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Autore: Inquisitor95    03/09/2015    0 recensioni
Parigi. Tramonto. Capitan America è sulle tracce dello Scettro di Loki, insieme a lui ci sarà Occhio di falco ed entrambi saranno accompagnati da un agente dello Shield che noi già conosciamo. Le tracce trovate li porteranno ad esplorare le vecchie metropolitane della capitale francese alla ricerca della base. Tuttavia qualcun altro sta collaborando con l'Hydra e quel qualcuno è un ombra del passato di Steve Rogers. Riusciranno a trovare le informazioni per localizzare lo Scettro perduto? Come finirà questo incontro?
[Ispirata alla mia ff "The Iron Lord"]
[Accenni alla Stony]
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Avengers Assembly'
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 “Winter Soldier”

 

 

 

C'è un'aria diversa, è un odore particolare a me sconosciuto. Forse è il sapore dell'Europa, forse è la distanza dalla mia nazione, dalla mia America, ma trovo Parigi molto diversa da New York. O da come la ricordavo. Metto un piede in avanti sul bordo del palazzo nel quale mi trovo, è alto pochi piani e si affaccia su una piazza con dei tavoli fuori, un ristorante dove le persone si stanno sedendo per mangiare, una ragazza dai capelli rossi e dagli occhialoni colpisce la mia attenzione: sembra trovarsi a disagio. Sento il loro accento francese e lo trovo buffo, capisco ben poco di quello che dicono. Un bambino piange poco lontano, in un vicolo, la madre lo prende in braccio e lo fa calmare. Sposto nuovamente i miei occhi, li punto contro l'imponente Torre Eiffel, si staglia all'orizzonte, sembra circondata dal velo roseo che viene dipinto dal tramonto. Le stelle ben presto riempiono il cielo sopra la capitale francese.

« Capitano Rogers, sei in linea? » una voce femminile compare nel mio orecchio, sento la cuffia che indosso vibrare appena insieme alla voce. Una voce che riconosco.

« Agente Carter, ci sono sì. » rispondo, Sharon Carter, Agente 13 dello S.H.I.E.L.D. Uno dei miei due compagni per questa missione che ci ha portati a Parigi. « Notizie da Occhio di falco? » chiedo pensando al Vendicatore.

C'è una leggera interferenza, il punto in cui sono messo sembra essere a prova di segnale. Mi guardo intorno e vedo un punto da cui poter scendere, mi avvicino e mi aggrappo al bordo lasciando che il mio corpo si libri poi nell'aria, atterro pesantemente su un balcone due piani più sotto, piego le gambe e poi mi rialzo. Comincio a scendere velocemente tra i balconi, spicco un salto nel prossimo e mi aggrappo alla ringhiera che trema sotto il mio peso. Mi lascio cadere e arrivo su un grande macchinario che si trova sul tetto di un edificio. Immagino sia parte dell'impianto idrico.

Mi sposto velocemente correndo per tutto il tetto finché non ritrovo il segnale. « Ritrovata Agente Carter... » dico con un sussurro. È così strano pronunciare quel nome: ho avuto modo di sapere della sua discendenza da poco, circa un mese fa ho ritrovato Peggy nel letto di una camera d'ospedale, in bilico tra la vita e la morte con l'Alzheimer che lentamente le sta distruggendo l'anima; quando l'ho ritrovata ho avuto un fremito al cuore, come se il tempo non si fosse mai fermato e come se avessi provato ancora quel sentimento d'amore che avevo avuto in passato, ma lei è invecchiata a causa del tempo e si è costruita il proprio futuro, e proprio lei è stata tra i primi fondatori dello S.H.I.E.L.D.; mi mordo le labbra al pensiero. Scuoto poi il viso restando sulla missione.

« Occhio di falco si trova già nel punto prestabilito. Mi muovo per raggiungerlo. Fai in fretta! » è fredda con me, visto che ci siamo salutati con pochissima simpatia, ho scoperto che aveva il compito di tenermi sotto controllo con l'ordine dello S.H.I.E.L.D e Fury aveva inscenato la sua morte per sfuggire al male che stavamo affrontando: ancora una volta è toccato all'HYDRA, e solo da poco ho avuto modo di ritrovare un mio vecchio amico, anche lui come me fuori dal tempo, adesso è conosciuto come Soldato d'Inverno e da un mese siamo sulle sue tracce, le sue e qualunque altra traccia che possa portarci ai vertici della società nazista.

