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Autore: jas_    05/09/2015    3 recensioni
[Stalia]

«Non farlo mai più» ripeté Malia tra sé e sé, col respiro leggermente accelerato e gli occhi vigili sulla strada. Si morse il labbro inferiore e lanciò uno sguardo al contachilometri, spostandosi poi sul profilo di Stiles.
Il suo naso alla francese fu la prima cosa che attirò l’attenzione di Malia, che spostò poi lo sguardo sulla sua pelle chiara e sui piccoli nei che risaltavano su di essa. Non aveva alcun accenno di barba, il che rendeva il suo viso candido ancora più innocente. Seguì poi la linea delle sue braccia fino ad arrivare alle sue mani sul volante. Le dita lunghe e sottili si muovevano su e giù, seguendo un ritmo che probabilmente Stiles aveva in testa, le sue unghie erano corte e mangiucchiate.
«Che c’è?» domandò il ragazzo, sentendosi osservato, ma senza osare distogliere nuovamente lo sguardo dalla strada.
Malia tornò a guardargli il viso serio e concentrato.
«Nulla» disse. «Ti stavo guardando» ammise, senza nessuna traccia d’imbarazzo o timore nella voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malia Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il caldo e l’afa erano spezzati soltanto da una leggera brezza che scompigliava le ciocche dei capelli di Malia che erano sfuggiti alla treccia che li raccoglieva. Era seduta su una panchina nel parco di Beacon Hills, all’ombra di un albero, con le All Star appoggiate sul legno dipinto di verde scuro e le ginocchia tenute tra le braccia, a sfiorarle il mento. Osservava alcuni bambini giocare sullo scivolo mentre si chiedeva quanti anni avessero, sembravano coetanei di sua sorella ma non riconobbe in quei visi nessuno dei volti che vedeva quando andava a prenderla a scuola. Avrebbe avuto nove anni compiuti, i capelli più chiari di quelli di Malia a sfiorarle le spalle e gli occhi scuri come quelli della sorella, pronti a far innamorare il ragazzo più bello della classe. Probabilmente avrebbe chiesto consiglio a Malia, che di dare suggerimenti non era capace, e avrebbe finito per ascoltare le sue amiche, alcune delle quali invidiose della sua bellezza e della sua esuberanza.
Malia si asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo senza che nemmeno se ne accorgesse, poco prima che Kira la raggiungesse. Quella mattina l’aveva chiamata e le aveva chiesto di incontrarsi per fare una passeggiata e due chiacchiere, Malia aveva accettato, contenta di non averla spaventata con i suoi comportamenti aggressivi alla festa di Lydia.
Malia si alzò dalla panchina.
«Stai aspettando da tanto?» domandò Kira, preoccupata.
La ragazza scosse la testa. «No, sono qui anch’io da alcuni minuti» spiegò, prima di incamminarsi con lei sul sentiero sterrato.
«Sai» cominciò Kira, mettendosi le mani nelle tasche della gonna in jeans che indossava. «Non capisco il fondamento delle voci che circolano su di te» ammise.
Malia trattenne un sorriso, per nulla sorpresa dal fatto che le persone sparlassero di lei. Non che avesse mai cercato di evitare la cosa, non se n’era mai interessata e non le importava delle cose che le persone dicevano sul suo conto, vere o false che fossero. «Del tipo?» domandò tuttavia, curiosa di saperne qualcosa di più.
«Che sei una stronza sociopatica.»
A quelle parole Malia scoppiò a ridere, lusingata dalle voci che giravano sul suo conto. «Almeno sono cose vere» osservò.
«Non sei una stronza sociopatica» rifletté Kira. «O almeno non con me.»
Malia le sorrise grata. «Beh, grazie per il complimento. Ma lo sono» confermò. «Con chi voglio io.»
«Tipo Stiles?» rifletté Kira, divertita.
«Esatto, e le persone che non mi vanno a genio in generale, ossia il 99% della popolazione di Beacon Hills.»
A quelle parole Kira scoppiò in una fragorosa risata che la costrinse a chiudere gli occhi e coprirsi la bocca con una mano.
«Stiles non è poi così male se lo conosci» ammise. «È un buon amico.»
Malia annuì pensierosa, non lo metteva in dubbio. Nonostante tutto con lei si era sempre comportato bene, e per quello non lo poteva biasimare.
«Credo che anche Scott lo sia» ammise, cercando di sviare l’argomento di conversazione ma rendendosi conto solo dopo di come le sue parole sarebbero potute essere interpretate. «Insomma, è simpatico» si affrettò a chiarire.
Kira sorrise. «Sì ho capito cosa intendi» la rassicurò. «In effetti non mi posso lamentare, avrebbe potuto andarmi peggio.»
«Molto peggio» osservò Malia, pensierosa.
Kira la guardò confusa, certa che ci fosse qualcuno di specifico a cui si stava riferendo, senza tuttavia riuscire a capire chi.
«A proposito di Scott» esordì invece. «Poi dovrei passare a casa sua. Volevamo ordinare la pizza da un nuovo ristorante italiano che ha aperto in città. Dicono che sia buono. Se ti vuoi unire a noi…»
Malia sorrise imbarazzata. «È gentile da parte tua ma mi sentirei un po’ fuori luogo, insomma, non vorrei rovinare la vostra serata romantica…»
«Ma che serata romantica!» esclamò  Kira. «Ci sarà anche Stiles.»
«Credo sia quasi peggio» ammise Malia, divertita.
«Insisto. Avrai la possibilità di conoscerlo meglio e capire che alla fine non è poi così male come sembra.»
 
