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Autore: Maico    05/09/2015    6 recensioni
|introduzione rivista|
Cap. XXXIV
-Scordatelo testa d'ananas! Non lo metterò mai!
Nico ormai stava urlando nel negozio di costumi, attirando l'attenzione di non poche persone. Ma a lui non importava, non avrebbe mai messo quel coso!
-Dai pulce! È adattissimo per te!
Will gli sventolò sotto il naso il costume da Dracula, con tanto di denti finti in mano.
-No!- ribatté il moro quasi facendo uscire uno scheletro dal terreno per picchiare Will.
Cap. XXXV
-Questo..- sussurrò appoggiando le labbra sulla bocca schiusa del biondo -È il mio regalo di Natale per te.
-Dovrei farmi mettere k.o. più spesso.
-Dovresti smetterla di piombare improvvisamente le vigilie di Natale. Non ho nessun regalo decente.
Entrambi stettero stretti in silenzio per un po', prima che Will rise stingendoselo al petto.
-Beh, questo regalo improvvisato mi piace molto..
Cap. XXXVI
Il cielo era bianco. Bianco accecante.
Forse avrebbe nevicato.
Sorrise mostrando le fossette.
Magari lui e la testa d'ananas avrebbero potuto combattere a battaglia di neve.
Chissà perché Will l'aveva portato lì.
Il ventotto gennaio.. A lui non veniva in mente nulla.
(IN FASE DI CORREZIONE)
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico/Will, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ESTATE
 
 
-Pasqua
Di nottate decisamente strane-
 
 
 
 
 
 
 
 
Il figlio di Apollo era sempre stato un ragazzo aperto, pronto a nuove quanto strane esperienze. 
Se era gay mica poteva essere di mentalità chiusa no?
Comunque, lui era di indole dolce, allegra, il classico ragazzo della porta accanto. 
Ecco, il punto era: come accidenti aveva fatto a innamorarsi della persona più cupa e terrificante dell'intero pianeta?
Vabbè.. Sul dettaglio "cupo" ci stavano lavorando ma sul "terrificante" non c'era niente da fare. 
Il bello era che il figlio di Ade sembrava divertirsi della paura che suscitava nelle altre persone con un solo sguardo. 
A lui, modestamente, quei due opali non avevano mai terrorizzato, messo in soggezione sì, ma mai aveva pensato di scappare a gambe levate e strillare come un ossesso. 
Cercando di capire da dove derivasse, e soprattutto correggere, questo suo "sadismo" ne era finito contagiato. Più volte si era ritrovato a sghignazzare per le facce pallide o gli occhi sgranati dei poveri malcapitati. 
Se aveva anche solo influenzato positivamente Nico qualcosa lui gli doveva pur passare no?
Era semplice logica. 
Ma Nico rimaneva sotto sotto il solito Ghost King e ancora più sotto c'era il bambino rompi palle che riusciva ad esasperare l'intero campo con le sue insistenti domande. 
Ma stava divagando. 
Quello che voleva dire da circa trenta minuti era che il suo fidanzato era decisamente inquietante quando voleva. 
Erano felicemente stesi sul comodo ed enorme letto circolare della cabina tredici; Will come al solito si era quasi del tutto appropriato dell'intero materasso mentre il povero Nico era schiacciato sull'orlo, con metà corpo del biondo steso addosso. 
Entrambi non accennavano a muoversi. 
Will trovava troppo rilassanti i massaggi al cuoio che il figlio di Ade gli sapeva regalare con le dita fredde e sottili, e Nico.. Lui non riusciva praticamente a muoversi sotto tutto quel corpo abbronzato. 
-Che facciamo?- aveva biascicato Will ancora concentrato sui grattini. 
-Tu ti sposti e io riprendo sensibilità alle gambe?- propose di rimando il moro tirandogli leggermente i capelli. Will socchiuse gli occhi, fissandoli e intrecciandoli con quelli del suo ragazzo. 
-No- si lagnò allungando la vocale -Perché non ci coccoliamo?
Detto così si girò, spalmandosi comunque sul più piccolo ma sorreggendosi il busto con i gomiti e accarezzando distrattamente qualche ciocca troppo lunga. 