Seguo l'ordine smettendo di pensare: mi affaccio su un vicolo privo di persone e mi butto di sotto atterrando con lo scudo sull'asfalto. Parigi è molto diversa da come la ricordo: era circa il 1944, davo la caccia all'HYDRA che all'epoca era una società più organizzata di oggi e avevano il favore del Reich dalla loro, potevano operare alla luce del sole!

Mi muovo lentamente, resto nelle ombre che si creano col tramontare del sole, mi fermo in un angolo e vedo due poliziotti che passano lentamente, non indosso la mia tipica divisa a strisce o darei troppo nell'occhio; la divisa che indosso ora è di un blu scuro che mi confonde con le ombre della notte, è la mia divisa da circa un mese appunto.

Bucky è qui da qualche parte! Deve esserlo... per favore amico mio, non fuggire!” penso stringendo i pugni. Temo che sia nuovamente in combutta con l'HYDRA, o forse sta solo fuggendo da tutti, un comportamento che paragono con quello di Vladimir. Pare che tutti i miei amici si nascondano.

Mi risveglio dai miei pensieri e mi muovo superando la strada in corsa, entro nell'altro vicolo e svolto due, tre volte fino a che non arrivo in una piazza più piccola di quella dov'ero affacciato prima. C'è un vecchio ingresso della metropolitana, è contornato da decorazioni simili a delle piante fatte in ferro, stesso colore verde militare. Mi muovo accertandomi di non essere visto da nessuno ed entro in quell'ingresso, arrivo infine in una zona della metropolitana ormai caduta in disuso, sento puzza di muffa e cerco di non starci troppo visto come pizzica il naso, percorro velocemente la lunga passerella nella quale un tempo le persone attendevano i treni e mi trovo davanti a una porta di servizio. Entro e mi volto un'ultima volta mentre la chiudo.

Prima di lasciare la maniglia sento il freddo metallo di una pistola puntata contro la tempia. Sorrido mentre stringo i denti. « Paura, vero Capitano? » è l'Agente Carter! Mi volto lentamente trovando la ragazza davanti ai miei occhi: il viso rotondo e privo di difetti, capelli mossi e biondi, una divisa nera e stretta, sul petto ha stampato il simbolo dello S.H.I.E.L.D in un bianco brillante.

È così somigliante alla sua antenata se ci penso, la donna che un tempo ho amato. Non la guardo però con lo stesso occhio: Sharon Carter è una donna bellissima ma nella mia vita c'è già una persona speciale: il mio Tony Stark. Che ha pensato bellamente di non immischiarsi negli affari dello S.H.I.E.L.D stavolta. Posso anche capirlo!

« Procediamo? » chiedo senza giri di parole, dovrei essere io quell'offeso visto che lei mi spiava fino a poche settimane fa. Mi fa strada nello stretto corridoio pieno di macchinari e tubature fino a che non arriviamo in un'altra stanza, dovrebbe essere vuota visto che è la sala macchine, tuttavia c'è un tavolo, immagini e fogli di giornale sparsi ovunque, oltre tutta quella roba si trova un uomo dal completo scuro, maniche lunghe e di una tonalità di viola. Capelli biondi, quasi color miele e riconosco il nostro alleato.

« Ben arrivato, Capitano! » mi saluta Clint, gli rivolgo un cenno con un sorriso e mi avvicino a lui insieme all'Agente. « Abbiamo individuato la base dell'HYDRA. Non è molto lontana da qui... » dice vagamente. Sembra preoccupato.

« Che mi dici dello Scettro di Loki? Possibile che l'abbiamo finalmente trovato? » chiedo io appoggiandomi al tavolo e restando in contatto visivo con l'agente. Lui però muove le spalle appena, non ne siamo certi.

Dopo quasi due anni dal trambusto creato da Loki a New York non siamo ancora riusciti a trovare il suo Scettro, secondo Thor è lì che si trova una delle Gemme dell'Infinito. E anche il Signore di Ferro sembrava avere informazioni simili. La mia mente viaggia velocemente, e se l'HYDRA fosse entrata in possesso dell'arma? Questo potrebbe essere un problema: il fatto è che le due cose sembrano estremamente vicine, e lo S.H.I.E.L.D non sembra avere modo di riuscire a prenderlo. Forse è a causa della crisi che stanno attraversando, Nick Fury è stato molto impegnato da quando abbiamo sconfitto il Signore di Ferro.

