Ho vinto. La battaglia, la conquista. E’ andato tutto come avevo immaginato. Ma sembra non avere senso, senza di te. 
Mentre ero malato e quasi in fin di vita, per un tempo che mi è sembrato troppo, ho pensato di abbandonare tutto, arrendermi. Raggiungerti. Mi sono fatto battezzare per rendere concreta la possibilità di rivederti, un giorno. Ma so bene che nonostante io faccia parte della tua religione ormai, non farò mai parte del vostro Paradiso. L’idea di averti perso per sempre mi logora dentro, scava nelle viscere. 
“Sono rinato. Rinato nella fede” mi dicesti. Tu rinascevi e io morivo. 
“Non puoi andartene, io ti amo” ti implorai. Ma forse sapevi già quello che sarebbe successo, te lo sentivi. Forse il tuo Dio ti aveva detto che la morte stava arrivando per mano di quello che doveva essere il mio migliore amico. 
Niente poteva consolarmi, niente l’ha fatto. Nemmeno questa vittoria. Nemmeno l’ennesimo trionfo. Sono un Re eppure sono niente. Non ho niente. Non ho te. 
Ogni cosa ha perso il suo significato, sono cambiato dopo averti seppellito nel posto più alto in cui potevo portarti. Nel posto più vicino al tuo Dio che adesso è anche il mio. Mi hai insegnato a pregare, in quello stesso luogo, e lì ora riposi senza di me. Prega per me, mio caro amico. Continua a pregare per me perché io non so che altro fare.
Le mie strategie, le mie vittorie, sono tutto quello che mi è rimasto. I miei figli mi hanno perso nel momento stesso in cui mi sono fatto battezzare, per ingannare il Re francese certo ma specialmente per rivedere te, un giorno. Floki mi ha perso nel momento in cui ha privato il mondo di uno dei suoi miracoli. E’ così, che li chiamate, non è vero? Quante strane credenze avete voi Cristiani. Eppure deve essere tutto vero, se tu ci credevi. Sei la prova esistente che questi cosiddetti miracoli esistono. Dov’è finito Odino quando avevo bisogno di lui? Dov’era quando gridavo il suo nome dopo averti perso? Dov’era mentre mi infilavo la tua croce al collo? Aveva già capito che non c’era più posto nel Valhalla per me? L’ha capito prima di me? 

Stai pregando per me, Athelstan? Perché sono stanco. Chiedi al tuo Dio di farmi entrare nel vostro Paradiso, elemosina un eccezione, supplica se devi. Ho bisogno di rivederti, ho bisogno di dare un senso alla mia vita, alla tua morte, e alla mia. 
Bjorn è pronto, sarà un grande Re, forse migliore di me. E’ forte, valoroso, coraggioso. Tu lo conosci, tu l’hai cresciuto, insieme a sua madre e a me. 
Una vita insieme a non vivere insieme, io e te. Hai passato tanto di quel tempo lontano che a volte mi sembravi un miraggio, un raggio di sole. Mi hai aiutato ad aprire gli occhi, a guardare il mondo in modo diverso, ma il mondo non era pronto per noi. Il mondo dove vivo non era pronto per le nostre idee, per le tue idee, per la tolleranza, per la comprensione, per l’apertura a cose nuove. Mi hai reso una persona migliore, e credo di aver ricambiato il favore. Credo anch’io di aver aperto i tuoi occhi, verso qualcosa che credevi impossibile, che non sapevi neanche esistesse, probabilmente. 
Ma esiste, esisteva, esistevamo. 
Voglio che torni da me. Ma è impossibile. Dovrò raggiungerti io, correndo il rischio di finire in quello che chiamavi inferno. Era orribile quel posto, da quel che mi dicevi. Ma mi sembra di viverci già adesso. Forse in fondo rischiare non sarà poi così male. 
Ho perso. La vita, il senso. E’ andato tutto come non avrei mai voluto. E niente ha senso senza di te. 
Stai ancora pregando per me, Athelstan? Continua, per favore. Ne ho bisogno. Perché voglio raggiungerti, voglio rivederti, voglio rinascere anch’io, rinascere in te.