 
 
Malia si era ritrovata costretta ad accettare l’offerta, più per l’insistenza di Kira e per evitare di offenderla che perché fosse davvero interessata ad approfondire la conoscenza di Stiles. Così, quando era giunta l’ora di tornare a casa, Malia aveva seguito Kira verso la casa di Scott che distava soltanto a poco più di dieci minuti a piedi dal parco.
Perfino dal portico sul quale stavano aspettando che qualcuno venisse loro ad aprire erano udibili delle strane urla.
«Stanno giocando ai videogiochi» spiegò Kira, cercando di giustificare il baccano.
Dopo alcuni secondi qualcuno aprì la porta. Scott accolse le ragazze con un sorriso e diede un rapido bacio sulla bocca di Kira.
«Scusate, dovevamo finire il duello» si giustificò per il ritardo nel rispondere, spostandosi dall’uscio per far spazio all’interno della casa.
«È arrivata Kira?» domandò Stiles dal salotto, con lo sguardo concentrato sulla televisione e il telecomando tra le mani.
«Sì, c’è anche Malia» spiegò Scott, tornando a sedersi accanto a lui sul divano.
A quelle parole Stiles si voltò di scatto, vedendo la ragazza prendere posto di fianco a lui e lasciando quello vicino a Scott a Kira.
«Oh, ciao» disse, leggermente frastornato. «Non mi aspettavo di vederti qui.»
«E invece…» rispose sconsolata Malia, lasciandosi andare sullo schienale del divano ed osservando lo schermo della tv.
Stiles non rispose, tornando a concentrarsi sul videogioco.
«Sai giocare a Call of Duty?» domandò Scott dopo alcuni attimi di silenzio, interrotti soltanto dal rumore degli spari in televisione.
Malia scosse la testa. «Non amo molto i videogiochi» ammise. «Soprattutto quelli di guerra.»
«Macchine?» domandò Stiles, distogliendo per un istante gli occhi dalla tv per guardarla.
Lo sguardo di rimprovero che Malia gli rivolse, però, lo costrinse a deconcentrarsi dal gioco per un attimo di troppo.
«Morto!» esclamò Scott, alzando le braccia al cielo, mentre sulla parte sinistra della televisione lampeggiava la scritta “game over”.
«Non vale!» esclamò Stiles seccato, lasciando il telecomando sul tavolino e buttandosi con la schiena sul divano.
«La prossima volta guarda meno Malia e di più ciò che stai facendo» lo riprese amichevolmente Scott, facendo arrossire visibilmente Stiles che abbassò lo sguardo imbarazzato.
Malia sorrise divertita. «Non pensavo fossi così schiappa» lo prese in giro, dandogli una leggera gomitata sul fianco.
«È colpa tua» si lamentò lui, mettendosi a braccia conserte e mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
Malia lo guardò con la coda dell’occhio, aveva un’espressione corrucciata, le labbra serrate e le sopracciglia increspate. Lo trovò divertente, e avrebbe continuato ad importunarlo se Kira non avesse parlato.
«Ordiniamo le pizze? Io ho fame» si lamentò.
 
