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Autore: Walpurgisnacht    07/09/2015    0 recensioni
Benvenuti, siore e siori. Benvenuti a questa fiera del nonsense, dove a una storia già sufficientemente strampalata di suo come quella di Dangan Ronpa va a sovrapporsi quel calderone di malattia mentale, vestiti sgargianti, personaggi dalla sessualità equivoca che è JoJo.
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Mi chiamo Makoto Naegi. Ho sedici anni. Non sono un mutante, quindi niente raggi laser dagli occhi o artigli in adamantio che mi spuntano dalle nocche.
Ma ho uno stand.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Deglutisco.
Ci sono caduto. Ci sono caduto in pieno, mutande comprese.
“Io te l’avevo detto, capo…”.
Quel tono da saputello te lo faccio ingoiare assieme ai denti. È colpa del tuo pozzo senza fondo se ora quell’orribile bestia, che spero non si chiami BOB, mi sta squadrando e pare desideroso di sbranarmi.
“Sì, scusa. Sarcasmo fuori luogo”.
Ecco.
Ikusaba, che se ne sta con le mani conserte dietro al lupo, sorride con il tipico sguardo dell’assassino seriale che fa a pezzi i corpi delle vittime, li stipa nel frigorifero e se li sgranocchia nei ritagli di tempo.
“Lo sapevo che guardare troppo Crime Investigations ti avrebbe fatto male”.
Hai perso il diritto di parola. Taci.
“Bene Naegi-kun, vogliamo cominciare il tuo massacro? Aaaaaah, è dai tempi di Tunguska che non uccido. Mi manca il sapore del sangue altrui”.
Benedettasantissimaimmacolataconcezione.
“Non pensare di urlare” aggiunge in seconda battuta “Junko tende a irritarsi quando il corretto svolgimento di uno scontro del torneo viene disturbato. Ricorda come ha reagito quando Kirigiri si è arresa”.
Sì, ho presente l’episodio. Era abbastanza furiosa da non farmi testare l’eventualità.
Con un cenno della mano scaglia il lupo all’attacco.
Komaeda esce rapido e in un attimo gli è sopra, riuscendo a bloccarlo al suolo.
Come va? Lo puoi contenere?
“Nhf… il cuccioletto… è pieno di voglia di vivere… ma per ora reggo…”.
Fai attenzione…
SZOCK.
“Yaaaaaaaaaaaaaaaaargh!”.
Che cos’è ‘sto dolore lancinante alla mano.
Me la porto davanti agli occhi.
È bucata, proprio nel centro. E totalmente ridipinta di rosso.
Fa un male FOTTUTO.
“Scusa, mi ero dimenticata di dirti che Fenrir padroneggia il ghiaccio e ha appena fatto una carezzina al tuo pupazzetto. E sì, so che è lo stesso nome della mia ex-brigata. Ho una pessima fantasia per i nomi. Stai cercando di farmelo pesare, per caso?”.
...veramente io sarei rimasto muto come un pesce. Sono troppo impegnato a sanguinare.
Tremo che dolore qua muoio qua muoio qua muoio almeno ho detto a Kyouko che mi piace.
Ho un attimo di consapevolezza e prontezza di spirito sufficienti a farmi pensare di strapparmi un pezzo di manica e cercare di fasciarmi la ferita.
“Wow. Non ti facevo capace di un pensiero così avanzato per un pantofolaio come te, che un campo di battaglia non deve averlo mai visto neanche in fotografia. Bravo!” pontifica Mukuro, che a giudicare dal tono sembra onestamente sorpresa… e potrei sbagliarmi, ma sorpresa in positivo.
Oh beh, la ringrazierò in un’altra vita.
Komaeda, che ha preso in pieno il colpo, è ovviamente rotolato per terra come l’ultima delle checche isteriche ululando sulla sfortuna e sui dischi rotti.
Lo stand nemico sembra come intenzionato a finire il lavoro lì e subito, addocchiando il mio compagno metafisico con la bava alla bocca. Ma la sua padrona, con un solo sguardo, lo fa desistere e indica me con un cenno della testa.