Abbasso lo sguardo. « Gli altri agenti sono riusciti a scoprire qualcosa? » chiedo all'Agente Carter. Non la guardo in viso e mi concentro sulle mappe di Parigi.

« No. Ma ormai qualunque informazione in mano allo S.H.I.E.L.D ha bisogno di essere prima provata. Conosci bene i problemi che stiamo attraversando... » dice lei, mi sta quasi accusando di qualcosa? Mi volto stupito dal suo tono.

« Da come parli sembra che mi stia dando una colpa... » le faccio notare, mi fissa con i suoi occhi e incrocia le braccia. « Non sono responsabile in alcun modo di quello che lo S.H.I.E.L.D sta passando. Non sarà mia la colpa se la vostra organizzazione verrà eliminata! » cade il silenzio per pochi attimi mentre ognuno pensa a qualcosa.

Già, lo S.H.I.E.L.D rischia di essere cancellato per sempre dal volto dell'America, questo visto che Fury non è riuscito ad amministrare a dovere la questione del Signore di Ferro, inoltre il fatto che io mi sia lasciato sfuggire la Gemma dell'Anima dalle mani non ha migliorato la cosa, il consiglio mondiale è sempre più deciso a cancellare la divisione.

« Non ti sto dando alcuna colpa, Capitano Rogers! » si para in avanti difendendosi dall'accusa. « Lo S.H.I.E.L.D ha però un valore molto importante per tutti i suoi membri, o almeno per quelli che ne sono fedeli! » indica prima se stessa e poi Occhio di falco. « Noi due abbiamo fatto in modo che Fury ti integrasse nella ricerca dello Scettro. Non abbiamo chiesto ai Vendicatori perché sappiamo che tu puoi farcela da solo; perciò pensi ancora che io ti stia dando una colpa!? »

« Sharon, calmati! » Clint di sposta verso di lei e la prende con delicatezza per un braccio, dopo le urla di lei mi sento frastornato, quasi colpevole di aver parlato. No, lei come in molti nello S.H.I.E.L.D credono in me, così come Occhio di falco e anche Natasha probabilmente. Forse però con l'aiuto degli altri Vendicatori potremmo arrivare prima allo Scettro.

« Dopo due anni non siamo riusciti a trovarlo. » comincio io guardando dall'altra parte, mi volto dando le spalle ai due agenti e guardando gli articoli di giornale. « E ora che siamo vicini è probabile che Bucky li stia aiutando... » lo sussurro a me stesso, mi sento debole, ferito, troppo umano se penso a lui, il mio vecchio migliore amico.

Ricordi lontani mi giungono alla mente, echi del tempo ormai distanti. « Non siamo certi della collaborazione del Soldato d'Inverno con l'HYDRA. » mi ricorda Occhio di falco, è vero ma io temo il contrario. L'ultimo ricordo che ho del mio vecchio amico è mentre mi picchia, mentre cadiamo da uno dei tre eliveivolo lanciati dallo S.H.I.E.L.D, il loro compito era proteggere il mondo dai criminali, ma rischiava di distruggerlo al contrario. I suoi passi distanti, i suoi occhi colmi d'odio, neanche mi riconosceva.

Scuoto il viso ritornando al presente, devo andare avanti.

Non posso restare attaccato al passato, l'unica cosa che posso fare è pensare al mio futuro con Tony, e per costruirlo devo cominciare a lavorarci da qui. « Che si fa quindi? » chiedo voltandomi nuovamente verso i due agenti. « Scettro o no dobbiamo comunque fermare l'HYDRA e quello che stanno facendo qui a Parigi! »

L'Agente Carter si sposta, si avvicina al tavolo e segna il punto in cui si trova la base dell'HYDRA, non è molto distante da noi ma ci serve un piano. « La sicurezza è elevata. Ci sono controlli inviolabili. Ho portato con noi però un giocattolo... » si sposta e si avvicina ad una valigetta tra le scartoffie, la apre e ne tira fuori un portatile. « Qui dentro c'è un potente programma che per pochi secondi può garantirmi un accesso illimitato ad ogni angolo della base! »

Sbalorditivo! « Produzione Stark Industries? Ho sentito che Stark parlava di qualcosa di simile, aveva però abbandonato il progetto perché potevano risalire alla fonte del segnale e quindi entrare dentro i server come avrebbe fatto lui col nemico! » è stato all'inizio dell'anno, qualche mese fa. Occhio di falco annuisce alla mia spiegazione e poi continua.

