide che ancora non accennava a muoversi.
E Merlin non se lo fece più ripetere; semplicemente si voltò sciogliendo la catena che si era creata tra i suoi occhi e quelli di Arthur e cominciò a correre.

(Dal capitolo 4)
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What now?


Condanna



Venne risvegliato dal tintinnare delle catene che portava ai polsi ed aprì poco per volta gli occhi per prendere contatto con la realtà, impresa che si rivelò più difficile del previsto, considerando il fatto che la vista era offuscata e la testa gli stava ronzando in una maniera alquanto fastidiosa.
Scrollò un poco il capo nel tentativo di sovrapporre le due facce della guardia che in realtà sarebbe dovuta essere una soltanto, nel frattempo l'uomo aveva terminato di liberarlo dalle catene che lo tenevano legato al muro freddo della cella, quindi lo afferrò sotto le ascelle per farlo alzare sulle gambe incerte che per il momento non sembrarono voler sostenere il suo peso.
Facendo un cenno al compagno, la guardia lo tenne in piedi, mentre l'altro gli legava nuovamente i polsi segnati profondamente per la lunga prigionia dietro la schiena con una striscia di cuio ben stretta, che risvegliò il dolore quasi assopito.
Mugugnò contrariato in risposta a tale stimolo, ma non disse nulla, mentre i due lo sospingevano all'esterno.
"E' giunto il tempo di liberarsi di te, stregone." gli disse uno di quelli, sottolineando l'appellativo con disprezzo.
Non rispose alla provocazione, non ne aveva né la forza fisica né quella morale, così se ne rimase in silenzio, chinando il capo sul proprio petto e lasciando che fossero le guardie a preoccuparsi del suo incedere barcollante.
- Merlin -
Una voce profonda e roca, ridondante dalle viscere della terra; stupido lucertolone, che cosa voleva ancora da lui?
Lo ignorò completamente e d'un tratto la luce del sole lo colpì in volto assieme ad un soffio di vento fresco, costringendolo a chiudere le palpebre e facendogli vedere in quel buio forzato una miriade di punti rossi e blu.
Poteva sentire il mormorio delle persone che si erano assiepate nella piazza del patibolo e quando riaprì gli occhi incontrò visi sconosciuti, espressioni spaurite, curiose, qualcuna rancorosa, chissà che cosa aveva fatto loro di male per meritarsi tale odio...
Che ironia in tutta quella situazione, era giunto a Camelot mescolandosi a quelle persone ed assistendo con loro all'esecuzione di un presunto stregone e di lì a poco, lo avrebbe seguito nella morte.
No, forse non c'era poi molto di cui ridere...
La folla si separò, lasciando un corridoio libero per il suo passaggio e di tanto in tanto poteva sentire qualche insulto raggiungerlo, mentre i più eseguivano il segno della croce, come se ciò li avrebbe protetti da chissà quale pericolo.
Quando fu il momento di salire quei pochi scalini del patibolo, inciampò sui suoi stessi piedi e sarebbe sicuramente caduto se il braccio forte del boia non lo avesse afferrato per la collottola della maglia.
Un'altra cosa buffa in quella giornata.
"Coraggio ragazzo."
Lo aveva incoraggiato, colui che gli avrebbe staccato il capo dal resto del corpo, nonchè sua naturale postazione, tentava di dargli la forza necessaria per affrontare quella sua ultima giornata.
Le labbra gli si piegarono leggermente in una specie di sorriso automatico mentre le guardie lo lasciavano alle attenzioni dell'omaccione con il volto coperto, che lo accompagnò accanto al ceppo, facendolo fermare ben ritto in piedi.
Il giovane mago vagò distrattamente con lo sguardo, quante persone ad assistere, quante guardie tutto intorno che non si distraevano nemmeno per un istante, pronte per qualsiasi evenienza.
Udì d'un tratto la forte voce del re sovrastare ogni borbottio, zittendoli all'istante.
"Questo ragazzo deve rispondere dell'accusa di praticare incantesimi e di essere uno stregone che ha tramato nell'ombra a discapito di Camelot e della famiglia reale."
Tramare nell'ombra, quello forse l'aveva fatto, ma per il cielo, quante volte aveva salvato quell'asino di Arthur?
