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Autore: thesoulofthewind    03/09/2015    3 recensioni
'Una figura esile si muove velocemente tra la folla, schivando lo sguardo di chiunque e guardando dritto davanti a sé. Lo seguo. Passa attraverso una porta all’angolo del locale. Lo seguo. E mentre lo seguo, penso alla fortuna spacciata che ho. Mesi a fissarlo in giro per il campus, a lezione, nei caffè. Quando sono entrato qua dentro ho sentito i miei occhi venire catturati dolorosamente dai suoi, come una specie di tortura dolce. Ha increspato le labbra, gli è passata una strana scintilla negli occhi. Ho capito. Ci siamo capiti. Troppo sveglio per non aver notato i miei sguardi, troppo ipersensibile per non aver notato la tensione in essi. Mi fa segno di seguirlo. Io l’ho fatto. '
Piccola Solangelo dedicata a chiunque ami questa coppia quanto la amo io.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Entra ed esce dal nostro piccolo noi. 



È seduto con i suoi amici, non ho ancora visto un accenno di sorriso su quelle labbra sottili. Alcuni di loro li conosco: la bionda fa lezione di psicologia con me, il ragazzo che le sta cingendo il fianco gira sempre per il campus, anche se non sono sicuro frequenti l’università. L’unica persona che conosco bene è Hazel, quella che gli sta accanto. Ogni tanto gli sorride, ma lui non risponde un gran che. L’ho notato. In realtà ho notato tutto di lui, ogni cosa. ho pensato si trattasse di un’ossessione, in realtà è qualcosa di più profondo, di più distruttivo.
Sento un dolore acuto al braccio, e mi rendo conto che Austin mi ha appena pizzicato un braccio. Lee e Kayla ridono, e solo dopo un momento di riflessione mi rendo conto del perché.
‘non lo stavo fissando.’
Ridono. Sono un pessimo bugiardo.
 
 
 
 
 
Una figura esile si muove velocemente tra la folla, schivando lo sguardo di chiunque e guardando dritto davanti a sé. Lo seguo. Passa attraverso una porta all’angolo del locale. Lo seguo. E mentre lo seguo, penso alla fortuna spacciata che ho. Mesi a fissarlo in giro per il campus, a lezione, nei caffè. Quando sono entrato qua dentro ho sentito i miei occhi venire catturati dolorosamente dai suoi, come una specie di tortura dolce. Ha increspato le labbra, gli è passata una strana scintilla negli occhi. Ho capito. Ci siamo capiti. Troppo sveglio per non aver notato i miei sguardi, troppo ipersensibile per non aver notato la tensione in essi. Mi fa segno di seguirlo. Io l’ho fatto.
È completamente vestito di nero, come sempre. Si mimetizza con la semi-oscurità del locale, i suoi capelli sembrano ancora più scuri a contatto con le luci intermittenti. Sorrido. So cosa mi aspetta.
 
L’aria fredda mi sbatte sulla faccia, pungendomi il viso. Lui mi guarda. Sta davanti a me, inespressivo. So cosa vuole. So che ha capito, so che è una cosa semplice, in fondo. Normale. L’ho fatto così tante volte. Entri in un locale, capisci che lui è come te, andate in un posto appartato e vi sfogate. Sta volta è diverso. Non sento piacere, quando entro dentro di lui. Solo carne, solo concretezza. Mi sembra di vedere la scena da un'altra prospettiva, dall’alto, senza sentirmi veramente preso in causa. Fa male. Non esco da lui solo per non dagli dispiacere, ma sento che potrei vomitare.
Poi mi guarda, si pulisce, se ne va.
E io mi sento ancora peggio. Sento delle mani che mi mescolano lo stomaco, sento il sapore della bile in bocca.
 
La volta dopo fu un po’ diverso. Innanzi tutto, la sorpresa. La sorpresa di vederlo li, davanti alla porta della mia stanza, nel corridoio ad aspettare con un cipiglio. Mi guarda. Sorrido. Lui mi dice di non farlo, mi porta in bagno. Dopo aver consumato, prima di uscire, mi da le spalle.
‘Nico Di Angelo.’
Amo la sua voce rauca a causa del recente coito.
‘Will Solace’
Se ne va.
Non lo vedrò per settimane.
 
