Mi guardo intorno e tutto ciò che vedo sono solo le macerie di quel grande capolavoro che la gente vede in noi e che, un tempo, siamo di certo stati.
Sempre un gradino più in alto rispetto alle aspettative degli altri, sempre un passo avanti rispetto a chi tentava di superarci. La definirono magia: te la ricordi, John, la grande magia dei Beatles?
Ma in fondo non eravamo altro che quattro ragazzini, quattro stupidi marmocchi che avevano pensato che una rock band sarebbe stata figa. Quattro bambini che volevano diventare Elvis e che finirono per essere più famosi di Gesù.
Ricordi la rabbia, John, e di sicuro la goduria che avevamo provato tutti pensando a quei tempi in cui la gente ancora ci rideva dietro? La medesima gente che ora avrebbe persino steso il suo cappotto sul fango per non farci sporcare, proprio come nella scena del film...
Ripenso alla lunga e tortuosa strada che abbiamo percorso. Sai, John, la mia direzione è sempre stata la tua. Fin dal primo momento, fin dalle prime note, sei stato il mio più grande successo: con che adorazione mi vantavo di essere il migliore amico del grande John Lennon, io che mi sentivo ancora così piccolo... Ogni volta che mi sentivo perso e solo, ogni volta che non capivo a cosa stavo andando incontro, quella strada mi conduceva a te. Non volevo aspettare, non volevo aspettarti.
Il mio errore, alla fine, fu che aspettai troppo.
Parlavi di amore, cercavi l'amore e dicevi di avere solo bisogno di quello, ma quando lo scorgesti così terribilmente vicino a te corresti via. Avrei potuto farti stare così bene, John, saremmo stati così felici. Quando ancora la tempesta era lontana, quando ancora tutto quello che avevamo sarebbe durato per sempre e quando ancora quegli occhi, quei tuoi sguardi innamorati erano rivolti solo a me, allora saremmo potuti scappare via, rendendo quei ridicoli clown così scandalizzati, puoi immaginarlo? Ma tu avresti riso e forse, forse, mi avresti detto che mi amavi.
Avremmo dovuto farlo all'epoca: ora la tempesta ci ha raggiunti, lasciandosi dietro solo una pozzanghera di lacrime. Sarebbe stato così facile...
E so che l'unico modo che ho di raggiungerti è cantare, scacciando quei cattivissimi Biechi Blu che ti rincorrono e cercano di portarti via da me, così scrivo una canzone e poi aspetto, aspetto.
E mentre aspetto tu me la strappi e la sconvolgi, a mia totale insaputa. Aggiungi l'orchestra di modo che mascheri un pochino la lama delle mie parole, delle mie suppliche. Non vuoi sentire, John? Lo so che ti stai tappando le orecchie: sei sordo come il tuo Nowhere Man, senti solo ciò che vuoi sentire, ma io sono stato escluso tempo fa da questa categoria.
Non esistiamo più, nessuno di noi. Devi disfarti di noi per occuparti di lei. Hai creato un miracolo più grande di te, e ora stai facendo di tutto per disfartene. 
Ed è finito, ora, è tutto quanto finito.
Ed io... io non smetterò comunque di aspettarti, alla fine di quella maledetta strada che mi porta sempre alla stessa porta e che ha solo una destinazione, John, e quella destinazione sei sempre stato tu. 




Note: Ehilà! Sono resuscitata, yowzah! Questa è la prima primissima McLennon e, più generalmente, la prima fanfiction sui Beatles che riesco a pubblicare su questo sito. Cosa strana, davvero davvero strana, dato che mi sto amabilmente crogiolando nella mia ossessione da mesi. A proposito: salvatemi. Sul serio, ho bisogno di un aiuto, AH! I Beatles mi stanno strappando tutto ciò che di caro avevo con me: vita sociale, soldi, tempo, lacrime... Ma, comunque: ho scritto questa cosa dopo aver visto un film abbastanza deprimente e dopo aver finito l'ultimo capitolo dell'Anthology, quindi non mi stupisco che sia uscita una cosa così terribilmente nostalgica. Spero non sia male, almeno. Fatemi sapere, vi preeeego! Ho così tante idee in testa su di loro e sul mio piccolo cuoricione George, quindi prima o poi mi rifarò viva. Forse...
Bene, buona ultimasettimanadivacanze e a presto!
Gì