« Sì, il modello di base è quello. Noi dello S.H.I.E.L.D l'abbiamo però potenziato. Non ci darà più di trenta secondi di buio totale tra le loro schiere ma è già molto! » dice lui continuando a parlarmi. A quel punto si avvicina a una porta dall'altro lato della stanza, nascosta tra due tubi. Mi fa segnale di seguirlo ed eseguo il comando spostandomi.

Entriamo e superiamo un passaggio sotterraneo piuttosto stretto, immagino che ci porterà in qualche angolo della rete della metro sotto Parigi. Sento un forte rumore, siamo vicini a delle gallerie funzionanti. « La tecnologia però non è l'unico ostacolo! » continua Occhio di falco spiegando le loro difese.

Dietro di me sento i passi dell'Agente Carter, sono leggeri, fatti con grazia che posso paragonare a quella di Natasha il cui addestramento è uno dei migliori dello S.H.I.E.L.D. « Ci saranno anche forze militari, molte armi, non un problema per te ovviamente. » Clint mi riporta all'attenzione.

Stiamo in silenzio mentre svoltiamo degli angoli, per tutto il tragitto sento solo i nostri fiati, corti e spezzati a ogni rumore. Dietro di me sento un forte rumore, vedo l'Agente Carter aggrappata ad un tubo di metallo, sembra che stesse per inciampare su un tubo più piccolo per terra.

« Tutto bene? » chiedo premuroso avvicinandomi a lei, le offro il mio sostegno e il mio aiuto ma rifiuta e mi supera, cammina fin troppo bene e direi che non si è fatta nulla!

Ritorniamo ben presto nella parte della metropolitana abbandonata, è incredibile come tutto questo sia stato lasciato andare, un tempo veniva usato come rifugio, al tempo della Seconda Guerra Mondiale, io c'ero, lo so per certo! « Quanto manca? » chiedo, è passata almeno un'ora da quando siamo nei cunicoli sotto terra, per me l'assenza di aria pulita non è un problema, ma per i due agenti potrebbe essere problematico. Non mostrano segni di fatica.

« Siamo quasi arrivati! » sono le parole di risposta di Agente Carter, resto quindi in silenzio, lei controlla costantemente il proprio polso, c'è un grande aggeggio simile ad un orologio da polso, immagino attivi il campo di forza nella base visto che ci sta giocherellando. Dopo pochi istanti preme un pulsante, le luci traballano per pochi istanti prima di riprendere a funzionare normalmente.

Siamo però in un vicolo cieco! Il passaggio davanti a noi è chiuso. « Ventinove secondi! » dice l'Agente Carter mentre scandisce il tempo, a quel punto Occhio di falco ci fa segno di allontanarci e piazza qualcosa a terra, l'attimo seguente c'è un'esplosione che riempie il passaggio di fumo e detriti.

« Immagino sia il momento di divertirsi un po' eh? » chiedo, supero i due agenti e mi butto nel passaggio aperto trovandomi in un corridoio totalmente differente, ben curato, pulito e costruito con pannelli. Siamo nella base, sento dei passi, delle voci doloranti, prendo lo scudo in mano e sono pronto per lanciarlo, siamo stati scoperti!

Dall'angolo del corridoio vedo spuntare quattro guardie, stringono dei fucili automatici tra le loro braccia, immagino siano stati allarmati dal rumore e non tanto da un allarme. Tiro il mio scudo con un movimento che colpisce il primo tra i quattro che cade a terra svenuto, la mia arma torna indietro ma nel frattempo mi metto a correre contro i miei nemici, uno di loro mi spara addosso e mi getto di lato, ritrovo lo scudo nella mia mano e lo uso per avanzare al riparo dai proiettili del nemico, quando sono davanti a lui gli sferro due pugni nello stomaco che lo fanno piegare per il dolore, lo supero passandogli sopra la schiena come se fosse un ostacolo e cade a terra sotto il mio peso, mi trovo davanti gli altri due soldati, sparano ma evito le loro raffiche di proiettili, lancio lo scudo contro il nemico più vicino e lo disoriento, mi volto verso l'altro e muovo il mio pugno serrato che entra in contatto con la mascella dell'uomo, si getta contro il muro in stato di confusione quindi ho tempo di dedicarmi all'altro che ha già ripreso il controllo della propria arma, prendo il fucile tra le mani e lo strattono, molla la presa quasi perdendo l'equilibrio in avanti, gli sferro un calcio in pieno petto e lui vola indietro fiondandosi dentro il muro, se non è morto dubito che si riprenderà in fretta. Ritrovo la mia arma e con un colpo in testa mi libero dell'ultimo agente che era rimasto intontito e appoggiato al muro. Cade a terra anche lui e vengo raggiunto da Occhio di falco e dall'Agente 13.

