099. "Welcome home"
"Benvenuto a casa"
"Questa
è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio non soltanto da
ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia.", John Ruskin
L'autista aveva ricevuto l'ordine di guidare piano.
Molto, molto piano. Il Comandante Supremo aveva minacciato di licenziarlo se
non fosse rimasto sotto i limiti di velocità. Sua moglie aveva commentato che
lo trovava un assurdità, ma aveva sorriso divertita e intenerita.
Oltre all'autista, la coppia presidenziale era
circondata da un entourage spaventoso di guardie del corpo, che avrebbe dovuto
provvedere al rispetto della privacy dei neogenitori.
Solo cinque giorni prima, infatti, Riza Hawkeye
aveva messo al mondo il primo figlio, Maes, scatenando la gioia e la curiosità
dell'intera nazione. Per mesi i cittadini avevano scommesso sul sesso del
nascituro e la data precisa del parto. Ma tutto questo entusiasmo toccava poco la
coppia, che era completamente travolta dalla gioia di avere dato la vita a un
piccolo meraviglioso miracolo. Il loro piccolo meraviglioso miracolo.
E già Roy fantasticava di un prossimo fratellino o
di una sorellina. Riza proprio non si era sentita di spegnere quella gioia e
quell'orgoglio che animavano il marito come mai prima, nonostante si sentisse
esausta.
Stringeva tra le braccia un fagottino rosa, così
leggero e delicato, che agitava dei piccoli pugnetti in aria. Non riusciva
proprio a distogliere lo sguardo da suo figlio. Se solo avesse potuto, avrebbe
passato le giornate a sfregare il naso su quella pelle delicata e a riempirsi
le narici del profumo del lattante.
Roy li aveva scortati fuori dall'ospedale tenendo
un braccio attorno alla vita della moglie con fare protettivo. Aveva aperto la
portiera della macchina e aveva aiutato, con dei movimenti un po' impacciati
dovuti alla grande emozione, Riza a sistemarsi sul sedile dietro, dove l'aveva
prontamente raggiunta. Qualcuno aveva richiuso la portiera. Chi precisamente,
interessava poco a Roy e Riza, chini entrambi sulla loro creatura.
Roy sciolse uno dei pugnetti del figlio, che si
aggrappò con la mano minuta al dito del padre. Era già successo, proprio appena
nato, quando gli avevano messo in braccio quel bambino urlante tutto grinze,
che tuttavia era la cosa più bella che avesse mai visto. La più perfetta. Roy
non si era mai sentito tanto forte in vita sua. Aveva guardato Riza e gli era
scappata una lacrima. Stremata, dal letto, lei gli aveva detto «Non avevo
sentito che avessero previsto pioggia per oggi».
Il lunghissimo viaggio in macchina, dall'ospedale
a casa, fu animato dai vagiti del neonato e dal dolce cullare della sua mamma.
Quando aveva scoperto di essere incinta, Riza si
era fatta cogliere prima dalla sorpresa, poi dal panico. Aveva aspettato una
settimana prima di dirlo a Roy, troppo spaventata dalla prospettiva di stare
davvero per diventare madre. Non aveva avuto una figura materna di riferimento.
Certo, i bambini le piacevano, tanto, ma averne uno suo. Poi aveva trovato il
coraggio e l'aveva detto a Roy, che aveva dovuto confessare di essere
terrorizzato ed eccitato allo stesso tempo. Erano stati due sciocchi, perché
cosa più bella non poteva certo capitare.
Nessuno dei due aveva davvero preso in
considerazione l'idea di fare un figlio. Erano troppo concentrati
sull'obbiettivo di risanare la nazione, ma la vita aveva voluto sorprenderli,
fare un regalo che andava oltre qualunque legge dello scambio equivalente. Un
alchimia antichissima e potente.
Roy avrebbe voluto tenere in braccio lui il figlio
mentre entravano in casa per la prima volta, ma aveva dovuto lasciare
volentieri a Riza il privilegio, la donna che aveva tenuto nel suo grembo e
alimentato il bambino per nove mesi.
Il piccolo si era agitato e aveva cominciato ad
urlare a pieni polmoni, con il viso sempre più rosso e quella adorabile bocca
sdentata. Roy, al contrario di Riza, non aveva mai trovato i bambini
interessanti; anzi, li riteneva quasi un fastidio con il loro costante bisogno
di attenzioni, ma ora tutto era diverso.
Aveva visto lo stesso cambiamento in Acciaio
quando era diventato padre per la prima volta.
Roy sciolse il tenero abbraccio con cui si teneva stretto
alla moglie per tenere la porta d'ingresso mentre entravano in casa per la prima
volta, tutti e tre, come una famiglia.
«Vi amo tantissimo» confessò in un sussurro, per poi
chinarsi a baciare la compagna e il figlio.
«Anche noi». Riza si aprì in uno dei suoi sorrisi più
radiosi. «Benvenuto a casa, Maes! Io e papà ti ameremo tanto».
NOTA: