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Autore: AlessiaOUAT96    06/09/2015    1 recensioni
Raccolta di One Shot con protagonisti gli Avengers.
Ad ogni personaggio corrisponde un capitolo.
Seguirà una fanfiction
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Biondo, occhi azzurri, onesto, leale. Queste caratteristiche sarebbero state perfette per qualsiasi ragazzo che tentava di conoscere qualcun’altra, solo che lui era Steve Rogers, un ragazzo magro e mingherlino senza uno straccio di muscoli.
Candido nel sangue ma desideroso di cambiare, di aiutare gli altri, di servire la propria città con coraggio, desideroso di cambiare.
I Candidi perseguivano l’ideale della sincerità, della verità e vedevano  la causa delle guerre nell’inganno.

Steve la pensava in parte così ma nonostante i sieri della verità che gli erano stati sottoposti, non aveva mai accennato nulla al riguardo. Non voleva essere considerato “diverso” e quindi evitato, gli bastavano già le occhiate da parte dei suoi coetanei.
Inoltre, stranamente per un Candido, trovava fastidioso dire sempre la prima cosa che gli passasse per la mente, lo trovava offensivo nei confronti altrui, ed era un Candido!

Date questi suoi modi di pensare, ogni tanto rifletteva su ciò e si chiedeva il perché di questi comportamenti, gli sembrava strano pensare in maniera differente dalla propria fazione ma ahimè era costretto a farlo, almeno davanti agli altri.
Recitava, mentiva? In un certo senso sì, ma più si sforzava di essere schietto e senza peli sulla lingua, meno ci riusciva.

Camminava distrattamente per una delle strade del suo quartiere quando il suo sguardo fu catturato da degli Intrepidi che saltavano giù da un treno, dirigendosi nella sua direzione.
Steve fece finta di nulla e continuò il suo viaggio senza una meta precisa cercando di non sentire le risate di scherno nei suoi confronti. Era già capitato che venisse picchiato per aver provocato un Intrepido, ma non si era mai arreso e aveva continuato a lottare fino a perdere i sensi.
Coraggio o paura di peggiorare le cose? Questa era una domanda ricorrente nella sua testa a cui non trovava una risposta certa.

Diede un calcio ad un sasso e si accorse che stava cominciando a piovere.
Corse immediatamente verso casa sua ma non poté evitare la tempesta che si abbatté sulla città, prendendolo in pieno. Più correva e più si bagnava.
“Meglio camminare, ormai sono già bagnato..”
Arrivò nel suo piccolo appartamento e la prima cosa che fece fu una bella doccia bollente per rilassarsi.
Non ce la faceva più ad essere costantemente umiliato e preso in giro dagli altri solo perché era mingherlino, aveva deciso. Voleva assolutamente cambiare fazione, qualsiasi gli sarebbe andata bene tranne i Candidi, di loro ne aveva le tasche piene.
Finì di lavarsi, si asciugò e si mise il pigiama. Il giorno successivo avrebbe fatto il test attitudinale dove avrebbe scoperto a chi apparteneva veramente.

***

Si svegliò in anticipo. Era agitato, nervoso, ansioso , preoccupato.
Non aveva dovuto studiare un bel niente ed era questo il preoccupante: non sapeva cosa aspettarsi, ma di una cosa era certo. Non si sarebbe fatto picchiare, almeno in quel test.
Pantaloni neri, camicia bianca, giacca nera e scarpe del medesimo colore. Non doveva sposarsi ma gli sembrava un abbigliamento elegante.

Si diresse verso la scuola e nel tragitto osservò gli altri ragazzi delle altre fazioni. Il cuore gli batteva all’impazzata ed aveva la sensazione di sudare sette camicie.
Perché si agitava così tanto? Era solo un test per l’amor del cielo!
No. Non era un semplice test, era l’incarnazione del suo desiderio di cambiare fazione e solo quel test avrebbe potuto dirglielo.
Varcò la soglia d’ingresso e aspettò il suo turno con calma.

***

Quando fu il suo turno entrò un po’ titubante,  si guardò allo specchio e sorrise.
“Non sono poi così male”
Guardò l’esaminatore: era una Erudita dai capelli biondo platino e gli occhi scuri. Portava anche un paio di occhiali ma Steve non riuscì a capire se era per sfarzo o se non ci vedeva veramente. Era a conoscenza che gli Eruditi indossavano occhiali solo per apparire più intelligenti, ma a parer suo l’aspetto non determina l’intelligenza.
Si sdraiò e chiuse gli occhi mentre bevve quel liquido azzurro.

***

Stanza dalle pareti grigie e poco illuminata. Ecco dove si trovava.
Davanti a sé c’erano due scelte: un coltello e del formaggio.

Doveva scegliere per forza? Con il coltello avrebbe potuto difendersi in qualche modo anche se era magrolino mentre con il formaggio avrebbe potuto sopravvivere da qualche parte, se ne avesse avuto l’occasione. Quale delle due?
Scelse il coltello e quando si ritrovò davanti un cane dai canini sporgenti affilati come lame le sue mani cominciarono a tremare ed a sudare.
Si stava agitando. La paura può bloccare ma anche preparare a difendersi ed a colpire se si segue l’istinto di sopravvivenza, ma la sua razionalità gli impediva di dover uccidere un animale anche se stava per attaccarlo.
Doveva essere il predatore, non la preda come le solite risse dove lui perdeva.
Ma non voleva farlo!