Pare guaire come a protestare, poi china la testa e obbedisce. Si gira nella mia direzione.
Andata. Finita. Kaputt.
“Kerumph”.
Eh?
Ci voltiamo entrambi verso il rumore… e verso il nuovo arrivato.

Ditemi una cosa, kami. No, seriamente. Ora io e voi abbiamo una chiacchierata da fare perché mi sento leggermente preso per i fondelli.
Poteva arrivare chiunque a interrompere. Sarei diventato il vostro più fervente seguace se si fosse trattato di Sakura... ma vedete che anche un Oowada, un Fujisaki, un Kuwata sarebbero potuti andare abbastanza bene.
Avevate due possibilità per farmi pentire di essere nato: Byakuya Togami o Celestia Ludenberg.
Visto che il primo è momentaneamente senza poteri mi avete tirato addosso la seconda.
“Chiedo perdono per l’intromissione, ma Erzsébet ha annusato sangue e si è mossa da sé. Come procede?”.
“Non è affar tuo, Ludenberg” tuona Mukuro, rivolgendosi alla nuova arrivata… che le risponde con una risatina fastidiosa: “Oh Ikusaba cara, ovunque c’è sangue c’è la mia Erzsébet e di conseguenza diventa affar mio. I vampiri funzionano così, mica faccio io le regole.”
“Vedi di non provocarmi, non ho motivo di farti fuori… per adesso.”
“Ma come siamo irritabili, credevo che la qualità principale di un soldato del tuo calibro fosse il… sangue freddo” ride di nuovo, probabilmente convinta di avere un marcato senso dell’umorismo.
“Per l’ultima volta, Ludenberg, stai rischiando grosso” ringhia Mukuro e le si avvicina di qualche passo, imitata da Celestia che, incurante di star gettando benzina sul fuoco, continua a provocarla: “Decisamente non dovevi essere la stella più brillante del firmamento, tra i membri della brigata Fenrir. Una come te la si può solo tenere al guinzaglio sperando non mandi tutto all’aria…” bercia, girando attorno a Ikusaba come un cacciatore con la preda.
Ma a Celestia i ruoli non sono del tutto chiari.
Basta un gesto di Mukuro e Fenrir salta addosso alla gothic lolita, che solo per un pelo non finisce tra le sue fauci.
“Ti avevo avvisata, Ludenberg!” tuona Mukuro, ormai in berserk.
Ma la nostra gambler ha qualche asso nella manica e l’urlo della soldatessa lo conferma: “AAAAAAAAAAAAAAARGH! MALEDETTA! MALEDETTA!” strilla tenendosi il braccio, che poco a poco rattrappisce. Erzsébet, in un angolino, si lecca i proverbiali baffi.
Vorrei dirle che tempo qualche ora e tornerà normale, ma non vedo perché farle questa gentilezza. Soprattutto, perché interrompere la loro rissa visto che sembrano essersi dimenticate della mia esistenza?
“Ora non ti lamenti più dell’essere invisibile a tutti, eh capo?”
Sorrido sentendo la voce di Komaeda. Se hai la forza di fare certe battute indegne significa che non sei conciato poi così male.
“Beh, sto messo meglio di te credo. E comunque sarebbe il caso di filarsela mentre le signorine si prendono a borsettate.”
Piacerebbe anche a me, ma Ikusaba ha occhi e orecchie ovunque… come facciamo a scappare senza che ci noti - o che ci noti il suo cucciolone da guardia?
Attimi di silenzio in cui la disperazione sembra aver preso il sopravvento, insieme alla rassegnazione di non veder arrivare l’alba, quando…
“Beh… forse un modo c’è.”
Komaeda mi fa un cenno con la testa indicandomi il corridoio che porta allo spaccio, dove non vedo altro che buio…
...come ho fatto a non pensarci?
Mi volto di nuovo verso Mukuro e Celestia, impegnatissime a picchiarsi come Edge e John Cena (mi piace il wrestling, ok?). Perfetto.
Poggio la mano buona per terra e comincio a battere le dita, nella speranza che Beautiful Stranger mi noti anche se non parlo: improvvisamente un’ombra sottile si allunga verso di me.