« Ci hai preceduti. » constata lui con sarcasmo, stringe il suo arco con incoccata una freccia, pronto per qualunque evenienza, la ragazza invece ha una pistola. « Questo è uno dei corridoi secondari, immagino che ci porti direttamente nella sala server. » continua superandomi.

Dietro di lui l'Agente Carter lo segue come fosse un'ombra, mi metto anch'io in fila, lo scudo in mano pronto per essere lanciato. « Hai detto che lo immagini? Non avevate studiato questa base per settimane? » chiedo stranito.

L'Agente Carter mi risponde al posto dell'uomo. « Hai idea di quello che significa studiare una base HYDRA? È già tanto che abbiamo queste informazioni... » suona molto come una risposta evasiva, non intendo però rispondere nuovamente.

Mi limito al silenzio, un momento nel quale posso pensare a me stesso. Camminiamo lungo il corridoio, affianchiamo una parete così da poterci muovere con più discrezione, evitiamo il corridoio principale e la sala motori, quando passiamo per l'uscio della stanza vedo dei grandi macchinari che stanno girando velocemente. Ci sono sbuffi di vapore e vedo anche strani conduttori di elettricità. La tecnologia mi confonde parecchio, così come per la maggior parte delle cose che crea la Stark Industries. E qui mi trovo a riflette su me e Tony: non posso di certo dire che siamo fidanzati, non potrei neanche immaginare di dirlo visto che Tony non ne vuole sapere. E io... mi trovo scisso tra ciò che voglio io e quello che vuole lui, e questo è stato più di una volta motivo di piccoli battibecchi, una volta abbiamo pure litigato pesantemente, e ho detto parole che non pensavo di dire.

L'amore che provo per lui però è più grande di qualunque cosa io voglia, lo voglio con tutto me stesso e forse nego che quello che voglio e l'amore che provo sono la stessa cosa. A differenza sua chiaramente. « Come sta Tony? È da un po' che non lo vedo, essendo entrambi a New York immagino siate come me e Natasha allo S.H.I.E.L.D... » chiede Occhio di falco, non mi sono neanche reso conto del fatto che si sia avvicinato, o forse sono io che gli sono quasi venuto contro mentre erano fermi. Il suo ragionamento è vero se consideriamo il fatto che io e Tony avremmo appunto l'occasione di vederci, immagino poi che abbia capito che tra me e lui le cose non sono così negative come un tempo.

L'Agente 13 fa un cenno positivo dopo aver guardato per un corridoio e visto che il passaggio è libero. « Dovresti chiedere a qualcun altro, non sono amico di Stark e lo sai bene. » non avrei a cosa aggrapparmi per sostenere la mia tesi. Non so mentire, devo ricordarmelo ogni volta che qualcuno mi nomina Tony. Avanziamo e pochi angoli dopo vedo la ragazza uscire dall'angolo e cominciare a sparare, quattro colpi di fila poi si nasconde dietro una colonna che sostiene il corridoio per cui passiamo.

Mi muovo dopo di lei con lo scudo davanti al viso per proteggermi dai colpi, sento altri spari contro di me e mi nascondo nella colonna opposta a quella dell'Agente Carter, lancio poi lo scudo e comincio a correre, riesco a stordire due guardie facendole cadere indietro, davanti a me però ci sono altri quattro uomini, poi ci sono altri due già a terra, uccisi dalla donna che prima ha sparato. Uno di loro si muove e mi viene contro per colpirmi, utilizza il fucile come arma e cerca di ferirmi alla testa, evito il colpo una e due volte, sferro un pugno contro lo sterno e sento il rumore di qualcosa che si rompe, mi volto e ingaggio lo scontro contro una delle altre guardie, muovo due pugni contro il casco distruggendo la visiera protettiva e poi gli sferro un pugno dritto nel naso, cade a terra sanguinando, svenuto. Due frecce passano vicine a me e colpiscono i due ancora in piedi, cadono a terra avvolti da una strana scarica elettrica, uno dei molteplici gadget delle frecce di Clint suppongo. Mi volto verso i due agenti che mi raggiungono. Prendo lo scudo da terra e con un ultimo colpo mi libero dell'uomo a cui ho rotto lo sterno.