-Non tagliarteli più- borbottò rigirandosi una ciocca nera fra l'indice -sono più sexy lunghi. 
Nico rise, avvolgendolo con le braccia alla vita e portandoselo più vicino nonostante il biondo lo superasse ancora sia di altezza che di peso. 
Rise talmente tanto che gli vennero le lacrime agli occhi. 
Anche Will sorrise, emettendo un piccolo sbuffo dal naso e poggiando le labbra sul più piccolo. 
Non funzionò completamente ad arrestare l'attacco di ilarità della pulce ma almeno adesso riusciva a respirare correttamente. 
-Io sono sempre sexy- disse con voce bassa e roca il più piccolo, facendo venire la pelle d'oca alla testa d'ananas. 
Ecco, quello era il lato cupo. 
Will sbuffò, mordicchiando per ripicca la punta del naso leggermente all'insù di Nico. 
-Dai! È Pasqua e noi ce ne stiamo rinchiusi qua dentro a guardare il soffitto senza far niente. Mi annoio!
Nico si sistemò meglio, stringendo le ginocchia sui fianchi del biondo. 
-Quindi cosa proponi?
-Mangiare cioccolata?
Nico alzò gli occhi al cielo. 
-Se poi diventi una palla non è colpa mia! Con tutto il cioccolato con cui ti rimpinzi ogni volta che vieni a farmi visita o io vengo da te non mi stupirei se adesso al posto degli addominali avessi un bel pancione. 
-Ehy! La mia è una tartaruga al contrario! I muscoli sono dentro!
Nico lo guardò per un lungo istante prima di scoppiargli a ridere in faccia. Il figlio di Apollo, per tutta risposta mise il broncio, cadendo a peso morto sul più piccolo cercando di farlo smettere. 
-Mi sento ridicolo- borbottò guardando male la sua pulce. 
Chiuse gli occhi, rilassandosi alle vibrazioni che scuotevano il corpo dell'altro a causa delle troppe risate. Appoggiò la guancia sul petto chiaro avvolto da una t-shirt leggera e ascoltò i battiti lenti ma forti del cuore di Nico. Non ci misero molto le dita sottili del moro ad accarezzargli la guancia, facendogli schiudere un occhio. 
-Mi perdoni?- chiese il più piccolo facendo un mezzo sorriso, mordendosi l'angolo della bocca con un canino. 
Will imprecò mentalmente. 
Aveva già detto a Nico di non fare così. 
"No" avrebbe voluto rispondere ma la sua mente era totalmente assorta dal movimento delle labbra sottili e ancora leggermente arrossate e gonfie. Senza accorgersene si ritrovò a dire di sì. 
Dannato lui e il suo ragazzo sexy!
-Hai imbrogliato!
-Ma cosa dici testa d'ananas! Sei tu quello facilmente abbindolatile. 
-Mi stai portando fuori argomento!- disse dopo qualche minuto Will, alzandosi di scatto. 
Ignorò un'occhiata storta dal suo ragazzo e andò verso l'armadio per trovare qualche vestito decente. 
In quegli ultimi tempi Will aveva soggiornato quasi sempre nella cabina del figlio di Ade dato che le sue visite erano sempre di poche ore o al massimo un giorno. 
Quella era come diventata una seconda casa, decisamente arredata meglio di qualunque altra cabina lì al campo e con ogni confort possibile, ma solo la presenza dell'altro lo faceva sentire come con la sua famiglia. 
-Che stai facendo?- chiese Nico afferrando al volo un paio di jeans blu scuri che il biondo gli aveva lanciato ma non riuscendo a bloccare l'assalto di una maglia di cotone nera con lo scollo a V che andò a spiaccicarsi sulla sua faccia. 
-Solace!- sbottò irritato togliendosi il capo dai capelli e posandolo con non molta delicatezza sul materasso. Solo perché era un regalo di Hazel, Nico non l'aveva rispedita al mittente con il triplo della forza. 
-Usciamo- enunciò deciso il dottore già iniziando a cambiarsi in mezzo alla stanza. 
Nico sbuffò, ricadendo con un tonfo sul letto. 
-Non mi va!- si lamentò -Non voglio uscire per poi essere pedinato da più di metà campo! 