Merlin alzò lo sguardo sul poggio dal quale s'ergeva Uther con la sua aria altera e superba, sentì un lieve sfarfallio nello stomaco quando vide al suo fianco il biondo principe, lo sguardo freddo e vuoto.
Evitò di incontrare quei suoi occhi celesti, non voleva leggervi il disprezzo ed il disguto per la sua natura, gli bastava il pensiero per sapere che non poteva provare che quello.
"E' stato sottoposto a regolare processo ed è stato giudicato colpevole in revisione dei fatti e dei testimoni che hanno assistito ai suoi atti di stregoneria."
Certo, regolare processo, ossia ore ed ore di accuse ininterrotte mentre lui non era riuscito ad aprire bocca per difendersi ed infine il giudizio inevitabile.
Ricordava come Morgana si fosse infervorata, schierandosi senza alcuna esitazione dalla sua parte, ma Uther non aveva sentito ragioni, come era facile prevedere.
Arthur se ne era rimasto in silenzio a sondarlo con lo sguardo, ad accusarlo senza parole, non tentato di difenderlo e l'aveva lasciato nelle mani di suo padre.
"La condanna per tali crimini è la morte. Per aver tradito Camelot e la corona, per essere uno stregone ed aver praticato incantesimi oscuri."
Per metà pura realtà, tutto il resto nient'altro che menzogne.
"Tu, stregone! Abbiamo riposto in te fiducia, sei divenuto valletto di mio figlio ed hai osato tradirci. In nome dei giorni in cui credevamo di avere in grembo un fedele alleato al posto d'una serpe, ti concedo le ultime parole, ma bada che siano parole di verità, sia chiaro. Delle tue menzogne ne abbiamo le orecchie piene."
Merlin sospirò pesantemente, che cosa avrebbe potuto dire, se ciò che usciva dalle sue labbra non era considerato altro che sudiciume.
Non aveva senso sprecare fiato, sapeva che chiedere di essere creduto innocente non sarebbe servito a nulla, quindi cosa avrebbe potuto dire?
- Merlin -
Ancora lui, si divertiva forse di tutta quella situazione?
Probabilmente sì, d'un tratto seppe che cosa avrebbe detto, si schiarì quindi la gola.
"Sire, qualche parola ci sarebbe, se permettete..."
Perchè utilizzasse ancora un fare così sottomesso a quell'uomo, proprio non lo sapeva, forse per la forza dell'abitudine.
Uther fece un cenno secco con il capo per farlo continuare, mentre Arthur non aveva ancora mosso un muscolo.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per potergli leggere nella mente, sapere quanto realmente i suoi occhi fossero ciechi, quanto le sue orecchie fossero piene delle parole di suo padre.
Credeva realmente che tutto quel tempo passato al suo fianco non fosse altro che una messa in scena?
In fondo non doveva stupirsi del fatto che desse la priorità al suo stesso sangue, lui non era altro che un servo, per di più non era nemmeno in grado di starsene al proprio posto.
Chiuse per qualche istante le palpebre, lasciandosi sopraffarre dalle emozioni che premevano dal suo petto.
Paura, rassegnazione, consapevolezza, disdegno, tradimento, rabbia.
D'un tratto si sentì furioso per tutto quanto, per la freddezza di Arthur, la grandezza di Uther da quel suo poggio, le lacrime di Morgana che osservava nascosta da una finestra con Gwen che la imitava, la tristezza di Gaius che voleva sostenerlo con lo sguardo.
Tutto e niente, avrebbe soltanto voluto che la smettessero.
Fu proprio questo sentimento bruciante che lo fece parlare a gran voce, incurante delle possibili reazioni.
"Tu, drago! Dannata lucertola, questo è il mio destino? Guardala questa maledetta medaglia, spezzata! Niente, non è niente, tutto quello che ho fatto, le volte che gli ho salvato la vita, ecco a cosa hanno portato!"
Mentre parlava, spostava lo sguardo da una parte all'altra, senza soffermarsi a lungo in un punto preciso.
Dallo sconcerto che si era disegnato sul volto di Uther, allo stupore su quello di Gaius, Morgana che si copriva le labbra con una mano e Arthur, non riusciva a vedere se era mutato qualcosa d'altro in lui.