Bingo.
“Va’ ad avvisare Kyouko” sussurro, “e dille di chiamare gli altri. È un’emergenza!”
Così com’è arrivata, l’ombra di Beautiful Stranger sparisce.
E adesso posso solo augurarmi che il messaggio arrivi alla diretta interessata al più presto possibile.
Ci vuole qualche minuto, durante i quali cerco di farmi più piccolo di un Puffo affetto da nanismo, ma la ruota gira a sufficienza nella mia direzione da consentirmi di rimanere in secondo piano rispetto alle donnette che si danno allo shopping compulsivo.
“Shopping compulsivo?”.
Santa polenta se sei lento. Hai presente la classica scena dei saldi al grande magazzino, quando due attempate signore di mezz’età si accapigliano per portarsi via l’ultimo scaldabagno?
“Aaaaaaaaaaaaaaah, in quel senso…”.
Eh.
Poi, neanche ci fosse una scarica di fulmini globulari, tre porte dal corridoio delle camere si aprono in contemporanea.
Kyouko Kirigiri.
Mondo Oowada.
Sakura Oogami.
Ritiro tutto, cari kami dispettosi. In fondo un po’ di compassione per me la avete.
Quelle due sono talmente prese che manco se ne sono accorte. Ancora meglio.
Osservo come ipnotizzato i miei tre cavalieri in armatura scintillante che si avvicinano, lo sguardo bellicoso.
“Ohi, mingherlina! Mi hanno detto che stavi cercando di cambiare i connotati al mio amico Naegi. Lo sai, vero, che lo considero un atto di estrema scortesia da parte tua?”. Aspetta, questo… è stato Mondo Oowada a parlare? Senza neanche una parolaccia? Non credevo neppure sapesse il significato della parola connotati.
“Non oserai più poggiare un solo dito su di lui, Mukuro Ikusaba. O te ne farò pagare le conseguenze in tutto il loro peso”  Sakura, se la ragazza che ti sta al fianco non ti avesse anticipata, il mio cuore ora sarebbe tuo.
E a proposito della ragazza che le sta al fianco.
Non appena si avvede della mia piccola ferita… no accidenti, non lo fa. Non si mette a correre come una crocerossina verso l’ennesimo paziente.
Peccato. Sotto sotto un po’ ci speravo.
“Suvvia, ha un’immagine di dura e pura da difendere”.
Purtroppo hai ragione.
Però le si legge chiara in faccia l’apprensione. Mi saprò accontentare.
La litigata fra Mukuro e Celes si interrompe all’improvviso quando finalmente si rendono conto che la popolazione dell’atrio è magicamente raddoppiata.
L’amica dei topi volanti si fa prudentemente da parte, strisciando con molta poca grazia per terra prima di riguadagnare la posizione eretta. L’altra metà di Laverne & Shirley, invece, si limita a guardare con fare appena sufficiente i nuovi arrivati.
“Bof. Che siate in tre, in trenta o in trecento cambia poco. E nell’ultimo caso pasteggerete senza di me all’inferno”.
È sicura di sé fino all’inverosimile, nulla da dire.
Sta per rialzarsi anche lei in piedi quando arrivano altri rumori, sempre dalla zona delle stanze private.
Escono prima Maizono, poi Fujisaki, poi Ishimaru e via via gli altri.
In tempo zero l’intera ex-classe 78 è lì riunita.
Per la miseria. A sapere che Beautiful Stranger è un così efficiente relatore di messaggi… chi ha più bisogno della posta?
Tutti guardano. Nessuno parla o agisce.
Mi sento un po’ in soggezione.
Il delicato equilibrio si rompe con il sopraggiungere di uno scalpiccio dal secondo piano.
Uno, due, tre, quattro…
Manca una sola persona.
La peggiore persona.
“Hiyaaaaaaaa! Ben ritrovati, siore e siori, allo scontro mortale fra Teenage Dirtbag e Fenrir con rispettivi portatori!” annuncia Junko Enoshima facendo la sua comparsa, manco fosse la voce assoldata per la Rumble in the Jungle.