« Dicevamo? » chiedo a Clint in riferimento al discorso su Tony che ho interrotto prima di uscire nel corridoio per dare una mano all'Agente 13. « Oh sì parlavamo di quel simpaticone di Stark! » mi volto dandogli le spalle e mi incammino seguito da entrambi gli agenti, così non vede la mia espressione. Dovremmo essere vicini ormai.

« Non volevo insinuare che foste amici. Pensavo solo che essendo entrambi nei Vendicatori sia il caso di provare a legare un po'. Non dico di essere migliori amici... ma tutti noi dovremmo avvicinarci di più! » “Clint, tu non hai idea di quanto io e Tony siamo intimi!” penso tra me e me, mi sfugge un sorriso pensando alla cosa ma loro non lo vedono.

« Stark è il solito superficiale dall'ego smisurato. Pensa solo a se stesso... » dico cercando di mettere un punto alla discussione, temo però che le mie parole non siano soltanto per coprire la nostra relazione, penso che ci sia verità in esse.

Proseguiamo in silenzio, sono contento che il discorso sia stato chiuso, per me è difficile mentire, sono una persona che lascia trasparire ogni emozione, ogni sentimento, sono naturale e non voglio essere falso. Ma con questa storia devo esserlo, di certo le cose sarebbero diverse se Tony e io fossimo impegnati in qualcosa di più serio!

L'essere fidanzati è solo un'etichetta, stiamo bene insieme. Siamo felici, cosa cambierà chiamandoci fidanzati o definendoci in questa maniera!?” le sue parole echeggiano nella mia mente, ha ragione: non cambierebbe nulla tra noi visto che abbiamo già molto, eppure non mi basta più!

Mi concentro nuovamente sulla missione, arriviamo finalmente alla sala server, è ovviamente chiusa però, ci sono inoltre due guardie armate, vedo che tra le mani hanno dei fucili a pompa, alle spalle e ai fianchi hanno altre armi.

« Capitano, conta fino a cinque! » mi sfida Occhio di falco, non capisco quello che voglia dire ma comincio a contare muovendo un dito e senza fiatare. Lui esce dal nostro nascondiglio e lancia due frecce nello stesso momento, vedo i due uomini davanti alla porta crollare a terra, il loro corpo si muove ancora per via delle scosse elettriche. « A quanto sei arrivato? » chiede nuovamente. Sorrido.

« Tre secondi! » lui sembra soddisfatto di se stesso dall'espressione che mette su, lo vedo sorridere e poi tutti e tre ci avviciniamo alla porta. È ben chiusa, una chiave magnetica con scansione della retina. « Agente Carter hai qualche idea su come superare questa porta? » chiedo.

La donna guarda attentamente i corpi svenuti dei soldati, non trova nulla di interessante e poi rivolge i propri occhi al tetto. Indica una grata, si tratta del condotto di aerazione. « Deduco che posso farmi strada nell'altra stanza... » dice.

Penso sia l'idea migliore, cerco quindi di crearle una strada: cerco di aggrapparmi alla grata, stringo le punte delle mie dita attorno alle strette sbarre di metallo e poco dopo cede sotto il mio peso, mi trovo la grata tra le mani e la getto via. « Qualcuno è troppo pesante eh? » chiede Clint cercando di trattenere la propria risata, non ho mai lavorato con lui prima d'ora ma ammetto che è una persona piacevole.

Gli sorrido mentre Agente Carter mi usa come trampolino, mi metto in ginocchio e congiungo le mani dove mette un piede, la sollevo come se fosse un oggetto qualunque visto quanto sia leggera. Entra nel condotto e comincia a spostarsi, la sentiamo avanzare e poi sentiamo il rumore della grata nell'altra stanza. Conto il tempo: scende dal condotto e si avvicina alla porta, cerca di disattivare il sistema immagino, tuttavia ci mette troppo tempo e ci avrebbe informato sulla difficoltà dell'operazione. Passano dieci minuti.

« Ci mette troppo tempo! » dico io, mi avvicino alla porta e comincio a bussare. « Agente Carter che fine hai fatto!? » nella mia voce si nasconde una sorta di paura, potrebbe esserle capitato qualcosa di brutto e non potrei perdonarmi di aver lasciato che la nipote di Peggy soffrisse.

