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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    04/09/2015    1 recensioni
I pensieri di Castigo il giorno della sua nascita.
Quando per la prima volta ha visto Murtagh.
Quando finalmente il muro d'inchiostro che lo separava dal resto del mondo si è infranto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castigo, Galbatorix, Murtagh, Shruikan
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Corlors of the Rainbow'
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Colors of the Rainbow:Castigo, discovering a new world

Buio.
Freddo.
Silenzio.
Ecco il mondo in cui ho sempre vissuto.
Aspettando…qualcosa…o meglio dire qualcuno.
So che la fuori, da qualche parte, vi è una persona, una sola, destinata a essere il mio compagno di vita. Lo sento, come se fosse parte di me. Un Legame, una catena che ci ha uniti prima ancora di venire al mondo. Dove sei? Cosa starai pensando? Perché mi fai attendere tanto?
Un improvviso senso di calore, mai provato prima, mi avvolge. Mi sembra quasi di essere ancora con mia madre, questo senso di sicurezza, come fossi a casa.
Il muro d’inchiostro che mi separa dal mondo esterno inizia a sgretolarsi mentre mi dimeno, ansioso di incontrare il Prescelto. Una crepa, un’altra, e un’altra ancora. Improvvisamente il mondo buio e freddo in cui sono sempre stato confinato cade a pezzi, subito sostituito da un universo fatto di luci e colori.
Mi trovavo in un’immensa stanza in marmo color avorio, il soffitto era dipinto a raffigurare un cielo stellato mentre intorno alla stanza dodici colonne ioniche si susseguivano intervallate da altrettante armature placcate in oro.
Il mio sguardo si posa improvvisamente su un giovane uomo. Lunghi capelli color inchiostro gli incorniciano un viso dai tratti spigolosi e virili mentre un ciuffo sbarazzino gli copre gli occhi color cioccolato, la carnagione è leggermente pallida e il fisico ben piantato e robusto. Lo guardo, gli occhi umidi di commozione mentre tento di raggiungerlo con queste mie zampine tanto piccole quanto ridicole.
Mi alzo sulle zampe posteriori, cercando la sua presenza. Mi osserva, e io ricambio lo sguardo uggiolando contento. Mi blocco. Perché mi fissa così? Perché quello sguardo così terrorizzato? Non dovrebbe andare così.
Lo sguardo di Lui corre a un uomo alle sue spalle, che inizialmente non avevo notato. Sembrerebbe un individuo come tanti, eppure non potrei mai dimenticare quegli occhi…due piccole perle nere e lucenti, attraversate da una perenne scintilla di follia a stento repressa. Sorride, un ghigno che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Che sta succedendo? Perché si comportano in questo modo? Guardo il mio compagno, senza capire. I suoi occhi sono imperlati di lacrime mentre mi accarezza appena.
Una scarica di energia gelida ci attraversa entrambi, mentre sento la mia coscienza fluire nella sua attraverso un legame che, ormai lo so, non potrà mai essere spezzato. Sento in un istante tutta la sua preoccupazione e la sua paura…terrore per…quell’uomo? Non riesco a capire. Si direbbe quasi che gli faccia paura, ma per quale motivo?
Lo guardo interrogativo mentre mi prende in braccio, accompagnandomi fuori da quella stanza. I miei occhi si illuminano di sorpresa mentre il mio sguardo si posa su una figura imponente, subito fuori dalla stanza circolare.
Un drago immenso, dalle squadre nere come l’inchiostro, tanto lucenti da riflettere tutte le sfumature dell’arcobaleno, mi osserva con i suoi due occhi, due fosse azzurre e gelide come il ghiaccio. Avvicino curioso la mia coscienza alla sua, e subito mi ritraggo terrorizzato. Cosa è stato? Non ne sono sicuro. È stato quasi come sfiorare una mente distorta, ridotta in catene, una mente vasta e quasi immensa, eppure ormai ridotta in catene e incapace di reagire.
Non capisco. Mi aspettavo un mondo diverso da questo. Che succede? Il mio compagno mi stringe, un abbraccio caldo e confortevole che sa di casa e di famiglia.
I giorni trascorrono lenti e incerti, il mondo quasi sospeso in un’atmosfera rarefatta, quasi fosse in attesa di qualcosa. Murtagh, il mio compagno, si fa ogni giorno più silenzioso e tenebroso, e a nulla servono le mia paroline appena strascicate a tirarlo su. La paura permea le mura dell’edificio in cui siamo confinati: è nel cibo, nelle persone, persino nell’aria. Cosa succede?
Lo compresi solo mesi più tardi, quando ormai l’innocenza dell’infanzia mi aveva ormai abbandonato. Venni a sapere di Alagaesia, di Galbatorix, del fatto che ero uno degli ultimi draghi rimasti. Perché? Mi chiedevo. Perché proprio noi due? Perché ha deciso di fare di noi i suoi servi? Non poteva capitare a qualcun altro questo destino in catene? Spesso la paura e la disperazione ci bloccavano, impedendoci di reagire. Eppure, nonostante tutto, la sua presenza riusciva, per lo meno, a rendere tutto meno sgradevole…lo guardo, ora che finalmente abbiamo riconquistato la libertà. Voliamo lontano, verso il nostro volontario esilio, fuori da Alagaesia…alzo lo sguardo al cielo, e sorrido. Siamo liberi!
   
 
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