Come è capace di focalizzare lei l’attenzione nessuno, proprio nessuno. In neanche otto picosecondi tutti, e intendo davvero tutti, la fissiamo pendendo dalle sue labbra… che spero non siano piene di silicone.
“Noooooooooo, non tutti così! Mi sento violata!” si lamenta con voce palesemente bambinesca, chiaro segnale che in realtà tutta questa attenzione non le fa altro che piacere “Cazzate a parte, siete deliziosi a dedicarmi una simile intensità. E fate bene, perché ho delle novità succulente per voi!”.
Uh oh.
Quando una come lei dice così è sempre meglio prepararsi il pannolone.
“Ebbene sì, siore e siori! Ho la gioia e l’onore di annunciare in mondovisione che ci stiamo avvicinando al gran finale! Fuochi d’artificio, ricchi premi, cotillons e sangue a fiumi per tutti!”.
Si zittisce di botto, buttando l’occhio sul gruppone.
Schiocca le dita.
Si sentono dei rumori… agghiaccianti. Come se fossero delle ossa dislocate rimesse nelle loro sedi.
E dal suddetto gruppone emergono Kuwata, Yamada e Fujisaki. Si dirigono nella sua direzione, muovendosi come zombie… poi qualcosa attira la mia attenzione: noto qualcosa attaccato ai loro arti, come dei fili o qualcosa di simile.
Qualcuno li sta muovendo come marionette.
“Direi che abbiamo la certezza su chi è il portatore dello stand manipolatore, nel caso avessimo bisogno di ulteriori prove.”
Lo lascio parlare, concentrandomi invece su quei fili e cercando di trovare il punto di partenza: riesco a notarlo solo perché quando si muovono vengono colpiti dalle luci, altrimenti sono quasi trasparenti. A fatica riesco a seguirne il fascio, che arriva fino al corridoio delle nostre stanze… e semi-nascosta nell’ombra scorgo una figura familiare.
N-non è possibile… un’altra Junko?!
Mi volto verso Komaeda, che sembra altrettanto sorpreso. A quanto pare nemmeno tra gli stand è comune questa somiglianza col portatore, e insieme a Ishida è già il secondo caso…
Osservando lo stand di Enoshima noto che muove le dita come un burattinaio, ma non capisco dove finiscono le estremità dei fili… poi capisco che i fili sono parte delle dita. YUCK.
“Vedo che Naegi-kun ha notato Legione! Ma che bravo investigatore che sei - senza nulla togliere alla signorina Kirigiri, ci mancherebbe!”
Junko è accucciata di fianco a me, e mi fissa con quell'espressione da squilibrata che la contraddistingue. Come diavolo ci è arrivata qui, era sulle scale, scale che tra l'altro sono chiuse ma lei è il mastermind e quindi immagino abbia le chiavi di tutt-
"CAPO. CALMA."
...giusto.
Cerco di mantenere la calma, cosa difficile mentre Enoshima mi osserva con quegli occhioni sgranati; poi mi acchiappa le guance e le tira: "Oh ma sei così carino che non riesco proprio ad arrabbiarmi con te! Sei proprio un bravo bambino, lo sai?" e mentre mi strizza tutto riesco pure a scorgere con la coda dell'occhio Ikusaba che SBUFFA. Poi Junko si ferma e osserva la mia mano fasciata: "E questo? Chi è stato? No, non me lo dire: Mukuro-ne, sei stata tu?!", la quale Mukuro la osserva con l'espressione riservata a un bambino di due anni particolarmente tardo.
"Sai com'è, era il piano" sospira la soldatessa, trattenendo a stento l'irritazione.
"Ma ti avevo detto di non fargli male!"
"Ehm... scusate..."
Ah già. Mentre le sorelle litigano lo stand di Junko continua a usare Kuwata, Yamada e Fujisaki come burattini.
“Si può sapere cosa hai fatto a quei tre poveri disgraziati, Enoshima-san?” mi lascio sfuggire in un impeto di sdegno.