 
 
Il film non era arrivato nemmeno a metà quando Malia sentì qualcuno appoggiarsi sulla sua spalla. Abbassò lo sguardo senza muovere la testa e vide con la coda dell’occhio Stiles che dormiva profondamente, la bocca aperta e il respiro pesante.
Increspò le labbra a quella visione, i suoi capelli le solleticavano il collo e poteva sentire l’odore del dopobarba che utilizzava. Sembrava che non dormisse da giorni talmente pareva stanco e spossato. Malia prese il telefono dalla tasca dei jeans per controllare l’ora, erano le dieci passate. Sarebbe stato meglio se fosse tornata a casa, onde evitare che suo padre arrivasse dal lavoro senza trovarla.
«È meglio che io vada» disse, rivolgendosi a Scott e Kira, accoccolati dalla parte opposta del divano.
A degli occhi estranei quella sarebbe potuta sembrare una classica uscita a quattro, se non fosse stato che a Malia non interessava conoscere Stiles sotto quel punto di vista.
Avevano passato tutta la serata a lanciarsi frecciatine e a fare battute punzecchianti, cercando di avere sempre l’ultima parola. Ma Malia aveva imparato a difendersi con le parole più di quanto non facesse con le mani e aveva quasi sempre zittito il ragazzo che si limitava ad alzare gli occhi al cielo, in realtà non troppo infastidito da quella situazione.
«Di già?» domandò Kira, spostando il braccio del suo ragazzo dalle spalle per poter vedere il viso di Malia.
Lei annuì. «Per Stiles non sembra che sia molto presto» osservò, trattenendo una risata.
A quel punto alzò leggermente la spalla destra, facendo muovere di conseguenza la testa di Stiles, che tuttavia non sembrò per nulla disturbato da quel gesto.
«Stiles» lo chiamò a bassa voce lei, cercando di svegliarlo.
A quel punto, non ricevendo alcuna risposta, avvicinò la mano sinistra alla bocca del ragazzo e con un gesto rapido gliela tappò, facendogli aprire gli occhi di scatto, spaventato.
«Ma che…» esclamò lui, drizzando la schiena immediatamente e guardandosi intorno spaesato e terrorizzato.
Malia non riuscì a trattenersi dal ridere. «Scusa» disse, senza tuttavia sforzarsi di risultare credibile.
«Mi hai fatto prendere un infarto» si lamentò lui, col respiro ancora accelerato per il brusco risveglio e lo spavento.
«Mi stavi pesando sulla spalla» spiegò lei. «E io devo andare.»
A quel punto Stiles si stropicciò gli occhi ancora assopiti dal sonno.
«Che ore sono?» domandò, guardandosi intorno alla ricerca del suo cellulare.
«Quasi le dieci e mezza» disse Malia, alzandosi e prendendo la giacca in jeans che aveva appoggiato sul bracciolo del divano quand’era arrivata.
«È meglio che anch’io vada a letto» osservò Stiles, approfittando dello spazio vuoto lasciato da Malia per stiracchiarsi comodamente.
«Andate tutti?» domandò allora Scott, abbassando leggermente il volume della televisione per poter parlare  più tranquillamente.
Malia annuì. «Grazie per la bella serata» disse, rivolgendo un sorriso gentile al ragazzo.
«Ti chiamo in settimana» l’avvertì Kira. «Buonanotte.»
«Certo, buonanotte» rispose Malia.
«Ciao a tutti» salutò invece Stiles, seguendo la ragazza fuori da casa di Scott.
«Che freddo» esclamò non appena si chiuse la porta d’entrata alle spalle.
L’aria serale era fredda e colpì all’improvviso il viso ancora assonnato di Stiles, facendogli lacrimare leggermente gli occhi. Attraversò il vialetto della villetta fino a raggiungere la strada e quando notò che Malia era in procinto di incamminarsi sul marciapiede, si arrestò.
«Non vuoi un passaggio?» domandò, estraendo le chiavi della macchina dalle tasche dei jeans.
«Abito a dieci minuti a piedi da qui» spiegò, stringendosi nelle spalle con l’intenzione di contrastare l’aria fresca.
«Dai sali in macchina» la spronò lui, superando il jeep per arrivare dalla parte del guidatore. «È buio» aggiunse, mentre inseriva la chiave nella serratura dell’auto.
