L'AMMIRATRICE SEGRETA

Il primo regalo arrivò di domenica. 
John e Sherrydan avevano appena risolto un caso, una cosa a detta dell’investigatrice “tremendamente noiosa”, quando tornati a casa il campanello aveva suonato. Quando John era andato ad aprire la porta però, non aveva trovato nessuno. Davanti all’uscio c’era solo una semplice scatola da scarpe decorata con del tulle con sopra scritto un “Per John con tutto il mio cuore”. 
Ciò che si era svelato essere meno semplice era il contenuto: in mezzo a pizzi di vari colori c’era un sanguinante cuore umano. Neanche a dirlo, John era quasi svenuto. 
Quando poi Sherrydan lo aveva sollevato e con nonchalance gli aveva dato un morso, era svenuto per davvero. 
Ripresosi aveva scoperto che il cuore così anatomicamente perfetto era fatto di caramelle gommose. Ah. 
“Chi diavolo può essere così malato da mandarmi una cosa del genere?” aveva chiesto sconvolto il dottore sorseggiando il suo tè. Ma la domanda era retorica, poiché sia lui che la sua geniale ragazza sapevano la risposta: Moriarty. La criminale ricercata infatti aveva già fatto avance al medico in più di un occasione. 
Ogni volta Sherrydan si era limitata a sollevare un sopracciglio ed a scuotere leggermente la testa. 
Ogni volta Jamie le aveva sorriso.

In a world of locked rooms the man with the key is king and honey, you should see me in a crown

Il secondo regalo fu consegnato direttamente da Jamie, anche se forse dire “consegnato” non è propriamente corretto. 
John e Sherrydan erano di fronte a lui, dall’altra parte del vetro. Moriarty sorrideva, come una regina, la corona intesta e lo scettro in mano. John la guardava sconvolto mentre gli lasciava un bacio al rossetto sul vetro. 
Sherrydan la guardava impassibile mentre faceva l’occhiolino al suo ragazzo. Il medico non sapeva che dire, sapeva che avrebbero dovuto arrestarla, avrebbero dovuto fermarla, ma Jamie non gli aveva dato il tempo di pensare; si era alzata e se n’era andata. 
Quella volta a John lasciò un diamante, a Sherrydan invece lasciò la corona. 

Il terzo regalo che John ricevette da Moriarty fu anche l’ultimo. 
Il dottore si aspettava qualcosa di sfarzoso, di elegante. Invece davanti a lui vi era un semplice bigliettino con sopra disegnato uno smile. All’interno vi era scritto in una calligrafia appuntita: “Ti brucerò H, ti brucerò il cuore.” John era impallidito. 
H di Hamish. 
“Come sa il mio secondo nome?” aveva chiesto in un filo di voce a Sherrydan. 
“Non lo sa.” 
H di Holmes.

La prima volta che Sherrydan e Jamie si incontrarono dopo quel giorno, erano su un tetto. 
Moriarty la guardava con una follia disperata negli occhi. 
“Ti sono piaciuti i miei regali?” 
“Futili distrazioni.” Jamie aveva riso. “Come tutto ma chérie!” Si era fatta più vicina, il suo respiro si mischiava a quello dell’investigatrice. “Come te.” aveva sussurrato. Sherrydan aveva sollevato un sopracciglio, impassibile. Moriarty si era presa la testa fra le mani, sporta oltre il cornicione con il busto. “Come me.” E poi era comparsa la pistola, dal nulla. 
“Come noi, Sherry, perché in fondo tu sei me ed io…” Era apparsa confusa, come se non ricordasse più come la frase fosse destinata a finire. 
“Sono te.” concluse la consulente investigativa. 
Sherrydan aveva preso la mano di Jamie, quella con la pistola, l’aveva sollevata, portandola all’altezza delle loro teste. 
“Preparata a fare ogni cosa.” Si era premuta la pistola alla tempia. 
“Preparata a bruciare.” Il dito di Jamie sul grilletto. 
“Preparata a fare ciò che le persone ordinarie non sono disposte a fare.” La distanza fra di loro si era fatta irrisoria. 
“Vuoi che venga a tenerti la mano all’Inferno?” glielo aveva sussurrato sulle labbra. 
“Non ti deluderò in tal caso.” 
Non sapeva con certezza come ci fosse finita su quel tetto, con Moriarty. Non sapeva con certezza come fosse finita lì quella pistola o perché. Non sapeva con certezza il chi avesse baciato chi. Ma sapeva il perché. Quel bacio era una promessa. Un giuramento di eternità, di amore ed odio e follia. 
L’ultimo regalo di Jamie Moriarty a Sherrydan Holmes. 
Poi c’era stato lo sparo.