La citata Enoshima-san sbuffa, sospira e si mette a giocare con una ciocca di capelli. Mi osserva con un'espressione annoiata, facendomi sentire per un attimo come se fossi l'esattore delle tasse che si è presentato alla sua porta con una cartella da riscuotere.
“B-Beh… che hai da guardarmi così?”.
“Oh, nulla. Stavo solo riflettendo sul fatto che, se non fossi così irrimediabilmente spupazzoso, a quest'ora ti avrei probabilmente spezzato il collo. Difetti di spirito di autoconservazione, Makotino. E per come sei messo adesso la cosa non torna a tuo vantaggio. Ma come ti ho già detto te la cavi comunque perché sei un cosino troppo adorabile e io non ho il coraggio di farti pagare la tua sfrontatezza come meriteresti”.
Tutto molto bello. Ma non ho avuto uno straccio di risposta.
“Hai ancora l'aria di chi non capisce” riprende senza preavviso “E visto che non posso dire di no a quel faccino tenerino… considerati fortunato, ti risponderò”.
“Junko! Cazzo fai, eh?” è l'allarmato grido proveniente dalla gola di Mukuro Ikusaba.
“Che hai da urlare come una bertuccia, Muku-nee?”.
“Ti sembra il caso di andare a spiegare i poteri di Legione a quelli che, mi preme ricordarti, sono i nostri nemici?”.
“Ma non ne posso fare a meno! Quando guardo quel… quell'immensa massa di pucciosità e ingenuità e dolcezza e kawaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… l'unica cosa che mi resta è la resa e l'abbassare la testa sconfitta!”.
“Hai preso le medicine oggi o ti stai dando alla pazza gioia?”.
“Le ho prese, le ho prese! Non partire in quarta con l'idea che quelle schifezze chimiche siano la panacea di tutti i mali, non lo sono. Io sono matta come un cavallo se te ne fossi dimenticata!”.
“Spiegami su quale asteroide dovrei vivere per non saperlo”.
“E quindi non farmi una colpa se mi lascio andare un po' troppo! È più forte di me!”.
“Cazzate. In noi corre lo stesso sangue, e il sangue Ikusaba non è così debole. Tira fuori i coglioni una buona volta!”.
“Ma Muku-neeeeeeeeeeeeeeeeee! Brutta cattiva che non sei altro!”.
“Oh kami...”.
Rimango paralizzato a osservare il battibecco. È una scena a dir poco surreale, sebbene non sia la prima volta in cui ho la fortuna di assistervi.
Quelle due sono più diverse del giorno e della notte, del fuoco e del ghiaccio, di…
“Ok capo, sei negato con i paragoni. Piuttosto, perché non ti concentri su un aspetto ben più importante?”.
Sarebbe, mio fastidioso amico?
“Come puoi non accorgerti dell'ascendente che eserciti su Enoshima? Durante il vostro ultimo dialogo ho avuto la sensazione che, se glielo avessi chiesto, si sarebbe gettata in ginocchio a baciarti la punta delle scarpe”.
Puah. Ti prego, evita.
“Ok, l'esempio era infelice. Ma il discorso è comunque valido: Junko Enoshima ti soffre terribilmente”.
Può darsi, ma…
“Cos'è, hai paura per caso? È un'occasione che devi saper sfruttare fino in fondo, potrebbe essere la soluzione ideale per andarvene da qui”.
No, non è che ho paura. È che…
“...hai paura”.
E va bene, porca vacca. Ho paura. Contento?
“E di cosa, si può sapere?”.
Oh, non so. Che possa farsi passare la cotta fangirlistica nei miei confronti e mettere in pratica una delle minacce che non ha mai esitato a sbattermi in faccia. O lasciare che la sorella agisca per conto suo allo scopo di eliminare la debolezza che rappresento.
“Chi non risica non rosica, ciccio bello. Potrebbe essere l'unica possibilità che avete”.
O potrebbe essere un biglietto di sola andata per l'inferno, tutto spesato e in prima classe.
In questo preciso momento, nel bel mezzo della mia baruffa interiore, sento una mano sulla spalla.
Mi volto.
È Kirigiri-san.