Sentiamo dei rumori all'interno, la porta si apre poco dopo come per magia, io e Occhio di falco entriamo nella stanza e ci fermiamo subito dopo; l'Agente Carter è in piedi, sana e salva, immobile con gli occhi puntati contro chi le sta puntando un'arma contro, si tratta di un fucile simile al bazooka. Colui che la minaccia veste di nero, un braccio è totalmente scoperto e mostra i muscoli definiti, l'altro invece è fatto completamente di metallo ed ha una stella rossa sopra, guardo subito il viso della figura, spigoloso, glabro, i suoi occhi potrei vederli dovunque e riconoscerlo subito ormai, i capelli neri gli cadono davanti e sulle spalle. « Bucky? » chiedo istintivamente, siamo davanti al Soldato d'Inverno.

« Ciao Steve, o Captain America, se preferisci! » dice lui, le sue parole suonano con un tono di disprezzo, ha l'espressione contratta, sono però felice di vederlo, di sapere che mi ha riconosciuto. « Prima che tu possa dire qualunque cosa sul tuo noioso passato, voglio fermarti. Per me continui ad essere un estraneo! » sento il sorriso morirmi in volto, deluso dall'aver creduto per un istante che fosse tornato il mio vecchio e migliore amico, forse non è ancora riuscito a ricordare chi sono, ma nel modo in cui ha detto il mio nome c'è qualcosa, forse non tutto è perduto! Voglio sperare che sia così, voglio pensare che lui ricordi!

« Io e te eravamo amici! Cerca di ricordarlo. » ci provo, non ho nulla da perdere e magari insistendo riuscirò a mettergli il dubbio nella mente. D'altronde è già successo in passato. « Non hai mai concluso la tua missione. Perché? » chiedo continuando, io ero la sua missione, uccidermi.

Vedo i suoi occhi perdersi nel nulla, si volta distrattamente verso la tastiera del computer che ha alle spalle e pigia dei tasti. Quest'azione coglie l'interesse di tutti noi.

« Che stai facendo? » chiede Occhio di falco, lo vedo già pronto per scoccare una freccia, mi concentro su quello che c'è dietro Bucky, uno schermo illuminato, sta scaricando dei dati dell'HYDRA, immagini e informazioni passano velocemente, riguardano alcune delle missione che sono state compiute dal Soldato d'Inverno, mi chiedo su cosa stia indagando o cosa cerchi di ricordare.

« Non vi interessa saperlo. Opero per conto mio ormai, perciò statemi lontani dai piedi... » anche lui vuole informazioni, deduco però per rivenderle, non se ne farebbe nulla dei segreti dell'HYDRA altrimenti. « Non credo di poterle condividere con lo S.H.I.E.L.D quindi, un segreto che non è più tale non vale molto. » lo schermo mostra immagini veloci e poi altre lente, riconosco che tra di queste c'è lo scettro di Loki. È su un piedistallo, sembra che lo stiano analizzando, un generale dell'HYDRA lo fissa con desiderio, sorride mentre lo mostra a un altro uomo, poi l'immagine scompare come se fosse stata cancellata.

« Ascoltami Bucky... » comincio a parlare ma lui mi interrompe urlandomi contro e temo che ci possano sentire.

« Non chiamarmi in quel modo! » dice a denti stretti. Annuisco più volte e faccio un passo in avanti, mi vedo puntare contro l'arma che puntava contro l'Agente Carter.

« Va bene, come vuoi tu. » faccio una pausa e poi gli spiego chiaramente il motivo per cui siamo qui. « Stiamo cercando lo Scettro di Loki, se ci sono notizie o informazioni al riguardo ne abbiamo bisogno... »

Bucky sembra essere pensieroso. mi guarda con i suoi occhi azzurri, quando eravamo adolescenti si vantava di averli più azzurri dei miei, adesso però il suo colore è spento, privato della luce naturale, sembrano quasi grigi. « L'unica cosa che ho trovato sullo Scettro di Loki è che è in possesso a un tizio dell'HYDRA, un certo Barone... Non c'è altro che possa interessarvi. Lo hanno spostato da qui tempo fa ormai. » una venatura nella sua voce mi indica qualcosa: non nasconde la verità, forse lo fa perché dentro di sé sa di potersi fidare di me. Avanzo di alcuni passi mentre nuove immagini passano allo schermo. « Avvicinati ancora! Dai, dammi un motivo per fiondarti un proiettile in mezzo al cuore, dammi un motivo per concludere la mia missione! »

Resto immobile, non voglio combattere contro di lui, lo farò se è necessario visto che in passato ci siamo già affrontati. Una nuova immagine cattura la mia attenzione: si tratta di una sfera piena di ghirigori, un oggetto tenuto da due mani che accarezzano la superficie, alcuni dati compaiono sull'immagine come se fosse stato aperto un file. “Nova Corporation”. Leggo nella mia mente.