Will alzò gli occhi al cielo, mettendosi una maglietta verde acceso. 
-Come sei drammatico!
-Tanto lo sai anche tu che finisce sempre così, certe volte mi chiedo se siano degli stolker. 
Nico sospirò guardando di sottecchi il dottore che stava trafficando con la cerniera dei jeans. 
Ormai da tempo si era rassegnato vedendo la testa d'ananas girare senza qualche indumento per la sua cabina ma i litigi di Will con le zip erano sempre i migliori. Una volta si era perfino tagliato l'indice cercando di sbloccare la cerniera. 
-Ma io volevo andare al cinema!
Nico represse un brivido al pensiero di tornare a New York. 
-Ti prego pulce! Giuro che ti proteggerò da qualsiasi Melissa!
Il moro rotolò giù dal letto, giusto in tempo per evitare il tuffo kamikaze del suo fidanzato sul materasso. 
Prese un asciugamano nel disordine generale della stanza, tutta colpa di Will, e si diresse verso il bagno agguantando anche il suo cellulare e le cuffie. 
-Dove vai?- guaì la testa d'ananas facendo il labbruccio. Nico gonfiò le guance in uno sbuffo, distogliendo lo sguardo dai due zaffiri del biondo. 
-Se dobbiamo uscire prima mi voglio lavare- borbottò mentre il viso del fidanzato si apriva in uno smagliante sorriso. Ghignò. 
-Se vuoi puoi unirti a me- non perse tempo a gustarsi le diverse tonalità di rosso che imporporarono le guance dell'altro e corse in bagno, lasciando però la porta socchiusa solo per stuzzicare maggiormente, e aggravare l'imbarazzo soprattutto, della sua testa d'ananas. 
-Il film lo scelgo io!- urlò il figlio di Ade prima di immergersi nell'acqua calda. 
Non ricevette risposta. 
Magari Will era svenuto per l'imbarazzo. 
 
-AH!!!
Le urla della sala gli fecero alzare gli occhi al cielo ma ancor di più il biondino figlio di Apollo che gli aveva arpionato il braccio con tanta di quella forza da non far più defluire il sangue alle dita della sua mano, sempre stritolata da quella di Will. Magari glielo avrebbe spezzato l'arto prima della fine di quella giornata. 
Osservò con un sopracciglio inarcato lo schermo mentre la testa d'ananas premeva il suo volto contro il suo collo. Gli diede delle leggere carezze, passando le dita fra i ricchi chiari del suo ragazzo. 
Gli venne voglia di ridere notando che quel comportamento era molto simile alle ragazze presenti in sala, ma non ebbe il cuore di prenderlo in giro dato che quel film evidentemente lo stava terrorizzando seriamente. 
Eppure lui non lo trovava così tremendo. 
Aveva visto molto di peggio di quel coso. Qual era il titolo? 
Bab.. Doba.. 
Ci pensò su mentre l'attrice che doveva essere impossessata strangolava il suo cane. 
Babadook!
Will rischiò di togliergli tutta l'aria dai polmoni abbracciandolo come un cuscino o un peluche. 
Stupido film horror. Stava rischiando di morire e non certo per la paura. 
-Will- sussurrò storcendo la bocca per le nuove grida dei pubblico e per il gemito strozzato del suo ragazzo -adesso puoi guardare, la parte paurosa è finita. 
Da quanto era sceso così in basso da dire "pauroso"?
Osservò il più grande scostarsi leggermente e aprire solo un occhio blu verso lo schermo. 
Sospirò. 
Quando faceva così quella testa d'ananas era veramente adorabile però. 
Si appoggiò di più alla poltrona iniziando a pensare che forse aveva un tantino esagerato nei confronti di Will. Non poteva sapere che fosse così... delicato... ma, magari, poteva trattenersi dallo scegliere proprio un horror. 
Lo strinse di più quando cercò nuovamente rifugio nelle sue braccia e lo abbracciò per infondergli un po' di coraggio. 
-Se non vuoi vederlo possiamo andare via- gli disse dandogli un bacio in mezzo ai suoi ricci biondi -Basta che me lo dici testa d'ananas e torniamo al campo subito. 
Will lo fissò, quasi commosso per quella sua proposta, ma poi quasi pigolando rifiutò con un tremante "no"
Inutile dire che si smentì neanche due minuti dopo quando, in una scena che Nico reputò senza senso logico, Will più metà delle altre persone lì presenti urlò terrorizzata. 
E allora, in quel momento, temendo per le sue povere costole quasi rotte dal suo biondino, Nico si decise ad essere magnanimo e teletrasportare quella zucca vuota della testa d'ananas nuovamente al campo. 
Caddero a terra, con Will ancora aggrappato a lui che si guardava stralunato intorno. 
-Dove..? Chi? Ma che diamine! Nico!
-Eh?- rispose con un grugnito il moro mettendosi dritto almeno con il busto. 
-Perché siamo tornati al campo?
-Scherzi?- Nico volle dargli un coppino -Will eri terrorizzato!
Il figlio di Apollo si adombrò in un batter d'occhio, corrugando la fronte e mordendosi forte il labbro inferiore. Nico, nonostante fosse rimasto incantato qualche istante ad osservare le labbra piene dell'altro, capì subito che c'era qualcosa che non andava. 
Gli mise quindi una mano sulla spalla, avvicinandosi fino ad essere ad un palmo dal naso dal più grande. 
Era difficile mettere a fuoco molti dettagli dato che erano le nove di sera inoltrare e il buio ne inghiottiva molti, ma Nico voleva vedere gli occhi di Will. Voleva vedere quel blu meraviglioso e capire cosa turbasse tanto l'altro. 
Gli prese quindi in una morsa ferrea il volto costringendolo a scontrare i loro sguardi. 
-Dimmi cosa pensi- gli sussurrò mentre alcuni rumori del campo risuonavano fino a dove erano loro -Non mi piace non capirti. 
"Che schifo di Pasqua" pensò amareggiato il figlio di Ade. 
-Ho paura- sussurrò allora Will, facendo quasi sobbalzare per la sorpresa Nico che non si aspettava una sua uscita. 
-È normale, hai appena visto un horror. 
Ma l'altro scosse la testa, sorridendo debolmente e poggiando come una carezza le labbra su quelle sottili del più piccolo. 
-Non è per quello- gli soffiò in quel bacio -Ho paura di deluderti Nico. 
E finalmente Nico lo guardò. 
Sul serio. 
Vide quello che stava nascosto dentro di lui. Quell'insicurezza che veniva messa da parte con i suoi splendenti sorrisi. 
-Se un idiota- gli disse Nico con uno sguardo di fuoco. 
-Ma Nico..
-Sta zitto testa d'ananas!- sbottò alzandosi in piedi e lasciandolo a terra. Will capì che questa volta il nomignolo non era affettuoso ma utilizzato come un vero e proprio insulto. 
-Ti fai questi problemi per un film? Sul serio?- continuò il moro alzando la voce sempre di più facendo desiderare al figlio di Apollo di diventare sempre più piccolo fino a scomparire -Che cazzo di senso c'è?!
Davvero quel babbeo pensava di essere inferiore a lui in qualche modo? Mm! Lo avrebbe volentieri preso a pugni in quell'istante!
-Senti emerito babbeo- disse alzando le mani -Dimmi quando un po' di cervello ti ritorna dalle vacanze pasquali. Io adesso me ne torno in cabina. 
Lo lasciò così, fin troppo arrabbiato per stargli ancora affianco senza tirargli un destro. 
 
Fissava il soffitto. 
Non riusciva a dormire. 
O meglio, non più. 
Quella sera aveva di nuovo avuto un incubo. 
Lui sapeva che non sarebbero di certo finiti da un momento all'altro ma dopo tredici giorni di totale riposo una magra speranza ce l'aveva avuta. Ma il Tartaro gli aveva fatto di nuovo visita, bussando prepotente nella sua mente e tirando un calcio alla porta onirica scardinandola. 
Beh, di certo non sapeva le buone maniere. 
Rivedere tutto di nuovo era stato difficile. Molto, come ogni a altra volta e per un attimo si era perfino perso, non capendo che quella era solo una sua mera imitazione. 
Reyna gli aveva insegnato a tenere a bada i sogni ma quella sera si era ritrovato con la guardia abbassata e ovviamente gli incubi ne avevano subito approfittato. 
