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Autore: Sa_hp    05/09/2015    2 recensioni
- Diamine, Swan! Hai rovinato tutto. – si lamentò.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – gli rispose, calcando volontariamente l’accendo sull'ultima parola come lui faceva spesso. – che stai pianificando, Capitano?
- Volevo portarti la colazione a letto, ma ormai il mio piano è andato in fumo. Pazienza, vorrà dire che dovrai accontentarti di un buongiorno meno romantico.
Una raccolta di one-shot l’una indipendente dall’altra, il cui unico scopo è di raccontare come Emma e Killian si rapportano alle piccole cose quotidiane.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma si coprì gli occhi dai raggi del sole che la stavano accecando, maledicendosi per aver dimenticato di chiudere le tende la sera precedente. Colpa di Killian, naturalmente, che ancora una volta l’aveva trattenuta tra le sue braccia e poco dopo era stata sopraffatta dalla stanchezza, motivo per cui ora era fin troppo sveglia.
Avrebbe giurato che fosse ancora troppo presto per abbandonare il caldo del suo letto. Si girò dall’altra parte e portò il braccio destro ad accarezzare l’altro lato di quel letto, troppo grande per una sola persona. La trovò stranamente vuota. Evidentemente non era così presto come credeva. Sbuffando allontanò le coperte e si decise ad alzarsi.
Scese le scale, accorgendosi immediatamente dei rumori che provenivano dal piano inferiore. Si fece quasi prendere dal panico al pensiero che qualcuno si fosse introdotto in casa sua, ma chi diavolo avrebbe avuto il coraggio di fare irruzione nell’appartamento dello sceriffo nonché della salvatrice dotata di poteri e con un fidanzato pirata che non permetteva a nessuno di minacciare la sua salvezza.
Seguì i rumori fino alla loro fonte e si ritrovò in cucina. Tutto si sarebbe aspettata tranne quello. Killian rivolgeva le spalle scoperte – dannazione, quelle spalle – verso la porta, dove adesso lei si era comodamente poggiata godendosi lo spettacolo che le stava offrendo. Insomma non tutti i giorni Capitan Uncino si dedica ai fornelli.
Era così concentrato sul suo lavoro che non sentì la sua non troppo flebile risata quando si accorse che oltre ad essere occupato con posate, tazze e biscotti stava anche canticchiando qualcosa mentre muoveva i fianchi a ritmo della sua voce. Sarebbe potuta restare incantata a fissarlo di nascosto per ore, non che prima dell’inizio della loro relazione non avesse mai colto l’opportunità di farlo, ritrovandosi troppo spesso a sbirciarne le azioni con la coda dell’occhio quando era sicura di non  essere notata. Ma adesso era del tutto diverso, poterlo guardare ora sapendo che lui era completamente ignaro della sua presenza le dava una soddisfazione totalmente nuova.
Tuttavia la curiosità di sapere cosa stesse combinando ebbe la meglio e dopo qualche altro minuto si decise a manifestare la sua presenza con un colpo di tosse. Vide i muscoli della sua schiena irrigidirsi, il capo abbassarsi e subito dopo si voltò verso di lei con un’espressione di disappunto sul viso per essere stato colto in flagrante.
- Diamine, Swan! Hai rovinato tutto. – si lamentò.
- Buongiorno anche a te, tesoro. – gli rispose, calcando volontariamente l’accento su quell’ultima parola come lui faceva spesso. – Che stai pianificando Capitano?
- Volevo portarti la colazione a letto, ma tu hai mandato il mio piano in fumo. – sottolineò. - Pazienza, vorrà dire che dovrai accontentarti di un buongiorno meno romantico. – disse, avvicinandosi senza nascondere le sue reali intenzioni.
- Aspetta! – gli posò una mano sul petto, godendosi il calore che emanava contro la sua pelle fredda. La faceva sorridere come anche nelle piccole cose sembrava che si completassero a vicenda. - Sbaglio o questo è odore di cioccolata? – chiese, gli occhi che le s’illuminavano solo al pensiero.
- Sì, Swan. Cioccolata. Ora se non ti dispiace, ho ancora il bacio del buongiorno in sospeso. – disse, portandole una ciocca di capelli dietro la spalla con l’uncino.
- Ripensandoci potrei ritornare sopra, rimettermi sotto le coperte e fingere di dormire finché tu non termini il tuo lavoro qui e poi mi raggiungi, svegliandomi dolcemente con una tazza di cioccolata. Che dici? – tentò conoscendo però già la risposta.
- Allettante, devo ammetterlo, ma sarà per un’altra volta. – rispose.
Non le diede nemmeno il tempo di ribattere che si avventò sulle sue labbra, afferrandola per i fianchi in modo che non potesse allontanarsi. Non che ne avesse intenzione, chiaramente.
Lasciò che le loro labbra si accarezzassero prima dolcemente, come facevano ogni mattina da tanto tempo a quella parte, finché Killian non prese a stuzzicarle il labbro inferiore aspettando che lei reagisse come sapeva avrebbe fatto.
Era straordinario il modo in cui ormai si conoscevano, il modo in cui capivano quello che l’altro desiderava solo osservandone i gesti. E quello che Killian voleva non era poi un così grande segreto, non per la donna tra le sue braccia, che ora aveva portato le mani tra i suoi capelli, ben consapevole che le sue gambe avrebbero ceduto presto se avessero continuato in quel modo.
