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Autore: Giuds    03/09/2015    1 recensioni
Percy prese la mano fredda del fratello tra le sue molto più calde.
"Sai, è da un paio di settimane che in biblioteca viene questa ragazza.
Tutte le mattina arriva con la sua tazza di caffè caldo, quasi bollente, e si siede nell'angolo più appartato della biblioteca.
Parecchie volte per curiosità sono andato a vedere cosa leggeva facendo finta di sistemare i libri nei vari scaffali.
Legge molti libri sul l'architettura e a volte anche sulla fotografia, quando legge ha sempre un'espressione concentrata che se devo essere sincero la fa sembrare ancora più tenera. Si morde il labbro inferiore e ogni tanto aggiusta dei ciuffi ribelli che le coprono la vista.
Tiene sempre i capelli legati in una coda fatta svogliatamente e varie ciocche bionde e ondulate le ricadono sul viso.
La cosa che mi ha colpito di più la prima volta che l'ho vista sono stati gli occhi. Sono così belli e così diversi, quasi ipnotici o almeno per me."
Il ragazzo osservò il fratello, per lui una delle persone più care, disteso nel letto inerme, sembrava quasi senza vita e Percy si chiese se magari ormai non lo fosse davvero.
||Percabeth, no spoiler||
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Annabeth 
 
Davanti al piccolo portone nero Annabeth comincia a percepire una leggera paura.
Tutto si fa più reale. 
Era davvero scappata di casa senza dire niente a nessuno, aveva davvero lasciato suo padre e aveva davvero detto addio al suo passato, per quanto ci riuscisse.
 
Fin dal mattino il tempo non si era rivelato dei migliori e in questo momento Annabeth cominciava a sentire molto freddo e maledì mentalmente quei vestiti fin troppo leggeri. 
 
Si stringe ancora di più nella leggera maglia nera e tira fuori la sua vecchia macchina fotografica.
La porta sempre con se in un angolino della borsa, apparteneva a sua madre e infatti si possono benissimo notare i segni lasciati dal tempo sulla vecchia Polaroid.
 
Oltre alla Polaroid ha con se sempre un piccolo album dove pone le foto appena scattate.
Foto dei suoi viaggi, foto dei suoi pochi amici, foto dei luoghi che ha amato e malgrado tutto foto della sua famiglia anche se in minore quantità.
 
Quell'album la rappresenta, è lei. Si possono trovare dalle foto più stupide alle foto più affascinanti.
Annabeth aveva dedicato intere pagine ai tramonti più spettacolari a cui aveva assistito.
 
Alza la macchina davanti al suo viso e inquadra il soggetto della foto. 
Si era promessa, come sempre, di documentare con tante foto più cose possibili e così  frettolosa posò nel suo album la prima foto del suo nuovo capitolo.
 
Attraversa il portone appena fotografato salendo prima un paio di gradini.
Aveva scelto il suo nuovo appartamento con poca cura accertandosi solo che fosse abbastanza amplio e comodo.
 
Annabeth arrivata finalmente davanti alla porta che la separa dalla sua nuova casa tira fuori le chiavi e le inserisce nella serratura girando un paio di volte.
 
Appena entra nell'appartamento nota subito la sua semplicità, una cosa che apprezza fin da subito.
Di fronte a lei si estende un piccolo corridoio. Posa le chiavi e la borsa sul mobile basso alla sua destra e comincia a curiosare tra le varie stanze.
 
Nella prima porta a destra si trova una piccola stanza che viene usata come ripostiglio, più avanti nella seconda camera a sinistra ci sono un mobile chiaro e il letto matrimoniale abbinati con di fianco due comodini alti quando il letto.
 
Più avanti il corridoio si apre rivelando un salotto abbastanza ampio.
Al centro è sistemato un divano con davanti un tavolino e poco dopo la televisione, ma non si preoccupa troppo di quella parte della casa dato che non è abituata a guardare la televisione.
La cucina e la sala sono separate da un piccolo arco senza porta, anche quest'ultima piccola e molto accogliente.
 
La ragazza soddisfatta dall'appartamento posa le due valige nella sua camera da letto e le lascia lì decidendo di sistemarle dopo nei vari armadi.
 
Stanca dal viaggio Annabeth va in cucina, ma si ferma poco dopo rendendosi conto che non troverà niente di commestibile.
Prima di uscire si dirige in bagno e si sistema velocemente la coda di cavallo che tiene i suoi capelli biondi il più ordinati possibile.
 
