Fanfic su artisti musicali > EXO
Ricorda la storia  |      
Autore: lisks_    04/09/2015    0 recensioni
Quand'è che una vita cade nel baratro? Non c'è un quando. Ci nasci, con la vita nel baratro, ci nasci, ci cresci, combatti, e sta a te decidere quando è ora di renderti conto che nulla cambierà.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Eccoci qua.
Dovrei, uhm raccontare la mia storia? Semplicemente spiegare come sono arrivato qui? 
In ogni caso, come si inizia? 
Ma in ogni caso, a chi importa? Sto parlando al vento. 
Al vento importa. 
Caro vento, mi chiamo Sehun. Porta via le mie parole, portale lontano, così che tutti le sentano, le comprendano e cerchino di diminuire le persone che giungono in questo luogo, dove ora poggio i piedi. 
 
Quand'è che una vita cade nel baratro? Non c'è un quando. Ci nasci, con la vita nel baratro, ci nasci, ci cresci, combatti, e sta a te decidere quando è ora di renderti conto che nulla cambierà. 
 
Da bambini è semplice, l'amichetto del cuore lo avevo, sì. Se lo vedessi ora chi lo riconoscerebbe? Ricordo a stento il nome. 
Alle elementari tutto va bene, tutti sono uguali, c'è chi è meglio e viene lodato, ma nessuno è peggio e non si viene penalizzati.
Questo per quanto riguarda la scuola. 
Sono figlio unico, perciò si può capire che per i miei genitori fosse il primo tentativo, a tutti capita di sbagliare. Ti insegnano l'inglese, la storia, la matematica, nessuno ti insegna come crescere bene un figlio al primo colpo. Che poi, chi decide come si cresce bene un figlio? Basta che cresca. 
Già dalla prima elementare pensavo a cose, per così dire, anormali secondo lo standard dei bambini di 6 anni. Chi sono io? Perchè sono così? 
Quando cercavo di fare discorsi elaborati, di "parlare come i grandi", i miei genitori ridevano inteneriti dalla mia ingenua ignoranza. "Che tenero, a 5 anni pensa di poter capire.". "Ma che buffo, parla come noi! Non sa cosa dice.". 
Così, anno dopo anno, mi inculcai in testa che non c'era nulla che io potessi dire sul serio. 
Scrissi delle poesie, e mi lodarono, perchè ero un bambino intelligente. Scrissi dei temi degni di studenti universitari. Capii che potevo essere apprezzato solo tramite quello. Compresi la mancanza di apprezzamenti nella mia vita e iniziai a cercarli disperatamente da chiunque. 
Facevo danza per essere apprezzato. Mi impegnavo più di tutti perchè la maestra mi dicesse che ero il più bravo. 
So fare qualcosa, lo so fare!
 
Alle medie tutto mutò. 
I genitori erano gli stessi, ma invece che essere piccolo e carino, ora ero "solo un adolescente incontrollato". 
Insomma, quell'età che intercede il piccolo bimbo ingenuo e l'adolescente incontrollato non l'ho mai avuta. 
Ora ero troppo piccolo per questo, abbastanza grande per quello. "Sei piccolo, non puoi uscire.". "Ormai sei grande, devi svegliarti e impegnarti di più.". 
Nulla era mai abbastanza, tutti guardavano i risultati, ormai non abbastanza soddisfacenti per la mia età, e il mio impegno veniva trascurato. 
Non mi curavo dei coetanei, loro non avrebbero potuto darmi nessun apprezzamento. 
Iniziai a essere lo sfigato della classe perchè non mi vestivo bene, perchè non avevo ancora avuto una ragazza, perchè pensavo, e pensare ti fa essere diverso, e diverso è sfigato. 
Trovai giusto quei due amici, inseparabili, poi litigarono tra loro, e fu la fine. 
 
