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Autore: WriteForLove    06/09/2015    3 recensioni
Una ragazza, un ragazzo ed una mattina di Agosto.
Gli ultimi attimi di una storia mai iniziata.
Dal testo:
"Gli dissi addio così, senza una lacrima, con il mare all'orizzonte e il sole a riscaldarmi il viso.
Gli dissi addio e con lui salutai la mia estate."
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mio ultimo giorno d'estate

 

È stato il mio ultimo giorno d'estate.

Davo le spalle alla stanza, indossando solo la biancheria intima e il mio grande scialle di lana; stavo sciacquando una tazza, canticchiando al ritmo della melodia che usciva da un cellulare posato sul tavolo. 
Il profumo del caffè riempiva l’aria, mischiandosi a quello della sigaretta che si consumava pigra nel posacenere.
Quando lo sentii scendere la scala di legno scricchiolante, presi un profondo respiro e mi voltai a guardarlo: la luce che filtrava dalle persiane chiuse gli illuminava il petto nudo, mettendo in risalto la muscolatura asciutta e definita. 
Un sorriso mi si dipinse spontaneo sulle labbra vedendolo con i capelli raccolti e arruffati, gli occhiali da vista e lo sguardo ancora perso nell’ultimo sogno.
Tornai a concentrarmi sui piatti, sentendo il suo sguardo percorrermi la schiena. 
La caffettiera iniziò a gorgogliare e lui si avvicinò prontamente a spegnere il gas. 
Mentre si sporgeva sul lavandino per afferrare le tazzine mi mise le mani sui fianchi e poggiò le labbra nell’incavo del mio collo lasciandoci un bacio delicato che mi procurò un delizioso brivido lungo la schiena.
Quando mi trovavo accanto a lui il mare in tempesta che mi imperversava nel cervello si calmava, facendomi arrivare in un porto sicuro. 
Mi piaceva ascoltarlo parlare dei suoi progetti e sentirlo disquisire di filosofia e musica. 
Mi onorava sapere che quell’anima che percepivo tanto speciale mi confidasse le sue preoccupazioni, i motivi della sua rabbia e della sua disillusione. 
Eravamo diversi, come il fuoco e la pioggia: lui divampava brillante e caldo, pieno di vita e di prospettive, imponendosi nei discorsi con padronanza e sicurezza di sé; io ero un lieve scrosciare, timida a confronto con la sua impetuosità, sempre timorosa di disturbare o di non essere abbastanza. 
Quando ci trovavamo insieme però, quei due mondi tanto diversi si fondevano raggiungendo l’armonia, quasi la pace.
Mentre aspettavo che il caffè si raffreddasse, lo osservavo girare una piccola sigaretta da dividere, un modo come un altro per darsi il buongiorno. 
Continuava a parlare nonostante gli prestassi poca attenzione, persa com’ero in un pensiero che la visione delle sue mani impegnate in un’operazione tanto delicata mi aveva fatto quasi dimenticare.
La musica dal cellulare continuava a cullare i nostri cuori assonnati mentre il fumo usciva dalle sue labbra in spirali quasi perfette. 
La penombra derivante dalle persiane perennemente chiuse dava alla stanza un’atmosfera rilassata, estraniandoci dal sole degli ultimi giorni di Agosto che brillava fuori dalle finestre.
In quel momento un sorriso amaro mi si dipinse sulle labbra: quella era la nostra ultima mattina.
Oh, se solo quella piccola tana avesse potuto rimanere ferma ed immutata nel tempo, preservando la nostra dolce realtà.
A chi importava che non fosse amore?
A me no di certo; tutto ciò che bramavo era stare ancora un po’ in piacevole compagnia, con quegli occhi castani ardenti che mi scrutavano, mi studiavano.
Ma il tempo, si sa, non risparmia nessuno: ci vestimmo in silenzio, guardandoci di sottecchi e ci ritrovammo così fuori dalla porta, in quelle stradine strette ed impervie che avevano fatto da spettatrici al nostro primo incontro.
Venne poi il momento di separarsi: ci guardammo, con gli occhi celati dalle lenti scure e mi chiesi cos'avrei visto nel suo sguardo se solo avessi potuto.
Sollievo? Tristezza? Un mistero.
Lui mi sorrise e  rimasi incantata dalla curva perfetta di quelle labbra, desiderando ardentemente che si posassero sulle mie un'ultima e disperata volta.
Quel bacio che avrebbe potuto lenire qualsiasi ferita non arrivò mai.
"Ci vediamo, Ragazzina."
La sua voce era calma, così calda da ricordarmi immediatamente i sussurri segreti che avevano decorato le nostre notti.
Annuii, incapace di proferire una sola parola che non svelasse il dispiacere che provavo.
Ci demmo le spalle, dirigendoci ognuno verso la sua vita di sempre.
Le lacrime non minacciarono di scendere dai miei occhi neanche per un istante, avevo pianto troppo in quella lunga estate, eppure sentivo il cuore più pesante, come oprresso da un peso che sì, potevo sopportare, ma che rendeva il cielo limpido e il sole brillante quasi sbagliati, come se solo il grigio di una giornata di Settembre potesse descrivere lo stato in cui mi trovavo: non un uragano in tempesta di sentimenti e dolore, ma una lieve calma apatica che caratterizzava chi già sapeva, chi non si aspettava altro.
Scesi la lunga scala di pietra che mi avrebbe condotta al mare, così azzurro da farmi male agli occhi.
Il giorno dopo sarei partita per ritornare nella mia casa tra le montagne, e già la nostalgia si faceva largo nel mio cuore, innescata da quello che per me era un addio.
L'avrei rivisto, certo, era troppo legato alle persone che facevano parte della mia vita per pensare che non ci saremmo più incontrati; eppure sapevo che si trattava di un addio.
Quello che avevamo condiviso, quello che era stato, sarebbe finito quella mattina di Agosto.
Come se non ci fosse stato, per lui, e come qualcosa che avrei sempre custodito gelosamente per me.
Gli dissi addio così, senza una lacrima, con il mare all'orizzonte e il sole a riscaldarmi il viso.
Gli dissi addio e con lui salutai la mia estate.


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