E quindi adesso stava sveglio. 
Alle tre e ventiquattro di notte e fissare il soffitto e occasionalmente il lampadario. 
Accennò ad un sorriso, ripensando al giorno del restauro della sua cabina. 
Gli venne da ridere ricordando quell'orrendo disegno che avevano fatto i suoi amici mentre tinteggiavano. Quanto potevano essere stupidi per disegnare un'imitazione della scena madre del film "Titanic"? Film che tra parentesi Pips e Annie -e anche Hazel minacciandolo in Iride chiamata- lo avevano obbligato a guardare. 
Osservò la parete. 
Allungò una mano nel buio, come a sfiorarla con le punte delle dita nonostante la distanza. 
Sotto alla tintura e all'orrido disegno gli sembrava anche di intercedere quel cuore che avevano fatto Jason e Percy, con il suo nome e quello di Will uniti da un più. 
Bei ricordi. 
Se non sbagliava li aveva anche minacciati per coprirlo subito prima che la testa d'ananas lo potesse vedere. 
Si rigirò, immergendo il viso nella stoffa del cuscino. 
Si annoiava!
Magari poteva avocate uno scheletro o un anima per giocare a dama o scacchi. 
Non gli sembrava un'idea così tremenda. Ma.. E chi ci aveva voglia di mettersi a fare tutti quei riti voodoo a quell'ora? E poi mica voleva sporcare il soffice tappeto con della coca!
No. 
E allora che faceva?
Rassegnato si tirò su a sedere, togliendosi da davanti agli occhi diverse ciocche di capelli. Si stropicciò gli occhi, accendendo una lucina. 
Osservò la camera in penombra. 
Magari un film? 
Si certo. Dubitava fortemente che alle tre e mezza ci fossero dei film decenti. 
Poteva giocare con qualche videogioco.. E alzarsi per accendere la console? Abbandonando il suo posticino caldo? Non se ne parlava neanche lontanamente. 
Beh... Poteva leggere un po'. I libri ce li aveva nell'incassatura sotto il letto. 
Si mise quindi a testa sotto, cercando con lo sguardo un titolo che lo potesse attirare. 
Passò le dita pallide sulle copertine, scorrendo velocemente e leggendo -per quanto ci riuscisse stando a testa in giù- i diversi titoli. 
Si soffermò su "Pandora" di una certa autrice italiana, di cui aveva anche altri libri. Quelli che aveva letto gli erano piaciuti quindi magari anche quello poteva rivelarsi interessante. 
Fu così che alle tre e quarantasei si mise a leggere. 
 
Nico non soffriva di dislessia. 
Lo sapeva fin da quando era bambino dato che leggeva benissimo tutte le scritte minuscole sulle carte di Mitomagia. 
Forse fu questa sua particolarità, unita al fatto che lui era decisamente di una velocità fuori dal comune a finte i libri, a portarlo dopo neanche mezz'ora a leggere quasi metà libro. 
Come faceva a saperlo? 
Alle quattro e dodici qualcuno bussò alla sua porta distogliendolo dal racconto che aveva in mano. 
"Se è uno stupido scherzo qualcuno si farà male"
Prese la vestaglia, legandosela bene in vita con la cintura, e con un cipiglio tra i più arrabbiati che aveva scese dal letto e aprì di scatto la porta. 
Rimase fermo a fissarlo. 
E per l'ennesima volta si chiese perché più della metà dei loro incontri lo includessero in accappatoio. 
Will guardava ancora davanti a sé con gli occhi sgranati. Probabilmente nonostante la luce accesa non si era minimamente aspettato che Nico fosse sveglio e che gli avrebbe aperto. 
Il moro lo sondò con lo sguardo, non soffermandosi eccessivamente sul pigiama giallo che l'altro indossava. 
-Che c'è?- chiese scontroso, reprimendo l'impulso ti strattonarlo dentro e utilizzarlo come cuscino, ricordandosi che lui era furioso con il suo dottore. 
-N-non- il biondo guardò a terra diventando paonazzo -non riesco a dormire. 
Il figlio di Ade lo fissò con occhi sgranati, senza sapere neanche lui tanto bene per quale sentimento lo fece.