« Che roba è quella? E a chi speri di poter vendere tutto questo? » Bucky mi guarda privo di interesse nelle mie parole, sta pensando se rispondermi o no.

« Si tratta dell'Orbe. È un manufatto molto antico. Non so che legame ha con l'HYDRA, so che il mio compratore ha intenzione di cercare quest'oggetto! »

« Compratore? Non avevi detto che speravi di rivenderle! » chiedo istintivamente. Fa spallucce e in quell'istante il download delle informazioni termina, i dati vengono quindi cancellati dai server e noi li stiamo per perdere.

« Non conosco la sua identità! » mi rivela, si sposta per prendere qualcosa che è collegato al computer centrale. « Interessante cosa la tecnologia ha fatto, non trovi Capitano? » si rigira l'oggetto tra le mani e poi preme un pulsante.

A quel punto l'allarme echeggia in tutta la struttura. In un attimo in cui tutti e tre ci distraiamo lui sembra svanito nel nulla, scavalco una scrivania per controllare meglio ma trovo solo i cadaveri della guardie che ha assassinato brutalmente.

« Dobbiamo andare via, Capitano! » mi urla l'Agente Carter, mi trovo in un attimo di totale assenza, è come se fossi uscito dal mio corpo, la mia mente viaggia agli ultimi momenti con Bucky: quando ho scoperto che era lui il Soldato d'Inverno, poi si sposta a ben prima, quella volta in cui l'ho visto precipitare nel vuoto della tundra, gli attimi in cui ridevamo insieme. Ormai è tutto perduto e dovrei rassegnarmi. Chiudo gli occhi e mi sento strattonare dall'agente. La guardo negli occhi, per un istante vedo la sua espressione confusa, sento gli occhi umidi, pesanti.

Non voglio piangere!

« Dobbiamo andare via! » ripeto io, una scritta rossa lampeggia sullo schermo “Protocollo di autodistruzione”, affianco l'Agente 13 e Clint per spostarci via dalla sala server, ci nascondiamo tra i corridoi, corro senza fermarmi a pensare, cercando di ricordare la strada per uscire quando mi scontro brutalmente con un soldato nemico, resto in piedi vista la mia massa muscolare e il mio peso mentre lui viene spinto indietro e rotola su se stesso. Evitiamo lo scontro quando finalmente troviamo la nostra crepa nel muro. Veniamo però raggiunti da due soldati che cominciano a sparare, spingo dentro l'Agente Carter con forza e uso lo scudo per difendere me e Clint.

« Tu vai dentro! Ci penso io a loro due! » spingo via anche Occhio di falco in modo da restare solo con le due guardie dell'HYDRA, stringo lo scudo sentendo una strana carica.

Lancio la mia arma contro il primo dei due e mentre vedo lo scudo ritornare indietro, su di me si abbatte una pioggia di proiettili, mi fiondo in avanti così da evitare la scarica, avverto un improvviso bruciore al braccio, alla spalla e alla gamba e mi rimetto in piedi nello stesso tempo, con un pugno riesco a stendere l'uomo che cade a terra con un tonfo. Mi volto e riprendo lo scudo, nello stesso tempo mi accorgo delle ferite da proiettile. Stringo i denti visto il fastidio che provo mentre dei rivoli di sangue camminano sulla pelle.

Sento dei passi veloci dietro di me, mi volto in tempo per trovare una guardia che mi sta per sparare contro, prima che possa farlo però una freccia lo prende in pieno volto. Mi giro nuovamente e trovo Clint con l'arco scarico.

« Tutto bene, Capitano? » dice, ovviamente dovevo immaginare che non mi avrebbe lasciato indietro. Annuisco.

« Sì. » mi limito a dire, infine entro anch'io nel passaggio, mettendomi alle spalle la base HYDRA e Bucky, stavolta finisce così: al nostro prossimo incontro non gli permetterò di fuggire, non perdo ancora le speranze, riuscirò a riportare indietro il mio vecchio amico, devo solo capire come.

  
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