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Autore: Crazy95    04/09/2015    0 recensioni
Freddie incontra John Foster ma riesce a sopravvivere miracolosamente. Decide di andarsene e lasciarsi tutto alle spalle, facendo credere di essere morto.
Cinque anni dopo, Effy è a Londra, lavora per una compagnia finanziaria e sta con Jake. Tutto sembra andare bene ma anche Freddie si trova a Londra…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Stonem, Freddie Mclair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.
 
 
 
“Nothing is perfect but your imperfections are quaint.
Your love is worth it and for that I will wait.
And though you hate me when you have a turn, I drive you crazy but you always return […]
Although you love me, sometimes we meet.
Things can get ugly but we're still a team.
We are an army, the brakes are within' but, that's why we're stronger and that's how we win.
I've got your back and though it's stacked against us.
I've got your hand, it's us against consensus.
And I will burn the people who hurt you the most and I will not learn 'cause
I'm too young and too dumb to consider the terms,
I'm breaking the law and I'll curse the day that they return with the smile on my face as their heads hit the floor.
And it's done, now it's curtains, the blood lost, it's the cost, it fucking hurts but it's working and even if you ask me to stop it's too late because I've already decided that faith is not a distaste, it's pure hate
and it pulsates and it works it’s way around my brain and anyway, what I'm trying to say is I'll protect you 'till the day I'll meet my maker.”
(Raleigh Ritchie – Bloodsport)
 
 
 
 
<< Sono un assassino Effy >>
 
 

L’aveva detto. Finalmente ammise ciò che era veramente.
La ragazza lo guardò shockata.
<< Ho ucciso io John Foster >>
<< Tu… >>
<< E’ per questo che sono scappato >>
<< Non capisco >>
<< Ti spiegherò tutto. Vieni con me >>
 
 

L’appartamento di Freddie, situato sulla Smithfield St., era un semplice monolocale molto accogliente.
<< Accomodati >> disse indicandole il divano mentre lui prese posto sulla poltrona << vuoi qualcosa? >>
<< No, grazie. Sto bene così >>
<< Ok >>
Prese un profondo respiro e riprese da dove aveva interrotto.
<< Dopo averti lasciata, nel pomeriggio, ricevetti una chiamata da Foster. Mi chiese di vederci ed io, stupidamente, accettai. Parlammo di te e fu lì che capii: quel pazzo aveva una specie di ossessione per te. Ammise di essersi innamorato e di averti manipolato. Gli dissi di starti alla larga. E poi cercai di andarmene… >>
I ricordi incominciarono a saettargli davanti agli occhi. Non riusciva a continuare. Con la testa fra le mani, delle lacrime incominciarono a rigargli il viso.
<< La porta era bloccata >> continuò << il panico mi stava assalendo. Nel frattempo Foster avanzava con una mazza da baseball >>
Adesso anche Effy piangeva: le mani alla bocca per soffocare l’orrore.
<< “Ti ama davvero, sai?”  fu quello che mi disse. Era tutto talmente chiaro. Chissà da quanto voleva sbarazzarsi di me. Mi amavi, perciò ero suo avversario. Pensava che liberandosi di me, avrebbe avuto la strada spianata. >> fece una pausa << incominciò a colpirmi. Cercavo di proteggermi in qualche modo, con le braccia. Il sangue incominciò a scorrere. Sentivo le forze abbandonarmi ma non so come ne trovai un briciolo per combattere. Gli diedi una testata, lui barcollò perdendo l’equilibrio. Cercò di aggrapparsi alla mia collana ma si strappò e cadde dalle scale. Respiravo a fatica. Pensai fosse morto, mi sbagliavo. Dopo qualche secondo tentò di rialzarsi. Sentii montare dentro una tale rabbia. Ricordo di aver preso la mazza che gli era scivolata, poi ho un vuoto.
L’attimo dopo era morto. Avevo le mani e i vestiti macchiati del mio sangue e del SUO! L’avevo ucciso in un raptus di follia! >> urlò << quando finalmente riuscii  a riprendermi, decisi di nascondere tutto. Aspettai notte fonda e con le poche forze rimaste, lo seppellì nel giardino di casa sua. Volevo costituirmi ma lessi da qualche parte un articolo che annunciava la mia morte. Così decisi di non tornare e fingermi morto. >>
<< Freddie… >>
<< Ora capisci?! Devi starmi lontana, sono pericoloso! >>
<< Freddie… >>
<< Sono un mostro, Effy. >> dichiarò chinando la testa << e merito di stare tra i miei simili, quindi chiama pure la polizia >>
La ragazza non rispose. Si asciugò le lacrime, gli corse incontro e lo abbracciò.
Il moro sbarrò gli occhi per la sorpresa.
<< Il mostro era Foster >> gli sussurrò << ti sei solo difeso >>
<< Avrei potuto chiamare la polizia, invece… >>
<< Guardami >> ordinò << la tua è stata legittima difesa. >>
<< Questi demoni… mi stanno uccidendo, Effy >>
<< Lasciali andare… lasciati andare… >> sussurrò baciandolo.
Il ragazzo rispose con entusiasmo.
Iniziò a spogliarla, assaporando ogni singolo centimetro del suo corpo.
Entrambi fremevano di passione.
Le loro bocche esprimevano ciò che non si erano detti in quei cinque anni.
Le loro mani toccavano ciò che era stato irraggiungibile.
I loro occhi guardavano ciò che era stato celato.
Quando fu insopportabile aspettare ancora… Freddie le entrò dentro.
E finalmente lo capì: casa sua non era Bristol, era Effy.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Carissime/i lettori che avete seguito la storia fino a qui, vi informo che il prossimo sarà l’ultimo.
Come avrete notato ogni capitolo prende nome da una canzone (che sta a voi decidere se ascoltare o meno), vorrei, se possibile farvi una piccola richiesta: ascoltate l’ultima. Vi assicuro che avrà tutto un altro “sapore” se leggerete con la canzone in sottofondo.
Grazie a tutti, Crazy95
 
 
 
  
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