Improvvisamente fu scosso da delle pulsazioni provenienti non solo dal petto ma da tutto il corpo. Sentiva ogni suo muscolo, ogni suo organo dilatarsi come se stesse per scoppiare.
Durarono minuti che sembravano infiniti, chiuse gli occhi nella speranza che il dolore fosse meno intenso, strinse i denti. Non immaginava di provare dolore durante un test, pensava che fosse come un’allucinazione e invece..
Quando li riaprì vide l’immagine del cane sbiadita e in un certo senso bloccata nel momento di attacco come quando ci si guarda in una pozza d’acqua e si lancia un sasso: l’immagine si rovina.
Ma non fu questo quello che lo sorprese. Il fatto più strano o incredibile fu la sua immagine riflessa nei vetri della finestra: era più alto e più muscoloso come se avesse fatto palestra da sempre!

***

Aprì gli occhi di scatto ritrovandosi con sua sorpresa nella sala dei test.
“Già finito?!”
Guardò l’esaminatrice: era sconvolta e tremava.
-Già finito? Che cosa è successo.. io..-
-Guardati allo specchio.. io.. non.. so.. come..- cercò di dire ma si sentiva che la voce tremava come una foglia sferzata da un gelido vento invernale.

Steve si guardò e con stupore notò che il suo aspetto era quello del test, era l’aspetto che aveva assunto durante il test.
-Com’è possibile? Devo ripetere il test? Perché sono diventato così…?-
“…Così atletico, palestrato, diverso?”

Oh no, di nuovo quella parola. Diverso.
Ci pensò bene, in fondo non era una brutta diversità anzi, gli avrebbe dato dei vantaggi.
L’esaminatrice sembrò riprendere sicurezza.
-Senti, dirò che ti sei sentito male e come puoi ben vedere non è del tutto una menzogna. Mi dispiace ma non ho idea del perché il tuo corpo ha reagito così al liquido. Buona fortuna per la Scelta. Puoi andare-
Steve si congedò.

***

Non c’era nessuno che camminava a quell’ora, erano tutti a casa.
Una buona volta per farsi valere e non c’era nessuno?
Da quando cercava risse, poi?
“Il fisico deve avermi dato alla testa”

***

CERIMONIA DELLA SCELTA

Vedeva chiaramente i membri di ogni fazione seduti ai loro posti, gli Intrepidi erano i più chiassosi, I Pacifici quelli più colorati, gli Eruditi avevano almeno un libro in mano e discutevano, gli Abneganti non attiravano l’attenzione su di loro in alcun modo, erano silenziosi e calmi, i Candidi invece parlavano tra di loro.

Gli Abneganti lo avevano sempre incuriosito. Sempre gentili e disponibili,  sempre pronti a dare una mano a chi ne aveva bisogno, Esclusi compresi.
Una volta gli era capitato di incontrare un Escluso, vestito di stracci ed infreddolito e la prima cosa che pensò fu che doveva aiutarlo e così gli diede la sua giacca. Quella volta provò un piacere ed un senso di appagamento enorme.
Ad ogni modo non era convinto di entrare nella monotonia degli Abneganti. Era giusto fino ad un certo punto perché a parer suo, ognuno doveva pensare anche a sé stesso e non solo agli altri.

I Pacifici gli sembravano troppo calmi, troppo felici per essere reali.
Gli Eruditi troppo assetati di conoscenza ed a volte anche arroganti. Una volta un suo insegnate Erudito lo sgridò davanti a tutta la classe per aver sbagliato un’equazione che secondo il professore era fin troppo semplice ed elementare, quando invece metà della classe non aveva saputo risolverla.

-Steve Rogers- lo chiamarono.
Sentiva gli occhi puntati su di lui e non solo sguardi sorpresi ma anche le voci delle altre fazioni, in particolare quelle della SUA fazione di origine.
Lasciò che il suo sangue cadesse sui carboni ardenti e nella sala si levarono grida di stupore ma anche applausi da parte della sua NUOVA fazione, quella degli Intrepidi.

***

La prima cosa che pensò prima di saltare nel vuoto dopo una ragazza Abnegante dai capelli biondi fu “Ora avrò la mia occasione di riscatto nei confronti di chi mi ha sempre preso in giro, deriso, picchiato.. sono un Intrepido!”

Subito dopo saltò senza pensarci e quando la sua schiena venne a contatto con la fredda rete, le sue labbra si curvarono in un sorriso.

-Nome?-
-Steve-
-Benvenuto Steve tra gli Intrepidi!-
 

n.d.a. Buona sera!!

*si nasconde dietro lo scudo di Cap indossando l’armatura di Iron Man*

Steve Rogers, alias Captain America, è uno dei personaggi che non riesco a caratterizzare al meglio..  e per questo chiedo venia se il capitolo non è di vostro gradimento.

Anche il fatto di inserirlo tra i Candidi mi è stato difficile ma, andando per esclusione e contando che mi serviva almeno un personaggio per ogni fazione, ho dovuto farlo.

Dato che da domani inizio l’università, gli aggiornamenti saranno più rari ma prima o poi andrò avanti, ovvio si spera più prima che poi…


Alessia
 
 
   
 
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