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Autore: Alise13    03/09/2015    0 recensioni
Ho deciso di rendere questa OS una piccola raccolta per descrivere degli episodi riguardanti questi personaggi. Queste OS non avranno per forza un ordine cronologico, saranno sprazzi di vita.
" Il rosso aveva appena finito di giocare un due contro due a basket al parco vicino a casa.
«Grande partita!» Esclamò Dajan, l’amico d’infanzia del rosso, facendo rimbalzare la palla arancione a terra.
Avevano tutti il fiatone, ma erano soddisfatti lo si poteva vedere dagli occhi che ridevano.
Eveleen osservava la scena dalle gradinate soprastanti il campo. Teneva in mano un libro con il dito incastrato tra le pagine a tenere un segno che, non era cambiato durante tutta la durata della partita."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dajan, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nathaniel rientrò in casa sbattendo la porta con forza, i presenti si voltarono sorpresi sussultando. La signora Hopkins che stava bevendo il tè per poco non fece cadere la preziosa porcellana cinese a terra, mentre il signor Hopkins, che stava leggendo la pagina della borsa sul suo quotidiano preferito, per poco non perse qualche foglio. Il ragazzo corse su per le scale seguito dagli sguardi inquisitori dei suoi genitori; il suo passo era pesante ma deciso. La sua presenza riecheggiò nei saloni di villa Hopkins, tanto che, Carmen, la donna delle pulizie che era al servizio della sua famiglia da tempo immemore, vedendo Nathaniel così agitato precipitarsi sulle scale, si attaccò allo scorri mano impaurita. Il ragazzo se ne stava lì sul ciglio della porta di camera di sua sorella, le mani strette a pugno che ricadevano lungo i fianchi, il petto che si alzava e si abbassa freneticamente al ritmo di un respiro affannoso. Bussò senza sosta, ma non arrivò nessuna risposta dalla stanza. Stanco di seguire il catalogo delle buone maniere irruppe all’interno per scoprirla vuota.
«Dov’è Ambra?» urlò a chiunque lo stesse ascoltando.
«Non è ancora rientrata caro, ma è successo qualcosa?» chiese Carmen che lo aveva raggiunto preoccupata.
«Niente» rispose secco lui per poi risparire attraverso la porta della sua camera, che distava pochi passi da quella della sorella, lasciando la paffuta signora interdetta. I coniugi Hopkins che avevano udito dal salone il figlio rimasero a guardarsi incuriositi dal motivo di tanta agitazione. Gustave strinse forte il giornale arrabbiato con il suo primogenito che aveva sempre reputato indegno di essere il suo successore, era sul punto di andar da lui e dargli una lezione come spesso aveva fatto in passato, ma la mano dolce di sua moglie si posò sul suo braccio seguita dal suo sguardo preoccupato che lo fece desistere da quella brutta vecchia abitudine.
Nathaniel camminava frenetico per la camera, da quando sua sorella era diventata così meschina ed egoista? Da quando quella dolce bambina dai capelli dorati che piangeva spesso si era trasformata nella statua di pietra che vedeva aggirarsi nei corridoi della scuola pronta a umiliare qualche povera vittima? Forse era colpa sua. Restava il fatto che sua sorella si era trasformata da vittima a carnefice.
Si buttò sul letto stanco e afflitto, le mani sulla faccia cercando di togliersi dalla mente Evee. Aveva il viso rigato di lacrime e lui non poteva asciugargliele, non poteva fermare quella sofferenza perché lui non era Castiel, non era la persona che Evee voleva al suo fianco e la cosa lo frustrava, lo faceva impazzire. 
Perché lui? Perché vinceva sempre? Cosa aveva in più di lui? Non sapeva come rispondere, forse se ci fosse riuscito avrebbe trovato la chiave del cuore della fanciulla per cui aveva perso la testa qualche anno prima, quando già ad anno scolastico iniziato varcò la soglia del Dolce Amoris inciampando. Era stato lui che l’aveva ripresa a pochi attimi dal tonfo, aveva lasciato cadere a terra i preziosi fogli che la preside gli aveva affidato come suo primo incarico da delegato per recuperare quella goffa ragazza, ma non ci fu giorno in cui si pentì di quella scelta, forse la migliore della sua vita, perché gli aveva fatto fare la conoscenza della ragazza più dolce che avesse mai conosciuto. Gli era stato insegnato a non desiderare nulla che non riguardasse il dovere, la scalata al successo, ma quella ragazzina gli era entrata sotto la pelle, scaldando un cuore che si era indurito nel tempo, che aveva lasciato un sorriso cordiale all’esterno e un’enorme solitudine all’interno. Lei con quei suoi atteggiamenti goffi e quel sorriso da far perdere la testa anche al più controllato degli uomini lo aveva rapito e nonostante i suoi sforzi di starle lontano, si ritrovava sempre al suo fianco.
Nathaniel cominciò a ridere da sotto le mani, era una risata tetra.
«Sei uno stupido Nathaniel» e la risata si intensificò.
«Proprio uno stupido» Alle ragazze non interessa il principe azzurro, vogliono il pirata, quello che le faccia vivere in un'avventura continua non un guscio vuoto che sopprime le proprie emozioni. «non uno come te» e rise ancora. Sapeva bene di piacere per il suo bel faccino a molte delle ragazze della scuola, ma nessuna lo aveva conosciuto abbastanza, nessuno aveva conosciuto i suoi demoni da voler star con lui per quel che era realmente. Tutte tranne lei.
Carmen che voleva davvero un bene sincero ai figli degli Hopkins, vedendo Nathaniel così strano tese l’orecchio verso la porta della sua camera sentendolo ridere, quella risata le fece stringere il cuore, era la stessa che aveva udito in passato quando il bambino veniva rifiutato da suo padre e spesso picchiato per colpe di cui un bambino non poteva essere portatore.

 
   
 
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