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Autore: MusaTalia    06/09/2015    3 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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099 Welcome home

099. "Welcome home"

"Benvenuto a casa"

"Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia.", John Ruskin

 

 

L'autista aveva ricevuto l'ordine di guidare piano. Molto, molto piano. Il Comandante Supremo aveva minacciato di licenziarlo se non fosse rimasto sotto i limiti di velocità. Sua moglie aveva commentato che lo trovava un assurdità, ma aveva sorriso divertita e intenerita.

Oltre all'autista, la coppia presidenziale era circondata da un entourage spaventoso di guardie del corpo, che avrebbe dovuto provvedere al rispetto della privacy dei neogenitori.

Solo cinque giorni prima, infatti, Riza Hawkeye aveva messo al mondo il primo figlio, Maes, scatenando la gioia e la curiosità dell'intera nazione. Per mesi i cittadini avevano scommesso sul sesso del nascituro e la data precisa del parto. Ma tutto questo entusiasmo toccava poco la coppia, che era completamente travolta dalla gioia di avere dato la vita a un piccolo meraviglioso miracolo. Il loro piccolo meraviglioso miracolo.

E già Roy fantasticava di un prossimo fratellino o di una sorellina. Riza proprio non si era sentita di spegnere quella gioia e quell'orgoglio che animavano il marito come mai prima, nonostante si sentisse esausta.

Stringeva tra le braccia un fagottino rosa, così leggero e delicato, che agitava dei piccoli pugnetti in aria. Non riusciva proprio a distogliere lo sguardo da suo figlio. Se solo avesse potuto, avrebbe passato le giornate a sfregare il naso su quella pelle delicata e a riempirsi le narici del profumo del lattante.

Roy li aveva scortati fuori dall'ospedale tenendo un braccio attorno alla vita della moglie con fare protettivo. Aveva aperto la portiera della macchina e aveva aiutato, con dei movimenti un po' impacciati dovuti alla grande emozione, Riza a sistemarsi sul sedile dietro, dove l'aveva prontamente raggiunta. Qualcuno aveva richiuso la portiera. Chi precisamente, interessava poco a Roy e Riza, chini entrambi sulla loro creatura.

Roy sciolse uno dei pugnetti del figlio, che si aggrappò con la mano minuta al dito del padre. Era già successo, proprio appena nato, quando gli avevano messo in braccio quel bambino urlante tutto grinze, che tuttavia era la cosa più bella che avesse mai visto. La più perfetta. Roy non si era mai sentito tanto forte in vita sua. Aveva guardato Riza e gli era scappata una lacrima. Stremata, dal letto, lei gli aveva detto «Non avevo sentito che avessero previsto pioggia per oggi».

Il lunghissimo viaggio in macchina, dall'ospedale a casa, fu animato dai vagiti del neonato e dal dolce cullare della sua mamma.

Quando aveva scoperto di essere incinta, Riza si era fatta cogliere prima dalla sorpresa, poi dal panico. Aveva aspettato una settimana prima di dirlo a Roy, troppo spaventata dalla prospettiva di stare davvero per diventare madre. Non aveva avuto una figura materna di riferimento. Certo, i bambini le piacevano, tanto, ma averne uno suo. Poi aveva trovato il coraggio e l'aveva detto a Roy, che aveva dovuto confessare di essere terrorizzato ed eccitato allo stesso tempo. Erano stati due sciocchi, perché cosa più bella non poteva certo capitare.

Nessuno dei due aveva davvero preso in considerazione l'idea di fare un figlio. Erano troppo concentrati sull'obbiettivo di risanare la nazione, ma la vita aveva voluto sorprenderli, fare un regalo che andava oltre qualunque legge dello scambio equivalente. Un alchimia antichissima e potente.

Roy avrebbe voluto tenere in braccio lui il figlio mentre entravano in casa per la prima volta, ma aveva dovuto lasciare volentieri a Riza il privilegio, la donna che aveva tenuto nel suo grembo e alimentato il bambino per nove mesi.

Il piccolo si era agitato e aveva cominciato ad urlare a pieni polmoni, con il viso sempre più rosso e quella adorabile bocca sdentata. Roy, al contrario di Riza, non aveva mai trovato i bambini interessanti; anzi, li riteneva quasi un fastidio con il loro costante bisogno di attenzioni, ma ora tutto era diverso.

Aveva visto lo stesso cambiamento in Acciaio quando era diventato padre per la prima volta.

Roy sciolse il tenero abbraccio con cui si teneva stretto alla moglie per tenere la porta d'ingresso mentre entravano in casa per la prima volta, tutti e tre, come una famiglia.

«Vi amo tantissimo» confessò in un sussurro, per poi chinarsi a baciare la compagna e il figlio.

«Anche noi». Riza si aprì in uno dei suoi sorrisi più radiosi. «Benvenuto a casa, Maes! Io e papà ti ameremo tanto».


 



NOTA:
Maes Mustang è il principe George per noi RoyAier. E siccome non ci sarà nel prossimo theme, che sarà un ritorno alle origini, volevo fargli fare l'ultima comparsata. Diciamo che è un missing moment della mia os Equilibrio. Lascio il resto delle parole e le emozioni per il prossimo agiornamento. Fate solo conto che questa raccolta sia il mio bambino e che mi stia preparando a portarlo a casa. Per me è gioia innaffiata di lacrime.
   
 
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