-Posso passare qui la notte?
Ti prego, no Will! Non fare quel l'espressione da cane bastonato..!
-Entra- dannazione! -Ma solo per sta volta. 
Nico lo osservò prima di chiudere la porta, lo vide andare spedito nel letto, rabbrividire vedendo il libro e coricarsi dove, finta pochi istanti prima, si trovava lui. 
Rassegnandosi lo seguì, mettendosi al suo fianco e cercando di continuare a leggere. 
Ben presto però qualcosa gli si appoggiò sulle gambe e non poté fare a meno di fissare la testa bionda di Will. 
La testa d'ananas, continuando ad evitare il suo sguardo, si avvinghiò a lui anche con le gambe e braccia, immergendo il viso fra le coperte attorcigliate. 
Nico sapeva di dover essere arrabbiato. Lo sapeva benissimo. Ma si diede comunque dell'idiota per aver obbligato l'altro a vedere un horror. Quindi, ancor prima che se ne rendesse conto, si era ritrovato ad immergere una mano nei ricci biondi per tranquillizzarlo almeno un po'. 
Non disse niente e tornò alla sua tanto amata lettura. 
Sei pagine dopo il silenzio che si era creato si ruppe. 
-Che leggi?
Spostò i suoi occhi d'ossidiana fino al dottore che credeva essersi addormentato. 
-Di che parla?- ritentò il più grande non ottenendo una risposta. 
-Di una che muore ma vaga ancora sulla terra. Poi ci sono questi demoni che..
Will gemette e tornò con la testa fra le coperte. Nico lo osservò nel suo intento di scomparire. 
-Ne ho abbastanza di sovrannaturale- borbottò. 
Passò un lungo momento di silenzio prima che il tonfo del libro che si chiudeva non face alzare lo sguardo al figlio di Apollo. 
-Ho paura- disse quindi il biondo -Nico tu sei straordinario e io ho paura di diventare un peso per te. Ho paura, anzi no, il terrore che tu mi possa metter da parte e non guardarmi più. Osservandoti tutto di te mi fa pensare che tu sia unico. Come una gemma preziosa che per puro caso io ho trovato ed intascato. 
-E tu hai messo su tutto sto discorso perché a me non spaventano gli horror?
-Anche prima lo pensavo. Questa è stata solo la prova che io non riesco neanche a stare lontanamente al tuo livello. 
-Will quello che dici non ha senso! Sei un idiota se lo pensi sul serio! Le persone sono diverse e ognuno ha i suoi gusti; il fatto che a me quel dannato film non abbia fatto spaventare non ha nulla a che vedere con questi discorsi. Io ho visto cose Will.. Cose ben peggiori che nemmeno nei tuoi incubi immagini. Cose che non potranno mai essere messe su schermo o altro. Io non sono coraggioso, anzi penso che se fossi stato un normale semidio adesso starei ancora tremando di paura per quel film. Io ho solo visto di più. 
Si accasciò contro la spalliera del letto, prendendo un profondo respiro. Parlare con quella testa d'ananas lo svuotava sempre di ogni energia. 
Guardò di nuovo il soffitto. 
-Nico..
No. Non doveva guardarlo. Non.. Lui non..
-Ti riferisci al Tartaro?
Un brivido freddo scosse il più piccolo. 
-Non ne voglio parlare. 
-Pulce..
-Ho detto che non ne voglio parlare!
-Non ti voglio obbligare- sussurrò Will stringendo quel corpo tremante -Non voglio farti soffrire Nico. 
Nella stanza rimbombò solo il respiro spezzato della pulce prima che si lasciasse andare fra le braccia di Will. Lo strinse, lo strinse talmente forte che temette di spezzarlo. 
E le lacrime gli pungevano forte gli occhi mentre pensava che il biondo non si sentisse alla sua altezza quando lui stesso aveva il bisogno del figlio di Apollo per reggersi. Per non tornare in quel vortice di solitudine che lo aveva inghiottito tempo prima. 
Ed era davvero difficile trattenersi e non piangere in quell'abbraccio. 
Scivolarono giù, fino a stendersi. Avvolgendosi entrambi nelle coperte e chiudendo gli occhi nel loro calore. 