Puntò infine le iridi sul principe, corrugando la fronte e digrignando i denti, respirando pesantemente con le narici.
"Principe, se è questo che ti aiuterà ulteriormente a sedere sul trono, se è questo il mio destino, allora che voi siate quel dannato re che dovete essere, ma vedete di imparare a pararvi le spalle, non ci sarò più io a guidarvi. Asino come siete, finirete morto incornato da un cervo, risparmiando la fatica ai vostri nemici."
L'impassibilità di Arthur era oramai venuta meno, sostituita dalla bocca aperta come se volesse parlare, ma nessun suono ne fuoriuscì.
Merlin provava ancora troppi sentimenti per tacere, stava per morire, che altro avrebbe potuto fare?
Sentì gli occhi bruciargli, ma non avrebbe voluto piangere, non voleva mostrarsi debole, però con le mani legate dietro la schiena gli fu impossibile asciugarsi le ciglia ed impedire a quelle stille salate di scivolargli lungo le guace arrossate.
Alzò il viso verso il cielo limpido, qualche nuvola si profilava su un lontano orizzonte irraggiungibile.
E urlò ancora, Merlin, urlò verso quel cielo infinito.
"Drago! Dannazione, non ridi? Non hai più nulla di saggio da dire?"
- Merlin, hai finito con la tua recita? -
Certo, si divertiva a prenderlo in giro anche nella morte, doveva aspettarselo.
"Che tu sia maledetto." gli rispose a mezza voce.
Nel frattempo le persone, che non potevano udire la voce del drago, commentavano sconcertate l'insolenza ed il farneticare del giovane ragazzo accusato di stregoneria.
"Osservate le parole eretiche di chi ha ceduto al male ed al mondo oscuro della magia." li ammoniva allora Uther, tentando di mantenere la calma.
- Sciocco, giovane mago. Cosa stai facendo? -
Merlin quasi non credette d'aver udito veramente quelle parole e quando rispose, la voce si era di nuovo alzata e le persone più vicine lo osservavano spaventate mentre parlava apparentemente da solo, così come anche il boia non credeva a ciò che gli si presentava.
"Sto per morire, cosa pensi che stia facendo su un patibolo? Trovati un altro stupido mago che vorrà far rifiorire la magia a Camelot per liberarti."
E il drago rise, facendo vibrare quella risata nelle viscere del giovane.
- Chi ti ha sottratto i poteri, Merlin? Chi ti ha proibito di liberarti con poche parole e fuggire? Chi ti ha strappato la voglia di vivere? -
Il giovane mago sbarrò gli occhi incredulo, ponendosi le stesse domande, senza trovare alcuna risposta.
Poteva sentirla, la magia, ribollire nelle sue viscere, semplicemente non vi aveva fatto caso, possibile che fosse così facile scampare alla morte?
"Qual è il mio destino?" domandò, questa volta in un sussurro, chinando il capo sul petto.
- E' Camelot il tuo destino, è Arthur ed il suo trono. Merlin, che cos'è una striscia di cuoio attorno ai tuoi polsi in confronto alla tua magia? -
Ma come poteva essere ancora quello il suo futuro?
Se fosse fuggito, non avrebbe più potuto mettere piede in città, sarebbe divenuto un fuggiasco.
Eppure non volevo morire.
Nel frattempo, Arthur aveva posato lo sguardo sul padre.
"Con chi sta parlando, padre...?" domandò scosso.
Aveva udito ogni cosa, una voce profonda ridondargli nel corpo, la voce flebile di Merlin ed il suo mormorio, era paura quella che provava?
"Non preoccuparti, presto sarà finito." lo volle tranquillizzare il re ed alzò poi il tono. "Hai terminato di seminare i tuoi veleni tra il mio popolo, stregone. Le tue ultime menzogne non possono toccare noi, puri di cuore. E' ora che la condanna si esegui, è tempo di giustizia." fece per ultimo un gesto al boia, che annuì obbediente.
"Padre..." mormorò Arthur, sapendo bene che non sarebbe servito, come non era servito implorare clemenza per il suo servo, come non erano servite le preghiere e l'orgoglio dimenticato.
Merlin alzò allora lo sguardo su di loro, fissando le iriri in quelle di Arthur, un sorriso amaro che gli si disegnò sulle labbra.