Come se le avesse letto nel pensiero, l’uomo la portò verso il bancone della cucina, sollevandola in modo da farla sedere e sistemarsi tra le sue gambe senza staccare naturalmente le labbra dalle sue.
Qualcosa però riportò la salvatrice alla realtà, un odore famigliare, eppure troppo pungente del normale.
- Killian. – sussurrò, ora che l’uomo aveva deciso di spostare la sua attenzione al suo collo, portando l’uncino a tracciare segni invisibili sulla pelle della coscia che la maglia extra large adibita a pigiama non riusciva a coprire.
- Adoro il mio nome sulle tue labbra. – sorrise maliziosamente sul suo collo, già ammirando i piccoli segni rossi che le sue labbra e la sua barba stavano lasciando.
- Killian. – ripeté. – Si sta bruciando qualcosa. – avvisò. Strabuzzò gli occhi allarmata non appena si rese conto della situazione. – La cioccolata! – quasi urlò.
Spinse via il pirata e portò i piedi a terra per precipitarsi immediatamente ai fornelli, lasciando l’uomo sconvolto che si ritrovò ad abbracciare improvvisamente l’aria.
- Sai, potrei diventare geloso del cioccolato. – l’avvisò, affiancandola. – Lascia finire me, dopotutto è stata mi l’idea di preparare la colazione. Anche se non te la servirò a letto.
- Beh se tu non avessi fatto così tanto rumore a quest’ora io starei ancora dormendo e avrei avuto la mia colazione a letto. – precisò.
- Ah, quindi ora sarebbe colpa mia? – rise. – Va a sederti Swan, è in arrivo la migliore cioccolata calda con panna e cannella che tu abbia mai assaggiato!
- Sbruffone. – lo canzonò, sedendosi al bancone della cucina in attesa dalla sua cioccolata.
Killian prese le due tazze e le posò sulla superfice, accanto ai toast alla marmellata, ai biscotti e a un piccolo fiore che avrebbe dovuto presentare a quella testarda donna di fronte a lui se solo non si fosse svegliata. Almeno ci aveva tentato.
- Ecco a lei, vostra altezza.
Emma sbuffò per quell’appellativo. Come più volte gli aveva ricordato lei non era una principessa, non sarebbe diventata sovrana di alcun regno, ma lui continuava a stuzzicarla solo per il gusto di vederle arricciare le labbra per il disappunto.
- La ringrazio per i vostri servigi, Capitano. – gli resse il gioco per poi dedicarsi totalmente alla tazza fumante davanti a lei. Prese un sorso di quella bevanda che ormai per lei era una vera e propria dipendenza e con sua grande sorpresa la trovò squisita.
- Però, pirata, devo dire che è davvero buona. – si complimentò.
- Avevi qualche dubbio? Dopotutto tu per prima dovresti sapere cosa sono capace di fare anche con una sola mano. – sorrise, cercando di nascondere con un’espressione innocente le allusioni nascoste nelle sue parole.
Emma arrossì, odiandolo per avere quel potere su di lei e odiandosi per il modo in cui reagiva alle sue azioni.
- Smettila, o potresti ritrovarti a non usare la tua mano per molto, molto tempo.
Bene bene, chi ha ora il coltello dalla parte del manico? Sorrise, godendosi l’espressione incredula dell’uomo e lentamente immerse l’indice nella sua tazza, sporcandolo di panna e passandolo poi sulle labbra dell’uomo che nel frattempo tentò di morderle il dito. Si allontanò un po’ per ammirare compiaciuta il suo lavoro e un secondo dopo si avventò su di lui per pulire le sue labbra con le sue. Quando si accorse di aver ripulito tutta la panna afferrò la sua tazza ancora piena e si diresse verso il soggiorno lasciandolo confuso e stordito.
- Oppure potrei decidere di condividere il letto con una tonnellata di cioccolato e lasciarti dormire sul divano, che ne dici? Mi sembra di ricordare che non ti dispiaccia molto, data la sua comodità, vero Killian? –continuò dall’altra stanza alzando il tono di voce affinché quello potesse sentirla bene.
- Cosa? Andiamo Emma, non puoi dire sul serio! – si lamentò, senza ricevere però risposta. Sicuramente quella donna stava andando in overdose da cioccolato.
Poggiò entrambe le braccia sul bancone e sbuffò, guardando con astio la tazza davanti a lui.
- Sul serio? Capitan Uncino sconfitto da un po’ di cioccolato?
 
Ecco a voi la sesta. Sono stata puntuale questa volta! *applauso*
Tornando alla storia, spero vi piaccia. Stavolta è un’allegra mattinata con tanto di colazione a letto, o almeno così doveva andare se non fosse stato per Emma. Credo sia d’obbligo dopo la tristezza dell’altra storia.
Prima di scrivere troppo, vi lascio. Come al solito grazie a chi legge/segue/recensisce.
Alla prossima, Sa :)
P.S. Settembre è finalmente arrivato, manca sempre meno al ritorno di OUAT ed io non sto più nella pelle!
P.P.S. Recensioni?
  
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