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Autore: formerly_known_as_A    04/09/2015    1 recensioni
Momo apre gli occhi quando ancora il sole non è sorto del tutto. Sente le palpebre pesanti, un bruciore che lo incita a tornare a dormire, ma ci sono troppi dettagli che attirano la sua attenzione, per cui apre e chiude gli occhi un paio di volte, prima di sfregarli con il palmo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Momo apre gli occhi quando ancora il sole non è sorto del tutto. Sente le palpebre pesanti, un bruciore che lo incita a tornare a dormire, ma ci sono troppi dettagli che attirano la sua attenzione, per cui apre e chiude gli occhi un paio di volte, prima di sfregarli con il palmo.

Abbandona il braccio sul cuscino, poi, perché è sveglio, ma anche stanco come se avesse appena finito una gara. Gli fanno male i muscoli delle gambe e delle braccia e quando pensa al motivo non riesce a non arrossire e desiderare di nascondersi con la faccia dentro al cuscino, direttamente nella fodera.

Fa quasi freddo, rispetto a ieri sera. Ieri sera tutto era caldo, bruciante. Un caldo quasi insopportabile che ricorda con una stretta al petto. Il caldo, ricorda, nelle carezze sulla pelle, nei baci, nello stringersi fino a quasi farsi male, in un modo quasi disperato, come se mancasse una manciata di minuti alla fine del mondo.

C'è la finestra aperta, le tende che oscurano appena la luce dei lampioni fuori dal dormitorio e si muovono piano per la brezza leggera di metà settembre. Momo rabbrividisce e la mano che sta sulla sua pancia, appesantita dal sonno, si muove appena, facendogli venire la pelle d'oca.

Avvampa, l'imbarazzo che lo spinge ancora verso il rifugio del cuscino, ma stringe soltanto gli occhi e sfiora appena quella mano, un movimento soltanto dei polpastrelli su una nocca, come diviso tra incredulità e timore.

Non riesce a credere sia successo.

Anche perfettamente sveglio, anche con le sensazioni di ieri ancora addosso, non riesce a crederci. È passato appena un mese da quando ha accettato di poter provare qualcosa per un ragazzo, ed eccoli lì a condividere un letto, stretti e scomodi come solo si può essere in un dormitorio, dopo aver fatto ben altro che dormire soltanto.

Sente il calore farsi nuovamente spazio sulle guance, il batticuore così forte da temere di svegliare l'altro occupante del letto e osa fare un movimento verso di lui. Si mette su un fianco, perdendo il contatto con la mano che scivola sul materasso ed imbronciandosi.

Ama quelle mani. Ama quando racchiudono il suo volto facendolo sentire allo stesso tempo minuscolo e protetto, ama sentirle negli abbracci, ama sentirle sulla testa quando Sousuke lo loda. Non succede spesso, ma non per questo Momo smette di fare del proprio meglio.

Appoggia l'orecchio sul suo petto e infila le mani tra la sua schiena e il materasso, sospirando rumorosamente. Non riesce a fare a meno di sorridere. Ha sonno, sa che potrebbe dormire ancora per molto, perché in fondo è domenica e Ai senpai gli ha promesso di non tornare fino alla sera, ma non vuole dormire.

Ieri sera è stata un'eccezione, perché era stanco, dolorante, felice. Ora è solo felice e la felicità non fa che aumentare ad ogni dettaglio.

C'è di nuovo il braccio di Sousuke intorno a lui, appoggiato alla schiena, le dita che gli sfiorano appena il fianco, facendogli un po' il solletico. Non è niente di insopportabile, può resistere senza ridere o fare strani scatti, gli basta chiudere gli occhi e concentrarsi sul calore di cui sembra nutrirsi la sua pelle.

C'è il suo cuore, lì sotto, calmo e regolare, un cuore che ha imparato a conoscere, ma mai abbastanza. Vuole scoprirne ogni aspetto, metterlo a nudo come Sousuke riesce a mettere a nudo il suo. A lui basta poco, basta la rassicurazione del suo sguardo, la certezza che non ci saranno prese in giro, che non minimizzerà i suoi dubbi e le sue ansie.

Per Momo, confidarsi con Sousuke è diventato naturale come pensare. Senza sforzo, senza forzature, libero.

È una libertà che gli dà coraggio, che lo rende leggero.

“Stai bene?”

La voce di Sousuke rimbomba nel suo sterno, profonda ed impastata dal sonno.

Realizza che è la prima volta che lo vede così, vulnerabile, esposto. Si alza su un gomito per guardarlo, il suo sguardo corrucciato un po' buffo, ma anche carico di una preoccupazione che riesce a capire.

“Hai male da qual...”

Si interrompe subito, Sousuke, le dita di Momo che gli sfiorano l'arcata del sopracciglio, percorrono il profilo del naso, la curva delle labbra. Senza fretta, come se lo toccasse per la prima volta.

Il ragazzo si allunga per baciargli la fronte, poi si accoccola sul suo petto.

“Mi piaci davvero tanto.” borbotta, imbarazzato, nervoso, le labbra sulla sua pelle come per impedire alla bocca di esprimere concetti troppo grandi.

Qualcosa scontra la sua mano, quella abbandonata sopra al cuscino, facendolo sobbalzare. La mano di Sousuke stringe la sua, la porta fino alle labbra e ne bacia ogni nocca, la porta fino al petto e non la lascia. L'altro braccio se lo porta contro, stringendolo al petto. Lo sente bofonchiare qualcosa tra i suoi capelli e a Momo viene da ridere, perché sa di averlo messo in imbarazzo.

“Dormi.” gli ordina il senpai, senza allentare la presa.

Momotarou ridacchia, beccandosi un pizzicotto sul fianco. Nasconde il viso nell'incavo della sua spalla, sfregando la pelle contro quella di Sousuke, rilassandosi di nuovo mentre il ragazzo traccia piccoli cerchi sul suo fianco.

“Anche a me piaci tanto.” gli sembra di sentire, prima di addormentarsi.

Anche se non l'ha sentito davvero, il battito accelerato che sente sotto l'orecchio non gli lascia nessun dubbio.

   
 
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