«Non avrai ancora paura» insistette Stiles, sfidandola implicitamente. Sapeva che non avrebbe facilmente mostrato le sue debolezze, soprattutto se poteva farne a meno. Infatti Malia abboccò. Alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla macchina.  
«Lo sai che sei una brutta persona, vero?» lo riprese, salendo a bordo.
Stiles girò la chiave ed attese alcuni istanti perché questa si accendesse. «Perché tu no?»
Malia si voltò a guardare Stiles e sorrise lievemente. Stava per rispondere ma fu distratta dall’auto che si muoveva, e istintivamente allungò la mano per stringere il braccio di Stiles, nervosa.
«Non preoccuparti» la tranquillizzò lui. «Vado piano.»
Malia sospirò sollevata e mollò leggermente la presa, tuttavia prima che potesse riappoggiare la propria mano sulla coscia, sentì le dita di Stiles intrecciarsi con le sue. Alzò lo sguardo di scatto, sorpresa e confusa da quel gesto, ma lui continuò a mantenere lo sguardo sulla strada, indifferente.
«Così magari ti calmi» disse soltanto, sorridendo lievemente.
A quelle parole Malia annuì, cercando di concentrarsi sul calore che la pelle di Stiles emanava e non sulla lancetta del contachilometri che sfiorava i quaranta.
Abbassò lo sguardo sulle dita ossute di Stiles, rese ancora più pallide dal contrasto con la sua pelle, leggermente più scura.
«Perché vai da Deaton?» domandò allora, tutt’ad un tratto, alzando la testa per guardare il profilo di Stiles.
A quella domanda le sopracciglia del ragazzo si aggrottarono leggermente. «Tu perché ci vai?» chiese.
Malia gli avrebbe detto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, ma non aveva nulla da nascondere, anzi, le parve strano sentirsi chiedere qualcosa la cui risposta era palese.
«Credo sia piuttosto ovvio» disse quindi.
Stiles lasciò la presa dalla mano di Malia, e inizialmente lei lo prese come un gesto di seccatura, sentendosi poi una stupida per averlo pensato: doveva solo cambiare marcia.
«È ovvio soltanto il motivo generale, ma credo che ci sia un problema ben preciso.»
Malia sospirò, e si accorse solo in quel momento di essere arrivata ormai a casa. Intravide la casa infondo alla strada e notò le luci accese in salotto. Probabilmente suo padre era appena arrivato.
«Perché sono colpevole» mormorò allora lei, mentre l’auto perdeva velocità fino ad arrestarsi completamente.
«Colpevole per che cosa?» domandò Stiles confuso, voltandosi finalmente verso Malia.
«Guidavo io» spiegò soltanto lei, incastrando i suoi occhi neri in quelli del ragazzo, che la guardavano sorpresi.
«Ma non…»
«Senti lasciamo stare» lo interruppe Malia, aprendo la portiera dell’auto. «Grazie per il passaggio» aggiunse, un attimo prima di scendere dall’auto.
Stiles la salutò con la mano. «Non c’è di che» mormorò confuso, ma la sua voce fu sovrastata dal tonfo della portiera che si chiudeva alle spalle di Malia.
La ragazza attraversò il giardino poco curato ed entrò in casa. Non aveva ancora saputo il motivo delle sedute di Stiles da Deaton.



Eccomi!
Sono rientrata ieri in possesso del mio computer e ho aggiornato il prima possibile.
Non aprivo efp da quando ho postato il capitolo scorso e se devo essere sincera, sono rimasta piacevolmente sorpresa dalle recensioni che ho ricevuto (graziegraziegrazie, rispondo tra un attimo!)
Che dire? La storia prosegue, Malia è sempre più curiosa nei confronti di Stiles tuttavia non riesce ancora a scoprire il motivo delle sue sedute da Deaton.
Tutto verrà rivelato a tempo debito, non vi preoccupate. Io però voglio sapere cosa ne pensate voi di come si stanno sviluppando le cose.
Vi ringrazio per l'appoggio,
al prossimo capitolo!
Jas


 





   
 
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