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Autore: Sharon9395    04/09/2015    1 recensioni
La vita tra i Candidi non era male: tranquilla, dedita alla verità, all’onestà e alla giustizia.
Kat teneva sì alla giustizia e alla verità. Ma dentro di se sentiva la spinta verso una vita diversa. Una vita spericolata, una vita degna di essere vissuta.
Il test era stato chiaro. O meglio… inconcludente. Quindi doveva scegliere da sola. Magari tra i Candidi o tra gli Abneganti sarebbe stata al sicuro, la avrebbero aiutata. Ma quella, sapeva in cuor suo, non essere la sua strada.
Voleva sentirsi utile, completa e, soprattutto, libera. E tutto questo poteva trovarlo solo in una fazione: gli Intrepidi.
Afferrò con decisione il coltello, si procurò un piccolo taglio nella parte interna della mano e lasciò cadere il suo sangue sui carboni ardenti. Il suono prodotto, fece serpeggiare lungo la sua schiena un brivido freddo. Kat aveva scelto e, ormai, non poteva più tornare indietro.
“La fazione prima del sangue”.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti, Zeke
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II

 

<< Cammina! >>. Le urlò trascinandola, senza mostrare pietà, verso quella che sarebbe stata la sua fine.

Kat era terrorizzata. La paura l’aveva resa immobile, priva di ogni forza per reagire. Cercava un qualunque appiglio, qualcosa che potesse darle quella forza che le mancava. Ma sembrava non trovare nulla. Nessun pensiero per quanto felice poteva aiutarla. Fin quando, prima di perdere ogni speranza ripensò a quella famosa frase letta nel suo libro preferito “mi apro alla chiusura”.

Si, devo rassegnarmi, prendere coscienza che questa è la fine, solo così potrò, almeno, morire con dignità. In fin dei conti, per una mente ben organizzata la morte non è che una nuova, grande avventura ” pensò.

Iniziò, dunque, a camminare a testa alta, così come aveva fatto Harry, il protagonista di quel libro, liberandosi dalla forte stretta di Eric, verso il patibolo.

Le mise la corda intorno al collo e le sussurrò all’orecchio sfiorandolo con labbra gelide << E’ finita >>.

 

Si svegliò improvvisamente sudaticcia e spaventata. Aveva il fiatone.

Bevve un bicchiere d’acqua per calmarsi e, poi, prese Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Un vecchio libro di un passato ormai quasi dimenticato che aveva rubato da bambina intrufolandosi in una biblioteca degli Eruditi. Era riuscita a recuperare tutta la saga, ma fu punita lavorando in quella biblioteca per circa un anno.

In quel periodo scoprì l’amore per la lettura e la punizione divenne un vero e proprio piacere. Quel libro era, come lo definiva lei, il suo “salvatore”. Ogni qual volta si sentisse giù e avesse bisogno di ritrovare la speranza iniziava a rileggerlo e tutto tornava ad andare per il verso giusto.

Pensava che avesse davvero qualcosa di “magico”, di speciale, altrimenti non si spiegava come potesse tranquillizzarla.

Clarke, intanto, che non si era accorta di nulla, continuava a dormire beatamente. Fin quando Kat non sbattè il gomito contro il muro.

<< Cosa diavolo stai facendo? >> le chiese.

<< Niente, mi sono fatta male il gomito >> rispose Kat.

Per qualche istante il piombò il silenzio, poi Clarke, vedendo che l’amica era presa dalla sua lettura, continuò << Perché non dormi? >>

<< Non ho sonno >>

<< Ma davvero? Non mi prendi in giro sai? Su, cosa è successo? >>

<< Un incubo, niente di rilevante >>

<< Racconta >>. Mise il segnalibro nella pagina che aveva appena finito di leggere e chiudendo il libro disse << Come sei pesante. Ho semplicemente sognato che Eric mi impiccava >>

<< Solo tu puoi sognare certe cose. Torna a dormire, domani c’è molto da fare >>.

<< Si, ora che finisco il capitolo >>.

Clarke guardò dolcemente l’amica e si riaddormentò, mentre Kat riaprì il libro e si immerse nuovamente nella lettura finché il sonno non prese il sopravvento.