Prende la sua borsa e per precauzione si porta dietro una felpa grigia e esce dall'appartamento chiudendosi la porta alle spalle.
 
Venendo dalla California non è proprio abituata a questo clima più freddo e alle piogge frequenti, ma non rimpiange quasi niente.
 
Non conoscendo bene il posto decide di percorrere la via dove si trova il suo appartamento, vicino al marciapiede si alternano varie aiuole con grandi alberi spogli.
Le foglie arancioni a terra danno un'aria più autunnale.
 
Prima di entrare in uno dei tanti bar, Annabeth, si prende qualche attimo per osservare il quartiere.
Fino a pochi giorni fa la sua vita non le permetteva di prendersi qualche minuto per se.
Un po' per colpa della sua tenacia un po' perché non si voleva arrendere.
 
Tutti i giorni almeno metà giornata la passava a cercare sua madre con indizi e varie conoscenze.
La madre di Annabeth è scomparsa circa un anno e mezzo fa e da allora la ragazza non ha smesso di cercarla ovunque andava.
 
C'è stato un periodo in cui è quasi impazzita perché credeva di averla vista a Parigi, uno dei tanti posti che ha visitato.
 
Suo padre perse la speranza dopo circa sei mesi di ricerche da parte della polizia.
Annabeth non mandava giù facilmente il gesto del padre. 
Ogni volta che la vedeva alla scrivania con il computer portatile da un lato e mille scartoffie dall'altro non riusciva a capirla.
 
Ormai la sua non era più una vita, ma lei è fatta così. È testarda e forte, non si sarebbe mai arresa fino a qualche settimana prima.
 
Vedendola per l'ennesima volta sulle ricerche il padre cominciò ad urlare cose che Annabeth non vorrebbe ricordare.
Le disse che la disprezzava perché per colpa sua ogni giorno gli riportava il ricordo della moglie.
 
La ragazza decise di andarsene qualche giorno dopo, senza ovviamente dire niente a nessuno.
Aveva abbastanza soldi, scelse la zona dove abitare e comprò un piccolo appartamento. Decise di provare a passare oltre alla scomparsa della madre e di non riprendere più le ricerche.
 
Con questi tristi ricordi entrò in un bar all'angolo della strada per poter finalmente bere il suo caffè caldo in una fredda giornata di Ottobre.
 
Si siede in un piccolo tavolino vicino alla vetrina del bar e mentre aspetta la sua ordinazione si guarda intorno cercando di memorizzare il più possibile.
 
Solo dopo qualche minuto nota una piccola entrata di un negozio.
Sopra la porta c'è un'insegna in legno con scritto sopra a caratteri grandi 'biblioteca'.
 
Sul viso di Annabeth compare un sorriso spontaneo, le sono sempre piaciute le biblioteche e quella dava l'idea di un posto caratteristico anche se piccola.
 
Si alza dal tavolino prendendo la borsa e paga veloce il suo caffè.
Attraversa la strada facendo attenzione e si ritrova davanti alla biblioteca.
 
Entra senza perdere altro tempo e appena apre la porta si sente il rumore di un campanellino che risuona nella stanza.
 
Nota subito che la biblioteca deve avere parecchi anni e questo la rende ancora più carina. 
Una signora è seduta tranquilla dietro una grande scrivania impegnata a fare qualcosa al computer davanti a lei.
 
Tra i vari mobili con gli scaffali pieni di libri sono presenti vari tavoli di diverse dimensioni. 
 
"Buongiorno signorina."
La voce squillante della signora alla scrivania saluta Annabeth che rivolgendo la sua attenzione su di lei la vede sorridere.
 
Sorride per ricambiare "Salve."
 
Nella biblioteca non ci saranno nemmeno cinque persone contando anche la bibliotecaria che in silenzio sta comoda alla sua scrivania.
 
Annabeth si fa avanti tra i libri che le tengono la mente occupata senza lasciare spazio ad altri pensieri.
 
Buongiorno! 
Ecco qua anche il secondo capitolo :)
Non ho aspettato molto a pubblicarlo dato che lo avevo finito, spero di continuare a pubblicare i capitoli con frequenza.
Comunque ecco che è arrivata Annabeth, ye. 
Premetto che questi primi due capitoli sono così corti a posta, servivano principalmente per introdurre i personaggi principali.
 
Ringrazio tutte le persone che leggono, recensiscono e mettono la storia tra le seguite!
Grazie mille :)
 
Detto questo vi lascio, al prossimo capitolo!
Baci, Giulia xx
 
  
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