Senza che glielo dicesse, Will spense la luce, facendo ricadere la stanza nel più completo buio. 
-Era tutto buio. 
Will strinse di più la presa su Nico a quella flebile frase. 
-Nico non sei obblig..
-Ma non era solo quello- continuò ignorandolo -Riuscivi a vederti intorno. Era il Tartaro ad esser nero. Tutto era di quel colore. E più camminavo e più tutto rimaneva uguale. Mi muovevo su quel terreno pulsante, vedevo questi bozzoli che contenevano i mostri e... E ne ero disgustato. Camminavo lungo il Flagentore. Ne bevevo le acque quando tutte le mie scorte erano finite. Quell'acqua...- una roca risata dolce amara gli fece tremare il corpo -Mi ricordo di averla benedetta ogni secondo e maledetta ogni minuto. Mi bruciava la gola, infiammandomi lo stomaco e i polmoni. Era come esser bruciati da un fuoco dentro che ti consumava fino alle ossa. 
Ci fu un attimo di silenzio. 
-I mostri.. Erano ovunque. Mi seguivano e io non sapevo che fare. Ho provato a mischiare il mio odore con la terra e il fango. Perfino con i resti dei mostri che uccidevo- sussurrò l'ultima frase come un gemito -Ma ovunque andassi il terreno sembrava cambiare direzione, portandomi verso di loro. Un labirinto senza fine e senza via d'uscita dove io ero la cavia che doveva girare in tondo fino a quando non fossi impazzito o morto. Pensavo di crepare per il sonno che mancava. Non ragionavo più lucidamente e il mio corpo si affaticava sempre più velocemente. Will sembravo uno dei tanti fantasmi che evocavo. Uno scheletro che cammina. Mi facevo paura da solo. 
E là, la voce tacque facendo piombare sulle spalle del biondo un macigno che non sapeva come mantenere. Non sapeva che dire o fare. Nico sembrava sconvolto. Sapeva, anche senza guardarlo, che in quel momento fissava il vuoto, gli occhi sgranati e spenti. 
Will non voleva far ricordare quelle cose a Nico. Perché sapeva che quelle parole non erano niente in confronto a quello che veramente era successo. 
-Adesso sei qui- gli disse quindi sistemandosi sopra di lui, i gomiti ai lati del suo viso -Sei qui con me. Al campo. Al sicuro. 
Si chinò fino a sentire il suo fiato tiepido sulle guance. 
-Adesso siamo solo tu ed io. 
Gli diede un bacio. 
Due, tre. 
Ne perse il conto mentre gli prendeva il volto e cercava di fargli passare via quei brutti pensieri. 
Perché Nico non si meritava quel passato. Lui era così puro, un'anima candida gettata fra le fauci di quella maledetta bestia che era il dolore. 
-Noi due- soffiò fra un bacio e l'alto. 
-Will?- si fermò guardandolo con un sorriso smagliante -Voglio un po' di cioccolata. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
AVE POPOLO FANGIRLIANO!
(O fanboyano??)
Comunque... Avete visto? Sono riuscita ad aggiornare prima dell'inizio della scuola e io sto morendo perché devo fare matematica! Quindi mi dispiace ma saltando scleri e tutta la combriccola voglio dire che ho fatto un cambio di programma. 
Manca un capitolo. 
Non preoccupatevi sarà moooooolto lungo -mi devo preoccupare se ho il presentimento che sarà il doppio di questo? Oddio credo che morirò-
Il tema del capitolo è stato trattato qualche volta qui su Efp. Io stessa ho letto qualche versione ma non vi dico che cosa tratta. 
Aggiornerò a fine mese -spero- dato che inizierà la scuola e poi dipende anche dal tempo libero che riuscirò a trovare. 
Non so che dire perché la matematica mi ha mandato in pappa il cervello 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto come a me. 
Kiss love and -unicorni blu sputa arcobaleni (?)-
Maico 
 
 
 
 
 
Ps. Mi stavo dimenticando:
Almeno prima dell'ultimo capitolo voglio correggere la storia. Voglio evitare errori troppo grossolani ma non modificherò in alcun modo la trama. Quindi.. Beh era tanto per farvelo sapere. 
Ciaooo 
   
 
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