 

Il mattino seguente, verso le 7, le due ragazze si svegliarono e andarono in mensa come al solito. Lì trovarono Zeke e Quattro.

<< Buongiorno! >> le salutò Zeke.

Clarke e Kat risposero con un cenno della testa, erano entrambe ancora stanche.

<< Che allegria. Sempre molto attive >>.

<< Taci, Zeke >> lo ammonì Kat, che non aveva voglia di sentirlo parlare.

Dopo la colazione si divisero: Clarke doveva andare alla recinzione, mentre gli altri tre si diressero verso la palestra, dove trovarono Eric con Luc. Erano da soli. Gli altri sette o non erano ancora arrivati o semplicemente si erano ritirati.

<< Kat, i capelli >> le ricordò Zeke, credendo che se ne fosse dimenticata.

<< E con questo cosa vorresti dire? >>

<< Dovevi tagliarli! Ora chissà cosa farà. Potrebbe cacciarti >>.

<< Lei ha la libertà di portarli come le pare >> intervenne Quattro.

<< Grazie >> rispose Kat.

 

Quando la Squadra fu al completo, Eric cominciò a parlare, esponendo il programma della giornata.

<< Oggi lavoreremo sulle armi da fuoco. Mettetevi alle vostre postazioni… Ah e… Kat, i capelli. Ti avevo avvertita. Luc, tienila ferma >>

Quattro, preso dalla rabbia, si parò di fronte all’amica sferrando un pugno al cagnolino.

Ma Eric era proprio dietro di lei: le afferrò la lunga treccia, la tagliò e la buttò ai suoi pedi con disprezzo.

Kat si voltò e, imitando, l’amico tentò di sferrargli un pugno, che, però, riuscì a fermare afferrandole la mano.

<< Eri stata avvertita. Cambio di programma. Oggi lavoriamo sul corpo a corpo >>.

 

Kat doveva sfidarsi contro Marcus, un ragazzo più grande. E non solo di età.

Quattro, invece, doveva sfidarsi contro Luc, e Zeke invece contro Ed, un ragazzino di 17 anni non molto alto e nemmeno muscoloso, ma particolarmente agile.

 

Iniziò la ragazza.

Manteneva la guardia. Non voleva attaccare per prima. Avrebbe studiato un po’ il suo avversario per capire la sua strategia e il suo modo di muoversi.

Marcus, però, non aveva una vera e propria strategia. Puntava tutto sulla forza e, infatti, cercava di colpirla con dei pugni, ma lei era abbastanza veloce da schivarli sempre con facilità.

Eric iniziò a stufarsi di vedere che i due non combattevano davvero, ma che temporeggiavano, così li fermò e disse << Basta, fermi. I Pacifici e gli Abneganti lottano meglio di voi. Kat, ora ti scontrerai me, magari impari qualcosa >>.

In quel momento la ragazza pensò “ Ecco, il sogno era un avvertimento. Oggi ti fa fuori.”

Lui le si parò di fronte e disse fissandola negli occhi << Avanti, colpisci >>.

Avanzò e provò a sferrargli un calcio, ma Eric riuscì, anche questa volta, ad afferrarle al volo la gamba, facendola cadere a terra. Lasciò la presa e le permise di rialzarsi.

<< Ho detto, colpisci >> disse il ragazzo in tono freddo e quasi annoiato.

Quattro e Zeke osservavano la scena attentamente in modo da poter intervenire nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.

Kat provò, allora, a colpirlo un destro, mirando alla mandibola. Ma anche questa volta lui agguantò la mano portandole il braccio dietro la schiena. Il dolore era forte, sembrava quasi che le stesse sbriciolando le ossa, ma poteva resistere. Non voleva sembrare debole.

Eric la lasciò e le sferrò un pugno sull’occhio facendole cadere le lenti a contatto e poi ancora sul naso. Il sangue iniziava a grondare e lei cercava di difendersi rispondendo ai colpi, ma quando le tirò un calcio nella spina dorsale, perse l’equilibrio e cadde a terra svenendo.

Quattro e Zeke si catapultarono dall’amica cercando di risvegliarla a suon di schiaffi in faccia.

