03/09/2015
3 recensioniTutto quello che rimane
of a life of blood, death and scars
Quelle lenzuola sgualcite sono un monito che sa pericolosamente di comode debolezze, di una notte − un’altra, che ne ha precedute tante nel silenzio dell’alba. C’è la seria possibilità che Natasha Romanoff stia viziando, nella sua personalità, il lato romantico che non sapeva d’avere.
«Molliamo tutto,» è alle sue spalle, le sue dita le sfiorano la schiena nuda d’alabastro, «Andiamocene.»
Fosse così semplice, avrebbe già fatto le valige.
Il punto, in sostanza, è che da lei era sempre dipeso ben poco. Se potesse guardarsi dentro − ma non lo fa mai, è una battaglia persa in partenza tra ciò che vuole e ciò che deve − potrebbe stupirsi, scoprendo quanto sia rotta come una bambola, spezzata come una spiga di grano.
Clint le aveva sempre dato una possibilità. Lei, al contrario, non ne aveva da offrire a lui.
No, avrebbero ricominciato. Lontano da quella guerra, dalle responsabilità, da fazioni che si formavano contraddittorie, il pericolo di scontrarsi sempre più vicino, presente, tangibile e reale. Lo diceva spesso, da qualche settimana.
«E poi?»
Il futuro lo aveva sempre visto come una galassia lontana, stelle dalle luci confuse e incerte, nebulose e polveri in movimento, a offuscare ogni cosa si sforzasse di vedere − tanti anni prima, qualcuno le aveva detto che il suo, di futuro, sarebbe stato di sangue e morte e cicatrici.
Clint le aveva dato qualcosa per cui rimanere ancorata alle proprie decisioni − tanti anni prima, quando l’aveva risparmiata, le aveva detto che il proprio, di futuro, se l’era costruito con le sue mani.
Paradossalmente, le ha ricordato che di scelte ve ne sono tante, nel mondo − e lei aveva preso la sua, per quanto le stesse costando, per quanto la prospettiva di tradirlo le bruciasse come acido sulla pelle, perché di abbandono e tradimento si trattava.
Ingiusto, dunque, sarebbe stato sottrarlo a una decisione che sarebbe stata sua, indiscutibile. Fazioni diverse che si creavano dal nulla, amici e nemici a scambiarsi i ruoli.
Adesso, tutto quello che le rimane è la consapevolezza di aver colto brillantemente il momento in cui andarsene, prima che fosse troppo tardi.
Non c’è futuro per creature compromesse come loro − solo distruzione reciproca, attenuata da un precario senso di fisica serenità, nell’illusione morbida, incorporea di un affetto, amore che è veleno.
Note dell'autrice.
Giuro, giuro che non parlerò di come il caro Whedon abbia stravolto la splendida caratterizzazione di Natasha in TWS a beneficio di quella di AOU. Non ne parlerò, promesso.
Dunque, questa è chiaramente una What If, nel senso che siamo diversi mesi dopo AOU ma prima di Civil War, e che potrebbe - il condizionale è d'obbligo - rappresentare un piccolo spoiler. Ci sono rimasta davvero male, per come hanno rivelato gli schieramenti: insomma, Natasha contro Clint? Contro Bucky? Nossignore.
Btw, nella fantastica visione di codesta flash, è palese che Laura Barton non esiste: non per cattiveria, attenzione, ma per pura e soddisfatta.. percezione più che realistica della Clintasha, ecco!
Spero possa esservi piaciuta, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, un bacio
fireslight
«Molliamo tutto,» è alle sue spalle, le sue dita le sfiorano la schiena nuda d’alabastro, «Andiamocene.»
Fosse così semplice, avrebbe già fatto le valige.
Il punto, in sostanza, è che da lei era sempre dipeso ben poco. Se potesse guardarsi dentro − ma non lo fa mai, è una battaglia persa in partenza tra ciò che vuole e ciò che deve − potrebbe stupirsi, scoprendo quanto sia rotta come una bambola, spezzata come una spiga di grano.
Clint le aveva sempre dato una possibilità. Lei, al contrario, non ne aveva da offrire a lui.
No, avrebbero ricominciato. Lontano da quella guerra, dalle responsabilità, da fazioni che si formavano contraddittorie, il pericolo di scontrarsi sempre più vicino, presente, tangibile e reale. Lo diceva spesso, da qualche settimana.
«E poi?»
Il futuro lo aveva sempre visto come una galassia lontana, stelle dalle luci confuse e incerte, nebulose e polveri in movimento, a offuscare ogni cosa si sforzasse di vedere − tanti anni prima, qualcuno le aveva detto che il suo, di futuro, sarebbe stato di sangue e morte e cicatrici.
Clint le aveva dato qualcosa per cui rimanere ancorata alle proprie decisioni − tanti anni prima, quando l’aveva risparmiata, le aveva detto che il proprio, di futuro, se l’era costruito con le sue mani.
Paradossalmente, le ha ricordato che di scelte ve ne sono tante, nel mondo − e lei aveva preso la sua, per quanto le stesse costando, per quanto la prospettiva di tradirlo le bruciasse come acido sulla pelle, perché di abbandono e tradimento si trattava.
Ingiusto, dunque, sarebbe stato sottrarlo a una decisione che sarebbe stata sua, indiscutibile. Fazioni diverse che si creavano dal nulla, amici e nemici a scambiarsi i ruoli.
Adesso, tutto quello che le rimane è la consapevolezza di aver colto brillantemente il momento in cui andarsene, prima che fosse troppo tardi.
Non c’è futuro per creature compromesse come loro − solo distruzione reciproca, attenuata da un precario senso di fisica serenità, nell’illusione morbida, incorporea di un affetto, amore che è veleno.
Note dell'autrice.
Giuro, giuro che non parlerò di come il caro Whedon abbia stravolto la splendida caratterizzazione di Natasha in TWS a beneficio di quella di AOU. Non ne parlerò, promesso.
Dunque, questa è chiaramente una What If, nel senso che siamo diversi mesi dopo AOU ma prima di Civil War, e che potrebbe - il condizionale è d'obbligo - rappresentare un piccolo spoiler. Ci sono rimasta davvero male, per come hanno rivelato gli schieramenti: insomma, Natasha contro Clint? Contro Bucky? Nossignore.
Btw, nella fantastica visione di codesta flash, è palese che Laura Barton non esiste: non per cattiveria, attenzione, ma per pura e soddisfatta.. percezione più che realistica della Clintasha, ecco!
Spero possa esservi piaciuta, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, un bacio
fireslight