Arrivai alle superiori con un solo amico, Chanyeol. Lui era così solare e bello, ed io ero sempre nella sua ombra. Tutti pendevano dalle sue labbra e lui prestava lo stesso riguardo per tutti, cosicchè io non fossi niente di più che uno dei tanti amici. 
Conobbi Kyungsoo, in classe. Era timido e introverso, ma mi sentii subito bene con lui. Essendo anche Chanyeol in classe con noi fummo tutti e tre amici per due anni di fila, finchè in terza non cambiammo indirizzo di studio. Loro erano insieme, io solo. 
Naturalmente Chanyeol, con la sua solarità e bellezza, era preferibile ad un piccolo ed ignobile Sehun, sempre silenzioso, sempre sulle sue, difficile da abbordare. Così anche Kyungsoo smise di considerarmi parte della sua vita, spostandomi in una mera cornice. 
 
I miei rapporti amorosi, nel frattempo, furono un disastro: scoprii di essere gay, il mio primo ragazzo lo tradii da ubriaco e ancora adesso mi odia. Il mio secondo ragazzo, Kris, era semplicemente un bastardo: non faceva altro che mentirmi, credendo che non me ne accorgessi, finchè dopo quasi un anno non mi stufai e decisi che dovevo smettere di avere paura di stare solo, così lo lasciai. 
 
Iniziai la terza alla grande: dopo un mese avevo amici due ragazzi e una ragazza fantastici. Uno dei due ragazzi, Jongin, divenne sempre più stretto, finchè non ci accorgemmo maldestramente di esserci innamorati. 
Conobbi su internet Baekhyun, che divenne presto il mio migliore amico, seppur a distanza (abitiamo in due città diverse). 
Il resoconto a dicembre era rassicurante: tre amici, un migliore amico, un ragazzo meraviglioso, il concerto del mio gruppo preferito. 
 
A gennaio tutto iniziò a collassare. 
Baekhyun si rivelò il peggiore degli amici: mi usava come un fazzoletto di carta, piangendomi addosso e sparendo completamente quando stava bene, nonostante avesse una vita nettamente migliore della mia. Tuttora non mi ha mai chiesto, nemmeno una volta, come sto.
Si rivelò identico a Chanyeol, circondato da amici, con la differenza che io ero considerato quello più insignificante. 
I miei amici continuavano a esserlo, ma mi resi conto che non sapevano nulla su di me, nè sembravano interessati a saperlo. 
 
La situazione era quella dell'autostima più bassa della mia vita, i miei genitori non facevano altro che ripetermi la mia inutilità in ogni contesto, i miei amici non mi consideravano più che un conoscente, venni messo in secondo piano da tutti. 
 
Jongin fu l'unico a restare. 
Non sono solo, pensavo.
Non sono solo, penso. 
Ma sono qui, con le punte delle scarpe nel vuoto, in bilico su una scogliera alta quanto un palazzo di dieci piani. E sono solo.
 
Non sarei qui se qualcuno si fosse accorto del mio disagio. 
Se i miei amici avessero approfondito il nostro rapporto.
Se Baekhyun mi avesse chiesto come sto. 
Se i miei genitori mi avessero ascoltato. 
Jongin non ha colpa, se non quella di non aver compreso la mia vita, già nel baratro da sempre. Mi dispiace, mi dispiace che lui si sia innamorato di uno come me. È anche per lui, che lascio queste parole a te, vento. Digli quanto l'ho amato. 
 
Dovrei piangere, ma non riesco. 
In fondo, sono felice. 
La morte non è altro che la più grande benedizione. 
 
Rido, libero, mentre tendo le braccia al vento e mi lascio andare al sollievo della fine." 
 
Chiudo il computer e mi stiro sulla sedia. 
Non posso morire, non ne ho la forza, così l'unico metodo è scrivere tutto e lasciarmi morire dentro. 
Scrivere è tutto ciò che mi viene bene. Non farò leggere questo a nessuno, se non ad un centinaio di sconosciuti.
Perchè l'apprezzamento lo puoi ricevere solo da chi non si aspetta nulla da te. 
Rispondo ad un messaggio di Jongin che mi chiede cosa sto facendo, ignoro Baekhyun che per l'ennesima volta non ne può più della sua vita nonostante abbia appena incontrato uno dei nostri gruppi preferiti (naturalmente senza di me). 
Vado a mangiare e non parlo. 
 
-Sei simpatico stasera, Sehun.- 
 
-Come sempre, mamma.- 

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: lisks_