<< Portatela in infermeria >> gli ordinò Eric, i due, guardandolo torvo, presero Kat e la trascinarono fuori dalla palestra.

 

 

<< Mettetela qui >> disse l’infermiera.

<< Si rimetterà, vero? >> chiese Zeke preoccupato.

<< Sicuro, è nelle mie mani >>.

Uscirono dalla stanza e aspettarono all’ingresso, sperando che arrivassero subito buone notizie.

Ma siccome passò molto tempo Quattro decise di andare a casa di Kat per aspettare Clarke e informarla sull’accaduto; mentre l’altro restò in infermeria ad assistere l’amica.

Passarono oltre due ore prima di sapere cosa le era successo: l’infermiera informò che non era nulla di grave, che aveva solo perso i sensi per il troppo dolore e il troppo sangue perduto, ma poteva riportarla a casa anche subito, aveva bisogno solo di qualche giorno di riposo. Cosa che, Kat, non avrebbe di sicuro rispettato.

Poco dopo che la ragazza si era svegliata fecero ritorno a casa.

Trovarono Quattro e Clarke che le disse <> .

<< No, io voglio uscire. Sto bene. E poi un po’ di svago non può che farmi sentire meglio >> rispose l’infortunata.

<< Ma l’infermiera ha espressamente detto che devi riposare! >> le ricordò Zeke.

<< E secondo te io salto gli allenamenti? Secondo te io le do ascolto? >> rispose ridendo.

.

Dopo che i due amici se ne furono andati, Kat e Clarke si cambiarono. La prima indossò dei semplici jeans neri, una t-shirt nera ( il nero era il colore più usato tra gli Intrepidi) e la sua giacca di pelle. La seconda, anche, indossò dei blue jeans e una t-shirt nera con del rosso.

 

Prima di raggiungere le altre ragazze, fecero una sosta da Tori Wu per un tatuaggio: il primo di Kat da quando si trovava tra gli Intrepidi.

<< Dimmi, cosa vuoi che ti disegni? >> le chiese Tori.

<< Bhè, innanzitutto voglio rasarmi metà della testa >>.

<< Stai scherzando, vero? >> disse allibita Clarke.

<< No, assolutamente. Voglio rasarmi metà testa e tatuarci sopra dei… dell’edera. Si, l’edera >>

<< Smettila di dire minchiate. Eric ti ha colpita proprio bene >> rispose Clarke mentre rideva a crepa pelle con Tori.

<< Va bene. Faccio la seria. Voglio che mi tatui sulla parte posteriore della spalla sinistra la frase “Happiness can be found, even in the darkest of time, if one only remembers to turn on the light”>>

affermò seriamente questa volta.

<< Bellissima questa frase. Da dove l’hai presa? Aspetta non rispondere, dal tuo libro, ovviamente>> fece Clarke.

 

Dopo aver fatto il tatuaggio, le due andarono nel centro della città di Chicago, in un locale dove si incontravano e passavano il tempo ragazzi e ragazze di tutte le fazioni. A dire il vero gli Intrepidi non avevano particolari rapporti con gli altri, ma Kat e Clarke, invece, li avevano mantenuti lo stesso.

In quel posto si erano date appuntamento con altri loro amici: Pam, candida, non molto alta, grandi occhi verdi e lunghi capelli neri. Lei, come Kat, aveva letto quel famoso libro e ogni volta che si incontravano non potevano fare a meno di parlarne;

Julie, candida anche lei, di nascita e poi di scelta, era bassina, con i lunghi capelli ricci e neri, parlava sempre, non smetteva mai. Teneva tantissimo all’abbigliamento: aveva un vestitino bianco e nero (da perfetta candida qual era), dei tacchi neri non troppo alti e il suo solito rossetto fucsia/rosa che solo a lei poteva piacere.

Poi c’era Sarah, Pacifica di nascita, ma aveva scelto di schierarsi tra gli Eruditi, bassa, dai capelli corvini e corti. Riusciva a prendere in giro chiunque senza che questi se ne accorgesse, aveva un ottimo senso dell’umorismo e il sarcasmo era il suo pezzo forte.