 
Fa freddo, cavolo. La neve mi ha bagnato le scarpe, e non sono l’unico. La maggior parte dei confratelli ha i piedi bagnati, e il pavimento è scivoloso.
Forse è per questo che lo noto, a causa del rumore che le sue scarpe fanno a contatto col l’acqua. Forse per puro caso.
Alza lo sguardo sul mio, come sempre inespressivo. Apatico. Per nulla appagante, una sensazione che ti squarcia in due. Eppure non riesco a smettere di fissarlo. Non ci riesco.
È la prima volta che dopo averlo fatto, non se ne va. È straiato accanto a me, si rolla una canna. È silenzioso. Vorrei chiedergli a cosa pensa, ma questo lo allontanerebbe. Non vuole nulla che lo metta in ballo. Non sa che neppure io sono bravo a ballare.
Così, la sua pelle diafana e ghiacciata non sfiora la mia. La immobile, fuma, l’odore di erba ormai è ovunque. Questo silenzio mi uccide. Ma lo amo in contemporanea. È troppo, troppo. Vorrei piangere e sorridere, vorrei vomitare ma farci l’amore. Non sono più io. Sono cambiato, non appartengo più al mio corpo, ma al suo.
‘che stai facendo?’
Non capisco perché gli dico proprio questo, ma lo faccio.
‘aspetto che finisca quella merda.’
Intende la festa che sta fuori da questo piccolo noi.
‘io…’
Si infila i vestiti. Esce. Non un saluto, uno sguardo.
 
 
È quasi nove mesi che va avanti. Per chiunque non ci conosciamo. Lui mi cerca, non ho neppure il suo numero di telefono. Consumiamo, scambiamo due parole, ci dimentichiamo.
Ogni volta mi dico di smettere. Che non sono la sua puttana. Che sto male, perché penso di essermi innamorato di lui. Della sua pelle. Del suo strano carattere.
Del dolore che mi provoca.
 
Esce ed entra nel nostro piccolo noi, mentre io mi ci sento intrappolato dentro. Una soffocazione dolce.
Non mi sarei mai aspettato di capire, un giorno, che lo amavo.
 
 
Lo vedo, sempre. Fa male. Fa male come i suoi occhi lo fissino, come sembrino vulnerabili ad ogni sua parola. Sembra fatto di vetro, e lui ha il potere di mandarlo in mille pezzi. Lo fa. Tante volte.
Percy bacia la bionda, Nico muore.
Percy gli sorride, Nico muore.
Percy lo abbraccia, Nico muore. Non si rialza, è inerme.
Se questo è amore, io davvero sono terrorizzato.
 
Un anno, uno. Fermo Nico dalla manica, lo blocco alla porta. Gli parlo. Lo supplico, lo imploro.
Un anno e ora parliamo, usciamo. Non è più solo sesso. È amicizia. È amore.
Avrei solo voluto aprire gli occhi prima.
Mi parla, ci parliamo. Usciamo, beviamo, fumiamo. Scherziamo, e il suo sorriso è la cosa più preziosa che possiedo. Voglio lui, solo lui. Il suo modo di parlare, mio. Il suo modo di proteggersi, mio. Il dolore per la morte di sua sorella, cazzo, me lo prendo io.
Solo il meglio. Per lui, per il mio amore.
 
 
dicembre. Il freddo, il vento pungente. Come quella volta, lo sento sul viso. Solo che ora, Nico non mi guarda. Mi da le spalle. Sento che parla con Percy. So cosa gli sta dicendo.
Che lo ama.
Che vuole solo stare con lui.
Che non vuole nessun’altro, perché io lo so. Ho viso Nico morire troppe volte, ho visto l’amore e Percy distruggerlo e piegarlo, lacerarlo, sotterrandolo e soffocarlo con tutte le forze.
Lo capisco, perché è quello che provo io.
‘sei forte. Sei una roccia, Nico.’
Lo penso. Sempre. L’ho sempre pensato.
Forse è per questo che me ne vado. Me ne vado, non posso vederlo ancora. Non posso sentire il suo odore, toccare quella pelle sapendo che i suoi occhi non cercherebbero i miei fino a consumarsi.
‘io non sono come te, Nico.’
Parole dette sulla sua pelle, chissà se le ha sentite.
 
E lo amavo.
 
 
Nico si avvicinò a Percy.
Ora ho mai più.
Lo fissò dritto negli occhi, con tutta la forza che aveva.
‘per parecchio tempo ho avuto una cotta per te. Volevo solo che tu lo sapessi. Sei carino, ma non sei il mio tipo.’
Il suo tipo era un po’ più biondo e gay.
Poi si girò, sapeva che Will lo aspettava.
Eppure, non c’era più.
 
 
 
*parole con cui Nico confessa a Percy che aveva una cotta per lui nel libro ‘il sangue dell’olimpo’. la frase non è mia, ma di zio Rick.
Angolo autrice:
sono una persona orribile, merito la morte! la solangelo la amo anche io, ma a volte la mia mente bacata fa uscire queste cose! scusatemi, voi, il mio Nico, e il mio Will.
-TheSoulOfTheWind
 
 
 
   
 
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