Che cosa significava quell'espressione sul volto del principe?
Non seppe trovarvi un significato, l'unica cosa certa era che non voleva morire, al futuro ed al destino avrebbe pensato in seguito.
Non distolse lo sguardo dagli occhi celesti di Arthur nemmeno quando mormorò poche parole in una lingua quasi del tutto dimenticata.
Il principe vide le due pozze blu di Merlin colorarsi di un intenso dorato, mentre una fiammata scaturiva sulle sue mani, consumando velocemente la striscia di cuoio che le intrappolava, senza arrecare alcun danno alla carne ed alle sue vesti.
Dunque era quello il suo potere, una minima parte per lo meno.
Non riuscì a staccargli gli occhi di dosso nemmeno quando lo vide massaggiarsi i polsi sanguinanti per la lunga prigionia.
Da parte sua, il mago esultò interiormente, era stato realmente facile, non gli restava che fuggire.
Non prestò attenzione al boia, che dopo un momento di paura, si era riscosso afferrandolo poi per le spalle.
Bastò un semplice sguardo d'oro liquido ed una parola a fior di labbra per farlo accasciare a terra privo di sensi, seguito il tutto da scuse mormorate per il trattamento.
Era giunta l'ora dei saluti e l'euforia per la ritrovata libertà era troppa per il giovane.
Si voltò verso Gaius, sorridendogli dolcemente, mimando con le labbra una sola parola "perdonami".
Le iridi dorate volarono poi verso Morgana e Gwen, affacciate alla finestra, un semplice ammiccare come addio.
Per ultimi il re ed il principe.
Uther stava urlando alle guardie di intervenire mentre ribolliva di rabbia, Arthur era solamente stupito per ciò che stava facendo quel suo valletto idiota.
"Sire, principe. E' stato un onore servirvi. Temo di non poter restare oltre."
Un profondo inchino, lanciando una breve occhiata alle guardie che avevano iniziato a salire i gradini del patibolo.
Non aveva più tempo, un'ultima occhiata ad Arthur per dirgli addio, posò le palme a terra, mormorando qualche parola ed alzandole poi lentamente.
Con il suo movimento parve nascere un piccolo turbine che mano a mano diveniva più potente.
I cavalieri furono bloccati dal vento che li tenne lontani mentre cresceva d'intensità e quando il mago ritenne fosse abbastanza forte, saltò nel centro del turbine.
La polvere innalzata dal movimento violento accecò i presenti ed un lampo di luce baluginò per un momento, non appena si spense, il mago era scomparso ed il vento acquietato.
Ciò che rimase fu un silenzio innaturale e gli sguardi impauriti del popolo.




Angolino dell'autrice
Oh Kami-sama... °_°"
Un'altra fic, ne sto sfornando a bizzeffe e non riesco nemmeno a star dietro ai miei stessi pensieri, perchè continuano a venir fuori nuovi spunti... Help!! XD
Beh, questa posso dire di essermela proprio sognata questa notte e stamattina ne ho già scritto i primi tre capitoli, di getto, ovviamente durante le ore di scuola... u.u"
Che dire, a dire il vero è iniziata come one-shot, si sarebbe dovuta concludere con questo primo capitolo, poi però mi sarei insultata da sola, perchè non poteva finire così... (lo so, non dovrei discutere con me stessa... -.-)
Quindi si è trasformata, diventando una long...
Dunque, sinceramente, so già qual è il mio scopo finale, anche se non so se farla diventare una slash, certo ci sarà dello shonen tra Arthur e Merlin, ma vedrò più avanti come farla evolvere... ^^
So che Merlin sia potuto sembrare un poco OOC, ma ho riflettuto sulla sua posizione e sono giunta alla conclusione che trovandosi ad un passo dalla morte, chiunque potrebbe dare di matto, anche un tenero e timido maghetto, inoltre mi sono ispirata molto alla prima puntata del telefilm, dove si vede un Merlin che si può definire anche un po' sbruffone quando sfida Arthur al loro primo incontro, quindi secondo me è accettabile... -.-'
Voglio però rimettermi umilmente ai vostri giudizi, quindi ditemi che ne pensate! ^^
Non mi resta che augurarmi che possa piacervi e se lasciate un commentino, ne sarei felice!! *_*
Kiss
  
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