Mi guarda in maniera… strana.
E soprattutto, potreste smetterla di spuntare alle mie spalle come funghetti di Super Mario?
"Lo sai che è la specialità di Kirigiri, capo."
Quest'ultima non parla, ma si limita a fare un cenno con la testa.
Mi sta... dando il consenso per flirtare con Junko al fine di scappare da qui? E come diamine ha sentito?
"Capo, capisco lo shock, ma non hai mai avuto la memoria così corta. Ricordi l'inquietante stand della signorina qui presente?"
Hai ragione, perdo colpi. Forse sto sanguinando troppo e il mio cervello ne risente. Mi alzo in piedi, sorretto da Kyouko, e mi avvicino alle due sorelle: "Ehm... Enoshima-san?" ma vengo ignorato del tutto, e a niente valgono altri tentativi di attirare la sua attenzione.
"Devi essere più aggressivo, capo."
Aggressivo dici?
Mi volto verso Kyouko, dubbioso, ma anche lei sembra convinta che le maniere forti siano la cosa migliore, e con un gesto della mano mi incita.
Se muoio, vi ho odiati tutti.
"Eh, che melodramma!"
Senti chi parla, oh.
Ok, inspiro e mi lancio all'attacco: "Enoshima-san!" urlo, afferrandole il braccio... e lei si gira come la bambina dell'Esorcista: "COSA. CAZZO. VUOI."
OddiolosapevooramiuccideèlamiaoraMakotoNaegimuorequi.
"Oh... Makotino, sei tu! Scusami taaaaanto, non volevo spaventarti!" e di nuovo a pizzicarmi le guance. Certo che se non volevi causarmi traumi potevi pensarci prima.
"Dimmi ciccino, volevi qualcosa?" trilla, spettinandomi i capelli.
"E-ecco..." balbetto, sentendomi come se stessi camminando su un campo minato "ecco io... ero curioso di sapere i poteri del tuo stand. S-se per te va bene, ecco!"
Junko sorride e Mukuro sospira di nuovo, a questo punto credo totalmente rassegnata.
"Tesorino di zia Junko!" trilla, tirandomi ancora le guance. "Ma il mio Legione fa quello che vuole!" e a quella frase il suo stand appare dietro di lei, saltellando e salutandomi con la mano. A quanto pare nemmeno Legione è totalmente sano di mente...
"In compenso ha lasciato andare Kuwata e gli altri pur di farsi notare da te, quindi insisti capo! Sei sulla buona strada!"
Annuisco e proseguo: "Quando dici che fa quello che vuole, parli dei suoi poteri o...?"
"Letteralmente!" sorride Junko. "Cioè, anche i suoi poteri, li cambia un po' come gli pare. Come credi che sia uscita dall'ospedale, eh?"
"No ma continua a parlare a ruota libera, fai pure" è il laconico commento di Mukuro, che sua sorella ignora del tutto: "Oh sapessi come è stato facile scappare via da lì mentre Legione li muoveva come burattini! È stato quasi noioso..." mette il broncio, per poi tornare a sorridere: "Sai, se non avessi incontrato Legione in ospedale sarei ancora lì a fare il vegetale!"
"I-incontrato?" chiedo.
"Beh sì, un giorno è apparsa perché avevo bisogno di parlare con qualcuno... anche se lei non parla, ma ci capiamo! E da allora è rimasta!" ride, battendo le mani. Se non avessi visto il suo stand direi che sta parlando di una personalità multipla...
"Poi una volta uscita ho cominciato a lavorare come modella e... durante un viaggio per un servizio fotografico ho scoperto il meteorite."
...di tutti i modi in cui poteva esserne venuta a conoscenza direi che questo è il più assurdo. Un tonfo mi conferma che Mukuro sta dando craniate al muro per disperazione.
“Quindi una volta scoperta la natura del meteorite hai deciso di… organizzare un torneo per eliminare tutti gli altri portatori di stand?” oso.
“Oh no. L’ho fatto perché mi sembrava un’idea divertente!”
...e ad un tratto capii che pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all’ispirazione.
O qualcosa del genere.
   
 
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