 

<< Ehi! Siamo qui! >> urlò Julie facendo svolazzare la mano in aria per farsi notare.

<< Ciao, ragazze! Come va? Ma… Kat cosa hai fatto all’occhio? Guarda com’è nero. Hai fatto di nuovo a pugni? E guarda i capelli come sono corti, cosa è successo? >> . Nel giro di pochi secondi Julie era riuscita a tartassarla di domande come al suo solito.

<< Ehm.. durante l’addestramento… mi ha dato un pugno in faccia… e i capelli lunghi mi avevano scocciata >> disse Kat.

<< Chi? Chi ti ha tirato un pugno? >> chiese, prontamente, Julie.

<< Ehm… >>

<< Eric. >> rispose Clarke, prima che l’amica potesse iniziare la frase. << E’ stato Eric. Il nuovo Capofazione. E anche i capelli. Glieli ha tagliati perchè erano d’intralcio >>

Pam e Kat presero a parlare di Harry Potter discutendo su quanto fosse odiosa “faccia da rospo” e i suoi completini rosa, e di quanto, invece, fosse straziante la morte di Sirius ( uno dei loro tanti personaggi preferiti ).

<< E tu Julie, cosa mi racconti? >> chiese Clarke, cambiando argomento poiché non riusciva più a tollerare le due amiche ormai perse nella loro discussione da “Potterheads”, come amavano definirsi.

<< Bah, niente di che… Oddio una cosa c’è… un tipo, si chiama Oliver ci prova, ma non so se dargli retta, boh >> cominciò la Candida.

A fine racconto Sarah a gran voce disse << Basta parlare! Cosa prendiamo da bere? >>

<< Qualcosa di molto pesante. >> rispose Kat.

Julie e Pam non erano d’accordo, infatti ordinarono un succo di frutta.

<< Siete le solite guasta feste. Io prenderò un Jack e cola. Più Jack che cola. Grazie. Clarke, Sarah?>> chiese l’Intrepida.

 

Kat ci andò giù pesante, perché ne ordinò tre di seguito. Mentre beveva il terzo, era quasi alla fine, vide Eric in lontananza. Si alzò come una furia, mentre le altre rimasero immobili per una manciata di secondi senza capire perché si stesse comportando il quel modo.

Lo raggiunse e gli gridò alle spalle << Eric! Ciao! >>. Il ragazzo si voltò sorpreso.

<< Ma che piacere incontrarti di nuovo! Sai mi è venuto in mente che dovevo restituirti una cosa…ricordi?>> disse ridendo e si scaraventò contro di lui cercando di dargli quel maledetto pugno, finendo però a terra.

Lui era sopra di lei e stava per colpirla di nuovo se non avesse iniziato a fissarla negli occhi. Quel momento sembrò durare un’eternità. Kat non provava certo paura, era su di giri a causa dell’alcol e dell’adrenalina, ma percepì qualcosa di diverso. Qualcosa che non aveva mai provato. E sentiva che anche lui probabilmente lo percepiva.

Abbassò il braccio e la lasciò andare.

Clarke intervenne immediatamente per evitare che l’amica facesse qualcos’altro di stupido e insieme alle altre la portarono a casa.

 

<< Cosa ti è passato per la testa, eh Kat? >> le chiese Pam tenendole sulla fronte del ghiaccio.

<< Dovevo restituirgli quel pugno >>.

Sarah e Clarke portarono la ragazza nel letto e, poi, dopo aver chiacchierato un altro po' ognuna tornò nella propria fazione.


Angolo autrice:
Salve! Questo è il secondo capitolo: si capisce abbastanza che sono una Potterhead talmente tanto malata da inserire HP anche in un contesto dove non c'entra quasi nulla. Ma, perdonatemi, non riesco ad immaginare un mondo in cui nessuno conosca la genialità della Rowling u.u
Qui le cose iniziano a movimentarsi, ma la storia non è ancora entrata nel vivo: c'è ancora tanto da scoprire, soprattutto sul passato di questi personaggi. Un grazie a chiunque leggerà o recensirà.
Con la speranza che vi piaccia almeno un po', ci risentiamo al prossimo aggiornamento, un bacio <3

  
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